da DOMINUM ET VIVIFICANTEM - S. G.PAOLO II Lo Spirito Santo non cessa di essere il custode della speranza nel cuore dell'uomo: della speranza di tutte le creature umane e, specialmente, di quelle che «possiedono le primizie dello Spirito» ed «aspettano la redenzione del loro corpo». Lo Spirito Santo, nel suo misterioso legame di divina comunione col Redentore dell'uomo, è il realizzatore della continuità della sua opera: egli prende da Cristo e trasmette a tutti, entrando incessantemente nella storia del mondo attraverso il cuore dell'uomo.
Qui egli diventa - come proclama la Sequenza liturgica della solennità di Pentecoste - vero «padre dei poveri, datore dei doni luce dei cuori»; diventa «dolce ospite dell'anima», che la Chiesa saluta incessantemente sulla soglia dell'intimità di ogni uomo. Egli, infatti, porta «riposo e riparo» in mezzo alle fatiche, al lavoro delle braccia e delle menti umane; porta «riposo» e «sollievo» in mezzo alla calura del giorno, in mezzo alle inquietudini, alle lotte e ai pericoli di ogni epoca; porta, infine, la «consolazione», quando il cuore umano piange ed è tentato dalla disperazione. Per questo, la stessa Sequenza esclama: «Senza la tua forza nulla è nell'uomo, nulla è senza colpa». Solo lo Spirito Santo, infatti, «convince del peccato», del male, allo scopo di instaurare il bene nell'uomo e nel mondo umano: per «rinnovare la faccia della terra». Perciò, egli opera la purificazione da tutto ciò che «deturpa» l'uomo, da «ciò che è sordido»; cura le ferite anche più profonde dell'umana esistenza; cambia l'interiore aridità delle anime, trasformandole in fertili campi di grazia e di santità. Quello che è «rigido - lo piega», quello che è «gelido - lo riscalda», quello che è «sviato - lo raddrizza» lungo le vie della salvezza. Pregando così, la Chiesa incessantemente professa la sua fede: c'è nel nostro mondo creato uno Spirito che è un dono increato. È questi lo Spirito del Padre e del Figlio: come il Padre e il Figlio, è increato, immenso, eterno, onnipotente, Dio, Signore.
--> Questo Spirito di Dio «riempie l'universo», e tutto ciò che è creato in lui riconosce la fonte della propria identità, in lui trova la propria trascendente espressione, a lui si volge e lo attende, lo invoca col suo stesso essere. A lui, come a Paraclito, a Spirito di verità e di amore, si rivolge l'uomo che vive di verità e di amore e che senza la fonte della verità e dell'amore non può vivere. A lui si rivolge la Chiesa, che è il cuore dell'umanità, per invocare per tutti ed a tutti dispensare quei doni dell'amore, che per mezzo suo «è stato riversato nei nostri cuori». A lui si rivolge la Chiesa lungo le intricate vie del pellegrinaggio dell'uomo sulla terra: e chiede, incessantemente chiede la rettitudine degli atti umani come opera sua; chiede la gioia e la consolazione, che solo lui, il vero consolatore, può portare scendendo nell'intimo dei cuori umani; chiede la grazia delle virtù, che meritano la gloria celeste; chiede la salvezza eterna, nella piena comunicazione della vita divina, a cui il Padre ha eternamente «predestinato» gli uomini, creati per amore ad immagine e somiglianza della Santissima Trinità. La Chiesa col suo cuore, che in sé comprende tutti i cuori umani, chiede allo Spirito Santo la felicità, che solo in Dio ha la sua completa attuazione: la gioia «che nessuno potrà togliere», la gioia che è frutto dell'amore e, dunque, di Dio che è amore; chiede «la giustizia, la pace e la gioia nello Spirito Santo», in cui, secondo san Paolo, consiste il Regno di Dio. Anche la pace è frutto dell'amore: quella pace interiore, che l'uomo affaticato cerca nell'intimo del suo essere. quella pace chiesta dall'umanità, dalla famiglia umana dai popoli, dalle nazioni, dai continenti, con una trepida speranza di ottenerla nella prospettiva del passaggio dal secondo al terzo Millennio cristiano. Poiché la via della pace passa in definitiva attraverso l'amore e tende a creare la civiltà dell'amore, la Chiesa fissa lo sguardo in colui che è l'amore del Padre e del Figlio e, nonostante le crescenti minacce, non cessa di aver fiducia, non cessa di invocare e di servire la pace dell'uomo sulla terra. La sua fiducia si fonda su colui che, essendo lo Spirito-amore, è anche lo Spirito della pace e non cessa di esser presente nel nostro mondo umano, sull'orizzonte delle coscienze e dei cuori, per «riempire l'universo» di amore e di pace
