O Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare agli uomini il mistero ineffabile della tua vita, fa' che nella confessione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l'unico Dio in tre persone... Padre santo e misericordioso, che nel tuo Figlio ci hai redenti e nello Spirito ci hai santificati, donaci di crescere nella speranza che non delude, perché abiti in noi la tua sapienza. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Prima che la terra fosse, già la Sapienza era generata. Dal libro dei Proverbi Pro 8,22-31
Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all’origine. Dall’eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata, quando ancora non aveva fatto la terra e i campi né le prime zolle del mondo. Quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso, quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso, quando stabiliva al mare i suoi limiti, così che le acque non ne oltrepassassero i confini, quando disponeva le fondamenta della terra, io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 8 R. O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? R.
Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi. R.
Tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari. R.
Seconda Lettura Andiamo a Dio per mezzo di Cristo, nella carità diffusa in noi dallo Spirito. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 5,1-5
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, a Dio, che è, ch eera e che viene. (Cf. Ap 1,8)
Alleluia.
Vangelo Tutto quello che il Padre possiede, è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà. Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 16,12-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
PAROLE DEI PAPI VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II - Solennità della SANTISSIMA TRINITÀ - 6 giugno 2004 "Sia benedetto DIO PADRE / e l’unigenito FIGLIO di DIO / e lo SPIRITO SANTO: / perché grande è il suo AMORE per noi" 1. In questa prima domenica dopo la Pentecoste la CHIESA ci invita a celebrare il MISTERO della SANTISSIMA TRINITÀ. Lo facciamo, carissimi Fratelli e Sorelle, nello stupendo scenario delle vette innevate, delle verdi vallate ricche di fiori e di frutti, dei numerosi laghi e torrenti che fanno bella la vostra Terra. Ci guida in questa riflessione la prima lettura, che ci ha portati a contemplare la SAPIENZA DIVINA quando "fissava i cieli… condensava le nubi in alto… fissava le sorgenti dell’abisso… stabiliva al mare i suoi limiti… disponeva le fondamenta della terra" (Pr 8,27-29). Il nostro sguardo, però, non si rivolge solo al creato, "opera delle dita di DIO" (Salmo responsoriale); si fa attento specialmente alle presenze umane intorno a noi. Con affetto vi saluto..... 2. "Quanto hai rivelato della tua gloria noi lo crediamo", diremo nel Prefazio. La nostra assemblea eucaristica è testimonianza e proclamazione della gloria dell’Altissimo e della sua presenza operante nella storia. Sorretti dallo SPIRITO che il PADRE ci ha inviato per mezzo del FIGLIO, "noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce la pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la SPERANZA" (Rm 5,3-4). Carissimi, chiedo al Signore di poter essere in mezzo a voi testimone di SPERANZA, di quella SPERANZA che "non delude", perché fondata sull’AMORE di DIO che "è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello SPIRITO SANTO" (Rm 5,5). E’ di questo che il mondo ha oggi particolarmente bisogno: di un supplemento di SPERANZA! 3. "Sei un solo DIO, un solo Signore" (Prefazio). Le TRE PERSONE, uguali e distinte, sono un solo DIO. La loro distinzione reale non divide l’unità della natura divina. Questa comunione profondissima CRISTO ha proposto a noi, suoi discepoli, come modello: "Come tu, PADRE, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv 17,21). La celebrazione del MISTERO della SANTISSIMA TRINITÀ costituisce per i cristiani ogni anno un forte richiamo all’impegno per l’unità. E’ un richiamo che tocca tutti, Pastori e fedeli, e tutti spinge ad una rinnovata consapevolezza della propria responsabilità nella CHIESA, Sposa di CRISTO. Come non sentire impellente, di fronte a queste parole di CRISTO, l’assillo ecumenico? Riaffermo, anche in questa circostanza, la volontà di avanzare sulla via difficile, ma ricca di gioia, della piena comunione di tutti i credenti. E’ certo tuttavia che un forte contributo alla causa ecumenica viene dall’impegno dei cattolici di vivere l’unità al proprio interno. Nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte ho sottolineato la necessità di "fare della CHIESA la casa e la scuola della comunione" (n. 43), tenendo fisso lo sguardo del cuore "sul MISTERO della TRINITÀ che abita in noi e la cui luce va colta anche sul volto dei fratelli" (ibid.). Si alimenta in tal modo quella "spiritualità della comunione" che, partendo dai luoghi in cui si plasma l’UOMO e il cristiano, raggiunge le parrocchie, le associazioni, i movimenti. Una CHIESA locale in cui fiorisca la spiritualità della comunione saprà purificarsi costantemente dalle "tossine" dell’egoismo, che generano gelosie, diffidenze, smanie di auto-affermazione, contrapposizioni deleterie. 4. L’evocazione di questi rischi suscita in noi una spontanea preghiera allo SPIRITO SANTO, che GESÙ ha promesso di inviarci: "Quando verrà lo SPIRITO di VERITÀ, egli vi guiderà alla VERITÀ tutta intera" (Gv 16,13).
