Antifona Io nella tua fedeltà ho confidato; esulterà il mio cuore nella tua salvezza, canterò al Signore, che mi ha beneficato. (Sal 12,6)
Colletta Il tuo aiuto, Dio onnipotente, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, perché possiamo conoscere ciò che è conforme alla tua volontà e attuarlo nelle parole e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo. Padre misericordioso, che fai sorgere il sole sui buoni e sui malvagi, rendici capaci di perdonare chi ci fa del male, affinché il nostro amore non conosca nemici, e viviamo da figli e fratelli in Cristo Signore. Egli è Dio, e vive e regna con te.
Prima Lettura Il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano. Dal primo libro di Samuèle 1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23
In quei giorni, Saul si mosse e scese nel deserto di Zif, conducendo con sé tremila uomini scelti d'Israele, per ricercare Davide nel deserto di Zif. Davide e Abisài scesero tra quella gente di notte ed ecco, Saul dormiva profondamente tra i carriaggi e la sua lancia era infissa a terra presso il suo capo, mentre Abner con la truppa dormiva all’intorno. Abisài disse a Davide: «Oggi Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l’inchiodi a terra con la lancia in un sol colpo e non aggiungerò il secondo». Ma Davide disse ad Abisài: «ANon ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?». Davide portò via la lancia e la brocca dell’acqua che era presso il capo di Saul e tutti e due se ne andarono; nessuno vide, nessuno se ne accorse, nessuno si svegliò: tutti dormivano, perché era venuto su di loro un torpore mandato dal Signore. Davide passò dall’altro lato e si fermò lontano sulla cima del monte; vi era una grande distanza tra loro. Davide gridò: «Ecco la lancia del re: passi qui uno dei servitori e la prenda! Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà, dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano sul consacrato del Signore».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 102 (103)
R. Il Signore è buono e grande nell’amore.
Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. R.
Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. R.
Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. R.
Quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe. Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono. R.
Seconda Lettura Come eravamo simili all'uomo terreno, così saremo simili all'uomo celeste. Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1Cor 15,45-49
Fratelli, il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l'uomo celeste, così anche i celesti. E come eravamo simili all'uomo terreno, così saremo simili all'uomo celeste.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo Allelluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Gv 13,34)
Vangelo Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Dal Vangelo secondo Luca Lc 6,27-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Nel Vangelo della Liturgia odierna Gesù dà ai discepoli alcune indicazioni fondamentali di vita. Il Signore si riferisce alle situazioni più difficili, quelle che costituiscono per noi il banco di prova, quelle che ci mettono di fronte a chi ci è nemico e ostile, a chi cerca sempre di farci del male. In questi casi il discepolo di Gesù è chiamato a non cedere all’istinto e all’odio, ma ad andare oltre, molto oltre. Andare oltre l’istinto, andare oltre l’odio. Gesù dice: «Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano» (Lc 6,27). E ancora più concreto: «A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra» (v. 29). Quando noi sentiamo questo, ci sembra che il Signore chieda l’impossibile. E poi, perché amare i nemici? Se non si reagisce ai prepotenti, ogni sopruso ha via libera, e questo non è giusto. Ma è proprio così? Davvero il Signore ci chiede cose impossibili, anzi ingiuste? È così?
Consideriamo anzitutto quel senso di ingiustizia che avvertiamo nel “porgi l’altra guancia”. E pensiamo a Gesù. Durante la passione, nel suo ingiusto processo davanti al sommo sacerdote, a un certo punto riceve uno schiaffo da una delle guardie. E Lui come si comporta? Non lo insulta, no, dice alla guardia: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,23). Chiede conto del male ricevuto. Porgere l’altra guancia non significa subire in silenzio, cedere all’ingiustizia. Gesù con la sua domanda denuncia ciò che è ingiusto. Però lo fa senza ira, senza violenza, anzi con gentilezza. Non vuole innescare una discussione, ma disinnescare il rancore, questo è importante: spegnere insieme l’odio e l’ingiustizia, cercando di recuperare il fratello colpevole. Non è facile questo, ma Gesù lo ha fatto e ci dice di farlo anche noi. Questo è porgere l’altra guancia: la mitezza di Gesù è una risposta più forte della percossa che ha ricevuto. Porgere l’altra guancia non è il ripiego del perdente, ma l’azione di chi ha una forza interiore più grande. Porgere l’altra guancia è vincere il male con il bene, che apre una breccia nel cuore del nemico, smascherando l’assurdità del suo odio. E questo atteggiamento, questo porgere l’altra guancia, non è dettato dal calcolo o dall’odio, ma dall’amore. Cari fratelli e sorelle, è l’amore gratuito e immeritato che riceviamo da Gesù a generare nel cuore un modo di fare simile al suo, che rifiuta ogni vendetta. Noi siamo abituati alle vendette: “Mi hai fatto questo, io ti farò quell’altro”, o a custodire nel cuore questo rancore, rancore che fa male, distrugge la persona.
