venerdì 10 gennaio 2025

BATTESIMO DEL SIGNORE


 

6 commenti:

  1. Antifona
    Battezzato il Signore, si aprirono i cieli
    e come una colomba lo Spirito discese su di lui,
    e la voce del Padre disse:
    «Questi è il mio Figlio, l’amato:
    in lui ho posto il mio compiacimento». ( Mt 3,16-17)

    Gloria.


    Dio onnipotente ed eterno,
    che dopo il battesimo nel fiume Giordano
    proclamasti il Cristo tuo amato Figlio
    mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo,
    concedi ai tuoi figli di adozione,
    rinati dall’acqua e dallo Spirito,
    di vivere sempre nel tuo amore.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Oppure:

    O Padre, il tuo Figlio unigenito
    si è manifestato nella nostra carne mortale:
    concedi a noi,
    che lo abbiamo conosciuto come vero uomo,
    di essere interiormente rinnovati a sua immagine.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.
    Padre santo,
    che nel battesimo del tuo amato Figlio
    hai manifestato la tua bontà per gli uomini,
    concedi a coloro che sono stati rigenerati
    nell’acqua e nello Spirito
    di vivere con pietà e giustizia in questo mondo
    per ricevere in eredità la vita eterna.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini la vedranno.
    Dal libro del profeta Isaìa
    Is 40,1-5.9-11

    «Consolate, consolate il mio popolo
    – dice il vostro Dio –.
    Parlate al cuore di Gerusalemme
    e gridatele che la sua tribolazione è compiuta,
    la sua colpa è scontata,
    perché ha ricevuto dalla mano del Signore
    il doppio per tutti i suoi peccati».
    Una voce grida:
    «Nel deserto preparate la via al Signore,
    spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
    Ogni valle sia innalzata,
    ogni monte e ogni colle siano abbassati;
    il terreno accidentato si trasformi in piano
    e quello scosceso in vallata.
    Allora si rivelerà la gloria del Signore
    e tutti gli uomini insieme la vedranno,
    perché la bocca del Signore ha parlato».
    Sali su un alto monte,
    tu che annunci liete notizie a Sion!
    Alza la tua voce con forza,
    tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
    Alza la voce, non temere;
    annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
    Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
    il suo braccio esercita il dominio.
    Ecco, egli ha con sé il premio
    e la sua ricompensa lo precede.
    Come un pastore egli fa pascolare il gregge
    e con il suo braccio lo raduna;
    porta gli agnellini sul petto
    e conduce dolcemente le pecore madri».

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 103 (104)

    R. Benedici il Signore, anima mia.

    Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
    Sei rivestito di maestà e di splendore,
    avvolto di luce come di un manto,
    tu che distendi i cieli come una tenda. R.

    Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
    fai delle nubi il tuo carro,
    cammini sulle ali del vento,
    fai dei venti i tuoi messaggeri
    e dei fulmini i tuoi ministri. R.

    Quante sono le tue opere, Signore!
    Le hai fatte tutte con saggezza;
    la terra è piena delle tue creature.
    Ecco il mare spazioso e vasto:
    là rettili e pesci senza numero,
    animali piccoli e grandi. R.

    Tutti da te aspettano
    che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
    Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
    apri la tua mano, si saziano di beni. R.

    Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
    togli loro il respiro: muoiono,
    e ritornano nella loro polvere.
    Mandi il tuo spirito, sono creati,
    e rinnovi la faccia della terra. R.






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    1. Seconda Lettura
      Il Signore ci ha salvato con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo.
      Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
      Tt 2,11-14;3,4-7

      Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
      Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
      Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
      e il suo amore per gli uomini,
      egli ci ha salvati,
      non per opere giuste da noi compiute,
      ma per la sua misericordia,
      con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
      che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
      per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
      affinché, giustificati per la sua grazia,
      diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

      Parola di Dio
      Acclamazione al Vangelo
      Alleluia, alleluia.

      Viene colui che è più forte di me, disse Giovanni;
      egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. (Cf. Lc 3,16)

      Alleluia.