---->Che cos’è la VERITÀ? GESÙ ha detto un giorno: "Io sono la via, la VERITÀ e la vita" (Gv 14,6). La giusta formulazione della domanda non è dunque "Che cos’è la VERITÀ?", ma "Chi è la VERITÀ?". Questa è la domanda che si pone anche l’UOMO del terzo millennio. Cari Fratelli e Sorelle, non possiamo tacere la risposta, perché noi la conosciamo! La VERITÀ è GESÙ CRISTO, venuto nel mondo per rivelarci e donarci l’AMORE del PADRE. Siamo chiamati a testimoniare questa VERITÀ con la parola e soprattutto con la vita! 5. Carissimi, la CHIESA è missione! Essa ha bisogno anche oggi di "profeti" capaci di risvegliare nelle comunità la FEDE nel Verbo rivelatore del DIO ricco di misericordia (cfr Ef 2,4). E’ giunto il tempo di preparare giovani generazioni di apostoli che non abbiano paura di proclamare il Vangelo. Per ogni battezzato è essenziale passare da una FEDE di abitudine a una FEDE matura, che s’esprima in scelte personali chiare, convinte, coraggiose. Solo una FEDE così, celebrata e condivisa nella liturgia e nella carità fraterna, può nutrire e fortificare la comunità dei discepoli del Signore ed edificarla in CHIESA missionaria, libera da false paure perché sicura dell’AMORE del PADRE. 6. "L’AMORE di DIO è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello SPIRITO SANTO" (Rm 5,5). Non è un merito nostro; è un dono gratuito. Nonostante il peso dei nostri PECCATI, DIO ci ha amati e ci ha redenti nel sangue di CRISTO. La sua GRAZIA ci ha risanati nel profondo. Possiamo perciò esclamare con il Salmista: "Come è grande, Signore, il tuo AMORE su tutta la terra!". Come è grande in me, negli altri, in ogni essere umano! E’ questa la vera sorgente della grandezza dell’UOMO, questa la radice della sua indistruttibile dignità. In ogni essere umano si rispecchia l’immagine di DIO. Sta qui la più profonda "VERITÀ" dell’UOMO, che in nessun caso può essere disconosciuta o violata. Ogni oltraggio recato all’UOMO si rivela, in definitiva, un oltraggio al suo Creatore, che lo ama con AMORE di PADRE.
