FAUSTI - Si svela il cuore del mistero di Gesù. Ai discepoli è concesso entrare nella conoscenza Padre/Figlio. L'obbedienza al “Gesù solo”, che il Padre ordina - “Ascoltate Lui” è l'apice del racconto.E' l'ottavo giorno, la Domenica, l'oggi eterno del cielo aperto sull'oggi terreno del presepio e del Battesimo, di Cafarnao e del Calvario : è il Regno spalancato all'uomo dalla vita di Gesù che inizia sul legno della mangiatoia e finisce sul legno della Croce. E' il giorno del Signore,la “dies dominica” in cui banchettiamo con Lui nella Coena Domini. Esso è insieme fine e inizio, con un dinamismo continuo che cresce all'infinito, trasfigurandoci di Gloria in Gloria (2Cor 3,18). Già ora siamo ciò che poi apparirà (1 Gv 3,2) : figli di Dio! Tutta la creazione partecipa alla generazione di questo uomo nuovo. Il destino del creato non è la sfigurazione e la morte, ma la trasfigurazione e la Gloria di Dio. Anche se ancora in esilio, siamo figli del Re, che stanno tornando alla casa del Padre. Come prima di spezzare il Pane Gesù prese con Sé gli Apostoli, così ora prende con Sè Pietro, Giovanni e Giacomo. Gesù li unisce a Sè per Sua iniziativa : li prende e li traspone in una situazione particolare di rivelazione : li porta con Sè nello spazio segreto della Sua Comunione col Padre. Salgono sul monte, noto ai discepoli, monte per eccellenza, monte della preghiera e dell'elezione,monte della rivelazione; i discepoli sono gravati dal sonno e la discesa dal monte avverrà il giorno dopo. Il sonno e la notte possono essere illuminati solo dalla Comunione col Padre. Il pregare di Gesù diventa un complemento di tempo e di luogo, quasi lo spazio che contiene la Trasfigurazione, Rivelazione del Padre e Gloria del Figlio. E' il luogo in cui scopriamo Dio come Abbà, nostra sorgente e veniamo generati nella Gloria del Figlio. Luca si ferma a contemplare il Volto di Gesù, ne sottolinea l'immagine visibile, in quanto altra, diversa, santa!Di questo Volto ci dà il vero aspetto, invisibile e ora rivelato, attraverso un solo tratto, la Gloria, Dio nel Suo splendore di bellezza. E' una luminosità che viene dal di dentro eliminando ogni ombra, fa vedere sul volto la realtà nascosta, dà visibilità all'invisibile. Di questa gloria descrive il vestito . Esso è bianco e emana folgori. Se così è il vestito, che cosa sarà il Corpo? Ma il Corpo stesso è il vestito della persona e l'umanità di Gesù, a sua volta, è il vestito della Sua persona Divina , da cui emena appieno la “dynamis” della gloria di Dio. La folgore, espressione di Dio, è l'attributo della veste! Gesù nella Trasfigurazione, si rivela come il centro di tutto, di Dio e dell'uomo, uniti in un'unica storia, incredibile se non fosse testimoniata da Mosè ed Elia. Mosè, la legge, e Elia, padre dei profeti, sono in dialogo con Gesù. Lui risponde loro perchè è Colui che la legge e la profezia hanno promesso ed atteso .La Gloria della Legge e della profezia è il Figlio ubbidiente, la Parola stessa, uditore perfetto del Padre. E' la Gloria del Dio della legge e della profezia, che adempie la promessa e colma l'attesa. La Trasfigurazione è quell'esperienza anticipata della Resurrezione , apertura dell'occhio del discepolo sulla Comunione di Gesù col Padre, il suo stare sveglio con Gesù che prega. “Guardate a Lui e sarete raggianti” (Sl 34,6). I discepoli desiderano arrestare la Gloria visibile del Signore . L'esperienza fatta da Pietro e compagni è quella della bellezza , la bellezza originaria del Volto del Figlio che ha alzato un lembo del velo che la ricopre. L'ottavo giorno, nella luce del suo fulgore, squarcia il sonno e la notte dei discepoli. La nube è segno della Gloria di Dio, essi entrano in essa, cioè nella potenza di Dio che avvolge : questo è obbedire alla “Voce” che esce , questa voce è Gesù stesso, Parola Eterna di Dio, Figlio obbediente, che va ascoltato.
