venerdì 10 maggio 2019

C - 4 DOM. PASQUA


2 commenti:

  1. Prima Lettura At 13, 14. 43-52

    Ecco, noi ci rivolgiamo ai pagani.

    Dagli Atti degli Apostoli
    In quei giorni, Paolo e Bàrnaba, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero.
    Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio.
    Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
    Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 99
    Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.

    Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
    servite il Signore nella gioia,
    presentatevi a lui con esultanza.

    Riconoscete che solo il Signore è Dio:
    egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
    suo popolo e gregge del suo pascolo.

    Perché buono è il Signore,
    il suo amore è per sempre,
    la sua fedeltà di generazione in generazione.

    Seconda Lettura Ap 7, 9. 14-17
    L'Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita.

    Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
    Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani.
    E uno degli anziani disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
    Non avranno più fame né avranno più sete,
    non li colpirà il sole né arsura alcuna,
    perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono,
    sarà il loro pastore
    e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
    E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».

    Canto al Vangelo Gv 10,14
    Alleluia, alleluia.
    Io sono il buon pastore, dice il Signore;
    conosco le mie pecore, e le mie pecore conoscono me.
    Alleluia.






    Vangelo Gv 10, 27-30
    Alle mie pecore io do la vita eterna.

    Dal Vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
    Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
    Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

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  2. FAUSTI - E' il Pastore Bello che va in cerca della pecora smarrita.I suoi avversari non possono credere in Lui : non seguono Lui, il Pastore bello, ma un altro pastore, la morte.
    Credere o meno non è una questione teorica, ma pratica : è un atto di libertà nostra, in cui decidiamo quale fondamento scegliere per la nostra esistenza . L'uomo comunque vive di fede, e crede in ciò a cui affida la sua vita , si tratti di cose, idee, persone.
    Se non si affida a chi dà la vita, si affida ai suoi idoli,che gliela tolgono.
    Ma il Figlio non taglia il dialogo con i fratelli . Anche chi non crede è chiamato a seguirlo.
    Tutti infatti siamo suoi, predestinati a essere figli nel Figlio.
    Gesù si sta esplicitamente rivolgendo a chi non crede, perchè veda la propria cecità e desideri la luce. E' un aggancio al discorso precedente sul Pastore
    .Anche gli avversari sono chiamati ad ascoltare la Sua voce. Sta parlando proprio a loro.
    Chi crede nel Figlio mandato dal Padre, ha la vita eterna (3,16) : la sua stessa vita di Figlio, che Egli è venuto a mettere a disposizione di tutti, perchè non perisca niente di ciò che il Padre gli ha dato(6,39)
    E' una vita che vince la morte (8,519 , una fonte di acqua zampillante ( 4,14) offerta a chiunque ha sete e viene a Lui (7,37).
    Ne' alcuno rapirà le Sue pecore dalla Sua mano :la mano indica la forza, il potere, la capacità di agire.
    Il Pastore Bello rassicura le sue pecore : la sua mano , che è la stessa del Padre, le difende efficacemente da ladri, briganti e lupi.
    Gesù proprio mentre è in preda ai nemici suoi e del gregge, rinfranca i suoi discepoli.
    Subiranno scandalo dalla sua morte e dalle difficoltà che incontreranno, “
    Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse” ( Mc 14,27). Ma il Risorto le riunirà dopo la Pasqua.
    Allora capiranno che la Sua mano è onnipotente in quanto inchiodata al legno della croce.
    E' il culmine della rivelazione di Gesù.
    Il Padre e il Figlio sono piena comunione d'Amore, un unico essere e agire, capire e volere.
    E' il mistero di Dio che è "Uno", ma non solo . E' perfetta unità tra Padre e Figlio
    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Ma Gesù a un certo punto disse, riferendosi alle sue pecore: «Il Padre mio, che me le ha date…» (Gv 10,29). Questo è molto importante, è un mistero profondo, non facile da comprendere: se io mi sento attratto da Gesù, se la sua voce riscalda il mio cuore, è grazie a Dio Padre, che ha messo dentro di me il desiderio dell’amore, della verità, della vita, della bellezza… e Gesù è tutto questo in pienezza! (Regina Coeli, 21 aprile 2013)

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