Antifona Vidi la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. (Ap 21,2)
Ecco la tenda di Dio con gli uomini. Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli; egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. (Ap 21,3)
Si dice il Gloria.
Colletta O Dio, che con pietre vive e scelte prepari una dimora eterna per la tua gloria, continua a effondere sulla Chiesa la grazia che le hai donato, perché il popolo dei credenti progredisca sempre nell’edificazione della Gerusalemme del cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Oppure:
O Dio, tu hai voluto chiamare tua sposa la Chiesa: fa’ che il popolo consacrato al servizio del tuo nome ti adori, ti ami, ti segua e, sotto la tua guida, giunga ai beni promessi. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Vidi l’acqua che usciva dal tempio, e a quanti giungeva quest’acqua portò salvezza. Dal libro del profeta Ezechièle Ez 47,1-2.8-9.12
In quei giorni, [un uomo, il cui aspetto era come di bronzo,] mi condusse all’ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro. Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Aràba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 45 (46)
R. Un fiume rallegra la città di Dio.
Dio è per noi rifugio e fortezza, aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce. Perciò non temiamo se trema la terra, se vacillano i monti nel fondo del mare. R.
Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, la più santa delle dimore dell’Altissimo. Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare. Dio la soccorre allo spuntare dell’alba. R.
Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe. Venite, vedete le opere del Signore, egli ha fatto cose tremende sulla terra. R.
Seconda Lettura Voi siete il tempio di Dio. Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 3,9c-11.16-17
Fratelli, voi siete edificio di Dio. Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.
Io mi sono scelto e ho consacrato questa casa perché il mio nome vi resti sempre. (2Cr 7,16)
Alleluia.
Vangelo Parlava del tempio del suo corpo. Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 2,13-22
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Le Parole dei Papi Il Vangelo di oggi (Gv 2,13-25) ci presenta l’episodio della cacciata dei venditori dal tempio, Gesù «fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi» (v. 15), il denaro, tutto. Tale gesto suscitò forte impressione, nella gente e nei discepoli. Chiaramente apparve come un gesto profetico, tanto che alcuni dei presenti domandarono a Gesù: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?» (v. 18), chi sei tu per fare queste cose? Mostraci un segno che tu hai autorità per farle. Cercavano un segno divino, prodigioso che accreditasse Gesù come inviato da Dio. Ed Egli rispose: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (…) Abbiamo qui, secondo l’evangelista Giovanni, il primo annuncio della morte e risurrezione di Cristo: il suo corpo, distrutto sulla croce dalla violenza del peccato, diventerà nella Risurrezione il luogo dell’appuntamento universale tra Dio e gli uomini. E Cristo Risorto è proprio il luogo dell’appuntamento universale - di tutti! - fra Dio e gli uomini. Per questo la sua umanità è il vero tempio, dove Dio si rivela, parla, si fa incontrare; e i veri adoratori, i veri adoratori di Dio non sono i custodi del tempio materiale, i detentori del potere o del sapere religioso, sono coloro che adorano Dio «in spirito e verità» (Gv 4,23). (Papa Francesco - Angelus, 8 marzo 2015)
Questa sera, in questa celebrazione della Dedicazione, vorrei prendere dalla Parola di Dio tre versetti da donarvi, perché possiate farli oggetto di meditazione e di preghiera.
Il primo lo sento indirizzato a tutti, a tutta la comunità diocesana di Roma. È il versetto del Salmo responsoriale: «Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio» (46,5). I cristiani che abitano in questa città sono come il fiume che scaturisce dal tempio: portano una Parola di vita e di speranza capace di fecondare i deserti dei cuori, come il torrente descritto nella visione di Ezechiele (cfr cap. 47) feconda il deserto dell’Araba e risana le acque salate e senza vita del Mar Morto. L’importante è che il corso d’acqua esca dal tempio e si diriga verso terre dall’aspetto ostile. La città non può che rallegrarsi quando vede i cristiani diventare annunciatori gioiosi, determinati a condividere con gli altri i tesori della Parola di Dio e a darsi da fare per il bene comune. Il terreno che sembrava destinato per sempre all’aridità, rivela una potenzialità straordinaria: diventa un giardino con alberi sempre verdi e foglie e frutti dal potere medicinale. Ezechiele spiega il perché di tanta fecondità: «Le loro acque sgorgano dal santuario» (47,12). È Dio il segreto di questa forza di vita nuova!
