sabato 19 gennaio 2019

C - 2 DOM. T.O.


3 commenti:

  1. FAUSTI -Questo racconto ci fa vedere “dove dimora “ il Signore e la Sua Gloria .
    Nella gioia e nell'amore, non nel recinto del tempio, ridotto a supermercato del religioso. 
    Questa scena iniziale , come quella del Battesimo nei sinottici, vuole subito farci comprendere che Dio è scandalosamente diverso da quello che noi pensiamo. 
    Il primo “segno” del Figlio di Dio consiste nell'aggiungere più di 600 litri di vino a un banchetto ! Cosa avrebbe detto il Battista, l'asceta del deserto ? Con tutti i problemi di fame che ci sono nel mondo, alcolismo a parte, non poteva fare qualcosa di più utile e meno inutile?
    Inoltre, perché dare vino e gioia , invece di predicare astinenza e impegno?
    Il terzo giorno è nei Vangeli quello della Resurrezione, dell'intervento definitivo di Dio.
    Le nozze sono l'immagine più bella dell'Alleanza tra Dio e il Suo popolo, in un Amore più forte di ogni infedeltà e della stessa morte. 
    Cana richiama qanàh (acquistare), allusione al popolo che Dio si è acquistato. 
    La Madre “era lì” , come le sei idrie di pietra, fatte per contenere quell'acqua che diventerà vino bello. Non si dice il suo nome . è chiamata madre dal narratore e “donna” da Gesù. “Madre” indica la relazione col Figlio, al quale dà la vita , “donna” (sposa) la relazione con lo Sposo, dal cui Amore corrisposto viene la vita del Figlio.
    Maria, in quanto madre rappresenta il popolo di Dio, dalla cui carne viene il Messia , in quanto sposa è la figlia di Sion, che ama e attende lo Sposo, il Signore.
    Per la sua premura la festa di nozze, invece di spegnersi, trova la sua pienezza. 
    E' importante invitare il Signore alla nostra festa. 
    Diversamente manca Colui che da invitato si fa, con delicatezza e discrezione,anfitrione, dandoci “il vino bello”
    “Erano lì sei idrie di pietra” i dettagli non sono superflui. Sono rispettivamente un richiamo alla creazione dell'uomo, compiuta al sesto giorno, alla legge scritta su tavole di pietra e ai riti che essa prescrive. Anche le idrie sono lì, come la Madre di Gesù. 
    Richiamano il battesimo del Battista, che venne a battezzare perché fosse rivelato Colui sul quale scende e dimora lo Spirito : Gesù non è venuto ad abolire, ma a compiere l'Alleanza Antica (Mt 5,17) che comporta l'osservanza della legge. Questa , a sua volta, si riassume nei 613 precetti.
    La Parola pervade ogni tempo e forma la struttura stessa dell'uomo, nel suo intimo.
    Ma la legge è compiuta a pieno solo dall'amore (Rom 13,10).
    Le idrie , lo sappiamo adesso, erano vuote. Vuote come l'attesa che non ha incontrato l'Atteso, come il comando dell'amore che non è adempiuto, come l'alleanza rotta dal peccato, come la sposa senza lo sposo.
    La stessa legge può essere osservata in tutte le prescrizioni, come fa il fratello maggiore, ma con rancore e ira, senza amore e senza neppure sospettare che Dio sia gioia e festa, sinfonia e danza.
    Gesù ordina di riempire d'acqua le idrie : l'attesa di Israele va riempita dell'attesa di ogni uomo.
    In essa tutta la creazione si apre si apre al suo futuro, al vino del settimo giorno che il Figlio dell'uomo offre in abbondanza. Il ,maestro di tavola rappresenta Israele e i suoi maestri, intenditori della promessa, che constatano con sorpresa la bontà del vino che i servi hanno attinto.
    Il maestro di tavola, come i giudei, ignora “da dove” viene il vino bello. E' come lo Spirito, come Gesù stesso, che nessuno sa da dove viene e dove va (3,8).
    Chi ha attinto l'acqua , sa che il tutto viene dall'aver obbedito a Gesù, seguendo le parole di Maria.
    “Ogni uomo serve prima il vino bello” Questo avviene nel mondo . Tutto all'inizio è bello, ebbro di vita e di amore. Poi tutto invecchia e decade . Il vino si fa sempre più scadente, viene a mancare e la festa è finita.
    Fortunato chi è sufficientemente stordito da non accorgersene più che tanto ! Non a caso gli spot presentano solo giovani : più che dei prodotti vendono la speranza di riesumare il passato, per il quale uno è disposto a pagare qualunque prezzo .