SOLENNITÀ DELLA SANTISSIMA TRINITÀ - BENEDETTO XVI - ANGELUS - Piazza San Pietro - Domenica, 30 maggio 2010 Dopo il tempo pasquale, concluso domenica scorsa con la Pentecoste, la Liturgia è ritornata al “tempo ordinario”. Ciò non vuol dire però che l’impegno dei cristiani debba diminuire, anzi, entrati nella vita divina mediante i Sacramenti, siamo chiamati quotidianamente ad essere aperti all’azione della GRAZIA, per progredire nell’AMORE verso DIO e il prossimo. L’odierna domenica della SANTISSIMA TRINITÀ, in un certo senso, ricapitola la rivelazione di DIO avvenuta nei MISTERI pasquali: morte e risurrezione di CRISTO, sua ascensione alla destra del PADRE ed effusione dello SPIRITO SANTO. La mente e il linguaggio umani sono inadeguati a spiegare la relazione esistente tra il PADRE, il FIGLIO e lo SPIRITO SANTO, e tuttavia i Padri della CHIESA hanno cercato di illustrare il MISTERO di DIO Uno e TRINO vivendolo nella propria esistenza con profonda FEDE. La TRINITÀ divina, infatti, prende dimora in noi nel giorno del BATTESIMO: “Io ti battezzo – dice il ministro – nel nome del PADRE e del FIGLIO e dello SPIRITO SANTO”. Il nome di DIO, nel quale siamo stati battezzati, noi lo ricordiamo ogni volta che tracciamo su noi stessi il SEGNO della CROCE. Il teologo ROMANO GUARDINI, a proposito del SEGNO della CROCE, osserva: “lo facciamo prima della preghiera, affinché … ci metta spiritualmente in ordine; concentri in DIO pensieri, cuore e volere; dopo la preghiera, affinché rimanga in noi quello che DIO ci ha donato … Esso abbraccia tutto l’essere, corpo e anima, … e tutto diviene consacrato nel nome del DIO uno e TRINO” (Lo spirito della liturgia. I santi segni, Brescia 2000, 125-126). Nel SEGNO della CROCE e nel nome del DIO vivente è, perciò, contenuto l’annuncio che genera la FEDE e ispira la preghiera. E, come nel Vangelo GESÙ promette agli Apostoli che “quando verrà lui, lo SPIRITO della VERITÀ, vi guiderà a tutta la VERITÀ” (Gv 16,13), così avviene nella liturgia domenicale, quando i SACERDOTI dispensano, di settimana in settimana, il pane della Parola e dell’Eucaristia. Anche il santo CURATO D’ARS lo ricordava ai suoi fedeli: “Chi ha accolto la vostra anima – diceva – al primo entrare nella vita? Il SACERDOTE. Chi la nutre per darle la forza di compiere il suo pellegrinaggio? Il SACERDOTE. Chi la preparerà a comparire innanzi a DIO, lavandola per l’ultima volta nel sangue di GESÙ CRISTO? … sempre il SACERDOTE” Cari amici, facciamo nostra la preghiera di sant’ILARIO DI POITIERS: “Conserva incontaminata questa FEDE retta che è in me e, fino al mio ultimo respiro, dammi ugualmente questa voce della mia coscienza, affinché io resti sempre fedele a ciò che ho professato nella mia rigenerazione, quando sono stato battezzato nel PADRE, nel FIGLIO e nello SPIRITO SANTO” (De TRINITATE, XII,). Invocando la Beata Vergine MARIA, prima creatura pienamente inabitata dalla SANTISSIMA TRINITÀ, domandiamo la sua protezione per proseguire bene il nostro pellegrinaggio terreno
SOLENNITÀ DELLA SANTISSIMA TRINITÀ PAPA FRANCESCO ANGELUS 12 giugno 2022 Cari fratelli e sorelle, buongiorno e buona domenica!
Oggi è la solennità della Santissima Trinità, e nel Vangelo della celebrazione Gesù ci presenta le altre due Persone divine, il Padre e lo Spirito Santo. Dello Spirito dice: «Non parlerà da sé stesso, ma prenderà quel che è mio e ve lo annuncerà». E poi, a proposito del Padre, dice: «Tutto quello che il Padre possiede è mio» (Gv 16,14-15). Notiamo che lo Spirito Santo parla, ma non di sé stesso: annuncia Gesù e rivela il Padre. E notiamo anche che il Padre, il quale tutto possiede, perché è l’origine di ogni cosa, dà al Figlio tutto quello che possiede: non trattiene nulla per sé e si dona interamente al Figlio. Ossia, lo Spirito Santo parla non di sé stesso, parla di Gesù, parla di altri. E il Padre, non dà sé stesso, dà il Figlio. È la generosità aperta, uno aperto all’altro.
E ora guardiamo a noi, a ciò di cui parliamo e a quello che possediamo. Quando parliamo, sempre vogliamo che si dica bene di noi e spesso parliamo solo di noi stessi e di quello che facciamo. Quante volte! “Io ho fatto questo, quell’altro…”, “Avevo questo problema…”. Sempre si parla così. Quanta differenza rispetto allo Spirito Santo, che parla annunciando gli altri, e il Padre il Figlio! E, circa quello che possediamo, quanto ne siamo gelosi e quanta fatica facciamo a condividerlo con gli altri, anche con chi manca del necessario! A parole è facile, ma poi in pratica è molto difficile.