Che il Signore possa gioire nel vederci in movimento, pronti ad ascoltare con il cuore i suoi poveri che gridano a Lui. Che la Madre Chiesa di Roma possa sperimentare la consolazione di vedere ancora una volta l’obbedienza e il coraggio dei suoi figli, pieni di entusiasmo per questa nuova stagione di evangelizzazione. Incontrare gli altri, entrare in dialogo con loro, ascoltarli con umiltà, gratuità e povertà di cuore… Vi invito a vivere tutto questo non come uno sforzo gravoso, ma con una leggerezza spirituale: invece di farsi prendere da ansie di prestazione, è più importante allargare la percezione per cogliere la presenza e l’azione di Dio nella città. È una contemplazione che nasce dall’amore.
A voi presbiteri voglio dedicare un versetto della seconda Lettura, della Prima Lettera ai Corinzi: «Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo» (3,11). Questo è il vostro compito, il cuore del vostro ministero: aiutare la comunità a stare sempre ai piedi del Signore per ascoltarne la Parola; tenerla lontana da ogni mondanità, dai cattivi compromessi; custodire il fondamento e la radice santa dell’edificio spirituale; difenderla dai lupi rapaci, da chi vorrebbe farla deviare dalla via del Vangelo. Come Paolo, anche voi siete “saggi architetti” (cfr 3,10), saggi perché ben consapevoli che qualsiasi altra idea o realtà volessimo porre a fondamento della Chiesa al posto del Vangelo, potrebbe forse garantirci più successo, magari gratificazioni immediate, ma comporterebbe inevitabilmente il crollo, il crollo di tutto l’edificio spirituale!
Da quando sono Vescovo di Roma ho conosciuto più da vicino molti di voi, cari presbiteri: ho ammirato la fede e l’amore per il Signore, la vicinanza alle persone e la generosità nella cura dei poveri. Conoscete i quartieri della città come nessun’altro e custodite nel cuore i volti, i sorrisi e le lacrime di tanta gente. Avete messo da parte contrapposizioni ideologiche e protagonismi personali per fare spazio a quello che Dio vi chiede. Il realismo di chi ha i piedi per terra e sa “come vanno le cose di questo mondo” non vi ha impedito di volare in alto con il Signore e di sognare in grande. Dio vi benedica. Che sia la gioia dell’intimità con Lui la ricompensa più vera per tutto il bene che fate quotidianamente.
E infine un versetto per voi, membri delle équipe pastorali, che siete qui per ricevere un particolare mandato dal Vescovo. Non potevo che sceglierlo dal Vangelo (Gv 2,13-22), dove Gesù si comporta in maniera divinamente provocatoria. Per poter scuotere l’ottusità degli uomini e indurli a cambiamenti radicali, talvolta Dio sceglie di agire in maniera forte, per operare una rottura nella situazione.
--->Gesù con la sua azione vuole produrre un cambio di passo, un’inversione di rotta. Lo stesso stile hanno avuto molti santi: certi loro comportamenti, incomprensibili per una logica umana, erano frutto di intuizioni suscitate dallo Spirito e intendevano provocare i loro contemporanei e aiutarli a comprendere che «i miei pensieri non sono i vostri pensieri», dice Dio mediante il profeta Isaia (55,8). Per intendere bene l’episodio evangelico di oggi, bisogna sottolineare un particolare importante. I venditori si trovavano nel cortile dei pagani, il luogo accessibile ai non ebrei. Proprio questo cortile era stato trasformato in un mercato. Ma Dio vuole che il suo tempio sia casa di preghiera per tutti i popoli (cfr Is 56,7). Di qui la decisione di Gesù di rovesciare i tavoli dei cambiavalute e di scacciare gli animali. Questa purificazione del santuario era necessaria perché Israele riscoprisse la sua vocazione: essere luce per tutte le genti, un piccolo popolo scelto per servire alla salvezza che Dio vuole dare a tutti. Gesù sa che questa provocazione gli costerà cara. E quando gli chiedono: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?» (v. 18), il Signore risponde dicendo: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (v. 19).