“Questo è il Figlio mio, l'Eletto, ascoltate Lui!” E' il centro della Trasfigurazione, dove si lega la visione all'ascolto.Quel Dio che non ha volto, ha voce : voce che cerca un volto. Gesù, Volto perfetto del Padre, Figlio obbediente, Parola compiuta, piena d'Amore. L'obbedienza a Gesù che si rivolge a tutti, indica il cammino attraverso il quale tutti possiamo essere tra quei tre che giungono alla visione del mistero del Figlio. L'ascolto di Lui è la tenda che contiene la Gloria . Chi ascolta, vede il Volto del Padre nel Figlio ormai rispecchiato nel proprio.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Luca Lc 9,28b-36
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
PAROLE DEL SANTO PADRE “Mi piace vantarmi? Mi piacciono i soldi? Mi piace l’orgoglio, la superbia? Dove ho le mie radici, cioè di dove sono cittadino? Nel cielo o sulla terra? Nel mondo o nello spirito mondano? La nostra cittadinanza è nei cieli e di là aspettiamo, come Salvatore, il Signore Gesù Cristo. E la loro? La loro sorte finale sarà la perdizione. Ma guardate alla fine: dove ti porta quella cittadinanza che tu hai nel tuo cuore? Quella mondana alla rovina, quella della Croce di Cristo all’incontro con Lui”. (Santa Marta, 7 novembre 2014)
LETTURA DEL GIORNO Prima Lettura
Dal libro della Gènesi Gen 15,5-12.17-18
In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».
Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.
Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.
Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram: «Alla tua discendenza io do questa terra, dal fiume d’Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate».
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési Fil 3,17 - 4,1
Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!
FAUSTI - Si svela il cuore del mistero di Gesù. Ai discepoli è concesso entrare nella conoscenza Padre/Figlio. L'obbedienza al “Gesù solo”, che il Padre ordina - “Ascoltate Lui” è l'apice del racconto.E' l'ottavo giorno, la Domenica, l'oggi eterno del cielo aperto sull'oggi terreno del presepio e del Battesimo, di Cafarnao e del Calvario : è il Regno spalancato all'uomo dalla vita di Gesù che inizia sul legno della mangiatoia e finisce sul legno della Croce. E' il giorno del Signore,la “dies dominica” in cui banchettiamo con Lui nella Coena Domini. Esso è insieme fine e inizio, con un dinamismo continuo che cresce all'infinito, trasfigurandoci di Gloria in Gloria (2Cor 3,18).
RispondiEliminaGià ora siamo ciò che poi apparirà (1 Gv 3,2) : figli di Dio!
Tutta la creazione partecipa alla generazione di questo uomo nuovo.
Il destino del creato non è la sfigurazione e la morte, ma la trasfigurazione e la Gloria di Dio.
Anche se ancora in esilio, siamo figli del Re, che stanno tornando alla casa del Padre.
Come prima di spezzare il Pane Gesù prese con Sé gli Apostoli, così ora prende con Sè Pietro, Giovanni e Giacomo. Gesù li unisce a Sè per Sua iniziativa : li prende e li traspone in una situazione particolare di rivelazione : li porta con Sè nello spazio segreto della Sua Comunione col Padre. Salgono sul monte, noto ai discepoli, monte per eccellenza, monte della preghiera e dell'elezione,monte della rivelazione; i discepoli sono gravati dal sonno e la discesa dal monte avverrà il giorno dopo. Il sonno e la notte possono essere illuminati solo dalla Comunione col Padre. Il pregare di Gesù diventa un complemento di tempo e di luogo, quasi lo spazio che contiene la Trasfigurazione, Rivelazione del Padre e Gloria del Figlio.
E' il luogo in cui scopriamo Dio come Abbà, nostra sorgente e veniamo generati nella Gloria del Figlio.