      Vangelo
      Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.
      Dal Vangelo secondo Luca
      Lc 3,15-16.21-22

      In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
      Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

      Parola del Signore.

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    2. PAPA FRANCESCO

      ANGELUS, 9 gennaio 2022



      Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

      il Vangelo della Liturgia odierna ci mostra la scena con cui inizia la vita pubblica di Gesù: Lui, che è il Figlio di Dio e il Messia, va sulle rive del fiume Giordano e si fa battezzare da Giovanni Battista. Dopo circa trent’anni vissuti nel nascondimento, Gesù non si presenta con qualche miracolo o salendo in cattedra per insegnare. Si mette in fila con il popolo che andava a ricevere il battesimo da Giovanni. L’inno liturgico di oggi dice che il popolo andava a farsi battezzare con l’anima e i piedi nudi, umilmente. Bell’atteggiamento, con l’anima nuda e i piedi nudi. E Gesù condivide la sorte di noi peccatori, scende verso di noi: discende nel fiume come nella storia ferita dell’umanità, si immerge nelle nostre acque per risanarle, si immerge con noi, in mezzo a noi. Non sale al di sopra di noi, ma scende verso di noi, con l’anima nuda, con i piedi nudi, come il popolo. Non va da solo, né con un gruppo di eletti privilegiati, no, va con il popolo. Appartiene a quel popolo e va con il popolo a farsi battezzare, con quel popolo umile.

      Fermiamoci su un punto importante: nel momento in cui Gesù riceve il Battesimo, il testo dice che «stava in preghiera» (Lc 3,21). Ci fa bene contemplare questo: Gesù prega. Ma come? Lui, che è il Signore, il Figlio di Dio, prega come noi? Sì, Gesù – lo ripetono tante volte i Vangeli – passa molto tempo in preghiera: all’inizio di ogni giorno, spesso di notte, prima di prendere decisioni importanti... La sua preghiera è un dialogo, una relazione con il Padre. Così, nel Vangelo di oggi possiamo vedere i “due movimenti” della vita di Gesù: da una parte scende verso di noi, nelle acque del Giordano; dall’altra eleva lo sguardo e il cuore pregando il Padre.

      È un grande insegnamento per noi: tutti siamo immersi nei problemi della vita e in tante situazioni intricate, chiamati ad affrontare momenti e scelte difficili che ci tirano in basso. Ma, se non vogliamo restare schiacciati, abbiamo bisogno di elevare tutto verso l’alto. E questo lo fa proprio la preghiera, che non è una via di fuga, la preghiera non è un rito magico o una ripetizione di cantilene imparate a memoria. No. Pregare è il modo per lasciare agire Dio in noi, per cogliere quello che Lui vuole comunicarci anche nelle situazioni più difficili, pregare per avere la forza di andare avanti. Tanta gente sente che non ce la fa e prega: “Signore, dammi la forza di andare avanti”. Anche noi tante volte lo abbiamo fatto. La preghiera ci aiuta perché ci unisce a Dio, ci apre all’incontro con Lui. Sì, la preghiera è la chiave che apre il cuore al Signore. È dialogare con Dio, è ascoltare la sua Parola, è adorare: stare in silenzio affidandogli ciò che viviamo. E a volte è anche gridare a Lui come Giobbe, sfogarsi con Lui. Gridare come Giobbe. Lui è padre, ci capisce bene. Lui mai si arrabbia con noi. E Gesù prega.