Ed è proprio questo il versetto che stasera voglio consegnare a voi, équipe pastorali. Vi è affidato il compito di aiutare le vostre comunità e gli operatori pastorali a raggiungere tutti gli abitanti della città, individuando vie nuove per incontrare chi è lontano dalla fede e dalla Chiesa. Ma, nel fare questo servizio, portate dentro questa consapevolezza, questa fiducia: non c’è cuore umano in cui il Cristo non voglia e non possa rinascere. Nelle nostre esistenze di peccatori spesso ci capita di allontanarci dal Signore e di spegnere lo Spirito. Distruggiamo il tempio di Dio che è ciascuno di noi. Eppure questa non è mai una situazione definitiva: al Signore bastano tre giorni per ricostruire il suo tempio dentro di noi!
Nessuno, per quanto sia ferito dal male, è condannato su questa terra ad essere per sempre separato da Dio. In maniera spesso misteriosa ma reale il Signore apre nei cuori nuovi spiragli, desideri di verità, di bene e di bellezza, che fanno spazio all’evangelizzazione. A volte si possono incontrare diffidenze e ostilità: non bisogna lasciarsi bloccare, ma custodire la convinzione che a Dio bastano tre giorni per risuscitare suo Figlio nel cuore dell’uomo. È la storia anche di alcuni di noi: conversioni profonde frutto dell’azione imprevedibile della grazia! Penso al Concilio Vaticano II: «Cristo è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire associati, nel modo che Dio conosce, al mistero pasquale» (Cost. past. Gaudium et spes, 22).
Che il Signore ci dia di sperimentare tutto questo, nella nostra azione evangelizzatrice. Che possiamo crescere nella fede nel Mistero Pasquale e venire associati al suo “zelo” per la nostra casa. Buon cammino!
FAUSTI - Lui stesso, Parola diventata carne, è il nuovo Tempio, luogo di comunione tra Dio e uomo. Nella Pasqua si celebra la liberazione dalla schiavitù d'Egitto, prefigurazione di quella che compirà il Messia. In Giovanni troviamo tre Pasque (2,13 – 6,4 – 11,55). Nell'ultima sarà immolato l'Agnello di Dio per la salvezza del mondo. Il racconto inizia dicendo che la Pasqua è vicina e termina preannunciando la Pasqua di Gesù. Originariamente la Pasqua si celebrava in famiglia , in seguito, con la centralizzazione del potere, ci si recava al tempio, in Gerusalemme. Ai tempi di Gesù, in quella occasione, salivano anche 100.000 pellegrini e si sacrificavano fino a 18.000 agnelli. Nell' A. Testamento la Pasqua è del Signore, qui è “dei giudei”. Il Signore è entrato nel Suo Tempio . “Chi sopporterà il giorno della Sua venuta? Chi resisterà al Suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e lisciva dei lavandai. Sederà per fondere e purificare ; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento,perché possano offrire al Signore un'oblazione secondo giustizia. (ML 3,1...)”. Gesù inizia purificando il culto, perché in esso si celebra ciò che si vive : uno prega come vive. Il tempio, luogo di incontro con Dio, diventa facilmente un mercato. Particolarmente nel mese intorno alla Pasqua prosperavano gli affari , con lauti guadagni per la classe sacerdotale che, dal servizio del tempio, era passata al dominio su di esso e su chi lo frequentava. Gesù viene a distruggere questo sistema di oppressione . Pagherà il costo con la distruzione del Suo Corpo. Il Signore entra nel Suo tempio per purificarlo. Il gesto di Gesù è simbolo del giudizio di Dio sul peccato del mondo : l'agnello mite svela l'ira del male , che porterà su di Sé. Il Tempio è chiamato da Gesù : “la casa del Padre Mio”. Poi sarà chiamato “santuario”,che è il luogo più intimo, dove sta “Il Santo dei Santi” inaccessibile a tutti, tranne una volta l'anno , per il sommo sacerdote.