Veniamo all’altra obiezione: è possibile che una persona giunga ad amare i propri nemici? Se dipendesse solo da noi, sarebbe impossibile. Ma ricordiamoci che, quando il Signore chiede qualcosa, vuole donarla. Mai il Signore ci chiede qualcosa che Lui non ci dà prima. Quando mi dice di amare i nemici, vuole darmi la capacità di farlo. Senza quella capacità noi non potremmo, ma Lui ti dice “ama il nemico” e ti dà la capacità di amare. Sant’Agostino pregava così – ascoltate che bella preghiera questa –: Signore, «dammi ciò che chiedi e chiedimi ciò che vuoi» (Confessioni, X, 29.40), perché me lo hai dato prima. Che cosa chiedergli? Che cosa Dio è contento di donarci? La forza di amare, che non è una cosa, ma è lo Spirito Santo. La forza di amare è lo Spirito Santo, e con lo Spirito di Gesù possiamo rispondere al male con il bene, possiamo amare chi ci fa del male. Così fanno i cristiani. Com’è triste, quando persone e popoli fieri di essere cristiani vedono gli altri come nemici e pensano a farsi guerra! È molto triste.
--->E noi, proviamo a vivere gli inviti di Gesù? Pensiamo a una persona che ci ha fatto del male. Ognuno pensi a una persona. È comune che abbiamo subito il male da qualcuno, pensiamo a quella persona. Forse c’è del rancore dentro di noi. Allora, a questo rancore affianchiamo l’immagine di Gesù, mite, durante il processo, dopo lo schiaffo. E poi chiediamo allo Spirito Santo di agire nel nostro cuore. Infine preghiamo per quella persona: pregare per chi ci ha fatto del male (Lc 6,28). Noi, quando ci hanno fatto qualcosa di male, andiamo subito a raccontare agli altri e ci sentiamo vittime. Fermiamoci, e preghiamo il Signore per quella persona, che l’aiuti, e così viene meno questo sentimento di rancore. Pregare per chi ci ha trattato male è la prima cosa per trasformare il male in bene. La preghiera. La Vergine Maria ci aiuti a essere operatori di pace verso tutti, soprattutto verso chi ci è ostile e non ci piace.
La Magna Carta della Nonviolenza Cristiana Nel mondo c'è troppa violenza, troppa ingiustizia, e quindi questa situazione non può essere superata se non contrastandola con più amore, con più bontà. Questo passo del Vangelo è giustamente considerato la magna carta della non violenza cristiana. Essa non consiste nel soccombere al male, come pretende una falsa interpretazione del "porgere l'altra guancia" (cfr. Lc 6,29), ma nel rispondere al male con il bene (cfr. Rm 12,17-21) e rompere così la catena dell'ingiustizia.
Si capisce allora che per i cristiani la non violenza non è un semplice comportamento tattico ma un modo di essere della persona, l'atteggiamento di chi è così convinto dell'amore e della potenza di Dio che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell'amore e della verità.
L'amore per il proprio nemico costituisce il nucleo della "rivoluzione cristiana", una rivoluzione non basata su strategie di potere economico, politico o mediatico: la rivoluzione dell'amore, un amore che non si basa in definitiva sulle risorse umane ma è un dono di Dio che si ottiene confidando unicamente e senza riserve nella sua bontà misericordiosa. Ecco la novità del Vangelo che cambia silenziosamente il mondo! Ecco l'eroismo degli "umili" che credono nell'amore di Dio e lo diffondono, anche a costo della vita.
