Signore, tutto il mondo, infatti, davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta? Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita. Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.
SECONDA LETTURA
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési 2 Ts 1,11 - 2,2
Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Luca Lc 19,1-10
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
PAROLE DEL SANTO PADRE Possiamo immaginare lo stupore di Zaccheo! Ma perché Gesù dice «devo fermarmi a casa tua»? E’ il disegno di salvezza della misericordia del Padre. E in questo disegno c’è anche la salvezza di Zaccheo, un uomo disonesto e disprezzato da tutti, e perciò bisognoso di convertirsi. E quando entra in casa di Zaccheo dice: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (vv. 9-10). Lo sguardo di Gesù va oltre i peccati e i pregiudizi. Dobbiamo impararlo. Vede la persona con gli occhi di Dio, che non si ferma al male passato, ma intravede il bene futuro. A volte noi cerchiamo di correggere o convertire un peccatore rimproverandolo, rinfacciandogli i suoi sbagli e il suo comportamento ingiusto. L’atteggiamento di Gesù con Zaccheo ci indica un’altra strada: quella di mostrare a chi sbaglia il suo valore. Questo può provocare una sorpresa positiva, che intenerisce il cuore e spinge la persona a tirare fuori il buono che ha in sé. Così si comporta Dio con tutti noi: non è bloccato dal nostro peccato, ma lo supera con l’amore e ci fa sentire la nostalgia del bene. (Angelus, 30 ottobre 2016)
FAUSTI – Insieme alla parabola del samaritano e del Padre Misericordioso, questo racconto si può considerare “un Vangelo nel Vangelo”, nel senso che ne esplicita i contenuti fondamentali. L'incontro tra Gesù e Zaccheo realizza la salvezza, impossibile a tutti, ma non a Dio, presso il quale “Nulla è impossibile” (1, 37). Finalmente il desiderio dell'uomo di vedere il Figlio dell'uomo si incontra con il “dovere” di questi di dimorare e riposare presso di lui. Finalmente Dio e uomo trovano casa l'Uno nell'altro e possono cessare dalla loro fatica. E' il faccia a faccia con il Salvatore, al quale ciascuno è chiamato. Anticipato ora per uno, si estenderà poi a tutti, fino agli estremi confini della terra. In Zaccheo (=Dio ricorda) quel Dio che provvede anche ai piccoli del corvo che gridano a Lui (Sl 147,9) si ricorda di ogni uomo, per quanto piccolo e immondo, e lo rende puro, perché possa compiere il santo viaggio. Ogni Parola è allusiva del tutto e lascia risuonare ciascuno dei temi cari all'evangelista della salvezza universale, da quelli della mangiatoia di Bethlehem a quelli del legno del Calvario. Il centro è il “desiderio di vedere “di Zaccheo e lo sguardo di Gesù verso di lui. Da questo incontro di sguardi , scaturisce oggi la salvezza : il Salvatore nasce nel cuore dell'uomo per cui è morto. Zaccheo, l'insalvabile per eccellenza, trova il Figlio dell'uomo, venuto a cercare ciò che era perduto : “bisogna” che “oggi” e “in fretta” “dimori” “ nella tua casa”. L'insalvabile ha l'unica prerogativa richiesta per la salvezza : vede la propria miseria e “cerca di vedere” la Misericordia del Signore che passa. Questo è il principio di ogni illuminazione. Zaccheo – figura di Adamo che si è nascosto al Volto del suo Signore – è la Gerico inespugnabile. Gesù dapprima si accosta e gli guarisce l'occhio, malato da sempre d'invidia mortale. Può quindi vedere il Suo sguardo che seduce tutti. Aperta la finestra del suo cuore, per essa entra e prende possesso di lui. Come il cieco alzò gli occhi verso il suo Signore, così, Colui che si è fatto il più piccolo di tutti, alza gli occhi verso Zaccheo. Per quanto piccolo, sta sempre più in alto di lui, come anche tutti i discepoli. Infatti si è abbassato più di tutto, per poter servire tutti. Solo l'umile incontra