domenica 26 dicembre 2021

S. GIOVANNI APOSTOLO ED EVANGELISTA


3 commenti:

  1. PRIMA LETTURA
    Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi.
    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 1Gv 1,1-4
    Figlioli miei, quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita - la vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi -, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena.
    Parola di Dio.

    SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 96)
    R: Gioite, giusti, nel Signore.
    Il Signore regna, esulti la terra,
    gioiscano le isole tutte.
    Nubi e tenebre lo avvolgono,
    giustizia e diritto sostengono il suo trono. R.
    I monti fondono come cera davanti al Signore,
    davanti al Signore di tutta la terra.
    Annunciano i cieli la sua giustizia
    e tutti i popoli vedono la sua gloria. R.
    Una luce è spuntata per il giusto,
    una gioia per i retti di cuore.
    Gioite, giusti, nel Signore,
    della sua santità celebrate il ricordo. R.

    CANTO AL VANGELO
    Alleluia, alleluia.
    Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore;
    ti acclama il coro degli apostoli.
    Alleluia.

    VANGELO
    L'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
    + Dal Vangelo secondo Giovanni 20,2-8
    Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala corse e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!". Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
    Parola del Signore.

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  2. FAUSTI - Ciò che Maria vede è segno dell'inconcepibile. Questa pietra levata , leva all'uomo l'unica certezza. Maria non può capire.  Corre ad annnciare la scomparsa di Gesù. Pensa che L'abbiano rubato.
    Non ha ancora capito che l'amore vince la morte.
    “Viene presso Simon Pietro e l'altro discepolo”. 
    Pietro , che ha rinnegato , è nominato per primo. E' posto come primo dei discepoli perchè ha sperimentato ciò che ci fa discepoli : la fedeltà del Signore alla nostra infedeltà.
    L'”altro discepolo” non è semplicemente l'alro tra due, ma l'altro, il diverso. 
    Infatti ha appoggiato il capo nel grembo e sul petto di Gesù (13,23-25) , che poi ha visto trafitto.
    Normalmente Giovanni è chiamato “il discepolo che Gesù amava”
    .Pietro e il dicepolo corrono insieme. Ma questi è più veloce. Arriva primo al sepolcro, come giunge per primo a credere e a vedere il Risorto .
    Infatti il cuore mette ali ai piedi e alla mente. L'amico, che ama come è amato, precede colui che è primo dei discepoli : il primato è sempre dell'amore ,
    Il discepolo non entra; attende Pietro, come segno di stima per lui.
    Guarda però dentro e vede i lini stesi
    Il sudario è il velo della morte, la coltre che copre tutti i popoli. (Is 25,7). Esso era avvolto anche intorno al viso di Lazzaro (11,44). Per Gesù invece si dice che era sulla Sua testa , come il lembo del mantello di uno che dorma.
    Ora che si è svegliato, se lo è tolto. Non è però con i lini stesi, ma messo a parte, avvolto in un luogo determinato.
    Il “luogo” per eccellenza per gli ebrei è il santuario . Di esso Gesù aveva detto : “Sciogliete questo santuario e in tre giorni lo farò risorgere”.
    Il velo della morte avvolge ora il vecchio santuario.Dio non è più lì.
    La Gloria dimora nel Corpo di Gesù , nuovo santuario, dove Dio toglie ogni velo al Volto Suo e nostro.
    Vide e credette” I lini stesi, con il sudario a parte, sono i segni che il Signore non è lì e non è stato rubato. Vedendo questo, il discepolo amato crede in Gesù, Signore della vita, pur senza averlo visto
    L'amore “vede” i segni e “crede in Gesù Risorto , senza averlo visto.
    I segni compiuti agli occhi dei discepoli sono ora anche sotto i nostri occhi nel racconto che li ripresenta.
    Data l'identità tra Gesù e la Parola, accogliendo questa accogliamo Lui .
    Il fine per cui il Vangelo è scritto è la fede, che è conoscere , amare e seguire Gesù , attraverso l'ascolto della Parola.
    Gesù è l'Unigenito di Dio, che ci ha raccontato il Padre (1,18). 
    In Lui, nostro fratello, conosciamo chi siamo noi e chi è Dio , uniti a Lui, il Figlio, diventiamo come Lui.
    La Vita è essere in Lui, il Figlio, vita di quanto esiste. 
    Avere vita è quel desiderio profondo che muove ogni pensare ed agire dell'uomo.
    Se il fine del Vangelo è la fede in Gesù, apertura del cielo sulla terra (1,51) , il fine della fede è la Vita piena, partecipazione alla Vita di Dio.

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  3. Dai «Trattati sulla prima Lettera di Giovanni» di sant’Agostino, vescovo
    ​(Tratt. 1, 1. 3; PL 35, 1978. 1980)

    ​La Vita si è manifestata nella carne

    Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi e ciò che le nostre mani hanno toccato del Verbo della vita (cfr. 1 Gv 1, 1). Chi è che tocca con le mani il Verbo, se non perché il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi? (cfr. Gv 1, 14).
    Il Verbo che si è fatto carne, per poter essere toccato con mano, cominciò ad essere carne dalla Vergine Maria; ma non cominciò allora ad essere Verbo, perché è detto: «Ciò che era fin da principio». Vedete se la lettera di Giovanni non conferma il suo vangelo, dove ora avete udito: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio» (Gv 1, 1).
    Forse qualcuno prende l’espressione «Verbo della vita» come se fosse riferita a Cristo, ma non al corpo di Cristo toccato con mano. Ma fate attenzione a quel che si aggiunge: «La vita si è fatta visibile» (1 Gv 1, 2). È Cristo dunque il Verbo della vita.
    E come si è fatta visibile? Esisteva fin dal principio, ma non si era ancora manifestata agli uomini; si era manifestata agli angeli ed era come loro cibo. Ma cosa dice la Scrittura? «L’uomo mangiò il pane degli angeli» (Sal 77, 25).
    Dunque la vita stessa si è resa visibile nella carne; si è manifestata perché la cosa che può essere visibile solo al cuore diventasse visibile anche agli occhi e risanasse i cuori. Solo con il cuore infatti può essere visto il Verbo, la carne invece anche con gli occhi del corpo. Si verificava dunque anche la condizione per vedere il Verbo: il Verbo si è fatto carne, perché la potessimo vedere e fosse risanato in noi ciò che ci rende possibile vedere il Verbo.
    Disse: «Noi rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile» (1 Gv 1, 2), ossia, si è resa visibile fra di noi; o meglio, si è manifestata a noi.
    «Quello dunque che abbiamo veduto e udito, lo annunziamo anche a voi» (1 Gv 1, 3). Comprenda bene il vostro amore: «Quello che abbiamo veduto e udito, lo annunziamo anche a voi». Essi videro il Signore stesso presente nella carne e ascoltarono le parole dalla bocca del Signore e lo annunziarono a noi. Anche noi perciò abbiamo udito, ma non abbiamo visto.
    Siamo dunque meno fortunati di coloro che hanno visto e udito? E come mai allora aggiunge: «Perché anche voi siate in comunione con noi»? (1 Gv 1, 3). Essi hanno visto, noi no, eppure siamo in comunione, perché abbiamo una fede comune.
    La nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la vostra gioia sia perfetta (cfr. 1 Gv. 1, 3-4). Afferma la pienezza della gioia nella stessa comunione, nello stesso amore, nella stessa unità.

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