FAUSTI – Dietro ogni imperativo si legge in filigrana un indicativo, che mostra come Dio in Gesù mi ha amato. Sono Parole strettamente autobiografiche : Lui per primo ha fatto ciò che ha detto. Questo brano ha la funzione di richiamare alla mente come Dio ama me, in modo che io, riconoscendomi peccatore graziato, faccia di questa grazia la fonte della mia vita nuova. Il brano quindi rivela chi è Dio per me , chi sono io per Lui e chi devo essere per gli altri. Gesù mi rivela il Volto di un Dio che mi ama mentre sono Suo nemico ; mi fa del bene mentre Lo odio, mi benedice mentre Lo maledico...purché io sia salvo ,è disposto a subire ogni male da me...mi dona anche ciò che non oso chiedergli e non richiede indietro ciò che gli ho rubato ! Il Suo Amore per me gli ha fatto percorrere una strada infinita! Lui è tutta condiscendenza verso il mio abisso. In questo Suo Amore verso di me , mi rivela chi sono io per Lui : infinitamente amato, anche se suo nemico, odiatore, maldicente, rinnegatore, violento, spogliatore, petulante, indigente e ladro. Proprio verso di me, che sono in questa situazione, Lui riversa il Suo Amore e mi dona la Sua grazia con la Sua Misericordia. Conoscere Dio nello Spirito è sperimentare e sapere l'Amore di Dio verso di me peccatore, in Cristo. Questa è la Salvezza. Ciò che Lui ha fatto per me, diventa per me un impegno, perché io sia quel che sono. Il Volto di Cristo, il Figlio, è il mio vero volto.Da 'homo homini lupus' divento ' homo homini Deus', come Lui. Questa è la mia vocazione di figlio di Dio, alla quale il Suo Amore mi chiama e mi abilita. Nella misura in cui conosco il Suo Volto, vengo trasformato nella Sua immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Suo Spirito (2Cor 3,18). In queste Parole quindi, vedo da una parte la storia di Dio in Gesù, nel Suo Amore verso di me ; dall'altra la storia mia e di chiunque che, guarito dall'inimicizia verso Dio, è chiamato a guarire dall' inimicizia verso tutti. Il discorso è riservato ai discepoli. E' una catechesi sul nocciolo della vita cristiana , l'amore di misericordia , unico amore possibile in un mondo di male, unica forza capace di vincerlo. L'amore dei nemici è proprio e solo di chi ha conosciuto Dio nello Spirito di Gesù, il Figlio. Questo amore si estende a tutti gli uomini, e rivela l'essenza di Dio. L'amore dei nemici è lo stesso di cui abbiamo beneficiato anche noi,mentre seguivamo ancora “quello spirito che opera negli uomini ribelli”, che ci aveva ridotti “ per natura meritevoli di ira, come gli altri”, “senza speranza e senza Dio in questo mondo” (Ef 2,2...). infatti proprio allora, “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatto rivivere con Cristo, per grazia, infatti, siete stati salvati...”. Essere per gli altri come Dio è per noi . Questo è il modello e la sorgente del nostro agire con “grazia” verso gli altri. Anche noi, perché amati ed accettati, possiamo accettare ed amare noi stessi come siamo ; e così possiamo accettare e amare gli altri come sono, senza riserve. Il desiderio dell'uomo è diventare come Dio. Origine di ogni male, è anche il desiderio che Dio colma di ogni bene. Dopo la rivelazione del Suo Volto in Gesù,, è possibile capire la via per diventare come Lui .”Siate santi come Io sono santo” (Lev 19,2). Qui si mostra come la Santità, il proprio specifico di Dio, è la Misericordia. E' il tema di tutto il Vangelo di Luca, che ne è uno sviluppo continuo attraverso i fatti e i detti del Signore. Solo alla fine della storia , il male sarà tolto, quando tutto il suo abisso sarà ricolmo di misericordia, come l'acqua riempie il mare.
