FAUSTI - Questo splendido racconto ci porta al cuore del messaggio di Gesù, il Figlio che non giudica nessuno e che per questo sarà giudicato. E' uno dei pezzi più affascinanti del Vangelo, che mostra come Gesù dona lo Spirito che fa nuove tutte le cose : Lui stesso, dal suo fianco trafitto sarà la sorgente zampillante che lava ogni peccato e impurità Quest'acqua, purificatrice e purificante, promessa dal profeta Ezechiele (47,1) e da Zaccaria ( (13,1) è il suo amore , che si manifesta pienamente nel perdono . In esso conosciamo chi è il Signore : è Colui che apre le nostre tombe , ci risuscita dai nostri sepolcri e ci dona il Suo Spirito. .Gli uomini della legge interrogano Gesù non per sapere se sia favorevole alla lapidazione...Chiedono il suo parere per tendergli una trappola, come subito l'evangelista annota. La lapidazione è una forma di assassinio collettivo, del quale nessuno si sente responsabile. Il risultato dell'eliminazione del malvagio, è quello di sentirsi uniti, rappacificati e ripuliti dal male, permettendo alla società di andare avanti . E' da notare che Gesù non scrive sulla sabbia, ma sulla pietra del lastricato ; la scena infatti si svolge nel tempio. Se non teniamo presente “il dito “ di Colui che scrive e non entriamo in comunione con Lui, la stessa Scrittura diventa un feticcio che ci impedisce di entrare nel pensiero di Dio. La Scrittura è l'autocomunicazione del Dio amante della vita, che non disprezza nessuna delle sue creature ; ha compassione di tutti e non guarda al peccato in vista del pentimento. I profeti hanno promesso che verranno giorni in cui Dio ci toglierà il cuore di pietra e ci darà un cuore di carne , inciderà la sua legge non con il dito sulla pietra, ma con lo Spirito sul nostro cuore, che finalmente sarà un cuore nuovo, capace di vivere in pienezza il dono di Dio (Ger.31 – Ez. 36). Il gesto di Gesù può alludere a questi testi , che si compiranno quando Lui ci darà il suo Spirito. Proprio sulla croce, dove sarà 'scritto' il titolo della sua condanna – in ebraico, latino e greco (Gv 19,19) comprenderemo ciò che Gesù ora scrive . il Signore non condanna, ma giustifica e salva per grazia. ..La donna era stata posta nel mezzo dagli zelanti della legge che condanna. Ora essa rimane sola con il solo Gesù, nel mezzo della sconfinata misericordia di Dio. Il peccato è il luogo dove si manifesta la sovrabbondanza della sua grazia. Dice Agostino : “Sono rimasti due : la misera e la misericordia” . Alla fine ciò che rimane di ogni uomo è l'incontro della propria miseria con la misericordia di Dio . Maggiore è l'abisso del peccato, maggiore è la l'amore che si riceve e la conoscenza di Dio e di sé che si ottiene. E maggiore sarà la capacità d'amare . Gesù, l'unico senza peccato, non se ne va. Rimane con la peccatrice : è il Figlio misericordioso come il Padre. Le chiede se sia rimasto un giusto che possa condannarla. Nessuno è rimasto che la possa condannare. Uno però è rimasto : l'unico giusto, che la giustifica! Scomparsi i nemici, è rimasto Colui che la ama di amore eterno (Ger 31,3), nel quale riconosce il suo Signore, perché la perdona e la fa uscire dalla morte .Si stabilisce tra i due una nuova alleanza, scritta ormai non più sulla pietra, ma nel cuore.
Così dice il Signore, che aprì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti, che fece uscire carri e cavalli, esercito ed eroi a un tempo; essi giacciono morti, mai più si rialzeranno, si spensero come un lucignolo, sono estinti:
«Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi alla steppa, per dissetare il mio popolo, il mio eletto. Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi».
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési Fil 3,8-14
Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, 11nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
PAROLE DEL SANTO PADRE Rimasero lì solo la donna e Gesù: la miseria e la misericordia, una di fronte all’altra. E questo, quante volte accade a noi quando ci fermiamo davanti al confessionale, con vergogna, per far vedere la nostra miseria e chiedere il perdono! «Donna, dove sono?», le dice Gesù. E basta questa constatazione, e il suo sguardo pieno di misericordia, pieno di amore, per far sentire a quella persona – forse per la prima volta – che ha una dignità, che lei non è il suo peccato, lei ha una dignità di persona; che può uscire dalle sue schiavitù e camminare in una strada nuova. (Angelus 13 marzo 2016)
FAUSTI - Questo splendido racconto ci porta al cuore del messaggio di Gesù, il Figlio che non giudica nessuno e che per questo sarà giudicato. E' uno dei pezzi più affascinanti del Vangelo, che mostra come Gesù dona lo Spirito che fa nuove tutte le cose : Lui stesso, dal suo fianco trafitto sarà la sorgente zampillante che lava ogni peccato e impurità
RispondiEliminaQuest'acqua, purificatrice e purificante, promessa dal profeta Ezechiele (47,1) e da Zaccaria ( (13,1) è il suo amore , che si manifesta pienamente nel perdono .