(Lv 16, 2-28). Nella casa del Padre dovrebbe regnare la fraternità. Il tempio può diventare un mercato anche in senso figurato. Dio infatti è Amore, chi Lo vuol pagare, va contro la Sua stessa natura … Quando i profeti parlano di prostituzione nel tempio, intendono questo culto, tanto pio quanto offensivo di Dio. Le azioni di Gesù richiamano i discepoli al ricordo delle scritture , che già conoscono e che mediante Lui, del quale esse parlano, finalmente capiscono. “Lo zelo della tua casa mi divorerà” E' da un Salmo Messianico (Sl 69, 10) , dove si parla della sofferenza del Cristo , che lo zelo di Dio ha divorato, come il profeta Elia (1Re 19,10-14). L'amore per il Padre , dove Gesù dimora, Lo “divorerà” il giorno della Sua Pasqua. La scena apre già sul mistero di passione del Messia. Sulla croce si alluderà ancora una volta a questo Salmo che dice . “Quando avevo sete mi hanno dato aceto “ (Sl 69,22) Il Figlio dell'uomo, vero tempio, sarà ucciso proprio dall'inganno dell'uomo che fa consistere la sua felicità nel possedere cose, persone e Dio Stesso. La carne della Parola è ormai la tenda di Dio in mezzo a noi, dove noi stessi siamo di casa con Lui. In Gesù il Tempio raggiunge la realtà di cui è segno : è cielo aperto sulla terra , visione della gloria e vita dell'uomo. Gesù, diventerà il nuovo Tempio, da cui scaturirà salvezza per tutti. . Dio dirige la storia con la Sua Parola , che non resta senza effetto (Is 55,11) e si compie sempre a suo tempo. Un primo ricordo delle Parole del Salmo 69,10 ha illuminato la purificazione del Tempio e prefigurato la Passione dell'Agnello.. L'evento della Resurrezione , preannunciato da Gesù, sarà il compimento del disegno di Dio di cui la Scrittura parla. Ancora oggi ci parla dalla Sua carne che sono i fratelli più poveri. C'è sempre il pericolo di fare della Sua Parola un feticcio del passato, senza accorgersi che ci parla “ora”. Questo diverso modo di concepire la Parola fa la differenza tra gli scribi e i profeti.
Antifona
RispondiEliminaVidi la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio,
pronta come una sposa adorna per il suo sposo. (Ap 21,2)
Ecco la tenda di Dio con gli uomini.
Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli;
egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. (Ap 21,3)
Si dice il Gloria.
Colletta
O Dio, che con pietre vive e scelte
prepari una dimora eterna per la tua gloria,
continua a effondere sulla Chiesa
la grazia che le hai donato,
perché il popolo dei credenti
progredisca sempre nell’edificazione
della Gerusalemme del cielo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Oppure:
O Dio, tu hai voluto chiamare tua sposa la Chiesa:
fa’ che il popolo consacrato al servizio del tuo nome
ti adori, ti ami, ti segua
e, sotto la tua guida, giunga ai beni promessi.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Vidi l’acqua che usciva dal tempio, e a quanti giungeva quest’acqua portò salvezza.
Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 47,1-2.8-9.12
In quei giorni, [un uomo, il cui aspetto era come di bronzo,] mi condusse all’ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro.
Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Aràba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 45 (46)
R. Un fiume rallegra la città di Dio.
Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare. R.
Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba. R.
Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra. R.
Seconda Lettura
Voi siete il tempio di Dio.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 3,9c-11.16-17
Fratelli, voi siete edificio di Dio.
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.
Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
EliminaAlleluia, alleluia.
Io mi sono scelto e ho consacrato questa casa
perché il mio nome vi resti sempre. (2Cr 7,16)
Alleluia.
Vangelo
Parlava del tempio del suo corpo.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 2,13-22
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Parola del Signore.
