venerdì 31 gennaio 2025

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE AL TEMPIO


 

5 commenti:

  1. Antifona
    O Dio, accogliamo il tuo amore nel tuo tempio.
    Come il tuo nome, o Dio,
    così la tua lode si estende sino ai confini della terra;
    è piena di giustizia la tua destra. ( Sal 47,10-11)

    Gloria.
    Dio onnipotente ed eterno,
    guarda i tuoi fedeli riuniti
    nella festa della Presentazione al tempio
    del tuo unico Figlio fatto uomo,
    e concedi anche a noi di essere presentati a te
    purificati nello spirito.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate.
    Dal libro del profeta Malachìa
    Ml 3,1-4

    Così dice il Signore Dio:
    «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
    Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
    Siederà per fondere e purificare l'argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un'offerta secondo giustizia.
    Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 23 (24)

    R. Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.

    Alzate, o porte, la vostra fronte,
    alzatevi, soglie antiche,
    ed entri il re della gloria. R.

    Chi è questo re della gloria?
    Il Signore forte e valoroso,
    il Signore valoroso in battaglia. R.

    Alzate, o porte, la vostra fronte,
    alzatevi, soglie antiche,
    ed entri il re della gloria. R.

    Chi è mai questo re della gloria?
    Il Signore degli eserciti è il re della gloria. R.

    Seconda Lettura
    Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli.
    Dalla lettera agli Ebrei
    Eb 2,14-18

    Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
    Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
    Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e aver sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

    Parola di Dio.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    I miei occhi hanno visto la tua salvezza:
    luce per rivelarti alle genti
    e gloria del tuo popolo, Israele. (Lc 2,30.32)

    Alleluia.

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  2. Parole del Santo Padre
    Mentre il popolo attendeva la salvezza del Signore, i profeti ne annunciavano la venuta, come afferma il profeta Malachia: «Entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate. E l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire» (3,1). Simeone e Anna sono immagine e figura di questa attesa. Vedono entrare il Signore nel suo tempio e, illuminati dallo Spirito Santo, lo riconoscono nel Bambino che Maria porta in braccio. Lo avevano atteso per tutta la vita: Simeone, «uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele» (Lc 2,25); e Anna, che «non si allontanava mai dal tempio» (Lc 2,37). Ci fa bene guardare a questi due anziani, pazienti nell’attesa, vigilanti nello spirito e perseveranti nella preghiera. Il loro cuore è rimasto sveglio, come una fiaccola sempre accesa. Sono avanti in età, ma hanno la giovinezza del cuore; non si lasciano consumare dai giorni, perché i loro occhi rimangono rivolti a Dio in attesa. (Omelia, 2 febbraio 2024)

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    1. PAPA FRANCESCO

      ANGELUS 2 febbraio 2020
      Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

      Oggi celebriamo la festa della Presentazione del Signore: quando Gesù neonato fu presentato al tempio dalla Vergine Maria e da san Giuseppe. In questa data ricorre anche la Giornata della vita consacrata, che richiama il grande tesoro nella Chiesa di quanti seguono il Signore da vicino professando i consigli evangelici.

      Il Vangelo (cfr Lc 2,22-40) racconta che, quaranta giorni dopo la nascita, i genitori di Gesù portarono il Bambino a Gerusalemme per consacrarlo a Dio, come prescritto dalla Legge ebraica. E mentre descrive un rito previsto dalla tradizione, questo episodio pone alla nostra attenzione l’esempio di alcuni personaggi. Essi sono colti nel momento in cui fanno esperienza dell’incontro con il Signore nel luogo in cui Egli si fa presente e vicino all’uomo. Si tratta di Maria e Giuseppe, Simeone e Anna, che rappresentano modelli di accoglienza e di donazione della propria vita a Dio. Non erano uguali questi quattro, erano tutti diversi, ma tutti cercavano Dio e si lasciavano guidare dal Signore

      L’evangelista Luca li descrive tutti e quattro in un duplice atteggiamento: atteggiamento di movimento e atteggiamento di stupore.