In esso conosciamo chi è il Signore : è Colui che apre le nostre tombe , ci risuscita dai nostri sepolcri e ci dona il Suo Spirito.
.Gli uomini della legge interrogano Gesù non per sapere se sia favorevole alla lapidazione...Chiedono il suo parere per tendergli una trappola, come subito l'evangelista annota. La lapidazione è una forma di assassinio collettivo, del quale nessuno si sente responsabile. Il risultato dell'eliminazione del malvagio, è quello di sentirsi uniti, rappacificati e ripuliti dal male, permettendo alla società di andare avanti . E' da notare che Gesù non scrive sulla sabbia, ma sulla pietra del lastricato ; la scena infatti si svolge nel tempio.
Se non teniamo presente “il dito “ di Colui che scrive e non entriamo in comunione con Lui, la stessa Scrittura diventa un feticcio che ci impedisce di entrare nel pensiero di Dio. La Scrittura è l'autocomunicazione del Dio amante della vita, che non disprezza nessuna delle sue creature ; ha compassione di tutti e non guarda al peccato in vista del pentimento.
I profeti hanno promesso che verranno giorni in cui Dio ci toglierà il cuore di pietra e ci darà un cuore di carne , inciderà la sua legge non con il dito sulla pietra, ma con lo Spirito sul nostro cuore, che finalmente sarà un cuore nuovo, capace di vivere in pienezza il dono di Dio (Ger.31 – Ez. 36). Il gesto di Gesù può alludere a questi testi , che si compiranno quando Lui ci darà il suo Spirito.
Proprio sulla croce, dove sarà 'scritto' il titolo della sua condanna – in ebraico, latino e greco (Gv 19,19) comprenderemo ciò che Gesù ora scrive . il Signore non condanna, ma giustifica e salva per grazia.
..La donna era stata posta nel mezzo dagli zelanti della legge che condanna.
Ora essa rimane sola con il solo Gesù, nel mezzo della sconfinata misericordia di Dio.
Il peccato è il luogo dove si manifesta la sovrabbondanza della sua grazia.
Dice Agostino : “Sono rimasti due : la misera e la misericordia” . Alla fine ciò che rimane di ogni uomo è l'incontro della propria miseria con la misericordia di Dio . Maggiore è l'abisso del peccato, maggiore è la l'amore che si riceve e la conoscenza di Dio e di sé che si ottiene. E maggiore sarà la capacità d'amare .
Gesù, l'unico senza peccato, non se ne va.
Rimane con la peccatrice : è il Figlio misericordioso come il Padre.
Le chiede se sia rimasto un giusto che possa condannarla.
Nessuno è rimasto che la possa condannare.
Uno però è rimasto : l'unico giusto, che la giustifica! Scomparsi i nemici, è rimasto Colui che la ama di amore eterno (Ger 31,3), nel quale riconosce il suo Signore, perché la perdona e la fa uscire dalla morte .Si stabilisce tra i due una nuova alleanza, scritta ormai non più sulla pietra, ma nel cuore.
LETTURA DEL GIORNO
RispondiEliminaPrima Lettura
Dal libro del profeta Isaìa
Is 43,16-21
Così dice il Signore,
che aprì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti,
che fece uscire carri e cavalli,
esercito ed eroi a un tempo;
essi giacciono morti, mai più si rialzeranno,
si spensero come un lucignolo, sono estinti:
«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
sciacalli e struzzi,
perché avrò fornito acqua al deserto,
fiumi alla steppa,
per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi».
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fil 3,8-14
Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, 11nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Rimasero lì solo la donna e Gesù: la miseria e la misericordia, una di fronte all’altra. E questo, quante volte accade a noi quando ci fermiamo davanti al confessionale, con vergogna, per far vedere la nostra miseria e chiedere il perdono! «Donna, dove sono?», le dice Gesù. E basta questa constatazione, e il suo sguardo pieno di misericordia, pieno di amore, per far sentire a quella persona – forse per la prima volta – che ha una dignità, che lei non è il suo peccato, lei ha una dignità di persona; che può uscire dalle sue schiavitù e camminare in una strada nuova. (Angelus 13 marzo 2016)