Ecco allora che festeggiare la Santissima Trinità non è tanto un esercizio teologico, ma una rivoluzione del nostro modo di vivere. Dio, nel quale ogni Persona vive per l’altra in continua relazione, in continuo rapporto, non per sé stessa, ci provoca a vivere con gli altri e per gli altri. Aperti. Oggi possiamo chiederci se la nostra vita riflette il Dio in cui crediamo: io, che professo la fede in Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, credo davvero che per vivere ho bisogno degli altri, ho bisogno di donarmi agli altri, ho bisogno di servire gli altri? Lo affermo a parole o lo affermo con la vita?
Il Dio trino e unico, cari fratelli e sorelle, va mostrato così, con i fatti prima che con le parole. Dio, che è autore della vita, si trasmette meno attraverso i libri e più attraverso la testimonianza di vita. Egli che, come scrive l’evangelista Giovanni, «è amore» (1 Gv 4,16), si rivela attraverso l’amore. Pensiamo alle persone buone, generose, miti che abbiamo incontrato: ricordando il loro modo di pensare e di agire, possiamo avere un piccolo riflesso di Dio-Amore. E che cosa vuol dire amare? Non solo volere bene e fare del bene, ma prima ancora, alla radice, accogliere, essere aperto agli altri, fare posto agli altri, dare spazio agli altri. Questo significa amare, alla radice.
Per capirlo meglio, pensiamo ai nomi delle Persone divine, che pronunciamo ogni volta che facciamo il segno della croce: in ciascun nome c’è la presenza dell’altro. Il Padre, ad esempio, non sarebbe tale senza il Figlio; così pure il Figlio non può essere pensato da solo, ma sempre come Figlio del Padre. E lo Spirito Santo, a sua volta, è Spirito del Padre e del Figlio. In breve, la Trinità ci insegna che non si può mai stare senza l’altro. Non siamo isole, siamo al mondo per vivere a immagine di Dio: aperti, bisognosi degli altri e bisognosi di aiutare gli altri. E allora, poniamoci quest’ultima domanda: nella vita di tutti i giorni sono anch’io un riflesso della Trinità? Il segno di croce che faccio ogni giorno – Padre e Figlio e Spirito Santo –, quel segno di croce che facciamo tutti i giorni, rimane un gesto fine a sé stesso o ispira il mio modo di parlare, di incontrare, di rispondere, di giudicare, di perdonare?
La Madonna, figlia del Padre, madre del Figlio e sposa dello Spirito, ci aiuti ad accogliere e testimoniare nella vita il mistero di Dio-Amore.
Mio Dio, Trinità che adoro, aiutatemi a dimenticarmi interamente, per fissarmi in voi, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità; che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da voi, mio immutabile Bene, ma che ogni istante mi porti più addentro nella profondità del vostro mistero. Pacificate la mia anima, fatene il vostro cielo, la vostra dimora preferita e il luogo del riposo; che io non vi lasci mai solo, ma sia là tutta quanta, tutta desta nella mia fede, tutta in adorazione, tutta abbandonata alla vostra azione creatrice.
O mio amato Cristo, crocifisso per amore, vorrei essere una sposa del vostro Cuore; vorrei coprirvi di gloria e vi chiedo di rivestirmi di Voi stesso, di immedesimare la mia anima con tutti i movimenti della vostra Anima, di sommergermi, d’invadermi, di sostituirvi a me, affinché la mia vita non sia che un’irradiazione della vostra vita. Venite nella mia anima come Adoratore, come Riparatore e come Salvatore.
O Verbo Eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarvi; voglio farmi tutta docilità per imparare tutto da voi. Poi, attraverso tutte le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze, voglio fissare sempre Voi e restare sotto la vostra grande luce.
O mio Astro amato, incantatemi, perché non possa più uscire dallo splendore dei vostri raggi.
O Fuoco consumatore, Spirito d’amore, scendete sopra di me, affinché si faccia della mia anima come un’incarnazione del Verbo, ed io sia per Lui un’aggiunta d’umanità nella quale Egli rinnovi tutto il suo mistero.
E Voi, o Padre, chinatevi sulla vostra piccola creatura, copritela con la vostra ombra, e non guardate in lei che il Diletto nel quale avete riposto tutte le vostre compiacenze.
