mercoledì 17 febbraio 2016

C - 2 DOM. QUARESIMA


2 commenti:

  1. R. CANTALAMESSA – Sei giorni dopo aver ricevuto, a Cesarea di Filippo, la professione di fede di Pietro e aver annunciato la sua Passione, Gesù prende con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e sale su “un monte alto, in un luogo appartato , loro soli”. Con queste tre sottolineature l'avvenimento viene staccato dalla sfera naturale e dal ritmo ordinario della vita ,viene collocato in una dimensione diversa : di solitudine, di silenzio, e di lontananza da tutto.
    Qual è per noi la “casa” da cui dobbiamo uscire, le cose e le preoccupazioni da cui dobbiamo svincolarci,ognuno lo scoprirà, senza difficoltà, per conto suo. Ma si impone uno stacco.
    Gesù, è detto, si trasfigurò “davanti a loro”. Egli non si trasfigura davanti a tutti, indistintamente, in mezzo al chiasso e alla folla, ma solo davanti ad alcuni, a quelli che hanno lasciato in basso parenti, amici, lavoro, tutto, e hanno accettato il suo invito a ritirarsi in disparte con Lui.
    Quelli che sentono di poter dire con il salmista : “ Il Tuo Volto, o Signore, io cerco, non nascondermi il Tuo Volto”(Sl 27) o anche “ Il mio cuore è pronto per Te, per Te, mio Dio” (Sl 57).
    Andando avanti leggiamo : “Il suo Volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”.
    Quello che si deduce con chiarezza dal testo è che la luce non investe Gesù dal di fuori, ma proviene dal suo interno.
    Il suo Volto non è semplicemente “illuminato”, ma “brilla”.
    Lo stesso le sue vesti : esse diventano splendenti.
    E' messa in evidenza la differenza essenziale rispetto ad analoghe teofanie dell'Antico Testamento.
    Gesù brilla di luce propria, non riflessa , sul suo Volto non rifulge solo la Gloria di Dio come sul volto di Mosè, ma anche la propria Gloria. Meglio, rifulge, come propria,la Gloria stessa di Dio,
    perchè “ Egli è irradiazione della sua Gloria e impronta della sua sostanza”. (Ebrei 1,3).
    Egli non vede Dio, ma piuttosto è visto come Dio.
    Sul Tabor si inaugura un nuovo genere di teofania , la cristofania. “Si trasfigura – precisa San Giovanni Damasceno – non assumendo qualcosa che non era, ma mostrando ai suoi discepoli ciò che in realtà era”. La Trasfigurazione è un dono che il Padre fa a Gesù, un modo per mostrargli la sua compiacenza.
    Gesù sul Tabor non è tanto un maestro che impartisce insegnamenti o fornisce prove della sua divinità ai discepoli, quanto il Figlio che ammette i suoi amici a un momento di intimità tra lui e il Padre Celeste, perchè siano testimoni e partecipi della sua gloria. Egli era felice. La trasfigurazione è un mistero di felicità divina. Tutto il torrente di gioia che scorre tra Padre e Figlio , che è poi lo stesso Spirito Santo, in quell'occasione “traboccò dal vaso” dell'umanità di Cristo.
    “Mentre pregava il Suo Volto cambiò d'aspetto”questa è la chiave per capire tutto l'avvenimento.
    Ed è anche quello che di colpo riporta la Trasfigurazione vicinissima a noi, come un mistero non solo da contemplare, ma anche da imitare. Se lo scopo della contemplazione di Cristo , come dice S. Paolo, è di trasformarci in Colui che contempliamo, se anche noi siamo chiamati a trasfigurarci, allora la preghiera è la via privilegiata per farlo.
    E' soprattutto nel descrivere l'apparizione di Dio, la teofania, che gli autori biblici hanno sviluppato il senso estetico. Tali descrizioni contengono le più intense descrizioni di bellezza di tutto l'Antico testamento. Bello è tutto ciò che è sfiorato dalla presenza di Dio.
    Il monte Sion è splendore di bellezza , solo perchè è la dimora di Dio. Tutto ciò che ha attinenza con Dio, persino i piedi del suo messaggero, diventa bello (Isaia 52,7).
    Non sorprende perciò che la nuova teofania del Tabor sia divenuta per noi l'oggetto per eccellenza della rappresentazione estetica e l'occasione per la celebazione della bellezza “Oggi sul Tabor Egli
    ha rinnovato e trasformato l'immagine della bellezza terrestre in quella della bellezza celeste”.

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  2. -->La nube è , nella trasfigurazione, quello che è la colomba nel battesimo : il segno visibile della presenza dello Spirito Santo. Del resto , come potrebbe lo Spirito, essere del tutto assente in una teofania così chiaramente trinitaria?Egli è lo spazio in cui avviene la Trasfigurazione.
    Nel segno della nube, che si vede, si fa presente lo Spirito Santo e nel segno della voce che si ode, si fa presente il Padre che proclama . “ Questi è il Figlio Mio prediletto, ascoltatelo!”.
    “ Ascoltatelo!” : come risuona ancora attuale questo imperativo del Padre!. Lui, la nuova, piena autorivelazione di Dio agli uomini! Questo ci basta!

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