giovedì 13 ottobre 2016

C - 29 DOM.T.O.


1 commento:

  1. S. FAUSTI - La “piccola apocalisse” iniziata dopo le parole di Gesù : “La tua fede ti ha salvata”, termina ora con il suo interrogativo sulla fede. Questo brano risponde alla domanda della Chiesa :
    “Perchè il Signore non viene ancora?”. La fede infatti vive del desiderio di incontrarlo , e invoca : “Maranà tha : Vieni, Signore!” ( 1Cor 16,22). Senza di Lui il discepolo è come la vedova .
    Priva dello sposo.
    Ma Lui sembra insensibile anche all'insistenza più importuna ; pare che ceda solo a fatica e per non essere disturbato oltre , come il giudice ingiusto.
    In realtà il Signore si comporta da sordo , solo perchè vuole che noi gridiamo a Lui , desidera udire la nostra voce :”Fammi sentire la tua voce, perchè la tua voce è soave!”, dice lo Sposo a colei che si sente vedova.(Ct 2,14).
    Il v. 1 è la didascalia dell'evangelista : bisogna pregare sempre.
    Segue la parabola dell'insistenza esaudita e poi l'applicazione di Gesù : l'esaudimento è sicuro, bisogna però aver fede.
    Se la Sua venuta è certa, bisogna nel frattempo “importunarlo”.
    In questo consiste la fede : una richiesta insistente del Suo ritorno, che tiene desto il nostro desiderio di Lui e ci preserva dal cadere nella tentazione radicale di non attenderlo più.
    La salvezza non viene perchè non è invocata.
    Il Salvatore tarda a venire solo perchè non è desiderato.
    Pazienta con noi e rinvia il Suo ritorno, solo perchè noi siamo indifferenti a Lui.
    Per questo bisogna pregare senza stancarsi.
    L'invocazione : “Venga il Tuo Regno” (11,2) è il cuore della preghiera che Gesù ci ha insegnato.
    L'uomo non può produrre il Regno. E' dono di Dio!. Può soltanto accoglierlo.
    E lo accoglie solo se lo attende. E lo attende solo se lo desidera.
    L'invocazione dell'uomo permette a Dio di venire , e di venir accolto.
    Quest'apocalisse lucana termina con la necessità della preghiera per non perdere la fede nel Suo ritorno.La preghiera infatti ci apre gli occhi sul regno , già venuto nel nascondimento e nella sofferenza.
    Solo alla fine si rivelerà nella gloria.Ma è già in mezzo a noi qui e ora, nella lotta per la fedeltà al Signore.
    La preghiera non ha bisogno di essere esaudita per ciò che chiede.
    Il più grande dono che essa ottiene è il fatto stesso di pregare, cioè di entrare in comunione con Dio.
    Questo è il frutto che essa porta sempre con sé, superiore a ogni nostra attesa.

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