venerdì 18 febbraio 2022

C - 7 DOMENICA T.O.


 

7 commenti:

  1. Antifona
    Io nella tua fedeltà ho confidato;
    esulterà il mio cuore nella tua salvezza,
    canterò al Signore, che mi ha beneficato. (Sal 12,6)

    Colletta
    Il tuo aiuto, Dio onnipotente,
    ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito,
    perché possiamo conoscere ciò che è conforme alla tua volontà
    e attuarlo nelle parole e nelle opere.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Oppure:

    Padre misericordioso,
    che fai sorgere il sole sui buoni e sui malvagi,
    rendici capaci di perdonare chi ci fa del male,
    affinché il nostro amore non conosca nemici,
    e viviamo da figli e fratelli in Cristo Signore.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.


    Prima Lettura
    Il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano.
    Dal primo libro di Samuèle
    1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23

    In quei giorni, Saul si mosse e scese nel deserto di Zif, conducendo con sé tremila uomini scelti di Israele, per ricercare Davide nel deserto di Zif.
    Davide e Abisài scesero tra quella gente di notte ed ecco, Saul dormiva profondamente tra i carriaggi e la sua lancia era infissa a terra presso il suo capo, mentre Abner con la truppa dormiva all’intorno.
    Abisài disse a Davide: “Oggi Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l’inchiodi a terra con la lancia in un sol colpo e non aggiungerò il secondo”. Ma Davide disse ad Abisài: “Non ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?”.
    Davide portò via la lancia e la brocca dell’acqua che era presso il capo di Saul e tutti e due se ne andarono; nessuno vide, nessuno se ne accorse, nessuno si svegliò: tutti dormivano, perché era venuto su di loro un torpore mandato dal Signore.
    Davide passò dall’altro lato e si fermò lontano sulla cima del monte; vi era una grande distanza tra di loro.
    Davide gridò: “Ecco la lancia del re, passi qui uno dei servitori e la prenda! Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà, dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano sul consacrato del Signore”.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 102 (103)
    R. Il Signore è buono e grande nell'amore.
    Benedici il Signore, anima mia,
    quanto è in me benedica il suo santo nome.
    Benedici il Signore, anima mia,
    non dimenticare tutti i suoi benefici. R.

    Egli perdona tutte le tue colpe,
    guarisce tutte le tue infermità;
    salva dalla fossa la tua vita,
    ti circonda di bontà e misericordia. R.

    Misericordioso e pietoso è il Signore,
    lento all’ira e grande nell’amore.
    Non ci tratta secondo i nostri peccati,
    e non ci ripaga secondo le nostre colpe. R.

    Quanto dista l’oriente dall’occidente,
    così egli allontana da noi le nostre colpe.
    Come è tenero un padre verso i figli,
    così il Signore è tenero verso quelli che lo temono. R.

    Seconda Lettura
    Come eravamo simili all'uomo terreno, così saremo simili all'uomo celeste.
    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
    1Cor 15,45-49

    Fratelli, il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita.
    Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale.
    Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l'uomo celeste, così anche i celesti.
    E come eravamo simili all'uomo terreno, così saremo simili all'uomo celeste.

    Parola di Dio.

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  2. Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
    come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Gv 13,34)

    Alleluia.


    Vangelo
    Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 6,27-38

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
    E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.
    Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.
    Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso .
    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

    Parola del Signore.



    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Gesù qui non parla per paradossi, non usa giri di parole. Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano. È la novità cristiana. È la differenza cristiana. Pregare e amare. Il Signore ci chiede il coraggio di un amore senza calcoli. Quante volte abbiamo trascurato le sue richieste, comportandoci come tutti! Eppure il comando dell’amore non è una semplice provocazione, sta al cuore del Vangelo. Non preoccuparti della cattiveria altrui, di chi pensa male di te. Inizia invece a disarmare il tuo cuore per amore di Gesù. Perché chi ama Dio non ha nemici nel cuore. Il culto a Dio è il contrario della cultura dell’odio. (Omelia Messa in occasione della visita pastorale a Bari, 23 febbraio 2020)