O Dio Padre,
RispondiEliminache hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità,
e lo Spirito santificatore
per rivelare agli uomini il mistero ineffabile della tua vita,
fa' che nella confessione della vera fede
riconosciamo la gloria della Trinità
e adoriamo l'unico Dio in tre persone...
Padre santo e misericordioso,
che nel tuo Figlio ci hai redenti
e nello Spirito ci hai santificati,
donaci di crescere nella speranza che non delude,
perché abiti in noi la tua sapienza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Prima che la terra fosse, già la Sapienza era generata.
Dal libro dei Proverbi
Pro 8,22-31
Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all’origine.
Dall’eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull’abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell’abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 8
R. O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi? R.
Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi. R.
Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari. R.
Seconda Lettura
Andiamo a Dio per mezzo di Cristo, nella carità diffusa in noi dallo Spirito.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 5,1-5
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,
a Dio, che è, ch eera e che viene. (Cf. Ap 1,8)
Alleluia.
Vangelo
Tutto quello che il Padre possiede, è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,12-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Parola del Signore.
PAROLE DEI PAPI
RispondiEliminaVIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II - Solennità della SANTISSIMA TRINITÀ - 6 giugno 2004
"Sia benedetto DIO PADRE / e l’unigenito FIGLIO di DIO / e lo SPIRITO SANTO: / perché grande è il suo AMORE per noi"
1. In questa prima domenica dopo la Pentecoste la CHIESA ci invita a celebrare il MISTERO della SANTISSIMA TRINITÀ. Lo facciamo, carissimi Fratelli e Sorelle, nello stupendo scenario delle vette innevate, delle verdi vallate ricche di fiori e di frutti, dei numerosi laghi e torrenti che fanno bella la vostra Terra. Ci guida in questa riflessione la prima lettura, che ci ha portati a contemplare la SAPIENZA DIVINA quando "fissava i cieli… condensava le nubi in alto… fissava le sorgenti dell’abisso… stabiliva al mare i suoi limiti… disponeva le fondamenta della terra" (Pr 8,27-29).
Il nostro sguardo, però, non si rivolge solo al creato, "opera delle dita di DIO" (Salmo responsoriale); si fa attento specialmente alle presenze umane intorno a noi. Con affetto vi saluto.....
2. "Quanto hai rivelato della tua gloria noi lo crediamo", diremo nel Prefazio. La nostra assemblea eucaristica è testimonianza e proclamazione della gloria dell’Altissimo e della sua presenza operante nella storia. Sorretti dallo SPIRITO che il PADRE ci ha inviato per mezzo del FIGLIO, "noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce la pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la SPERANZA" (Rm 5,3-4).
Carissimi, chiedo al Signore di poter essere in mezzo a voi testimone di SPERANZA, di quella SPERANZA che "non delude", perché fondata sull’AMORE di DIO che "è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello SPIRITO SANTO" (Rm 5,5). E’ di questo che il mondo ha oggi particolarmente bisogno: di un supplemento di SPERANZA!
3. "Sei un solo DIO, un solo Signore" (Prefazio). Le TRE PERSONE, uguali e distinte, sono un solo DIO. La loro distinzione reale non divide l’unità della natura divina.
Questa comunione profondissima CRISTO ha proposto a noi, suoi discepoli, come modello: "Come tu, PADRE, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv 17,21). La celebrazione del MISTERO della SANTISSIMA TRINITÀ costituisce per i cristiani ogni anno un forte richiamo all’impegno per l’unità. E’ un richiamo che tocca tutti, Pastori e fedeli, e tutti spinge ad una rinnovata consapevolezza della propria responsabilità nella CHIESA, Sposa di CRISTO. Come non sentire impellente, di fronte a queste parole di CRISTO, l’assillo ecumenico? Riaffermo, anche in questa circostanza, la volontà di avanzare sulla via difficile, ma ricca di gioia, della piena comunione di tutti i credenti.