Le Parole dei Papi
RispondiEliminaIl Vangelo di oggi (Gv 2,13-25) ci presenta l’episodio della cacciata dei venditori dal tempio, Gesù «fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi» (v. 15), il denaro, tutto. Tale gesto suscitò forte impressione, nella gente e nei discepoli. Chiaramente apparve come un gesto profetico, tanto che alcuni dei presenti domandarono a Gesù: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?» (v. 18), chi sei tu per fare queste cose? Mostraci un segno che tu hai autorità per farle. Cercavano un segno divino, prodigioso che accreditasse Gesù come inviato da Dio. Ed Egli rispose: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (…) Abbiamo qui, secondo l’evangelista Giovanni, il primo annuncio della morte e risurrezione di Cristo: il suo corpo, distrutto sulla croce dalla violenza del peccato, diventerà nella Risurrezione il luogo dell’appuntamento universale tra Dio e gli uomini. E Cristo Risorto è proprio il luogo dell’appuntamento universale - di tutti! - fra Dio e gli uomini. Per questo la sua umanità è il vero tempio, dove Dio si rivela, parla, si fa incontrare; e i veri adoratori, i veri adoratori di Dio non sono i custodi del tempio materiale, i detentori del potere o del sapere religioso, sono coloro che adorano Dio «in spirito e verità» (Gv 4,23). (Papa Francesco - Angelus, 8 marzo 2015)
OMELIA PAPA FRANCESCO 9-11-2019
EliminaQuesta sera, in questa celebrazione della Dedicazione, vorrei prendere dalla Parola di Dio tre versetti da donarvi, perché possiate farli oggetto di meditazione e di preghiera.
Il primo lo sento indirizzato a tutti, a tutta la comunità diocesana di Roma. È il versetto del Salmo responsoriale: «Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio» (46,5). I cristiani che abitano in questa città sono come il fiume che scaturisce dal tempio: portano una Parola di vita e di speranza capace di fecondare i deserti dei cuori, come il torrente descritto nella visione di Ezechiele (cfr cap. 47) feconda il deserto dell’Araba e risana le acque salate e senza vita del Mar Morto. L’importante è che il corso d’acqua esca dal tempio e si diriga verso terre dall’aspetto ostile. La città non può che rallegrarsi quando vede i cristiani diventare annunciatori gioiosi, determinati a condividere con gli altri i tesori della Parola di Dio e a darsi da fare per il bene comune. Il terreno che sembrava destinato per sempre all’aridità, rivela una potenzialità straordinaria: diventa un giardino con alberi sempre verdi e foglie e frutti dal potere medicinale. Ezechiele spiega il perché di tanta fecondità: «Le loro acque sgorgano dal santuario» (47,12). È Dio il segreto di questa forza di vita nuova!
Che il Signore possa gioire nel vederci in movimento, pronti ad ascoltare con il cuore i suoi poveri che gridano a Lui. Che la Madre Chiesa di Roma possa sperimentare la consolazione di vedere ancora una volta l’obbedienza e il coraggio dei suoi figli, pieni di entusiasmo per questa nuova stagione di evangelizzazione. Incontrare gli altri, entrare in dialogo con loro, ascoltarli con umiltà, gratuità e povertà di cuore… Vi invito a vivere tutto questo non come uno sforzo gravoso, ma con una leggerezza spirituale: invece di farsi prendere da ansie di prestazione, è più importante allargare la percezione per cogliere la presenza e l’azione di Dio nella città. È una contemplazione che nasce dall’amore.
A voi presbiteri voglio dedicare un versetto della seconda Lettura, della Prima Lettera ai Corinzi: «Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo» (3,11). Questo è il vostro compito, il cuore del vostro ministero: aiutare la comunità a stare sempre ai piedi del Signore per ascoltarne la Parola; tenerla lontana da ogni mondanità, dai cattivi compromessi; custodire il fondamento e la radice santa dell’edificio spirituale; difenderla dai lupi rapaci, da chi vorrebbe farla deviare dalla via del Vangelo. Come Paolo, anche voi siete “saggi architetti” (cfr 3,10), saggi perché ben consapevoli che qualsiasi altra idea o realtà volessimo porre a fondamento della Chiesa al posto del Vangelo, potrebbe forse garantirci più successo, magari gratificazioni immediate, ma comporterebbe inevitabilmente il crollo, il crollo di tutto l’edificio spirituale!
