giovedì 7 aprile 2016

C - 3 DOM. PASQUA


1 commento:

  1. S. FAUSTI -
    “Mi ami?”Sono le Parole di Gesù, morto e risorto, a Pietro.
    Ognuno le sente rivolte a sé, come fine o, meglio, principio di tutto il Vangelo.
    Gesù chiede a Pietro se lo ama “più” degli altri per ridimensionare la sua pretesa di essere migliore degli altri. Ma non solo : l'amore ha come molla il “più”.E' infatti sempre una competizione ; ma non con gli altri, bensì con se stessi, per vincere egoismo, orgoglio e paura.
    L'amore è sempre un di “più” - se non cresce , diminuisce – nell'umiltà e nella dedizione.
    E' la nostra partecipazione al “ magis , più” della maestà del Dio Amore , a immagine del quale siamo creati.
    Il nostro cuore infatti è spinto dal desiderio insaziabile di un di più senza fine.
    Ciò che finisce è finito, ma non perfetto.
    Questo “di più”, marchio divino dell'uomo, è il suo tornentoso destino, di felicità o di dannazione : segna il progresso della sua storia se investito nell'amore , il regresso se investito nell'egoismo.
    La risposta affermativa di Pietro non si fonda sulla sua sicurezza di dare la vita per Gesù.
    Si fonda su quanto il Signore sa : gli aveva predetto la sua defezione , ma pure che lo avrebbe seguito più tardi.
    Per la terza volta gli è confermata la fiducia.
    Quest'ultima risposta di Gesù sintetizza le altre due : dice”pasci” come la prima volta e “le mie pecore” come la seconda . Pietro , con e come il pastore bello, pasce le sue pecore nell'amore, perchè ci sia un solo gregge libero, un solo pastore.
    Egli ha l'iniziativa della missione e conserva l'unione , perchè non si laceri l'essere “uno” dei salvati.
    Nell'episodio ascoltato c'é come il ripetersi successivo di quell'ondata che Gesù ha messo in moto : ora essa si ripercuote nei discepoli e, tramite loro, si allarga all'infinito, vivificando del suo Spirito il mondo intero.
    Ora i discepoli sono all'opera . Non sono più di sera e al chiuso in Gerusalemme, ma di mattina e all'aperto sul Lago di Tiberiade, luogo della vita quotidiana, loro e di Gesù.
    Il tempo e il luogo sono significativi : l'alba è il limite tra notte e giorno, il litorale è il limite tra mare e terra.
    Alba e litorale sono il tempo e il luogo tipico dell'uomo, posto tra due realtà contrarie, chiamato a varcare la soglia dalla tenebra alla luce, dalla morte alla vita.
    I discepoli sono usciti da dove il Signore ha lavato loro i piedi e affrontano con Lui e come Lui il mondo.
    Dopo il dono di Gesù che li ha amati fino a dare se stesso ed è tornato mostrandosi vincitore della morte e principe della vita, inizia il giorno del Signore :
    è ogni giorno, da vivere ormai nell'amore del Padre e dei fratelli.
    Per questo i sette vanno a “pescare uomini per la vita”.
    Come ha fatto Gesù , anch'essi strappano i fratelli dall'acqua dove annegano, per comunicare loro la sorgente d'acqua viva.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.