giovedì 10 novembre 2016

C - FESTA DELLA CHIESA LOCALE


1 commento:

  1. S. FAUSTI - “Io Sono la vite, voi i tralci” dice Gesù ai suoi discepoli presenti e futuri. Con questa metafora, ricca di suggestioni, il Signore glorificato parla della sua unione profonda con quelli che aderiscono a Lui., lo amano e osservano le sue parole.
    Vite e tralci sono un'unica pianta : hanno la medesima linfa e producono il medesimo frutto. Giovanni, il cui simbolo è l'aquila, volteggia sullo stesso luogo, con cerchi sempre più elevati. Qui, parlando della comunione che già ora c'è tra Gesù e i suoi, ci porta oltre lo spazio e il tempo, abbracciando ogni spazio e ogni tempo, per dilatarsi infine nell'immensità di Dio.
    Il discorso ha la continuità discontinua propria del planare dell'aquila : in una corrente ascensionale , senza moto percettibile , ci trasporta in alto, con una visione sempre più ampia che, dal cielo, mette a fuoco ogni lontananza sulla terra.
    Non si tratta di un doppione, ma di una ripetizione di quanto ha appena detto. La verità va contemplata non una, ma infinite volte, per essere interiorizzata e gustata. Ogni volta il ricordo di ciò che si è capito si ravviva con risonanze nuove , più semplici e profonde, che riempiono il cuore e lo allargano senza fine.
    Per noi, che viviamo nel tempo, la ripetizione è principio di vita, come il battito del cuore, il ritmo del respiro e ogni altra funzione vitale.
    Questo vale anche per la vita nello Spirito : la Parola, sempre di nuovo ascoltata masticata e assimilata, ci fa vivere e crescere giorno dopo giorno.
    Nel costante ricordo, essa si imprime in noi, ci modifica e assimila a sé.
    Uno infatti vive di ciò che ri-corda ; diventa ciò che ha nel cuore.
    Nella ripetizione non c'è il pericolo della noia . in una frequentazione assidua, ciò che è bello, è sempre più bello. La ripetizione è il fondamento della contemplazione , che ci porta progressivamente a diventare riflesso della bellezza di Dio.
    La vite è il frutto della terra promessa : dà il vino, che allieta il cuore dell'uomo(Sl 104).
    E' simbolo della gioia e dell'amore , quel “di più” necessario alla vita dell'uomo perchè sia più umana. Richiama il primo dei segni che Gesù compì a Cana, rinnovando l'alleanza.
    Il Salmo 80 rilegge la storia d'Israele sotto la metafora di una vigna, piantata da Dio con amore e vigore, che diventa florida fino a riempire la terra, dai monti al mare e al fiume.
    Ma ora è abbandonata e devastata . Il Salmo è in'invocazione al Signore perchè visiti questa Sua vigna, faccia splendere il Suo Volto e la salvi dalla desolazione.
    Giovanni presenta la risposta a questa preghiera , finalmente esaudita.
    Ora la vigna è Gesù stesso, vera vite che porta frutto.
    In Lui c'è il passaggio dalla vigna alla vite, , dai molti all'unico, che è insieme risposta di Dio all'uomo e dell'uomo a Dio.
    Se restiamo uniti a Lui mediante la fede , l'amore e l'osservanza della sua parola, passiamo dall'infedeltà alla fedeltà, dalla sterilità alla fecondità, dal lutto alla gioia.
    In lui la nuova alleanza tra Dio e l'uomo è indissolubile : è Lui stesso la nuova alleanza , perchè è insieme Figlio di Dio e figlio dell'uomo.
    Il nuovo popolo è formato dai tralci uniti a Lui, unica vite che produce frutti d'amore.
    Dopo la metafora Gesù- Vite e della fecondità dei tralci che dimorano in Lui, si dice che dimorare in Lui è compiere il suo comando : amarci con il Suo stesso Amore.
    E' un'istruzione chiara al popolo della nuova alleanza , perchè capisca la novità di vita alla quale è chiamato e non cada nella presunzione e nell'infedeltà di prima.
    La parola “dimorare” cara a Giovanni , richiama relazioni, affetto, amore.
    L'uomo dimora dove ha il cuore: abita dove ama, è di casa in colui che ama.
    In Gesù, Figlio dell'uomo e figlio di Dio, anche noi siamo figli, rivolti verso il seno del Padre.
    L'unione con Dio non è un vago affetto, una speculazione esoterica o un'illuminazione intellettuale . è vita concreta, spesa nell'amore per i fratelli.

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