Da quando sono Vescovo di Roma ho conosciuto più da vicino molti di voi, cari presbiteri: ho ammirato la fede e l’amore per il Signore, la vicinanza alle persone e la generosità nella cura dei poveri. Conoscete i quartieri della città come nessun’altro e custodite nel cuore i volti, i sorrisi e le lacrime di tanta gente. Avete messo da parte contrapposizioni ideologiche e protagonismi personali per fare spazio a quello che Dio vi chiede. Il realismo di chi ha i piedi per terra e sa “come vanno le cose di questo mondo” non vi ha impedito di volare in alto con il Signore e di sognare in grande. Dio vi benedica. Che sia la gioia dell’intimità con Lui la ricompensa più vera per tutto il bene che fate quotidianamente.
E infine un versetto per voi, membri delle équipe pastorali, che siete qui per ricevere un particolare mandato dal Vescovo. Non potevo che sceglierlo dal Vangelo (Gv 2,13-22), dove Gesù si comporta in maniera divinamente provocatoria. Per poter scuotere l’ottusità degli uomini e indurli a cambiamenti radicali, talvolta Dio sceglie di agire in maniera forte, per operare una rottura nella situazione.
--->Gesù con la sua azione vuole produrre un cambio di passo, un’inversione di rotta. Lo stesso stile hanno avuto molti santi: certi loro comportamenti, incomprensibili per una logica umana, erano frutto di intuizioni suscitate dallo Spirito e intendevano provocare i loro contemporanei e aiutarli a comprendere che «i miei pensieri non sono i vostri pensieri», dice Dio mediante il profeta Isaia (55,8).
EliminaPer intendere bene l’episodio evangelico di oggi, bisogna sottolineare un particolare importante. I venditori si trovavano nel cortile dei pagani, il luogo accessibile ai non ebrei. Proprio questo cortile era stato trasformato in un mercato. Ma Dio vuole che il suo tempio sia casa di preghiera per tutti i popoli (cfr Is 56,7). Di qui la decisione di Gesù di rovesciare i tavoli dei cambiavalute e di scacciare gli animali. Questa purificazione del santuario era necessaria perché Israele riscoprisse la sua vocazione: essere luce per tutte le genti, un piccolo popolo scelto per servire alla salvezza che Dio vuole dare a tutti. Gesù sa che questa provocazione gli costerà cara. E quando gli chiedono: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?» (v. 18), il Signore risponde dicendo: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (v. 19).
Ed è proprio questo il versetto che stasera voglio consegnare a voi, équipe pastorali. Vi è affidato il compito di aiutare le vostre comunità e gli operatori pastorali a raggiungere tutti gli abitanti della città, individuando vie nuove per incontrare chi è lontano dalla fede e dalla Chiesa. Ma, nel fare questo servizio, portate dentro questa consapevolezza, questa fiducia: non c’è cuore umano in cui il Cristo non voglia e non possa rinascere. Nelle nostre esistenze di peccatori spesso ci capita di allontanarci dal Signore e di spegnere lo Spirito. Distruggiamo il tempio di Dio che è ciascuno di noi. Eppure questa non è mai una situazione definitiva: al Signore bastano tre giorni per ricostruire il suo tempio dentro di noi!
Nessuno, per quanto sia ferito dal male, è condannato su questa terra ad essere per sempre separato da Dio. In maniera spesso misteriosa ma reale il Signore apre nei cuori nuovi spiragli, desideri di verità, di bene e di bellezza, che fanno spazio all’evangelizzazione. A volte si possono incontrare diffidenze e ostilità: non bisogna lasciarsi bloccare, ma custodire la convinzione che a Dio bastano tre giorni per risuscitare suo Figlio nel cuore dell’uomo. È la storia anche di alcuni di noi: conversioni profonde frutto dell’azione imprevedibile della grazia! Penso al Concilio Vaticano II: «Cristo è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire associati, nel modo che Dio conosce, al mistero pasquale» (Cost. past. Gaudium et spes, 22).
Che il Signore ci dia di sperimentare tutto questo, nella nostra azione evangelizzatrice. Che possiamo crescere nella fede nel Mistero Pasquale e venire associati al suo “zelo” per la nostra casa. Buon cammino!
FAUSTI - Lui stesso, Parola diventata carne, è il nuovo Tempio, luogo di comunione tra Dio e uomo.
EliminaNella Pasqua si celebra la liberazione dalla schiavitù d'Egitto, prefigurazione di quella che compirà il Messia.
