martedì 25 ottobre 2022

C - 31 DOMENICA T.O.






 

5 commenti:

  1. Antifona
    Non abbandonarmi, Signore, mio Dio,
    da me non stare lontano;
    vieni presto in mio aiuto,
    o Signore, mia salvezza. (Sal 37,22-23)

    Dio, amante della vita,
    che nel tuo Figlio
    sei venuto a cercare e a salvare chi era perduto,
    donaci di accoglierti con gioia nella nostra casa
    e aiutaci a condividere con i fratelli i beni della terra.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono.
    Dal libro della Sapienza
    Sap 11,22-12,2

    Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia,
    come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
    Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
    chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
    aspettando il loro pentimento.
    Tu infatti ami tutte le cose che esistono
    e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
    se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
    Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
    Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
    Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
    Signore, amante della vita.
    Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
    Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
    e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
    perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 144 (145)
    R. Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.
    O Dio, mio re, voglio esaltarti
    e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
    Ti voglio benedire ogni giorno,
    lodare il tuo nome in eterno e per sempre. R.

    Misericordioso e pietoso è il Signore,
    lento all’ira e grande nell’amore.
    Buono è il Signore verso tutti,
    la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.

    Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
    e ti benedicano i tuoi fedeli.
    Dicano la gloria del tuo regno
    e parlino della tua potenza. R.

    Fedele è il Signore in tutte le sue parole
    e buono in tutte le sue opere.
    Il Signore sostiene quelli che vacillano
    e rialza chiunque è caduto. R.


    Seconda Lettura
    Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui.
    Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
    2 Ts 1,11-2,2

    Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
    Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.

    Parola di Dio.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
    chiunque crede in lui ha la vita eterna. (Gv 3,16)

    Alleluia.

    Vangelo
    Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 19,1-10

    In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
    Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
    Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
    Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

    Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Anche noi saremmo rimasti scandalizzati da questo comportamento di Gesù. Ma il disprezzo e la chiusura verso il peccatore non fanno che isolarlo e indurirlo nel male che compie contro sé stesso e contro la comunità. Invece Dio condanna il peccato, ma cerca di salvare il peccatore, lo va a cercare per riportarlo sulla retta via. Chi non si è mai sentito cercato dalla misericordia di Dio, fa fatica a cogliere la straordinaria grandezza dei gesti e delle parole con cui Gesù si accosta a Zaccheo. (Angelus, 3 novembre 2019)

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  3. FAUSTI - L'incontro tra Gesù e Zaccheo realizza la salvezza, impossibile a tutti, ma non a Dio, presso il quale “Nulla è impossibile” (1, 37). Finalmente il desiderio dell'uomo di vedere il Figlio dell'uomo si incontra con il “dovere” di questi di dimorare e riposare presso di lui.
    Finalmente Dio e uomo trovano casa l'Uno nell'altro e possono cessare dalla loro fatica.
    E' il faccia a faccia con il Salvatore, al quale ciascuno è chiamato.
    Anticipato ora per uno, si estenderà poi a tutti, fino agli estremi confini della terra.
    In Zaccheo (=Dio ricorda) quel Dio che provvede anche ai piccoli del corvo che gridano a Lui
    (Sl 147,9) si ricorda di ogni uomo, per quanto piccolo e immondo, e lo rende puro, perché possa compiere il santo viaggio. Ogni Parola è allusiva del tutto e lascia risuonare ciascuno dei temi cari all'evangelista della salvezza universale, da quelli della mangiatoia di Bethlehem a quelli del legno del Calvario.
    Il centro è il “desiderio di vedere “di Zaccheo e lo sguardo di Gesù verso di lui.
    Da questo incontro di sguardi , scaturisce oggi la salvezza : il Salvatore nasce nel cuore dell'uomo per cui è morto.
    Zaccheo, l'insalvabile per eccellenza, trova il Figlio dell'uomo, venuto a cercare ciò che era perduto : “bisogna” che “oggi” e “in fretta” “dimori” “ nella tua casa”.
    L'insalvabile ha l'unica prerogativa richiesta per la salvezza : vede la propria miseria e “cerca di vedere” la Misericordia del Signore che passa.
    Questo è il principio di ogni illuminazione.
    Zaccheo – figura di Adamo che si è nascosto al Volto del suo Signore – è la Gerico inespugnabile.
    Gesù dapprima si accosta e gli guarisce l'occhio, malato da sempre d'invidia mortale.
    Può quindi vedere il Suo sguardo che seduce tutti.
    Aperta la finestra del suo cuore, per essa entra e prende possesso di lui.
    Come il cieco alzò gli occhi verso il suo Signore, così, Colui che si è fatto il più piccolo di tutti, alza gli occhi verso Zaccheo. Per quanto piccolo, sta sempre più in alto di lui, come anche tutti i discepoli. Infatti si è abbassato più di tutto, per poter servire tutti.
    Solo l'umile incontra Dio, perché Dio è Umile.
    L'amore fa considerare l'altro superiore a se stesso. (Fil 2,3).
    Nicola di Flue, nel finale della sua visione di Gesù, il Pellegrino che mendica amore dall'uomo, scrive : “Quando il pellegrino si fu allontanato di quattro passi , si volse. Aveva allora il cappello in capo, (nel quale aveva già ricevuto l'elemosina da Nicola); lo tolse e si inchinò verso l'uomo (Nicola stesso). Allora l'uomo comprese l'amore che aveva per lui il Pellegrino, e ne fu sconvolto, vedendo che ne era indegno.
    Conobbe in Spirito che il viso del Pellegrino, i Suoi occhi, tutto il Suo Corpo, erano ripieni di una umiltà piena d'Amore, come un vaso così pieno di miele da non potervene aggiungere una goccia.
    In quel momento non vide più il Pellegrino.
    Ma era talmente pago che non attendeva più nulla. Gli sembrava che gli fosse svelato tutto ciò che era in cielo e in terra”.
    Il grande mistero su cui essere illuminati è l'umiltà di Dio che Gesù ci rivela per salvarci.
    Noi tutti abbiamo una casa in cui accogliere Gesù.
    Dio è pura accoglienza , e altro non cerca che essere accolto.
    Il Padre nel Figlio accoglie tutti , e tutti quelli che accolgono il Figlio, sono con Lui accolti nel Padre. La sesta opera di Gesù – quella che ristabilisce l'uomo nella sua natura originaria – è aprirgli la mano chiusa e rattrappita, perché possa ricevere il Dono di Dio, Dio Stesso.
    Tutta la Bibbia narra la ricerca che Dio fa dell'uomo.
    Nel Suo Amore si spoglia di tutto, anche di Sé, e si abbassa ad ogni umiliazione pur di trovarlo.
    Ma può trovare solo chi già Lo cerca.
    E Lo cerca solo chi é già stato da Lui trovato e guarito nell'occhio, perché possa desiderarlo.
    Ora Gesù può entrare in Gerusalemme e compiere ciò per cui è venuto. Zaccheo ne è l'anticipo.