E’ certo tuttavia che un forte contributo alla causa ecumenica viene dall’impegno dei cattolici di vivere l’unità al proprio interno. Nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte ho sottolineato la necessità di "fare della CHIESA la casa e la scuola della comunione" (n. 43), tenendo fisso lo sguardo del cuore "sul MISTERO della TRINITÀ che abita in noi e la cui luce va colta anche sul volto dei fratelli" (ibid.). Si alimenta in tal modo quella "spiritualità della comunione" che, partendo dai luoghi in cui si plasma l’UOMO e il cristiano, raggiunge le parrocchie, le associazioni, i movimenti. Una CHIESA locale in cui fiorisca la spiritualità della comunione saprà purificarsi costantemente dalle "tossine" dell’egoismo, che generano gelosie, diffidenze, smanie di auto-affermazione, contrapposizioni deleterie.
4. L’evocazione di questi rischi suscita in noi una spontanea preghiera allo SPIRITO SANTO, che GESÙ ha promesso di inviarci: "Quando verrà lo SPIRITO di VERITÀ, egli vi guiderà alla VERITÀ tutta intera" (Gv 16,13).
---->Che cos’è la VERITÀ? GESÙ ha detto un giorno: "Io sono la via, la VERITÀ e la vita" (Gv 14,6). La giusta formulazione della domanda non è dunque "Che cos’è la VERITÀ?", ma "Chi è la VERITÀ?".
EliminaQuesta è la domanda che si pone anche l’UOMO del terzo millennio. Cari Fratelli e Sorelle, non possiamo tacere la risposta, perché noi la conosciamo! La VERITÀ è GESÙ CRISTO, venuto nel mondo per rivelarci e donarci l’AMORE del PADRE. Siamo chiamati a testimoniare questa VERITÀ con la parola e soprattutto con la vita!
5. Carissimi, la CHIESA è missione! Essa ha bisogno anche oggi di "profeti" capaci di risvegliare nelle comunità la FEDE nel Verbo rivelatore del DIO ricco di misericordia (cfr Ef 2,4). E’ giunto il tempo di preparare giovani generazioni di apostoli che non abbiano paura di proclamare il Vangelo. Per ogni battezzato è essenziale passare da una FEDE di abitudine a una FEDE matura, che s’esprima in scelte personali chiare, convinte, coraggiose.
Solo una FEDE così, celebrata e condivisa nella liturgia e nella carità fraterna, può nutrire e fortificare la comunità dei discepoli del Signore ed edificarla in CHIESA missionaria, libera da false paure perché sicura dell’AMORE del PADRE.
6. "L’AMORE di DIO è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello SPIRITO SANTO" (Rm 5,5). Non è un merito nostro; è un dono gratuito. Nonostante il peso dei nostri PECCATI, DIO ci ha amati e ci ha redenti nel sangue di CRISTO. La sua GRAZIA ci ha risanati nel profondo.
Possiamo perciò esclamare con il Salmista: "Come è grande, Signore, il tuo AMORE su tutta la terra!". Come è grande in me, negli altri, in ogni essere umano!
E’ questa la vera sorgente della grandezza dell’UOMO, questa la radice della sua indistruttibile dignità. In ogni essere umano si rispecchia l’immagine di DIO. Sta qui la più profonda "VERITÀ" dell’UOMO, che in nessun caso può essere disconosciuta o violata. Ogni oltraggio recato all’UOMO si rivela, in definitiva, un oltraggio al suo Creatore, che lo ama con AMORE di PADRE.
SOLENNITÀ DELLA SANTISSIMA TRINITÀ - BENEDETTO XVI - ANGELUS - Piazza San Pietro - Domenica, 30 maggio 2010
EliminaDopo il tempo pasquale, concluso domenica scorsa con la Pentecoste, la Liturgia è ritornata al “tempo ordinario”. Ciò non vuol dire però che l’impegno dei cristiani debba diminuire, anzi, entrati nella vita divina mediante i Sacramenti, siamo chiamati quotidianamente ad essere aperti all’azione della GRAZIA, per progredire nell’AMORE verso DIO e il prossimo. L’odierna domenica della SANTISSIMA TRINITÀ, in un certo senso, ricapitola la rivelazione di DIO avvenuta nei MISTERI pasquali: morte e risurrezione di CRISTO, sua ascensione alla destra del PADRE ed effusione dello SPIRITO SANTO. La mente e il linguaggio umani sono inadeguati a spiegare la relazione esistente tra il PADRE, il FIGLIO e lo SPIRITO SANTO, e tuttavia i Padri della CHIESA hanno cercato di illustrare il MISTERO di DIO Uno e TRINO vivendolo nella propria esistenza con profonda FEDE.