    RispondiElimina
  2. -->“Tu invece hai custodito il vino bello fino a questo momento”
    La creazione non è un decadimento del sesto giorno : è un cammino verso la festa del settimo.
    Il dono di nozze non è solo il primo, bensì il principio dei segni. Tutti gli altri scaturiscono come un ruscello da questa fonte : Gesù ristabilisce l'alleanza e finalmente l'uomo ottiene, grazie a Lui, il “vino bello”.
    A Cana si realizza la promessa fatta ai discepoli che avrebbero visto “cose ben più grandi” di ciò che avevano supposto : vedono la Gloria del Figlio dell'uomo, che è quella dell'Unigenito dal Padre , da cui attingiamo adesso, in pienezza, grazia su grazia. (1,14-16).
    Tutti i segni servono per aderire a Gesù, sorgente della vita.
    La fede in Lui è il fine di tutta l'opera di Dio.

    RispondiElimina
  3. MARIA, DONNA DEL VINO NUOVO D. Tonino Bello
    chi sa quante volte ci siamo commossi pure noi dinanzi alla sensibilità della Madre di Gesù che, con finezza tutta femminile, ha intuito il disappunto degli sposi, a corto di vino, e ha forzato la mano del Figlio, troncando sul nascere l'evidente imbarazzo che ormai serpeggiava dietro le quinte. 
    Pare certo , però, che l'intenzione dell'evangelista non fosse tanto quella di mettere in evidenza la sollecitudine di Maria, a favore degli uomini, o la potenza della sua intercessione presso il Figlio.Quanto ,quella di presentarla come colei che percepisce al volo il dissolversi del piccolo mondo antico e, anticipando “l'ora” di Gesù, introduce nel banchetto della storia non solo i boccali della festa, ma anche i primi fermenti della novità.
    Festa e novità, quindi, irrompono nella sala su espresso richiamo di Lei.
    ….Ebbene, di fronte a questo scenario di paresi irreversibile rappresentato dalle giare (di pietra, come le tavole di Mosè), Maria non solo avverte che la vecchia alleanza è ormai logora e che l'antica economia di salvezza fondata sulle prescrizioni della legge ha chiuso da tempo la sua contabilità, ma sollecita coraggiosamente la transizione. 
    Vede raggiunti i livelli di guardia da un mondo che boccheggia nella tristezza, e invoca dal Figlio non tanto uno strappo alla legge di natura, quanto uno strappo alla natura della legge. Questa non contiene ormai nulla, non è in grado di purificare nessuno, e non rallegra più il cuore dell'uomo.
    Interviene , perciò, d'anticipo, e chiede a Gesù un acconto sul vino della nuova alleanza che , Lei presente, sgorgherà inesauribile nell'ora della croce. 
    “Non hanno più vino”. Non è il tratto di una provvidenziale gentilezza che sopraggiunge a evitare la mortificazione di due sposi. E' un grido d'allarme che sopraggiunge per evitare la morte del mondo.

    Santa Maria , donna del vino nuovo, quante volte sperimentiamo pure noi che il banchetto della vita languisce e la felicità si spegne sul volto dei commensali!
    E' il vino della festa che viene meno.
    Muoviti, allora , a compassione di noi, e ridonaci il gusto delle cose.Solo così , le giare della nostra esistenza si riempiranno fino all'orlo di significati ultimi. E l'ebrezza di vivere e di far vivere ci farà finalmente provare le vertigini.
    Santa Maria, donna del vino nuovo, fautrice così impaziente del cambio, che a Cana di Galilea provocasti anzitempo il più grandioso esodo della storia, obbligando Gesù alle prove generali della Pasqua definitiva, Tu resti per noi il simbolo imperituro della giovinezza. 
    Perchè è proprio dei giovani percepire l'usura dei moduli che non reggono più, e invocare rinascite che si ottengono solo con radicali rovesciamenti di fronte, e non con impercettibili restauri di laboratorio. .
    Santa Maria, donna del vino nuovo, noi ti ringraziamo , infine , perchè con le parole :” Fate tutto quello che Egli vi dirà” Tu ci sveli il misterioso segreto della giovinezza. 
    E ci affidi il potere di svegliare l'aurora anche nel cuore della notte.Tonino Bello

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.