Dio, perché Dio è Umile. L'amore fa considerare l'altro superiore a se stesso. (Fil 2,3). Nicola di Flue, nel finale della sua visione di Gesù, il Pellegrino che mendica amore dall'uomo, scrive : “Quando il pellegrino si fu allontanato di quattro passi , si volse. Aveva allora il cappello in capo, (nel quale aveva già ricevuto l'elemosina da Nicola); lo tolse e si inchinò verso l'uomo (Nicola stesso). Allora l'uomo comprese l'amore che aveva per lui il Pellegrino, e ne fu sconvolto, vedendo che ne era indegno. Conobbe in Spirito che il viso del Pellegrino, i Suoi occhi, tutto il Suo Corpo, erano ripieni di una umiltà piena d'Amore, come un vaso così pieno di miele da non potervene aggiungere una goccia. In quel momento non vide più il Pellegrino. Ma era talmente pago che non attendeva più nulla. Gli sembrava che gli fosse svelato tutto ciò che era in cielo e in terra”. Il grande mistero su cui essere illuminati è l'umiltà di Dio che Gesù ci rivela per salvarci. Noi tutti abbiamo una casa in cui accogliere Gesù. Dio è pura accoglienza , e altro non cerca che essere accolto. Il Padre nel Figlio accoglie tutti , e tutti quelli che accolgono il Figlio, sono con Lui accolti nel Padre. La sesta opera di Gesù – quella che ristabilisce l'uomo nella sua natura originaria – è aprirgli la mano chiusa e rattrappita, perché possa ricevere il Dono di Dio, Dio Stesso. Tutta la Bibbia narra la ricerca che Dio fa dell'uomo. Nel Suo Amore si spoglia di tutto, anche di Sé, e si abbassa ad ogni umiliazione pur di trovarlo.
Ma può trovare solo chi già Lo cerca. E Lo cerca solo chi é già stato da Lui trovato e guarito nell'occhio, perché possa desiderarlo. Ora Gesù può entrare in Gerusalemme e compiere ciò per cui è venuto. Zaccheo ne è l'anticipo.
PRIMA LETTURA
RispondiEliminaDal libro della Sapienza
Sap 11,22 - 12,2
Signore, tutto il mondo, infatti, davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.
Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.
SECONDA LETTURA
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2 Ts 1,11 - 2,2
Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,1-10
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Possiamo immaginare lo stupore di Zaccheo! Ma perché Gesù dice «devo fermarmi a casa tua»? E’ il disegno di salvezza della misericordia del Padre. E in questo disegno c’è anche la salvezza di Zaccheo, un uomo disonesto e disprezzato da tutti, e perciò bisognoso di convertirsi. E quando entra in casa di Zaccheo dice: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (vv. 9-10). Lo sguardo di Gesù va oltre i peccati e i pregiudizi. Dobbiamo impararlo. Vede la persona con gli occhi di Dio, che non si ferma al male passato, ma intravede il bene futuro. A volte noi cerchiamo di correggere o convertire un peccatore rimproverandolo, rinfacciandogli i suoi sbagli e il suo comportamento ingiusto. L’atteggiamento di Gesù con Zaccheo ci indica un’altra strada: quella di mostrare a chi sbaglia il suo valore. Questo può provocare una sorpresa positiva, che intenerisce il cuore e spinge la persona a tirare fuori il buono che ha in sé. Così si comporta Dio con tutti noi: non è bloccato dal nostro peccato, ma lo supera con l’amore e ci fa sentire la nostalgia del bene. (Angelus, 30 ottobre 2016)
FAUSTI – Insieme alla parabola del samaritano e del Padre Misericordioso, questo racconto si può considerare “un Vangelo nel Vangelo”, nel senso che ne esplicita i contenuti fondamentali.
RispondiEliminaL'incontro tra Gesù e Zaccheo realizza la salvezza, impossibile a tutti, ma non a Dio, presso il quale “Nulla è impossibile” (1, 37). Finalmente il desiderio dell'uomo di vedere il Figlio dell'uomo si incontra con il “dovere” di questi di dimorare e riposare presso di lui.
Finalmente Dio e uomo trovano casa l'Uno nell'altro e possono cessare dalla loro fatica.