S. FAUSTI - Gesù con il suo andarsene, diventa il pontefice tra noi e Dio, il fratello intercessore presso il Padre : ci apre l'accesso a lui e ai suoi doni. Gesù chiede per noi al Padre il dono definitivo .Egli ottiene tutto ciò che chiede, Per questo il Consolatore ci è certamente dato. Noi preghiamo non perché Lui ce lo dia, ma per disporci a riceverlo. “Consolatore” perché “con – solare” significa stare con uno che è solo, in modo che non sia più solo.Il Consolatore è Colui che sta “con” noi, offrendoci quella compagnia che vince la nostra solitudine radicale. Le sue caratteristiche sono descritte attraverso le sue azioni : è “con” noi in eterno, è “lo Spirito della verità”, dimora presso di noi in Gesù,sarà “in noi” dopo il suo andarsene , ci insegnerà e farà ricordare quanto Lui ha detto. Egli ci insegnerà e imprimerà nel cuore il Figlio. E' il Maestro interiore , che ci rende ”tutti istruiti da Dio”. Dio che prima era con noi nella Legge e poi presso di noi nella carne del Figlio, sarà in noi con il Suo Spirito, l'Amore che fa conoscere tutto. Con l'andarsene di Gesù si è compiuta la Rivelazione : il Figlio ha manifestato il volto del Padre. Ma solo chi ama è in grado di conoscere. L'Amore, come fa capire, così fa ri-cordare, portare-nel-cuore tutto ciò che Gesù ha detto, perché possiamo viverne. Gesù ha detto e ha dato tutto. Tutto ciò che Gesù ha detto quando era tra noi, ci verrà fatto comprendere e ricordare dallo Spirito. Gesù non ci abbandona, ma compie il senso della sua venuta tra noi . Ci lascia la Sua pace e la Sua gioia , frutto dello Spirito d'Amore. Lo Spirito Santo non aggiungerà nulla a quanto Egli ha rivelato e donato : farà invece entrare sempre più profondamente in noi il mistero del Figlio e del Padre, con un Amore che fa conoscere e una conoscenza che fa amare.
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Lo Spirito Santo non cessa di essere il custode della speranza nel cuore dell'uomo: della speranza di tutte le creature umane e, specialmente, di quelle che «possiedono le primizie dello Spirito» ed «aspettano la redenzione del loro corpo». Lo Spirito Santo, nel suo misterioso legame di divina comunione col Redentore dell'uomo, è il realizzatore della continuità della sua opera: egli prende da Cristo e trasmette a tutti, entrando incessantemente nella storia del mondo attraverso il cuore dell'uomo.
Qui egli diventa - come proclama la Sequenza liturgica della solennità di Pentecoste - vero «padre dei poveri, datore dei doni luce dei cuori»; diventa «dolce ospite dell'anima», che la Chiesa saluta incessantemente sulla soglia dell'intimità di ogni uomo. Egli, infatti, porta «riposo e riparo» in mezzo alle fatiche, al lavoro delle braccia e delle menti umane; porta «riposo» e «sollievo» in mezzo alla calura del giorno, in mezzo alle inquietudini, alle lotte e ai pericoli di ogni epoca; porta, infine, la «consolazione», quando il cuore umano piange ed è tentato dalla disperazione. Per questo, la stessa Sequenza esclama: «Senza la tua forza nulla è nell'uomo, nulla è senza colpa». Solo lo Spirito Santo, infatti, «convince del peccato», del male, allo scopo di instaurare il bene nell'uomo e nel mondo umano: per «rinnovare la faccia della terra». Perciò, egli opera la purificazione da tutto ciò che «deturpa» l'uomo, da «ciò che è sordido»; cura le ferite anche più profonde dell'umana esistenza; cambia l'interiore aridità delle anime, trasformandole in fertili campi di grazia e di santità. Quello che è «rigido - lo piega», quello che è «gelido - lo riscalda», quello che è «sviato - lo raddrizza» lungo le vie della salvezza. Pregando così, la Chiesa incessantemente professa la sua fede: c'è nel nostro mondo creato uno Spirito che è un dono increato. È questi lo Spirito del Padre e del Figlio: come il Padre e il Figlio, è increato, immenso, eterno, onnipotente, Dio, Signore.