      Il primo atteggiamento è il movimento. Maria e Giuseppe si incamminano verso Gerusalemme; da parte sua, Simeone, mosso dallo Spirito, si reca al tempio, mentre Anna serve Dio giorno e notte senza sosta. In questo modo i quattro protagonisti del brano evangelico ci mostrano che la vita cristiana richiede dinamismo e richiede disponibilità a camminare, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo. L’immobilismo non si addice alla testimonianza cristiana e alla missione della Chiesa. Il mondo ha bisogno di cristiani che si lasciano smuovere, che non si stancano di camminare per le strade della vita, per recare a tutti la consolante parola di Gesù. Ogni battezzato ha ricevuto la vocazione all’annuncio - annunciare qualcosa, annunciare Gesù -, la vocazione alla missione evangelizzatrice: annunciare Gesù! Le parrocchie e le diverse comunità ecclesiali sono chiamate a favorire l’impegno di giovani, famiglie e anziani, affinché tutti possano fare un’esperienza cristiana, vivendo da protagonisti la vita e la missione della Chiesa.

      Il secondo atteggiamento con cui San Luca presenta i quattro personaggi del racconto è lo stupore. Maria e Giuseppe «si stupivano delle cose che si dicevano di lui [di Gesù]» (v. 33). Lo stupore è una reazione esplicita anche del vecchio Simeone, che nel Bambino Gesù vede con i suoi occhi la salvezza operata da Dio in favore del suo popolo: quella salvezza che lui aspettava da anni. E la stessa cosa vale per Anna, che «si mise anche lei a lodare Dio» (v. 38) e ad andare ad indicare alla gente Gesù. Questa è una santa chiacchierona, chiacchierava bene, chiacchierava di cose buone, non cose brutte. Diceva, annunciava: una santa che andava da una all’altra donna facendo loro vedere Gesù. Queste figure di credenti sono avvolte dallo stupore, perché si sono lasciate catturare e coinvolgere dagli avvenimenti che accadevano sotto i loro occhi. La capacità di stupirsi delle cose che ci circondano favorisce l’esperienza religiosa e rende fecondo l’incontro con il Signore. Al contrario, l’incapacità di stupirci rende indifferenti e allarga le distanze tra il cammino di fede e la vita di ogni giorno. Fratelli e sorelle, in movimento sempre e lasciandoci aperti allo stupore!

      La Vergine Maria ci aiuti a contemplare ogni giorno in Gesù il Dono di Dio per noi, e a lasciarci coinvolgere da Lui nel movimento del dono, con gioioso stupore, perché tutta la nostra vita diventi una lode a Dio nel servizio dei fratelli.

