S. FAUSTI – In Luca il cap. 11 ci ha rivelato la nostra figliolanza di Dio, già sicura in cielo, presso il Padre. Ma noi siamo qui, in terra, nella densità dello spazio e nel fluire del tempo. La figliolanza (cap 12) si vive dapprima in rapporto alle cose : sono un dono del Padre ai figli e dei fratelli tra di loro. Ora il cap. 13 ci insegna a viverla nel tempo : come il dono è il senso di tutto ciò che occupa lo spazio, così la conversione è il senso di ogni frazione di tempo. Il presente,unico tempo che ancora c'è e già non è scomparso, è l'occasione per convertirci. Ciò non significa “diventare più bravi”, ma volgerci dalla nostra miseria alla sua misericordia , dal male che facciamo al bene che Lui ci vuole. Dall'autogiustificazione all'accettazione della sua grazia, come fonte nuova di vita. Così viviamo in continua gioia e in rendimento di grazie . siamo entrati nel sabato! Questo è già all'opera nel mondo e si celebra nell'Eucaristia, il banchetto di gioia dei salvati.
Il problema è come entrare nella sala dove si mangia il pane del Regno. Questo brano parla della lotta per entrarci. Richiama per vari termini il bussare della notte per ottenere il pane e la richiesta insistente per ricevere lo Spirito.(11,9-!8,1).
La porta è Gesù : attraverso di Lui tutti gli uomoni sono salvati, perchè il Suo cammino verso Gerusalemme va incontro a ogni fuggiasco. Ognuno può entrare, anche il disperato, l'immondo e l'incurabile. Unico biglietto d'ingresso è il bisogno. Resta fuori solo chi “sta bene”. La falsa sicurezza e la presunta giustizia sono l'unico impedimento. Per entrarvi bisogna riconoscersi peccatori davanti al perdono di Dio : nessuno si salva per i propri meriti , ma tutti siamo salvati. Il tempo presente è l'anno di grazia che ci è concesso per convertirci dalla nostra (in)giustizia alla sua grazia. La porta è dichiarata stretta perchè l'io e le sue presunzioni non vi passano. Devono morire fuori. Inizia qui la seconda parte del viaggio di Gesù , tutta centrata sulla Sua misericordia. Noi siamo invitati a identificarci con le varie persone che Lui incontra e salva. La porta , stretta come la cruna di un ago per chi presume dei suoi beni, sarà aperta per chi riconosce la propria cecità.
VANGELO (Mt 22,1-14) Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. + Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest'ordine: "Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!". Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: "La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze". Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l'abito nuziale. Gli disse: "Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?". Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti". Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Parola del Signore.
S. FAUSTI – In Luca il cap. 11 ci ha rivelato la nostra figliolanza di Dio, già sicura in cielo, presso il Padre. Ma noi siamo qui, in terra, nella densità dello spazio e nel fluire del tempo.
RispondiEliminaLa figliolanza (cap 12) si vive dapprima in rapporto alle cose : sono un dono del Padre ai figli e dei fratelli tra di loro.
Ora il cap. 13 ci insegna a viverla nel tempo : come il dono è il senso di tutto ciò che occupa lo spazio, così la conversione è il senso di ogni frazione di tempo.
Il presente,unico tempo che ancora c'è e già non è scomparso, è l'occasione per convertirci.
Ciò non significa “diventare più bravi”, ma volgerci dalla nostra miseria alla sua misericordia , dal male che facciamo al bene che Lui ci vuole.
Dall'autogiustificazione all'accettazione della sua grazia, come fonte nuova di vita.
Così viviamo in continua gioia e in rendimento di grazie . siamo entrati nel sabato!
Questo è già all'opera nel mondo e si celebra nell'Eucaristia, il banchetto di gioia dei salvati.
Il problema è come entrare nella sala dove si mangia il pane del Regno.
Questo brano parla della lotta per entrarci.
Richiama per vari termini il bussare della notte per ottenere il pane e la richiesta insistente per ricevere lo Spirito.(11,9-!8,1).
La porta è Gesù : attraverso di Lui tutti gli uomoni sono salvati, perchè il Suo cammino verso Gerusalemme va incontro a ogni fuggiasco. Ognuno può entrare, anche il disperato, l'immondo e l'incurabile. Unico biglietto d'ingresso è il bisogno. Resta fuori solo chi “sta bene”.
La falsa sicurezza e la presunta giustizia sono l'unico impedimento.
Per entrarvi bisogna riconoscersi peccatori davanti al perdono di Dio : nessuno si salva per i propri meriti , ma tutti siamo salvati.
Il tempo presente è l'anno di grazia che ci è concesso per convertirci dalla nostra (in)giustizia alla sua grazia.
La porta è dichiarata stretta perchè l'io e le sue presunzioni non vi passano. Devono morire fuori.
Inizia qui la seconda parte del viaggio di Gesù , tutta centrata sulla Sua misericordia.
Noi siamo invitati a identificarci con le varie persone che Lui incontra e salva.
La porta , stretta come la cruna di un ago per chi presume dei suoi beni, sarà aperta per chi riconosce la propria cecità.
RispondiEliminaVANGELO (Mt 22,1-14)
Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest'ordine: "Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!". Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: "La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze". Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l'abito nuziale. Gli disse: "Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?". Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti".
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Parola del Signore.