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  3. FAUSTI – Dietro ogni imperativo si legge in filigrana un indicativo, che mostra come Dio in Gesù mi ha amato. Sono Parole strettamente autobiografiche : Lui per primo ha fatto ciò che ha detto.
    Questo brano ha la funzione di richiamare alla mente come Dio ama me, in modo che io, riconoscendomi peccatore graziato, faccia di questa grazia la fonte della mia vita nuova.
    Il brano quindi rivela chi è Dio per me , chi sono io per Lui e chi devo essere per gli altri.
    Gesù mi rivela il Volto di un Dio che mi ama mentre sono Suo nemico ; mi fa del bene mentre Lo odio, mi benedice mentre Lo maledico...purché io sia salvo ,è disposto a subire ogni male da me...mi dona anche ciò che non oso chiedergli e non richiede indietro ciò che gli ho rubato !
    Il Suo Amore per me gli ha fatto percorrere una strada infinita!
    Lui è tutta condiscendenza verso il mio abisso.
    In questo Suo Amore verso di me , mi rivela chi sono io per Lui : infinitamente amato, anche se suo nemico, odiatore, maldicente, rinnegatore, violento, spogliatore, petulante, indigente e ladro.
    Proprio verso di me, che sono in questa situazione, Lui riversa il Suo Amore e mi dona la Sua grazia con la Sua Misericordia. Conoscere Dio nello Spirito è sperimentare e sapere l'Amore di Dio verso di me peccatore, in Cristo. Questa è la Salvezza.
    Ciò che Lui ha fatto per me, diventa per me un impegno, perché io sia quel che sono.
    Il Volto di Cristo, il Figlio, è il mio vero volto.Da 'homo homini lupus' divento ' homo homini Deus', come Lui. Questa è la mia vocazione di figlio di Dio, alla quale il Suo Amore mi chiama e mi abilita. Nella misura in cui conosco il Suo Volto, vengo trasformato nella Sua immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Suo Spirito (2Cor 3,18).
    In queste Parole quindi, vedo da una parte la storia di Dio in Gesù, nel Suo Amore verso di me ; dall'altra la storia mia e di chiunque che, guarito dall'inimicizia verso Dio, è chiamato a guarire dall' inimicizia verso tutti.
    Il discorso è riservato ai discepoli. E' una catechesi sul nocciolo della vita cristiana , l'amore di misericordia , unico amore possibile in un mondo di male, unica forza capace di vincerlo.
    L'amore dei nemici è proprio e solo di chi ha conosciuto Dio nello Spirito di Gesù, il Figlio. Questo amore si estende a tutti gli uomini, e rivela l'essenza di Dio.
    L'amore dei nemici è lo stesso di cui abbiamo beneficiato anche noi,mentre seguivamo ancora “quello spirito che opera negli uomini ribelli”, che ci aveva ridotti “ per natura meritevoli di ira, come gli altri”, “senza speranza e senza Dio in questo mondo” (Ef 2,2...). infatti proprio allora, “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatto rivivere con Cristo, per grazia, infatti, siete stati salvati...”.
    Essere per gli altri come Dio è per noi . Questo è il modello e la sorgente del nostro agire con “grazia” verso gli altri. Anche noi, perché amati ed accettati, possiamo accettare ed amare noi stessi come siamo ; e così possiamo accettare e amare gli altri come sono, senza riserve.
    Il desiderio dell'uomo è diventare come Dio. Origine di ogni male, è anche il desiderio che Dio colma di ogni bene. Dopo la rivelazione del Suo Volto in Gesù,, è possibile capire la via per diventare come Lui .”Siate santi come Io sono santo” (Lev 19,2). Qui si mostra come la Santità, il proprio specifico di Dio, è la Misericordia. E' il tema di tutto il Vangelo di Luca, che ne è uno sviluppo continuo attraverso i fatti e i detti del Signore.
    Solo alla fine della storia , il male sarà tolto, quando tutto il suo abisso sarà ricolmo di misericordia, come l'acqua riempie il mare.

