venerdì 3 maggio 2019

C - 3 DOM. PASQUA


3 commenti:

  1. S. FAUSTI -
    “Mi ami?”Sono le Parole di Gesù, morto e risorto, a Pietro.
    Ognuno le sente rivolte a sé, come fine o, meglio, principio di tutto il Vangelo.
    Gesù chiede a Pietro se lo ama “più” degli altri per ridimensionare la sua pretesa di essere migliore degli altri.
    Ma non solo : l'amore ha come molla il “più”.
    L'amore è sempre un di “più” - se non cresce , diminuisce – nell'umiltà e nella dedizione. 
    E' la nostra partecipazione al “ magis , più” della maestà del Dio Amore , a immagine del quale siamo creati.
    Il nostro cuore infatti è spinto dal desiderio insaziabile di un di più senza fine.
    Ciò che finisce è finito, ma non perfetto.
    Questo “di più”, marchio divino dell'uomo, è il suo tormentoso destino, di felicità o di dannazione : segna il progresso della sua storia se investito nell'amore ,e il regresso se investito nell'egoismo.
    La risposta affermativa di Pietro non si fonda sulla sua sicurezza di dare la vita per Gesù.
    Si fonda su quanto il Signore sa : gli aveva predetto la sua defezione , ma pure che lo avrebbe seguito più tardi.
    Per la terza volta gli è confermata la fiducia.
    Quest'ultima risposta di Gesù sintetizza le altre due : dice”pasci” come la prima volta e “le mie pecore” come la seconda . Pietro , con e come il pastore bello, pasce le sue pecore nell'amore, perchè ci sia un solo gregge libero, un solo pastore.La parola “pascere” è in connessione con la pastura, il cibo da procurare al gregge.
    Il vero cibo è la Carne di Colui che ha dato la Vita per i fratelli.
    Parola e Pane sono il cibo da garantire :quella Parola che si è fatta Pane e quel Pane che la Parola stessa dà.
    Pietro deve condurre il gregge a quel pascolo dove il Signore è Pastore e pastura.
    Gesù parla sempre di “miei”agnelli e “mie” pecore.
    Agnelli e pecore sono sempre e solo del Figlio e del Padre, non di Pietro. Il gregge è di Dio stesso, che comunica a tutti e a ciascuno la Gloria. Il servizio di Pietro è dare l'esempio e conservare l'unità nella diversità.infatti l'essere “uno” nell'amore è la testimonianza al mondo della Gloria.
    Egli ha l'iniziativa della missione e conserva l'unione , perchè non si laceri l'essere “uno” dei salvati.
    Nell'episodio ascoltato c'é come il ripetersi successivo di quell'ondata che Gesù ha messo in moto : ora essa si ripercuote nei discepoli e, tramite loro, si allarga all'infinito, vivificando del suo Spirito il mondo intero.
    Ora i discepoli sono all'opera . Non sono più di sera e al chiuso in Gerusalemme, ma di mattina e all'aperto sul Lago di Tiberiade, luogo della vita quotidiana, loro e di Gesù.
    Il tempo e il luogo sono significativi : l'alba è il limite tra notte e giorno, il litorale è il limite tra mare e terra.
    Alba e litorale sono il tempo e il luogo tipico dell'uomo, posto tra due realtà contrarie, chiamato a varcare la soglia dalla tenebra alla luce, dalla morte alla vita.
    I discepoli sono usciti da dove il Signore ha lavato loro i piedi e affrontano con Lui e come Lui il mondo.
    Dopo il dono di Gesù che li ha amati fino a dare se stesso ed è tornato mostrandosi vincitore della morte e principe della vita, inizia il giorno del Signore :è ogni giorno, da vivere ormai nell'amore del Padre e dei fratelli.
    Per questo i sette vanno a “pescare uomini per la vita”.
    Come ha fatto Gesù , anch'essi strappano i fratelli dall'acqua dove annegano, per comunicare loro la sorgente d'acqua viva.
    Come era stato promesso, la Gloria che il Padre ha dato al Figlio, questi l'ha data ai discepoli.Ora anche per Pietro l'andarsene dal mondo non sarà più un morire, ma un glorificare Dio, manifestando in sé il Suo Amore.

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  2. Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 21,1-19

    In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

    Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
    Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
    Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Non pascere con la testa in su, come il grande dominatore, no: pascere con umiltà, con amore, come ha fatto Gesù. Questa è la missione che dà Gesù a Pietro. Sì, con i peccati, con gli sbagli. Tanto è così che, proprio dopo questo dialogo, Pietro fa una scivolata, uno sbaglio, viene tentato dalla curiosità e dice al Signore: ‘Ma quest’altro discepolo dove andrà, cosa farà?’. Ma con amore, in mezzo ai suoi sbagli, ai suoi peccati … con amore: ‘Perché queste pecorelle non sono le tue pecorelle, sono le mie pecorelle’, dice il Signore. ‘Ama. Se tu sei amico mio, devi essere amico di questi. (S. Marta 2 giugno 2017)

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  3. Prima Lettura
    At 5, 27-32. 40-41
    Dagli Atti degli Apostoli.
    In quei giorni, il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest'uomo».
    Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono».
    Fecero flagellare [gli apostoli] e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.

    C: Parola di Dio.
    A: Rendiamo grazie a Dio.

    Salmo Responsoriale
    Sal 29

    RIT: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

    Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
    non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
    Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
    mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

    Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
    della sua santità celebrate il ricordo,
    perché la sua collera dura un istante,
    la sua bontà per tutta la vita.
    Alla sera ospite è il pianto
    e al mattino la gioia.

    Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
    Signore, vieni in mio aiuto!
    Hai mutato il mio lamento in danza,
    Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

    Seconda Lettura
    Ap 5, 11-14

    Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni Apostolo.
    Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce:
    «L'Agnello, che è stato immolato,
    è degno di ricevere potenza e ricchezza,
    sapienza e forza,
    onore, gloria e benedizione».
    Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano:
    «A Colui che siede sul trono e all'Agnello
    lode, onore, gloria e potenza,
    nei secoli dei secoli».
    E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione.

    C: Parola di Dio.

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