--> Questo Spirito di Dio «riempie l'universo», e tutto ciò che è creato in lui riconosce la fonte della propria identità, in lui trova la propria trascendente espressione, a lui si volge e lo attende, lo invoca col suo stesso essere. A lui, come a Paraclito, a Spirito di verità e di amore, si rivolge l'uomo che vive di verità e di amore e che senza la fonte della verità e dell'amore non può vivere. A lui si rivolge la Chiesa, che è il cuore dell'umanità, per invocare per tutti ed a tutti dispensare quei doni dell'amore, che per mezzo suo «è stato riversato nei nostri cuori». A lui si rivolge la Chiesa lungo le intricate vie del pellegrinaggio dell'uomo sulla terra: e chiede, incessantemente chiede la rettitudine degli atti umani come opera sua; chiede la gioia e la consolazione, che solo lui, il vero consolatore, può portare scendendo nell'intimo dei cuori umani; chiede la grazia delle virtù, che meritano la gloria celeste; chiede la salvezza eterna, nella piena comunicazione della vita divina, a cui il Padre ha eternamente «predestinato» gli uomini, creati per amore ad immagine e somiglianza della Santissima Trinità. La Chiesa col suo cuore, che in sé comprende tutti i cuori umani, chiede allo Spirito Santo la felicità, che solo in Dio ha la sua completa attuazione: la gioia «che nessuno potrà togliere», la gioia che è frutto dell'amore e, dunque, di Dio che è amore; chiede «la giustizia, la pace e la gioia nello Spirito Santo», in cui, secondo san Paolo, consiste il Regno di Dio. Anche la pace è frutto dell'amore: quella pace interiore, che l'uomo affaticato cerca nell'intimo del suo essere. quella pace chiesta dall'umanità, dalla famiglia umana dai popoli, dalle nazioni, dai continenti, con una trepida speranza di ottenerla nella prospettiva del passaggio dal secondo al terzo Millennio cristiano. Poiché la via della pace passa in definitiva attraverso l'amore e tende a creare la civiltà dell'amore, la Chiesa fissa lo sguardo in colui che è l'amore del Padre e del Figlio e, nonostante le crescenti minacce, non cessa di aver fiducia, non cessa di invocare e di servire la pace dell'uomo sulla terra. La sua fiducia si fonda su colui che, essendo lo Spirito-amore, è anche lo Spirito della pace e non cessa di esser presente nel nostro mondo umano, sull'orizzonte delle coscienze e dei cuori, per «riempire l'universo» di amore e di pace
RispondiEliminaS. FAUSTI - Gesù con il suo andarsene, diventa il pontefice tra noi e Dio, il fratello intercessore presso il Padre : ci apre l'accesso a lui e ai suoi doni. Gesù chiede per noi al Padre il dono definitivo .Egli ottiene tutto ciò che chiede, Per questo il Consolatore ci è certamente dato.
RispondiEliminaNoi preghiamo non perché Lui ce lo dia, ma per disporci a riceverlo.
“Consolatore” perché “con – solare” significa stare con uno che è solo, in modo che non sia più solo.Il Consolatore è Colui che sta “con” noi, offrendoci quella compagnia che vince la nostra solitudine radicale.
Le sue caratteristiche sono descritte attraverso le sue azioni : è “con” noi in eterno, è “lo Spirito della verità”, dimora presso di noi in Gesù,sarà “in noi” dopo il suo andarsene , ci insegnerà e farà ricordare quanto Lui ha detto. Egli ci insegnerà e imprimerà nel cuore il Figlio.
E' il Maestro interiore , che ci rende ”tutti istruiti da Dio”.
Dio che prima era con noi nella Legge e poi presso di noi nella carne del Figlio, sarà in noi con il Suo Spirito, l'Amore che fa conoscere tutto.
Con l'andarsene di Gesù si è compiuta la Rivelazione : il Figlio ha manifestato il volto del Padre.
Ma solo chi ama è in grado di conoscere. L'Amore, come fa capire, così fa ri-cordare, portare-nel-cuore tutto ciò che Gesù ha detto, perché possiamo viverne.
Gesù ha detto e ha dato tutto. Tutto ciò che Gesù ha detto quando era tra noi, ci verrà fatto comprendere e ricordare dallo Spirito.
Gesù non ci abbandona, ma compie il senso della sua venuta tra noi . Ci lascia la Sua pace e la Sua gioia , frutto dello Spirito d'Amore.
Lo Spirito Santo non aggiungerà nulla a quanto Egli ha rivelato e donato : farà invece entrare sempre più profondamente in noi il mistero del Figlio e del Padre, con un Amore che fa conoscere e una conoscenza che fa amare.