Antifona
RispondiEliminaIo nella tua fedeltà ho confidato;
esulterà il mio cuore nella tua salvezza,
canterò al Signore, che mi ha beneficato. (Sal 12,6)
Colletta
Il tuo aiuto, Dio onnipotente,
ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito,
perché possiamo conoscere ciò che è conforme alla tua volontà
e attuarlo nelle parole e nelle opere.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Padre misericordioso,
che fai sorgere il sole sui buoni e sui malvagi,
rendici capaci di perdonare chi ci fa del male,
affinché il nostro amore non conosca nemici,
e viviamo da figli e fratelli in Cristo Signore.
Egli è Dio, e vive e regna con te.
Prima Lettura
Il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano.
Dal primo libro di Samuèle
1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23
In quei giorni, Saul si mosse e scese nel deserto di Zif, conducendo con sé tremila uomini scelti d'Israele, per ricercare Davide nel deserto di Zif.
Davide e Abisài scesero tra quella gente di notte ed ecco, Saul dormiva profondamente tra i carriaggi e la sua lancia era infissa a terra presso il suo capo, mentre Abner con la truppa dormiva all’intorno. Abisài disse a Davide: «Oggi Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l’inchiodi a terra con la lancia in un sol colpo e non aggiungerò il secondo». Ma Davide disse ad Abisài: «ANon ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?».
Davide portò via la lancia e la brocca dell’acqua che era presso il capo di Saul e tutti e due se ne andarono; nessuno vide, nessuno se ne accorse, nessuno si svegliò: tutti dormivano, perché era venuto su di loro un torpore mandato dal Signore.
Davide passò dall’altro lato e si fermò lontano sulla cima del monte; vi era una grande distanza tra loro.
Davide gridò: «Ecco la lancia del re: passi qui uno dei servitori e la prenda! Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà, dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano sul consacrato del Signore».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 102 (103)
R. Il Signore è buono e grande nell’amore.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. R.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia. R.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe. R.
Quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono. R.
Seconda Lettura
Come eravamo simili all'uomo terreno, così saremo simili all'uomo celeste.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
1Cor 15,45-49
Fratelli, il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita.
Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale.
Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l'uomo celeste, così anche i celesti.
E come eravamo simili all'uomo terreno, così saremo simili all'uomo celeste.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Allelluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Gv 13,34)
Alleluia.
Vangelo
EliminaSiate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,27-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.
Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Parola del Signore.
PAPA FRANCESCO
RispondiEliminaANGELUS 20 febbraio 2022
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel Vangelo della Liturgia odierna Gesù dà ai discepoli alcune indicazioni fondamentali di vita. Il Signore si riferisce alle situazioni più difficili, quelle che costituiscono per noi il banco di prova, quelle che ci mettono di fronte a chi ci è nemico e ostile, a chi cerca sempre di farci del male. In questi casi il discepolo di Gesù è chiamato a non cedere all’istinto e all’odio, ma ad andare oltre, molto oltre. Andare oltre l’istinto, andare oltre l’odio. Gesù dice: «Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano» (Lc 6,27). E ancora più concreto: «A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra» (v. 29). Quando noi sentiamo questo, ci sembra che il Signore chieda l’impossibile. E poi, perché amare i nemici? Se non si reagisce ai prepotenti, ogni sopruso ha via libera, e questo non è giusto. Ma è proprio così? Davvero il Signore ci chiede cose impossibili, anzi ingiuste? È così?
Consideriamo anzitutto quel senso di ingiustizia che avvertiamo nel “porgi l’altra guancia”. E pensiamo a Gesù. Durante la passione, nel suo ingiusto processo davanti al sommo sacerdote, a un certo punto riceve uno schiaffo da una delle guardie. E Lui come si comporta? Non lo insulta, no, dice alla guardia: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,23). Chiede conto del male ricevuto. Porgere l’altra guancia non significa subire in silenzio, cedere all’ingiustizia. Gesù con la sua domanda denuncia ciò che è ingiusto. Però lo fa senza ira, senza violenza, anzi con gentilezza. Non vuole innescare una discussione, ma disinnescare il rancore, questo è importante: spegnere insieme l’odio e l’ingiustizia, cercando di recuperare il fratello colpevole. Non è facile questo, ma Gesù lo ha fatto e ci dice di farlo anche noi. Questo è porgere l’altra guancia: la mitezza di Gesù è una risposta più forte della percossa che ha ricevuto. Porgere l’altra guancia non è il ripiego del perdente, ma l’azione di chi ha una forza interiore più grande. Porgere l’altra guancia è vincere il male con il bene, che apre una breccia nel cuore del nemico, smascherando l’assurdità del suo odio. E questo atteggiamento, questo porgere l’altra guancia, non è dettato dal calcolo o dall’odio, ma dall’amore. Cari fratelli e sorelle, è l’amore gratuito e immeritato che riceviamo da Gesù a generare nel cuore un modo di fare simile al suo, che rifiuta ogni vendetta. Noi siamo abituati alle vendette: “Mi hai fatto questo, io ti farò quell’altro”, o a custodire nel cuore questo rancore, rancore che fa male, distrugge la persona.
