venerdì 19 aprile 2019

VENERDI' SANTO


1 commento:

  1. FAUSTI - “E' stato compiuto”- E' l'ultima Parola di Gesù che, donate le vesti ai soldati e affidato il discepolo alla Madre e questa al discepolo, ha appena bevuto il nostro aceto. Così è compiuta la Sua missione . Mostrando la Gloria dell'Amore estremo, ci consegna lo Spirito, che in Lui ora vediamo e conosciamo. Giovanni è davvero il “Vangelo spirituale” , la Buona Notizia che lo Spirito, Vita di Dio, è comunicato agli uomini.
    Con la Sua morte, Gesù non giunge alla fine, ma al fine della Sua esistenza .
    Dopo la Croce comincia il settimo giorno, quando Dio, portata a termine la creazione, finalmente riposa dalla Sua fatica (Gen2,2) .
    Il Figlio dell'uomo è generato al cielo, ai Suoi piedi nasce l'umanità nuova dei figli di Dio.
    Gesù, mentre torna al Padre con la nostra carne, consegna a ogni carne il Suo Spirito, che ci fa Suoi fratelli. Ciò che sul Golgota è stato compiuto, resta sempre a nostra disposizione nel memoriale Eucaristico, dono permanente della Sua Carne e del Suo Sangue, del Suo Corpo e del Suo Spirito.
    Gesù, da protagonista attivo, vive coscientemente la Sua morte e dirige il momento ultimo del Suo passaggio da questo mondo al Padre. Come ha lasciato in eredità ai nemici vesti e tunica, lascia al discepolo – e in lui a tutti – la Madre e lo Spirito, il Sangue e l'Acqua.
    Alla fine, invece del grido di abbandono (Sl 22,2)o di affidamento (Sl 31,6) , c'è l'annuncio: “E' stato compiuto”. Il Messia sofferente in Giovanni è presentato esplicitamente come il Re della Gloria : il Crocifisso è vittorioso. L'andarsene di Gesù , culminante nel dono dello Spirito, è sotto il segno del compimento . Tutto è consegnato e accolto.
    All'inizio c'è la coscienza che ogni cosa è compiuta (28a), alla fine la Parola che lo rivela a tutti (30a) e nel mezzo la considerazione dell'evangelista che dichiara il compimento della Scrittura (28b).
    “Dopo questo” tutte le cose sono già compiute per quanto riguarda Gesù. Ha vissuto l'Amore alla perfezione, fin dentro la morte. Infatti, seguendo il comando del Padre, ha deposto la vita in favore dei fratelli (10,18); consegnando poi al discepolo la Madre e questa al discepolo, ha donato ai mortali la reciprocità dell'amore. Di più non può darci : ci ha dato Dio stesso, che è Amore reciproco tra Padre e Figlio. Questo è tutto e, al di fuori di questo, non c'è nulla.
    L'ora della gloria, verso cui la Sua vita tendeva, è venuta. La creazione nuova è compiuta : è Lui stesso la creatura nuova , il Figlio che ama dello stesso unico amore Padre e fratelli.
    Ma ciò che sulla croce è portato a termine, ai piedi della croce è appena cominciato con la Madre e il discepolo amato. Quanto è già perfettamente completato in Lui, “da quell'ora” deve continuare a compiersi in noi fino al Suo ritorno. Anzi, il Suo ritorno è ormai il crescere in noi del Suo Amore :
    il Suo tornare a noi è il nostro tornare a Lui. Per questo il discepolo prediletto , testimone dell'Amore, non morirà mai (21,23) : l'Amore non avrà mai fine (1Cor 13,8), ma crescerà per noi all'infinito.
    Infatti Dio è Amore (1 Gv 4, 8-16).

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