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  4. BENEDETTO XVI - ANGELUS - Piazza San Pietro - Domenica, 31 ottobre 2010
    L’Evangelista San Luca riserva una particolare attenzione al tema della MISERICORDIA di Gesù. Nella sua
    narrazione, infatti, troviamo alcuni episodi che mettono in risalto l’AMORE MISERICORDIOSO di Dio e di
    Cristo, il quale afferma di essere venuto a chiamare non i giusti, ma i peccatori (cfr Lc 5,32). Tra i racconti
    tipici di Luca vi è quello della conversione di ZACCHEO, che si legge nella liturgia di questa domenica.
    ZACCHEO è un “PUBBLICANO”, anzi, il capo dei pubblicani di Gerico, importante città presso il fiume
    Giordano. I pubblicani erano gli esattori dei tributi che i Giudei dovevano pagare all’Imperatore romano, e
    già per questo motivo erano considerati pubblici peccatori. Per di più, approfittavano spesso della loro
    posizione per estorcere denaro alla gente. Per questo ZACCHEO era molto ricco, ma disprezzato dai suoi
    concittadini. Quando dunque Gesù, attraversando Gerico, si fermò proprio a casa di ZACCHEO, suscitò
    uno scandalo generale. Il Signore, però, sapeva molto bene quello che faceva. Egli, per così dire, ha voluto
    rischiare, e ha vinto la scommessa: ZACCHEO, profondamente colpito dalla visita di Gesù, decide di
    cambiare vita, e promette di restituire il quadruplo di ciò che ha rubato. “Oggi per questa casa è venuta la
    SALVEZZA”, dice Gesù, e conclude: “Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto”.
    Dio non esclude nessuno, né POVERI né ricchi. Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi umani, ma
    vede in ognuno un’anima da salvare ed è attratto specialmente da quelle che sono giudicate perdute e che
    si considerano esse stesse tali. Gesù Cristo, incarnazione di Dio, ha dimostrato questa immensa
    MISERICORDIA, che non toglie nulla alla gravità del peccato, ma mira sempre a salvare il PECCATORE, ad
    offrirgli la possibilità di riscattarsi, di ricominciare da capo, di convertirsi. In un altro passo del Vangelo,
    Gesù afferma che è molto difficile per un ricco entrare nel Regno dei cieli (cfr Mt 19,23). Nel caso di
    ZACCHEO, vediamo proprio che quanto sembra impossibile si realizza: “egli – commenta san Girolamo –
    ha dato via la sua ricchezza e immediatamente l’ha sostituita con la ricchezza del regno dei cieli” (Omelia
    sul Salmo 83, 3). E san Massimo di Torino aggiunge: “Le ricchezze, per gli stolti sono un alimento per la
    disonestà, per i saggi invece sono un aiuto per la virtù; a questi si offre un’opportunità per la SALVEZZA, a
    quelli si procura un inciampo che li perde” (Sermoni, 95).
    Cari amici, ZACCHEO ha accolto Gesù e si è convertito, perché Gesù per primo aveva accolto lui! Non lo
    aveva condannato, ma era andato incontro al suo desiderio di SALVEZZA. Preghiamo la Vergine MARIA,
    modello perfetto di comunione con Gesù, affinché anche noi possiamo sperimentare la gioia di essere
    visitati dal Figlio di Dio, di essere rinnovati dal suo AMORE, e trasmettere agli altri la sua MISERICORDIA.