Luca si ferma a contemplare il Volto di Gesù, ne sottolinea l'immagine visibile, in quanto altra, diversa, santa!Di questo Volto ci dà il vero aspetto, invisibile e ora rivelato, attraverso un solo tratto, la Gloria, Dio nel Suo splendore di bellezza.
E' una luminosità che viene dal di dentro eliminando ogni ombra, fa vedere sul volto la realtà nascosta, dà visibilità all'invisibile. Di questa gloria descrive il vestito . Esso è bianco e emana folgori. Se così è il vestito, che cosa sarà il Corpo?
Ma il Corpo stesso è il vestito della persona e l'umanità di Gesù, a sua volta, è il vestito della Sua persona Divina , da cui emena appieno la “dynamis” della gloria di Dio.
La folgore, espressione di Dio, è l'attributo della veste!
Gesù nella Trasfigurazione, si rivela come il centro di tutto, di Dio e dell'uomo, uniti in un'unica storia, incredibile se non fosse testimoniata da Mosè ed Elia.
Mosè, la legge, e Elia, padre dei profeti, sono in dialogo con Gesù. Lui risponde loro perchè è Colui che la legge e la profezia hanno promesso ed atteso
.La Gloria della Legge e della profezia è il Figlio ubbidiente, la Parola stessa, uditore perfetto del Padre. E' la Gloria del Dio della legge e della profezia, che adempie la promessa e colma l'attesa.
La Trasfigurazione è quell'esperienza anticipata della Resurrezione , apertura dell'occhio del discepolo sulla Comunione di Gesù col Padre, il suo stare sveglio con Gesù che prega.
“Guardate a Lui e sarete raggianti” (Sl 34,6).
I discepoli desiderano arrestare la Gloria visibile del Signore . L'esperienza fatta da Pietro e compagni è quella della bellezza , la bellezza originaria del Volto del Figlio che ha alzato un lembo del velo che la ricopre. L'ottavo giorno, nella luce del suo fulgore, squarcia il sonno e la notte dei discepoli. La nube è segno della Gloria di Dio, essi entrano in essa, cioè nella potenza di Dio che avvolge : questo è obbedire alla “Voce” che esce , questa voce è Gesù stesso, Parola Eterna di Dio, Figlio obbediente, che va ascoltato.
“Questo è il Figlio mio, l'Eletto, ascoltate Lui!” E' il centro della Trasfigurazione, dove si lega la visione all'ascolto.Quel Dio che non ha volto, ha voce : voce che cerca un volto. Gesù, Volto perfetto del Padre, Figlio obbediente, Parola compiuta, piena d'Amore.
RispondiEliminaL'obbedienza a Gesù che si rivolge a tutti, indica il cammino attraverso il quale tutti possiamo essere tra quei tre che giungono alla visione del mistero del Figlio.
L'ascolto di Lui è la tenda che contiene la Gloria . Chi ascolta, vede il Volto del Padre nel Figlio ormai rispecchiato nel proprio.
VANGELO DEL GIORNO
RispondiEliminaDal Vangelo secondo Luca
Lc 9,28b-36
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
PAROLE DEL SANTO PADRE
“Mi piace vantarmi? Mi piacciono i soldi? Mi piace l’orgoglio, la superbia? Dove ho le mie radici, cioè di dove sono cittadino? Nel cielo o sulla terra? Nel mondo o nello spirito mondano? La nostra cittadinanza è nei cieli e di là aspettiamo, come Salvatore, il Signore Gesù Cristo. E la loro? La loro sorte finale sarà la perdizione. Ma guardate alla fine: dove ti porta quella cittadinanza che tu hai nel tuo cuore? Quella mondana alla rovina, quella della Croce di Cristo all’incontro con Lui”. (Santa Marta, 7 novembre 2014)
LETTURA DEL GIORNO
Prima Lettura
Dal libro della Gènesi
Gen 15,5-12.17-18
In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».
Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.
Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.
Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram:
«Alla tua discendenza
io do questa terra,
dal fiume d’Egitto
al grande fiume, il fiume Eufrate».
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fil 3,17 - 4,1
Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!