La TRINITÀ divina, infatti, prende dimora in noi nel giorno del BATTESIMO: “Io ti battezzo – dice il ministro – nel nome del PADRE e del FIGLIO e dello SPIRITO SANTO”. Il nome di DIO, nel quale siamo stati battezzati, noi lo ricordiamo ogni volta che tracciamo su noi stessi il SEGNO della CROCE. Il teologo ROMANO GUARDINI, a proposito del SEGNO della CROCE, osserva: “lo facciamo prima della preghiera, affinché … ci metta spiritualmente in ordine; concentri in DIO pensieri, cuore e volere; dopo la preghiera, affinché rimanga in noi quello che DIO ci ha donato … Esso abbraccia tutto l’essere, corpo e anima, … e tutto diviene consacrato nel nome del DIO uno e TRINO” (Lo spirito della liturgia. I santi segni, Brescia 2000, 125-126).
Nel SEGNO della CROCE e nel nome del DIO vivente è, perciò, contenuto l’annuncio che genera la FEDE e ispira la preghiera. E, come nel Vangelo GESÙ promette agli Apostoli che “quando verrà lui, lo SPIRITO della VERITÀ, vi guiderà a tutta la VERITÀ” (Gv 16,13), così avviene nella liturgia domenicale, quando i SACERDOTI dispensano, di settimana in settimana, il pane della Parola e dell’Eucaristia. Anche il santo CURATO D’ARS lo ricordava ai suoi fedeli: “Chi ha accolto la vostra anima – diceva – al primo entrare nella vita? Il SACERDOTE. Chi la nutre per darle la forza di compiere il suo pellegrinaggio? Il SACERDOTE. Chi la preparerà a comparire innanzi a DIO, lavandola per l’ultima volta nel sangue di GESÙ CRISTO? … sempre il SACERDOTE”
Cari amici, facciamo nostra la preghiera di sant’ILARIO DI POITIERS: “Conserva incontaminata questa FEDE retta che è in me e, fino al mio ultimo respiro, dammi ugualmente questa voce della mia coscienza, affinché io resti sempre fedele a ciò che ho professato nella mia rigenerazione, quando sono stato battezzato nel PADRE, nel FIGLIO e nello SPIRITO SANTO” (De TRINITATE, XII,). Invocando la Beata Vergine MARIA, prima creatura pienamente inabitata dalla SANTISSIMA TRINITÀ, domandiamo la sua protezione per proseguire bene il nostro pellegrinaggio terreno
SOLENNITÀ DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
EliminaPAPA FRANCESCO
ANGELUS 12 giugno 2022
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e buona domenica!
Oggi è la solennità della Santissima Trinità, e nel Vangelo della celebrazione Gesù ci presenta le altre due Persone divine, il Padre e lo Spirito Santo. Dello Spirito dice: «Non parlerà da sé stesso, ma prenderà quel che è mio e ve lo annuncerà». E poi, a proposito del Padre, dice: «Tutto quello che il Padre possiede è mio» (Gv 16,14-15). Notiamo che lo Spirito Santo parla, ma non di sé stesso: annuncia Gesù e rivela il Padre. E notiamo anche che il Padre, il quale tutto possiede, perché è l’origine di ogni cosa, dà al Figlio tutto quello che possiede: non trattiene nulla per sé e si dona interamente al Figlio. Ossia, lo Spirito Santo parla non di sé stesso, parla di Gesù, parla di altri. E il Padre, non dà sé stesso, dà il Figlio. È la generosità aperta, uno aperto all’altro.
E ora guardiamo a noi, a ciò di cui parliamo e a quello che possediamo. Quando parliamo, sempre vogliamo che si dica bene di noi e spesso parliamo solo di noi stessi e di quello che facciamo. Quante volte! “Io ho fatto questo, quell’altro…”, “Avevo questo problema…”. Sempre si parla così. Quanta differenza rispetto allo Spirito Santo, che parla annunciando gli altri, e il Padre il Figlio! E, circa quello che possediamo, quanto ne siamo gelosi e quanta fatica facciamo a condividerlo con gli altri, anche con chi manca del necessario! A parole è facile, ma poi in pratica è molto difficile.