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  5. PAPA FRANCESCO - ANGELUS - 3 novembre 2019 - 
    Il Vangelo di oggi (cfr Lc 19,1-10) ci pone al seguito di Gesù che, nel suo cammino verso Gerusalemme, fa
    tappa a Gerico. C’era tanta folla ad accoglierlo, tra cui un uomo di nome ZACCHEO, capo dei “pubblicani”,
    cioè di quei giudei che riscuotevano le tasse per conto dell’impero romano. Egli era ricco non grazie a un
    onesto guadagno, ma perché chiedeva la “tangente”, e questo aumentava il disprezzo verso di lui.
    ZACCHEO «cercava di vedere chi era Gesù» (v. 3); non voleva incontrarlo,ma era curioso: voleva vedere
    quel personaggio di cui aveva sentito dire cose straordinarie. Era curioso. Ed essendo basso di statura, «per
    riuscire a vederlo» (v. 4) sale su un albero. Quando Gesù arriva lì vicino, alza lo sguardo e lo vede (cfr v. 5).
    E questo è importante: il primo sguardo non è di ZACCHEO, ma di Gesù, che tra tanti volti che lo
    circondavano – la folla - , cerca proprio quello. Lo sguardo MISERICORDIOSO del Signore ci raggiunge prima
    che noi stessi ci rendiamo conto di averne bisogno per essere salvati. E con questo sguardo del divino
    Maestro comincia il miracolo della conversione del PECCATORE. Infatti Gesù lo chiama, e lo chiama per
    nome: «ZACCHEO, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua» (v. 5). Non lo rimprovera, non gli fa
    una “predica”; gli dice che deve andare da lui: “deve”, perché è la volontà del Padre. Nonostante le
    mormorazioni della gente, Gesù sceglie di fermarsi a casa di quel pubblico PECCATORE.
    Anche noi saremmo rimasti scandalizzati da questo comportamento di Gesù. Ma il disprezzo e la chiusura
    verso il PECCATORE non fanno che isolarlo e indurirlo nel male che compie contro sé stesso e contro la
    comunità. Invece Dio condanna il peccato, ma cerca di salvare il PECCATORE, lo va a cercare per riportarlo
    sulla retta via. Chi non si è mai sentito cercato dalla MISERICORDIA di Dio, fa fatica a cogliere la
    straordinaria grandezza dei gesti e delle parole con cui Gesù si accosta a ZACCHEO.
    L’accoglienza e l’attenzione di Gesù nei suoi confronti portano quell’uomo a un netto cambiamento di
    mentalità: in un attimo si rende conto di quanto è meschina una vita tutta presa dal denaro, a costo di
    rubare agli altri e di ricevere il loro disprezzo. Avere il Signore lì, a casa sua, gli fa vedere tutto con occhi
    diversi, anche con un po’ della tenerezza con cui Gesù ha guardato lui. E cambia anche il suo modo di
    vedere e di usare il denaro: al gesto dell’arraffare si sostituisce quello del donare. Infatti, decide di dare la
    metà di ciò che possiede ai POVERI e di restituire il quadruplo a quanti ha rubato (cfr v. 8). ZACCHEO scopre
    da Gesù che è possibile amare gratuitamente: finora era avaro, adesso diventa generoso; aveva il gusto di
    ammassare, ora gioisce nel distribuire. Incontrando l’AMORE, scoprendo di essere amato nonostante i suoi
    peccati, diventa capace di amare gli altri, facendo del denaro un segno di solidarietà e di comunione.
    La Vergine MARIA ci ottenga la grazia di sentire sempre su di noi lo sguardo MISERICORDIOSO di Gesù, per
    andare incontro con MISERICORDIA a quelli che hanno sbagliato, perché anche loro possano accogliere
    Gesù, il quale «è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (v. 10).

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