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  3. FAUSTI – Nessuno ha mai visto Dio. Nessuno L'ha mai conosciuto né tanto meno nominato.
    E' il Nome innominabile , origine di ogni nome! “Dimmi il Tuo Nome” domanda Giacobbe (Gen 32,30) ; “Mostrami la Tua Gloria” chiede Mosè (Es 33,18) , “Mostrami il Tuo Volto” supplicano innumerevoli Salmi.
    Vedere il Volto di Dio è la salvezza dell'uomo, che ritrova il suo volto.
    Dire il Nome di Dio è ritrovare il Nome che sostanzia ogni nome , è trovare quel “Tu” che fa esistere ogni “io”. Il desiderio di tutte le religioni è dare un Volto e un Nome a Dio.
    Quello che è il più grande desiderio dell'uomo trova ora soddisfazione . Che sorpresa dare il Nome a Colui che dal nulla ha chiamato tutte le cose e le ha fatte esistere!
    Il Nome di Dio per l'uomo non può essere che “Gesù” cioè “Dio salva”, sia perché nominare Dio è la salvezza dell'uomo, sia perché l'uomo è perduto e può conoscere Dio solo come Colui che lo salva. Quel Dio che ci faceva paura , perché Santissimo, può essere nominato in ogni luogo di perdizione e di disperazione, perché é Salvatore. Dio è per noi perduti e lontani da Lui , perché si chiama Gesù, Dio-con-noi e Salvatore.
    Luca lascia intravvedere la dolcezza del poter chiamare Dio per nome, la soavità, la potenza e la luminosità di questo Nome, Gesù.
    Il Signore visita il Suo Tempio. Ma viene con la debolezza di un Bambino e non per giudicare l'inosservanza della legge, bensì per sottoporsi Egli stesso come l'uomo all'obbedienza al Padre cui abbiamo disobbedito. Viene a pagare il nostro debito, offrendosi a Colui che tutto ha offerto.
    E' datore di Vita. Presentarlo a Lui significa riconoscere da Lui il dono della Vita e in Lui la Vita stessa come dono, per potervi attingere in abbondanza.
    Simeone, che significa “Dio ha ascoltato” , è l'uomo che “ascolta la Parola di Dio” ed è giusto e pio.
    A lui lo Spirito promette che vedrà il Messia del Signore, la consolazione di Israele, (Is 40,1) , l'adempimento della Parola di Dio. Come su tutti i profeti, lo Spirito era su di lui.
    Diretto da questo Spirito viene ad incontrarlo. Può finalmente abbracciarlo.
    Le braccia di Simeone sono le braccia secche e bimillenarie di Israele che ricevono il fiore della Vita. La sua voce è un grido di gioia , soffocato da un'attesa lunghissima, che finalmente esplode : un grido pacato e incontenibile, il dilagare di un fiume che rompe l'argine,il fiato di tutta l'umanità, trattenuto nella paura mortale, che ora si rilassa.
    L'uomo, tenuto schiavo in vita per paura della morte – in una vita insufficiente e angosciata – ora è sazio di vita. Può ritirarsi soddisfatto dal banchetto.
    Gli occhi di Simeone non vedono più le tenebre davanti a sé, ma l'aurora della vita, “la salvezza “ di Dio.Questa è la Gloria di Israele , che santifica il Nome di Dio e riverbera sul proprio volto la Gloria del Suo Volto.
    La salvezza è preparata da Dio “in faccia a tutti i popoli” . Non è solo per Israele.
    E' una luce per tutte le genti che siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte.
    Gesù è comprensibile ancora oggi a noi solo a partire dall'Antico Testamento.
    Simeone è anche in grado, mosso dallo Spirito, di predirne a Maria il destino.
    Il Bimbo sarà insieme causa di caduta e di risurrezione per le moltitudini di Israele.
    Porta infatti una salvezza inaccettabile per tutti. Per questo tutti gli sono contro, si scandalizzano di Lui e cadono. I discepoli per primi. Ma Lui è Salvatore di tutti coloro che sono caduti.
    E' qui adombrato il mistero della Morte e Resurrezione del Signore.
    Questa è la Parola che come spada a doppio taglio attraverserà il cuore di ogni discepolo e di tutta la Chiesa , di cui Maria è figura. Questo mistero vivrà di continuo nella storia del discepolo che ripercorre il Suo stesso cammino dalla Croce alla Gloria.

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  4. PREGHIERA
    O Maria, tu oggi sei salita umilmente al Tempio,

    portando il tuo Divin Figlio e lo hai offerto al Padre

    per la salvezza di tutti gli uomini.

    Oggi lo Spirito Santo ha rivelato al mondo che Cristo

    è la Gloria di Israele e la Luce delle genti.

    Ti preghiamo, o Vergine santa, presenta anche noi,

    che pure siamo tuoi figli, al Signore e fa' che, rinnovati nello spirito,

    possiamo camminare nella luce di Cristo

    finché Lo incontreremo Glorioso nella vita eterna.

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