venerdì 14 giugno 2019

SS. TRINITA'


3 commenti:

  1. FAUSTI - L'andarsene di Gesù crea un vortice che travolge anche noi dietro di Lui.
    Il tempo tra la Sua partenza e il Suo ritorno è la storia della nostra vita nello Spirito, storia che è insieme storia della chiesa e storia del mondo.
    Lo Spirito è come luce che dissipa la tenebra, fa vedere al mondo il proprio inganno e rivela ai discepoli ciò che non hanno ancora capito.
    Lo Spirito ci farà capire il “non detto” di ciò che Gesù ci ha detto , attualizzerà nella storia la Sua presenza., parlando qui e ora di ciò che Egli ha detto allora. Tutta la storia è compimento della rivelazione del Figlio, alla luce dell'amore che aumenta la conoscenza e della conoscenza che cresce in amore.
    La Parola, principio di tutto, ha un peso specifico superiore a qualsiasi realtà.
    Solo dopo la croce, dove vediamo e accogliamo il Suo amore, comprendiamo ciò che Gesù ha detto e siamo in grado di portare il peso delle Sue Parole.
    Se il Vangelo ci racconta Gesù, lo Spirito d'amore è come la luce che ce lo fa comprendere e vivere.
    E' vero che la carne di Gesù ci ha mostrato la gloria. Ma questa non è mai totalmente capita , sarà sempre più comprensibile , all'infinito, perché è infinita.
    E' una verità dinamica, un cammino di comprensione e di amore senza fine.
    Cessato il “dire” di Gesù, continuerà il “parlare” dello Spirito in noi, che renderà presenti a noi le Sue Parole.
    La Parola diventata carne ci ha rivelato tutto .
    Lo Spirito ce la ripete e annuncia di nuovo, dandoci la luce e per interpretarla e viverla nella nostra situazione concreta.
    Lo Spirito della Verità ci farà comprendere il mistero del Figlio nella storia : è lo Spirito di profezia, che ci fa leggere ciò che avviene alla luce di “Colui che viene”.
    Ciò che è accaduto a Lui , accade e accadrà a ogni discepolo, in ogni luogo e tempo.
    La nostra profezia è ricordo attualizzante di Gesù, : ci fa vedere cosa Lui fa, ora come allora.
    Gesù ha rivelato la Gloria che il Figlio da sempre aveva, prima della fondazione del mondo.
    Qui si parla della glorificazione futura del Figlio nei suoi fratelli, mediante lo Spirito che li farà vivere come Lui.
    Infatti dice Gesù :”Ho dato loro la gloria che Tu hai dato a me”, perché “l'Amore con il quale amasti me sia in essi e io in loro”.
    Il Consolatore glorificherà in noi il Figlio prendendo ciò che è Suo, la Sua comunione con il Padre, comunicandola a noi.
    Il Figlio è Uno con il Padre (10,30) : ha la stessa vita e la stessa gloria, lo stesso amore e la stessa volontà di salvare il mondo.
    Lo Spirito trasmette tutto questo a noi, introducendoci nel mistero della Trinità, Amore tra Padre e Figlio, che si effonde su ogni creatura.
    Il questo consiste essenzialmente la Sua opera, che glorifica il Figlio nei fratelli , fino a che Dio sia tutto in tutti.
    Così entriamo sempre più nel Suo rapporto ineffabile di Figlio con il Padre, diventando noi stessi figli.
    Allora la nostra carne, come la Sua, sarà esegesi del Dio invisibile.
    Questa è la glorificazione del Figlio che lo Spirito della Verità condurrà avanti nella storia,
    grazie al fatto che “Gesù se ne va” al Padre.
    La Sua assenza da noi diventa la Sua presenza in noi e, attraverso di noi, al mondo intero.
    L'andata di Gesù è come il sorgere del sole che raggiungerà il pieno fulgore, lo scaturire della sorgente che feconderà la terra, l'inizio del Regno che abbraccerà tutti.
    La nostra esistenza di discepoli ha quindi un valore escatologico, definitivo : è già ora vita eterna, perchè viviamo da figli e da fratelli...
    La Chiesa infatti testimonia al mondo che la sua verità autentica è l'amore da cui viene e verso cui va.
    La nostra vita nello Spirito è unione affettiva , ma anche effettiva , con Gesù :
    con e come Lui portiamo avanti il processo di salvezza per tutti.
    Così si realizza il nostro ritorno al Padre, che si compie giorno dopo giorno nel segno dell'amore verso i fratelli.

    RispondiElimina
  2. Prima Lettura
    Prima che la terra fosse, già la Sapienza era generata.
    Dal libro dei Proverbi
    Pro 8,22-31

    Così parla la Sapienza di Dio:

    «Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
    prima di ogni sua opera, all’origine.
    Dall’eternità sono stata formata,
    fin dal principio, dagli inizi della terra.

    Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
    quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
    prima che fossero fissate le basi dei monti,
    prima delle colline, io fui generata,
    quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
    né le prime zolle del mondo.

    Quando egli fissava i cieli, io ero là;
    quando tracciava un cerchio sull’abisso,
    quando condensava le nubi in alto,
    quando fissava le sorgenti dell’abisso,
    quando stabiliva al mare i suoi limiti,
    così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
    quando disponeva le fondamenta della terra,
    io ero con lui come artefice
    ed ero la sua delizia ogni giorno:
    giocavo davanti a lui in ogni istante,
    giocavo sul globo terrestre,
    ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».

    Parola di Dio


    Salmo Responsoriale
    Dal Salmo 8
    R. O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
    Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
    la luna e le stelle che tu hai fissato,
    che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
    il figlio dell’uomo, perché te ne curi? R.

    Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
    di gloria e di onore lo hai coronato.
    Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
    tutto hai posto sotto i suoi piedi. R.
    Tutte le greggi e gli armenti
    e anche le bestie della campagna,
    gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
    ogni essere che percorre le vie dei mari. R.


    Seconda Lettura
    Andiamo a Dio per mezzo di Cristo, nella carità diffusa in noi dallo Spirito.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Rm 5,1-5

    Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.

    E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.

    La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

    Parola di Dio

    RispondiElimina
  3. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Il mondo ci insegna la strada della pace con l’anestesia: ci anestetizza per non vedere un’altra realtà della vita: la Croce. Per questo Paolo dice che si deve entrare nel Regno del cielo nel cammino con tante tribolazioni. Ma si può avere pace nella tribolazione? Da parte nostra, no: noi non siamo capaci di fare una pace che sia tranquillità, una pace psicologica, una pace fatta da noi perché le tribolazioni ci sono: chi un dolore, chi una malattia…. La pace che dà Gesù è un regalo: è un dono dello Spirito Santo. E questa pace va in mezzo alle tribolazioni e va avanti. Non è una sorta di stoicismo. E’ un’altra cosa. La pace di Dio è una pace reale, che va nella realtà della vita, che non nega la vita: la vita è così. C’è la sofferenza, ci sono gli ammalati, ci sono tante cose brutte, ci sono le guerre … ma quella pace da dentro, che è un regalo, non si perde, ma si va avanti portando la Croce e la sofferenza. Una pace senza Croce non è la pace di Gesù. Il Signore ci faccia capire bene come è questa pace che Lui ci regala con lo Spirito Santo. (Santa Marta, 16 maggio 2017)

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.