Ecco allora che festeggiare la Santissima Trinità non è tanto un esercizio teologico, ma una rivoluzione del nostro modo di vivere. Dio, nel quale ogni Persona vive per l’altra in continua relazione, in continuo rapporto, non per sé stessa, ci provoca a vivere con gli altri e per gli altri. Aperti. Oggi possiamo chiederci se la nostra vita riflette il Dio in cui crediamo: io, che professo la fede in Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, credo davvero che per vivere ho bisogno degli altri, ho bisogno di donarmi agli altri, ho bisogno di servire gli altri? Lo affermo a parole o lo affermo con la vita?
Il Dio trino e unico, cari fratelli e sorelle, va mostrato così, con i fatti prima che con le parole. Dio, che è autore della vita, si trasmette meno attraverso i libri e più attraverso la testimonianza di vita. Egli che, come scrive l’evangelista Giovanni, «è amore» (1 Gv 4,16), si rivela attraverso l’amore. Pensiamo alle persone buone, generose, miti che abbiamo incontrato: ricordando il loro modo di pensare e di agire, possiamo avere un piccolo riflesso di Dio-Amore. E che cosa vuol dire amare? Non solo volere bene e fare del bene, ma prima ancora, alla radice, accogliere, essere aperto agli altri, fare posto agli altri, dare spazio agli altri. Questo significa amare, alla radice.
Per capirlo meglio, pensiamo ai nomi delle Persone divine, che pronunciamo ogni volta che facciamo il segno della croce: in ciascun nome c’è la presenza dell’altro. Il Padre, ad esempio, non sarebbe tale senza il Figlio; così pure il Figlio non può essere pensato da solo, ma sempre come Figlio del Padre. E lo Spirito Santo, a sua volta, è Spirito del Padre e del Figlio. In breve, la Trinità ci insegna che non si può mai stare senza l’altro. Non siamo isole, siamo al mondo per vivere a immagine di Dio: aperti, bisognosi degli altri e bisognosi di aiutare gli altri. E allora, poniamoci quest’ultima domanda: nella vita di tutti i giorni sono anch’io un riflesso della Trinità? Il segno di croce che faccio ogni giorno – Padre e Figlio e Spirito Santo –, quel segno di croce che facciamo tutti i giorni, rimane un gesto fine a sé stesso o ispira il mio modo di parlare, di incontrare, di rispondere, di giudicare, di perdonare?
La Madonna, figlia del Padre, madre del Figlio e sposa dello Spirito, ci aiuti ad accogliere e testimoniare nella vita il mistero di Dio-Amore.
S. Elisabetta della Trinità
RispondiEliminaMio Dio, Trinità che adoro,
aiutatemi a dimenticarmi interamente,
per fissarmi in voi, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità;
che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da voi, mio immutabile Bene,
ma che ogni istante mi porti più addentro nella profondità del vostro mistero.
Pacificate la mia anima,
fatene il vostro cielo, la vostra dimora preferita e il luogo del riposo;
che io non vi lasci mai solo, ma sia là tutta quanta, tutta desta nella mia fede,
tutta in adorazione, tutta abbandonata alla vostra azione creatrice.
O mio amato Cristo, crocifisso per amore,
vorrei essere una sposa del vostro Cuore;
vorrei coprirvi di gloria e vi chiedo di rivestirmi di Voi stesso,
di immedesimare la mia anima con tutti i movimenti della vostra Anima,
di sommergermi, d’invadermi, di sostituirvi a me,
affinché la mia vita non sia che un’irradiazione della vostra vita.
Venite nella mia anima come Adoratore, come Riparatore e come Salvatore.
O Verbo Eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarvi;
voglio farmi tutta docilità per imparare tutto da voi.
Poi, attraverso tutte le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze,
voglio fissare sempre Voi e restare sotto la vostra grande luce.
O mio Astro amato,
incantatemi, perché non possa più uscire dallo splendore dei vostri raggi.
O Fuoco consumatore, Spirito d’amore,
scendete sopra di me,
affinché si faccia della mia anima come un’incarnazione del Verbo,
ed io sia per Lui un’aggiunta d’umanità nella quale Egli rinnovi tutto il suo mistero.
E Voi, o Padre,
chinatevi sulla vostra piccola creatura,
copritela con la vostra ombra, e non guardate in lei che il Diletto
nel quale avete riposto tutte le vostre compiacenze.