venerdì 1 marzo 2019

C - 8 DOM.T.O.


5 commenti:

  1. FAUSTI - Il Comandamento :“ Diventate misericordiosi così come il Padre vostro è Misericordioso” (6, 36), sintesi di tutto il discorso della Misericordia, è l'unica strada maestra per la salvezza. Contro possibili e facili deviazioni, viene ora confermato con una serie di similitudini.
    Chi insegna diversamente è guida cieca,falso maestro ; chi agisce diversamente, criticando il male altrui e non vedendo il proprio, è un ipocrita. Il Comandamento della misericordia è l'unica via di salvezza, perchè ci fa diventare ciò che siamo, cioè “figli dell'Altissimo”.
    Chi abbassa il tiro, perchè la ritiene troppo perfetta, è un cieco che guida alla perdizione.
    Chi ritiene di conoscerne una più perfetta, è un falso maestro che insegna cose inutili.
    La misericordia è il massimo bene perchè è quell'amore che sa realisticamente conoscere e farsi carico del male. Essa impedisce la stoltezza e la presunzione di criticare gli altri. La critica va esercitata solo verso se stessi, per conoscere il proprio male e la miseriocrdia di cui si è indigenti.
    Così si entra in possesso del “tesoro buono”. Il discepolo vive di questo tesoro, che è la Cháris di Dio che ha sperimentato, e ne rende partecipi gli altri.
    Solo il cuore convertito dalla e alla misericordia può salvare dal male.
    L'uomo è nato per amare ed è fallito perchè non ama . Il suo desiderio essenziale non può fiorire, perchè è bacato. La misericordia può liberarlo, perchè sa volgere in bene il male.
    Se l'amore di Dio ha creato tutto dal nulla, la Sua Misericordia salva tutto dal male, peggiore del nulla.
    Giudicare gli altri e giustificare se stessi è il grave peccato di cecità che impedisce di conoscere il proprio male e di conoscere Dio.
    Questa duplice conoscenza è data nella misericordia.
    Al discepolo è chiesto di estromettere la propria trave che lo rende cieco : non deve credersi giusto e non bisognoso di misericordia!
    Così è guarita in radice la pianta cattiva.
    Allora è in grado di togliere il bruscolo dall'occhio del fratello. Non con un'operazione oculistica complicata, bensì semplicemente col suo occhio buono, vede buono e fa buono, comunicando un'esperienza di bontà.
    L'altro è da me graziato come io sono stato graziato! Il mio occhio verso l'altro è lo stesso di Dio verso di me! Più uno è peccatore, più è degno di amore misericordioso.
    E, come ho sperimentato Dio nei miei confronti, sono io nei confronti dell'altro.
    La nostra cattiveria verso gli altri è la mancxanza di misericordia : è il germoglio marcio del nostro albero cattivo.
    Il male fondamentale è l'occhio cieco che non vede il proprio male e non sente il bisogno della misericordia. L'occhio cieco esprime un cuore tenebroso, senza bontà.
    E questo cuore, come vede, così anche agisce male .
    Ha una mano piena di frutti dal sapore di morte. C'è una stretta connessione tra occhio/cuore/mano :il principio dell'azione buona o cattiva è il cuore pieno o meno di misericordia ; e il principio della misericordia nel nostro cuore è l'occhio , sua finestra, che ne riconosce il bisogno e ne accoglie la luce.
    Principio del bene è quindi il nostro occhio/cuore aperto sul nostro male e intenerito dalla misericordia ricevuta Questa misericordia salva dal male e crea il bene.
    Ho conosciuto un uomo che era sordo a ogni parola cattiva , mentre aveva l'udito sensibile a ogni cosa buona : in lui il male si spegneva e il bene lo illuminava. Aveva una sensibilità selettiva.
    Il cuore cattivo, invece, sente solo il male e germina il peggio, vittima parassita del male e suo moltiplicatore. Il problema serio del discepolo è riconoscersi come pianta cattiva dai frutti marci.
    Questa sincerità gli permette di non essee cieco sulla propria cecità. Chi vede con sincerità se stesso, vede il proprio male e il bisogno che ha di misericordia. E' l'unica condizione per la guarigione.

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  2. --> Gesù, Misericordia del Padre, opera il giudizio di far vedere i ciechi e rendere ciechi i vedenti. Davanti a Lui l'uomo può scoprire il proprio peccato senza paura e senza vergogna, perchè si vede perdonato.
    Riconoscere il mio cuore cattivo, che ha tesorizzato un grande capitale di male di vivere, è l'innesto stesso che mi fa albero buono, mi mette in comunione con Lui che perdona e con i fratelli che quindi perdono. Dai nostri frutti di morte, possiamo riconoscerci facilmente come legno cattivo. Così siamo disposti ad accogliere il Suo perdono ed accettiamo l'innesto dell'Unico legno Buono : l'Albero della Misericordia del Padre, la Croce del Suo Figlio, donato per noi.
    La conoscenza del mio peccato in questa luce mi rende finalmente solidale col Padre e con i fratelli.

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  3. VANGELO DI LUCA, 6, 39 - 45
    Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
    41Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
    43Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. 44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. 45L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.

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  4. LETTURA DEL GIORNO
    Dal libro del Siracide
    Sir 27,4-7, NV 27,5-8

    Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti;
    così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.
    I vasi del ceramista li mette alla prova la fornace,
    così il nodo di ragionare è il banco di prova per un uomo.
    Il frutto dimostra come è coltivato l'albero,
    così la parola rivela i pensieri del cuore.
    Non lodare nessuno prima che abbia parlato,
    poiché questa è la prova degli uomini.


    Seconda Lettura

    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
    1Cor 15,54-58

    Fratelli, quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
    "La morte è stata inghiottita nella vittoria.
    Dov'è, o morte, la tua vittoria?
    Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?"
    Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Essere cristiani significa non partire dalla morte, ma dall’amore di Dio per noi, che ha sconfitto la nostra acerrima nemica. Dio è più grande del nulla, e basta solo una candela accesa per vincere la più oscura delle notti. Paolo grida, riecheggiando i profeti: «Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?» (v. 55). In questi giorni di Pasqua, portiamo questo grido nel cuore. E se ci diranno il perché del nostro sorriso donato e della nostra paziente condivisione, allora potremo rispondere che Gesù è ancora qui, che continua ad essere vivo fra noi, che Gesù è qui, in piazza, con noi: vivo e risorto. (Udienza Generale, 19 aprile 2017)

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  5. Gesù, riconosco la mia indegnità e le mie colpe,perdonami ancora, con pietà infinita!

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