E' il faccia a faccia con il Salvatore, al quale ciascuno è chiamato.
Anticipato ora per uno, si estenderà poi a tutti, fino agli estremi confini della terra.
In Zaccheo (=Dio ricorda) quel Dio che provvede anche ai piccoli del corvo che gridano a Lui
(Sl 147,9) si ricorda di ogni uomo, per quanto piccolo e immondo, e lo rende puro, perché possa compiere il santo viaggio. Ogni Parola è allusiva del tutto e lascia risuonare ciascuno dei temi cari all'evangelista della salvezza universale, da quelli della mangiatoia di Bethlehem a quelli del legno del Calvario.
Il centro è il “desiderio di vedere “di Zaccheo e lo sguardo di Gesù verso di lui.
Da questo incontro di sguardi , scaturisce oggi la salvezza : il Salvatore nasce nel cuore dell'uomo per cui è morto.
Zaccheo, l'insalvabile per eccellenza, trova il Figlio dell'uomo, venuto a cercare ciò che era perduto : “bisogna” che “oggi” e “in fretta” “dimori” “ nella tua casa”.
L'insalvabile ha l'unica prerogativa richiesta per la salvezza : vede la propria miseria e “cerca di vedere” la Misericordia del Signore che passa.
Questo è il principio di ogni illuminazione.
Zaccheo – figura di Adamo che si è nascosto al Volto del suo Signore – è la Gerico inespugnabile.
Gesù dapprima si accosta e gli guarisce l'occhio, malato da sempre d'invidia mortale.
Può quindi vedere il Suo sguardo che seduce tutti.
Aperta la finestra del suo cuore, per essa entra e prende possesso di lui.
Come il cieco alzò gli occhi verso il suo Signore, così, Colui che si è fatto il più piccolo di tutti, alza gli occhi verso Zaccheo. Per quanto piccolo, sta sempre più in alto di lui, come anche tutti i discepoli. Infatti si è abbassato più di tutto, per poter servire tutti.
Solo l'umile incontra Dio, perché Dio è Umile.
L'amore fa considerare l'altro superiore a se stesso. (Fil 2,3).
Nicola di Flue, nel finale della sua visione di Gesù, il Pellegrino che mendica amore dall'uomo, scrive : “Quando il pellegrino si fu allontanato di quattro passi , si volse. Aveva allora il cappello in capo, (nel quale aveva già ricevuto l'elemosina da Nicola); lo tolse e si inchinò verso l'uomo (Nicola stesso). Allora l'uomo comprese l'amore che aveva per lui il Pellegrino, e ne fu sconvolto, vedendo che ne era indegno.
Conobbe in Spirito che il viso del Pellegrino, i Suoi occhi, tutto il Suo Corpo, erano ripieni di una umiltà piena d'Amore, come un vaso così pieno di miele da non potervene aggiungere una goccia.
In quel momento non vide più il Pellegrino.
Ma era talmente pago che non attendeva più nulla. Gli sembrava che gli fosse svelato tutto ciò che era in cielo e in terra”.
Il grande mistero su cui essere illuminati è l'umiltà di Dio che Gesù ci rivela per salvarci.
Noi tutti abbiamo una casa in cui accogliere Gesù.
Dio è pura accoglienza , e altro non cerca che essere accolto.
Il Padre nel Figlio accoglie tutti , e tutti quelli che accolgono il Figlio, sono con Lui accolti nel Padre. La sesta opera di Gesù – quella che ristabilisce l'uomo nella sua natura originaria – è aprirgli la mano chiusa e rattrappita, perché possa ricevere il Dono di Dio, Dio Stesso.
Tutta la Bibbia narra la ricerca che Dio fa dell'uomo.
Nel Suo Amore si spoglia di tutto, anche di Sé, e si abbassa ad ogni umiliazione pur di trovarlo.
Ma può trovare solo chi già Lo cerca.
RispondiEliminaE Lo cerca solo chi é già stato da Lui trovato e guarito nell'occhio, perché possa desiderarlo.
Ora Gesù può entrare in Gerusalemme e compiere ciò per cui è venuto. Zaccheo ne è l'anticipo.