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    3. La preghiera – per usare una bella immagine del Vangelo di oggi – “apre il cielo” (cfr v. 21). La preghiera apre il cielo: dà ossigeno alla vita, dà respiro anche in mezzo agli affanni e fa vedere le cose in modo più ampio. Soprattutto, ci permette di fare la stessa esperienza di Gesù al Giordano: ci fa sentire figli amati dal Padre. Anche a noi, quando preghiamo, il Padre dice, come a Gesù nel Vangelo: “Tu sei mio figlio, l’amato” (cfr v. 22). Questo nostro essere figli è cominciato il giorno del Battesimo, che ci ha immersi in Cristo e, membri del popolo di Dio, ci ha fatto diventare figli amati del Padre. Non dimentichiamo la data del nostro Battesimo! Se io domandassi adesso a ognuno di voi: qual è la data del tuo Battesimo? Forse alcuni non lo ricordano. Questa è una cosa bella: ricordare la data del Battesimo, perché è la nostra rinascita, il momento nel quale siamo diventai figli di Dio con Gesù. E quando tornerete a casa – se non lo sapete – domandate alla mamma, alla zia o ai nonni: “Quando sono stato battezzato o battezzata?”, e imparare quella festa per festeggiarla, per ringraziare il Signore. E oggi, in questo momento, chiediamoci: come va la mia preghiera? Prego per abitudine, prego controvoglia, solo recitando delle formule, o la mia preghiera è l’incontro con Dio? Io peccatore, sempre nel popolo di Dio, mai isolato? Coltivo l’intimità con Dio, dialogo con Lui, ascolto la sua Parola? Tra tante cose che facciamo nella giornata, non trascuriamo la preghiera: dedichiamole tempo, usiamo brevi invocazioni da ripetere spesso, leggiamo il Vangelo ogni giorno. La preghiera che apre il cielo.

      E ora ci rivolgiamo alla Madonna, Vergine orante, che ha fatto della sua vita un canto di lode a Dio.

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    4. BENEDETTO XVI

      ANGELUS 13 gennaio 2013

      Cari fratelli e sorelle!

      Con questa domenica dopo l’Epifania si conclude il Tempo liturgico del Natale: tempo di luce, la luce di Cristo che, come nuovo sole apparso all’orizzonte dell’umanità, disperde le tenebre del male e dell’ignoranza. Celebriamo oggi la festa del Battesimo di Gesù: quel Bambino, figlio della Vergine, che abbiamo contemplato nel mistero della sua nascita, lo vediamo oggi adulto immergersi nelle acque del fiume Giordano, e santificare così tutte le acque e il cosmo intero – come evidenzia la tradizione orientale. Ma perché Gesù, in cui non c’era ombra di peccato, andò a farsi battezzare da Giovanni? Perché volle compiere quel gesto di penitenza e conversione, insieme con tante persone che così volevano prepararsi alla venuta del Messia? Quel gesto – che segna l’inizio della vita pubblica di Cristo – si pone nella stessa linea dell’Incarnazione, della discesa di Dio dal più alto dei cieli all’abisso degli inferi. Il senso di questo movimento di abbassamento divino si riassume in un’unica parola: amore, che è il nome stesso di Dio. Scrive l’apostolo Giovanni: «In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui», e lo ha mandato «come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1 Gv 4,9-10). Ecco perché il primo atto pubblico di Gesù fu ricevere il battesimo di Giovanni, il quale, vedendolo arrivare, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29).

      Narra l’evangelista Luca che mentre Gesù, ricevuto il battesimo, «stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”» (3,21-22). Questo Gesù è il Figlio di Dio che è totalmente immerso nella volontà di amore del Padre. Questo Gesù è Colui che morirà sulla croce e risorgerà per la potenza dello stesso Spirito che ora si posa su di Lui e lo consacra. Questo Gesù è l’uomo nuovo che vuole vivere da figlio di Dio, cioè nell’amore; l’uomo che, di fronte al male del mondo, sceglie la via dell’umiltà e della responsabilità, sceglie non di salvare se stesso ma di offrire la propria vita per la verità e la giustizia. Essere cristiani significa vivere così, ma questo genere di vita comporta una rinascita: rinascere dall’alto, da Dio, dalla Grazia. Questa rinascita è il Battesimo, che Cristo ha donato alla Chiesa per rigenerare gli uomini a vita nuova. Afferma un antico testo attribuito a sant’Ippolito: «Chi scende con fede in questo lavacro di rigenerazione, rinuncia al diavolo e si schiera con Cristo, rinnega il nemico e riconosce che Cristo è Dio, si spoglia della schiavitù e si riveste dell’adozione filiale» (Discorso sull’Epifania, 10: PG 10, 862).