Veniamo all’altra obiezione: è possibile che una persona giunga ad amare i propri nemici? Se dipendesse solo da noi, sarebbe impossibile. Ma ricordiamoci che, quando il Signore chiede qualcosa, vuole donarla. Mai il Signore ci chiede qualcosa che Lui non ci dà prima. Quando mi dice di amare i nemici, vuole darmi la capacità di farlo. Senza quella capacità noi non potremmo, ma Lui ti dice “ama il nemico” e ti dà la capacità di amare. Sant’Agostino pregava così – ascoltate che bella preghiera questa –: Signore, «dammi ciò che chiedi e chiedimi ciò che vuoi» (Confessioni, X, 29.40), perché me lo hai dato prima. Che cosa chiedergli? Che cosa Dio è contento di donarci? La forza di amare, che non è una cosa, ma è lo Spirito Santo. La forza di amare è lo Spirito Santo, e con lo Spirito di Gesù possiamo rispondere al male con il bene, possiamo amare chi ci fa del male. Così fanno i cristiani. Com’è triste, quando persone e popoli fieri di essere cristiani vedono gli altri come nemici e pensano a farsi guerra! È molto triste.
Elimina--->E noi, proviamo a vivere gli inviti di Gesù? Pensiamo a una persona che ci ha fatto del male. Ognuno pensi a una persona. È comune che abbiamo subito il male da qualcuno, pensiamo a quella persona. Forse c’è del rancore dentro di noi. Allora, a questo rancore affianchiamo l’immagine di Gesù, mite, durante il processo, dopo lo schiaffo. E poi chiediamo allo Spirito Santo di agire nel nostro cuore. Infine preghiamo per quella persona: pregare per chi ci ha fatto del male (Lc 6,28). Noi, quando ci hanno fatto qualcosa di male, andiamo subito a raccontare agli altri e ci sentiamo vittime. Fermiamoci, e preghiamo il Signore per quella persona, che l’aiuti, e così viene meno questo sentimento di rancore. Pregare per chi ci ha trattato male è la prima cosa per trasformare il male in bene. La preghiera. La Vergine Maria ci aiuti a essere operatori di pace verso tutti, soprattutto verso chi ci è ostile e non ci piace.
Papa Benedetto XVI
RispondiEliminaLa Magna Carta della
Nonviolenza Cristiana
Nel mondo c'è troppa violenza, troppa ingiustizia, e quindi questa situazione non può essere superata se non contrastandola con più amore, con più bontà.
Questo passo del Vangelo è giustamente considerato la magna carta della non violenza cristiana. Essa non consiste nel soccombere al male, come pretende una falsa interpretazione del "porgere l'altra guancia" (cfr. Lc 6,29), ma nel rispondere al male con il bene (cfr. Rm 12,17-21) e rompere così la catena dell'ingiustizia.
Si capisce allora che per i cristiani la non violenza non è un semplice comportamento tattico ma un modo di essere della persona, l'atteggiamento di chi è così convinto dell'amore e della potenza di Dio che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell'amore e della verità.
L'amore per il proprio nemico costituisce il nucleo della "rivoluzione cristiana", una rivoluzione non basata su strategie di potere economico, politico o mediatico: la rivoluzione dell'amore, un amore che non si basa in definitiva sulle risorse umane ma è un dono di Dio che si ottiene confidando unicamente e senza riserve nella sua bontà misericordiosa. Ecco la novità del Vangelo che cambia silenziosamente il mondo! Ecco l'eroismo degli "umili" che credono nell'amore di Dio e lo diffondono, anche a costo della vita.