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  4. Senza carità tutto è vanità delle vanità
    Dai «Capitoli sulla carità» di san Massimo Confessore, abate

    La carità è la migliore disposizione dell'animo, che nulla preferisce alla conoscenza di Dio. Nessuno tuttavia potrebbe mai raggiungere tale disposizione di carità, se nel suo animo fosse esclusivamente legato alle cose terrene.
    Chi ama Dio, antepone la conoscenza e la scienza di lui a tutte le cose create, e ricorre continuamente a lui con il desiderio e con l'amore dell'animo.
    Tutte le cose che esistono hanno Dio per autore e fine ultimo. Dio è di gran lunga più nobile di quelle cose che egli stesso ha fatto come creatore. Perciò colui che abbandona Dio, l'Altissimo, e si lascia attirare dalle realtà create dimostra di stimare l'artefice di tutto molto meno delle cose stesse, che da lui sono fatte.
    Chi mi ama, dice il Signore, osserverà i miei comandamenti (cfr. Gv 14, 15). E aggiunge «Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri» (Gv 15, 17). Perciò chi non ama il prossimo, non osserva i comandamenti di Dio, e chi non osserva i comandamenti non può neppure dire di amare il Signore.
    Beato l'uomo che è capace di amare ugualmente ogni uomo. Chi ama Dio, ama totalmente anche il prossimo, e chi ha una tale disposizione non si affanna ad accumulare denaro, tutto per sé, ma pensa anche a coloro che ne hanno bisogno.
    Ad imitazione di Dio fa elemosine al buono e al cattivo, al giusto e all'ingiusto. Davanti alle necessità degli altri non conosce discriminazione, ma distribuisce ugualmente a tutti secondo il bisogno. Né tuttavia si può dire che compie ingiustizia se a premio del bene antepone al malvagio colui che si distingue per virtù e operosità.
    L'amore caritatevole non si manifesta solo nell'elargizione di denaro, ma anche, e molto di più, nell'insegnamento della divina dottrina e nel compimento delle opere di misericordia corporale.
    Colui che, sordo ai richiami della vanità, si dedica con purezza di intenzione al servizio del prossimo, si libera da ogni passione e da ogni vizio e diventa partecipe dell'amore e della scienza divina.
    Chi possiede dentro di sé l'amore divino, non si stanca e non viene mai meno nel seguire il Signore Dio suo, ma sopporta con animo forte ogni sacrificio e ingiuria e offesa, non augurando affatto il male a nessuno. Non dite, esclama il profeta Geremia, siamo tempio di Dio (cfr. Ger 7, 4). E neppure direte: La semplice e sola fede nel Signore nostro Gesù Cristo mi può procurare la salvezza. Questo infatti non può avvenire se non ti sarai procurato anche l'amore verso di lui per mezzo delle opere. Per quanto concerne infatti la sola fede: «Anche i demoni credono e tremano!» (Gc 2, 19).
    Opera di carità è il fare cordialmente un favore, l'essere longanime e paziente verso il prossimo; e così pure usare rettamente e ordinatamente le cose create

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  5. Papa Benedetto XVI
    19 aprile 2005 - 28 febbraio 2013

    18 FEBBRAIO 2007
    La Magna Carta della
    Nonviolenza Cristiana
    Nel mondo c'è troppa violenza, troppa ingiustizia, e quindi questa situazione non può essere superata se non contrastandola con più amore, con più bontà.
    Questo passo del Vangelo è giustamente considerato la magna carta della non violenza cristiana. Essa non consiste nel soccombere al male, come pretende una falsa interpretazione del "porgere l'altra guancia" (cfr. Lc 6,29), ma nel rispondere al male con il bene (cfr. Rm 12,17-21) e rompere così la catena dell'ingiustizia.

    Si capisce allora che per i cristiani la non violenza non è un semplice comportamento tattico ma un modo di essere della persona, l'atteggiamento di chi è così convinto dell'amore e della potenza di Dio che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell'amore e della verità.

    L'amore per il proprio nemico costituisce il nucleo della "rivoluzione cristiana", una rivoluzione non basata su strategie di potere economico, politico o mediatico: la rivoluzione dell'amore, un amore che non si basa in definitiva sulle risorse umane ma è un dono di Dio che si ottiene confidando unicamente e senza riserve nella sua bontà misericordiosa. Ecco la novità del Vangelo che cambia silenziosamente il mondo! Ecco l'eroismo degli "umili" che credono nell'amore di Dio e lo diffondono, anche a costo della vita.