      Secondo la tradizione, stamani ho avuto la gioia di battezzare un folto gruppo di bambini che sono nati negli ultimi tre o quattro mesi. In questo momento vorrei estendere la mia preghiera e la mia benedizione a tutti i neonati; ma soprattutto invitare tutti a fare memoria del proprio Battesimo, di quella rinascita spirituale che ci ha aperto la via della vita eterna. Possa ogni cristiano, in quest’Anno della fede, riscoprire la bellezza di essere rinato dall’alto, dall’amore di Dio, e vivere come figlio di Dio.

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  2. FAUSTI – Attraverso Giovanni, Luca vuol condurre il cristiano ad accogliere il Signore che viene.
    Si può dire che nella figura di Giovanni viene realizzato un abbozzo di antropologia cristiana : si descrive come si deve comprendere l'uomo in rapporto a Cristo, il quale viene per donargli la sua vera identità di figlio di Dio. La promessa di Dio non va decurtata. Sta sopra ogni attesa dell'uomo.
    Questa deve continuamente diventare più grande, per essere “attesa di Dio”.
    La funzione del Battista è quella di mantenerla sempre aperta, per non ridurre il dono e la gloria di Dio a livello di un semplice speranza umana.
    Giovanni spiega che lui non innalza l'uomo a Dio. Semplicemente lo immerge nella sua verità,nell'acqua del suo limite e della sua morte,nella sua creaturalità, in attesa che venga il più forte. Costui lo immergerà nello Spirito Santo, nella vita stessa di Dio.
    Questa e non altra è la salvezza dell'uomo: partecipare alla vita di Dio,al fuoco della Sua Luce.
    Si parla del Battesimo del popolo e di Gesù. Luca innanzitutto ricorda che Gesù pregava. E' un tema che l'evangelista sviluppa in tutta la sua opera.
    L'illuminazione, già donata nel Battesimo ad ogni credente, si accende e si mantiene nella preghiera. Essa realizza il rapporto nuovo che c'è con Dio,rapporto di Figlio e Padre,è il luogo dell'esperienza dello Spirito Santo, vita e amore di Dio,dono infallibilmente connesso ad essa.
    Pregare è tornare davanti a Dio. La preghiera è il respiro della vita di figlio di Dio in cui il battesimo ci ha posto. Senza la preghiera la nostra figliolanza divina,invece di cescere e svilupparsi fino alla sua misura piena, si atrofizza e cade su se stessa.
    Il risultato della preghiera di Gesù è che fu aperto il cielo.
    Il cielo si era chiuso sulla terra per la disobbedienza di Adamo che aveva chiuso il suo cuore a Dio. Il grande desiderio del profeta era che Dio squarciasse il cielo, Suo vestito e Suo velo :”Se Tu squarciassi i cieli e scendessi!” (Is 63,19) Ora è esaudito questo desiderio.
    Nell'obbedienza di Gesù il cielo si è aperto sulla terra.
    Ora quel Dio , la cui delizia è stare con i figli degli uomini, discende definitivamente tra noi nella persona dello Spirito Santo, il dono di Dio (Spirito = vita, Santo = di Dio). La figua corporea di questo Spirito – oppure la Sua Discesa – è come quella di una colomba.
    Questo aleggiare della colomba sul neo Battezzato, richiama quella dello Spirito di Dio sulle acque del caos primordiale . E' anche un'allusione a Noè, il padre dei salvati dall'acqua, che attende con trepidazione il ritorno della colomba che gli annunzia la fine del diluvio.
    E una voce dal cielo venne, la voce definitiva di Dio, di quel Dio che non aveva volto, voce che esprime la Parola, che è il Suo Figlio obbediente. La Parola eterna di Dio risuona nel tempo : su Gesù è sceso lo Spirito, in Lui il Padre riconosce il Figlio, il Messia liberatore, l'”Amato” Figlio unico del Suo Cuore.
    La Sua Vita pubblica, contenuta tra Battesimo e Ascensione, è la finestra di Dio sul mondo. La testimonianza dei discepoli servirà a portare, mediante l'annuncio, tutti gli uomini a questa luce di Dio.

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