FAUSTI – Dietro ogni imperativo si legge in filigrana un indicativo, che mostra come Dio in Gesù mi ha amato. Sono Parole strettamente autobiografiche : Lui per primo ha fatto ciò che ha detto.
RispondiEliminaQuesto brano ha la funzione di richiamare alla mente come Dio ama me, in modo che io, riconoscendomi peccatore graziato, faccia di questa grazia la fonte della mia vita nuova.
Il brano quindi rivela chi è Dio per me , chi sono io per Lui e chi devo essere per gli altri.
Gesù mi rivela il Volto di un Dio che mi ama mentre sono Suo nemico ; mi fa del bene mentre Lo odio, mi benedice mentre Lo maledico...purché io sia salvo ,è disposto a subire ogni male da me...mi dona anche ciò che non oso chiedergli e non richiede indietro ciò che gli ho rubato !
Il Suo Amore per me gli ha fatto percorrere una strada infinita!
Lui è tutta condiscendenza verso il mio abisso.
In questo Suo Amore verso di me , mi rivela chi sono io per Lui : infinitamente amato, anche se suo nemico, odiatore, maldicente, rinnegatore, violento, spogliatore, petulante, indigente e ladro.
Proprio verso di me, che sono in questa situazione, Lui riversa il Suo Amore e mi dona la Sua grazia con la Sua Misericordia. Conoscere Dio nello Spirito è sperimentare e sapere l'Amore di Dio verso di me peccatore, in Cristo. Questa è la Salvezza.
Ciò che Lui ha fatto per me, diventa per me un impegno, perché io sia quel che sono.
Il Volto di Cristo, il Figlio, è il mio vero volto.Da 'homo homini lupus' divento ' homo homini Deus', come Lui. Questa è la mia vocazione di figlio di Dio, alla quale il Suo Amore mi chiama e mi abilita. Nella misura in cui conosco il Suo Volto, vengo trasformato nella Sua immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Suo Spirito (2Cor 3,18).
In queste Parole quindi, vedo da una parte la storia di Dio in Gesù, nel Suo Amore verso di me ; dall'altra la storia mia e di chiunque che, guarito dall'inimicizia verso Dio, è chiamato a guarire dall' inimicizia verso tutti.
Il discorso è riservato ai discepoli. E' una catechesi sul nocciolo della vita cristiana , l'amore di misericordia , unico amore possibile in un mondo di male, unica forza capace di vincerlo.
L'amore dei nemici è proprio e solo di chi ha conosciuto Dio nello Spirito di Gesù, il Figlio. Questo amore si estende a tutti gli uomini, e rivela l'essenza di Dio.
L'amore dei nemici è lo stesso di cui abbiamo beneficiato anche noi,mentre seguivamo ancora “quello spirito che opera negli uomini ribelli”, che ci aveva ridotti “ per natura meritevoli di ira, come gli altri”, “senza speranza e senza Dio in questo mondo” (Ef 2,2...). infatti proprio allora, “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatto rivivere con Cristo, per grazia, infatti, siete stati salvati...”.
Essere per gli altri come Dio è per noi . Questo è il modello e la sorgente del nostro agire con “grazia” verso gli altri. Anche noi, perché amati ed accettati, possiamo accettare ed amare noi stessi come siamo ; e così possiamo accettare e amare gli altri come sono, senza riserve.
Il desiderio dell'uomo è diventare come Dio. Origine di ogni male, è anche il desiderio che Dio colma di ogni bene. Dopo la rivelazione del Suo Volto in Gesù,, è possibile capire la via per diventare come Lui .”Siate santi come Io sono santo” (Lev 19,2). Qui si mostra come la Santità, il proprio specifico di Dio, è la Misericordia. E' il tema di tutto il Vangelo di Luca, che ne è uno sviluppo continuo attraverso i fatti e i detti del Signore.
Solo alla fine della storia , il male sarà tolto, quando tutto il suo abisso sarà ricolmo di misericordia, come l'acqua riempie il mare.