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  6. Papa Francesco
    13 marzo 2013 - presente

    24 FEBBRAIO 2019
    La logica dell'amore
    Il brano evangelico di questa domenica (cfr. Lc 6,27-38) riguarda un punto centrale che caratterizza la vita cristiana: l'amore per i nemici.
    La logica dell'amore, che culmina nella croce di Cristo, è il distintivo del cristiano e ci induce a incontrare tutti con il cuore di fratelli. Ma come è possibile superare l'istinto umano e la legge mondana della rivalsa? Gesù fornisce la risposta nello stesso passo del Vangelo: "Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso" (v. 36). Coloro che ascoltano Gesù, che si sforzano di seguirlo anche a caro prezzo, diventano figli di Dio e cominciano ad assomigliare veramente al Padre che è nei cieli. Diventiamo capaci di cose che non avremmo mai pensato di poter dire o fare, e di cui ci saremmo vergognati, ma che ora invece ci danno gioia e pace. Non abbiamo più bisogno di essere violenti, con le parole e con i gesti: scopriamo di essere capaci di tenerezza e di bontà; e sentiamo che tutto questo non viene da noi ma da lui! E così non ce ne vantiamo ma ne siamo grati...

    Dobbiamo perdonare perché Dio ci ha perdonato e ci perdona sempre. Se non perdoniamo completamente, non possiamo aspettarci di essere perdonati completamente. Tuttavia, se i nostri cuori sono aperti alla misericordia, se sigilliamo il perdono con un abbraccio fraterno e assicuriamo i legami di comunione, proclamiamo al mondo che è possibile vincere il male con il bene. A volte è più facile per noi ricordare il male che ci hanno fatto e non il bene; al punto che ci sono persone che hanno questa abitudine e diventa una malattia. Sono "collezionisti di ingiustizie": ricordano solo le cose cattive fatte. E questo non è un cammino. Dobbiamo fare il contrario, dice Gesù. Ricordare le cose buone, e quando qualcuno viene con qualche pettegolezzo, e parla male di un altro, dire: "Sì, forse... ma ha questa buona qualità...". Girate la discussione. Questa è la rivoluzione della misericordia.

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  7. J. PAOLO II
    6 FEBBRAIO 200
    L'AMORE NON È RISENTIMENTO

    L'esigenza di una conversione radicale
    La liberazione e la salvezza portate dal regno di Dio arrivano alla persona umana sia nella sua dimensione fisica che in quella spirituale.
    Ci sono cristiani che pensano di poter fare a meno di questo incessante sforzo spirituale, perché non vedono l'urgenza di stare davanti alla verità del Vangelo. Per evitare che il loro stile di vita venga sconvolto, cercano di prendere parole come "Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano" (Lc 6,27) e renderle vuote e innocue. Per queste persone è estremamente difficile accettare tali parole e tradurle in modelli coerenti di comportamento. Sono infatti parole che, se prese sul serio, richiedono una conversione radicale. D'altra parte, quando siamo offesi o feriti, siamo tentati di soccombere agli impulsi psicologici dell'autocommiserazione e della vendetta, ignorando la chiamata di Gesù ad amare il nostro nemico. Eppure le esperienze quotidiane della vita umana mostrano molto chiaramente quanto il perdono e la riconciliazione siano indispensabili per un autentico rinnovamento, sia personale che sociale. Questo vale non solo per le relazioni interpersonali, ma anche per quelle tra comunità e nazioni.

    3. I molti tragici conflitti che hanno ferito gravemente l'umanità, alcuni dei quali suscitati da errate motivazioni religiose, hanno seminato violenza e odio tra i popoli e persino, a volte, tra gruppi e fazioni all'interno della stessa nazione. Con un penoso senso d'impotenza, assistiamo talvolta alla ripresa di ostilità che credevamo definitivamente risolte, e sembra che alcuni popoli siano presi in una spirale inarrestabile di violenza, che continua a mietere vittime su vittime, senza alcuna prospettiva reale di risoluzione. E le speranze di pace, sentite in tutto il mondo, non portano a nulla: perché l'impegno necessario per andare verso l'agognata riconciliazione non prende piede.

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