In Giovanni troviamo tre Pasque (2,13 – 6,4 – 11,55). Nell'ultima sarà immolato l'Agnello di Dio per la salvezza del mondo.
Il racconto inizia dicendo che la Pasqua è vicina e termina preannunciando la Pasqua di Gesù.
Originariamente la Pasqua si celebrava in famiglia , in seguito, con la centralizzazione del potere, ci si recava al tempio, in Gerusalemme.
Ai tempi di Gesù, in quella occasione, salivano anche 100.000 pellegrini e si sacrificavano fino a 18.000 agnelli.
Nell' A. Testamento la Pasqua è del Signore, qui è “dei giudei”.
Il Signore è entrato nel Suo Tempio . “Chi sopporterà il giorno della Sua venuta? Chi resisterà al Suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e lisciva dei lavandai. Sederà per fondere e purificare ; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento,perché possano offrire al Signore un'oblazione secondo giustizia. (ML 3,1...)”.
Gesù inizia purificando il culto, perché in esso si celebra ciò che si vive : uno prega come vive.
Il tempio, luogo di incontro con Dio, diventa facilmente un mercato. Particolarmente nel mese intorno alla Pasqua prosperavano gli affari , con lauti guadagni per la classe sacerdotale che, dal servizio del tempio, era passata al dominio su di esso e su chi lo frequentava.
Gesù viene a distruggere questo sistema di oppressione . Pagherà il costo con la distruzione del Suo Corpo. Il Signore entra nel Suo tempio per purificarlo.
Il gesto di Gesù è simbolo del giudizio di Dio sul peccato del mondo : l'agnello mite svela l'ira del male , che porterà su di Sé.
Il Tempio è chiamato da Gesù : “la casa del Padre Mio”.
Poi sarà chiamato “santuario”,che è il luogo più intimo, dove sta “Il Santo dei Santi” inaccessibile a tutti, tranne una volta l'anno , per il sommo sacerdote.(Lv 16, 2-28).
Nella casa del Padre dovrebbe regnare la fraternità.
Il tempio può diventare un mercato anche in senso figurato.
Dio infatti è Amore, chi Lo vuol pagare, va contro la Sua stessa natura …
Quando i profeti parlano di prostituzione nel tempio, intendono questo culto, tanto pio quanto offensivo di Dio.
Le azioni di Gesù richiamano i discepoli al ricordo delle scritture , che già conoscono e che mediante Lui, del quale esse parlano, finalmente capiscono.
“Lo zelo della tua casa mi divorerà” E' da un Salmo Messianico (Sl 69, 10) , dove si parla della sofferenza del Cristo , che lo zelo di Dio ha divorato, come il profeta Elia (1Re 19,10-14).
L'amore per il Padre , dove Gesù dimora, Lo “divorerà” il giorno della Sua Pasqua.
La scena apre già sul mistero di passione del Messia.
Sulla croce si alluderà ancora una volta a questo Salmo che dice . “Quando avevo sete mi hanno dato aceto “ (Sl 69,22)
Il Figlio dell'uomo, vero tempio, sarà ucciso proprio dall'inganno dell'uomo che fa consistere la sua felicità nel possedere cose, persone e Dio Stesso.
La carne della Parola è ormai la tenda di Dio in mezzo a noi, dove noi stessi siamo di casa con Lui.
In Gesù il Tempio raggiunge la realtà di cui è segno : è cielo aperto sulla terra , visione della gloria e vita dell'uomo.
Gesù, diventerà il nuovo Tempio, da cui scaturirà salvezza per tutti.
. Dio dirige la storia con la Sua Parola , che non resta senza effetto (Is 55,11) e si compie sempre a suo tempo.
Un primo ricordo delle Parole del Salmo 69,10 ha illuminato la purificazione del Tempio e prefigurato la Passione dell'Agnello..
L'evento della Resurrezione , preannunciato da Gesù, sarà il compimento del disegno di Dio di cui la Scrittura parla.
Ancora oggi ci parla dalla Sua carne che sono i fratelli più poveri.
C'è sempre il pericolo di fare della Sua Parola un feticcio del passato, senza accorgersi che ci parla “ora”.
Questo diverso modo di concepire la Parola fa la differenza tra gli scribi e i profeti.