FAUSTI - Il Samaritano ora può fermarsi nel Suo cammino verso Gerusalemme : 'è una casa che lo accoglie. Ma ci sono due modi per accoglierlo : Marta e Maria. La prima probabilmente è figura di un certo Israele . tutta occupata nel fare molte cose per Colui che per tre volte è chiamato il Signore , osserva i 613 precetti per prepararsi all'incontro con Lui. Ma non si è accorta che è giunto. Maria,la minore, è l'Israele che conosce la visita del suo Signore. Come Maria di Nazaret , dice :”Eccomi” e ne accoglie la Parola. Per questo blocca tutti gli altri servizi e gioisce della presenza dello Sposo , la cui gioia è che la sposa gioisca. Si siede ai Suoi piedi e ne ascolta la voce.Sono giunte le nozze : da discepola della legge diventa discepola del Signore. La casa di Marta – in quanto casa di Maria! - è quella locanda sospesa tra Gerico e Gerusalemme dove il Samaritano si ferma col suo peso e si riposa. Accolto, è Lui stesso che accoglie e insegna il mistero dell'accoglienza del Padre nei fratelli. Qui Egli rivela il mistero del Padre e del Figlio a chi lo ascolta : lo guarisce con il balsamo della Sua presenza , lo inebria con il vino della Sua Parola, perchè possa seguirlo nel Suo cammino. Questa Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, è la stessa che compie l'unzione di Betania(Mt 26,6-13). Potrebbe essere colei che irrora di lacrime e asciuga con i capelli, profuma e bacia i piedi di colui che ha tanto camminato per farsi vicino a lei. (Gv 7,36...). Ora, riconciliata, ha una casa dove accoglierlo ; lei stessa, i cui occhi si beano nel Suo volto e i cui orecchi ne accolgono la Parola. Con libertà sovrana gode del Suo Amore , senza badare al disappunto della brava Marta, come prima non badò a quello di Simone, fariseo o lebbroso che sia. E Gesù l'approva senza riserve. La sua presenza è gioia per Maria, e fatica per la sorella Marta. Le due non sono in semplice opposizione, : sono sorelle! La contrapposizione è vista solo da una che vuole richiamare l'altra al suo dovere. Gesù invece richiamerà Marta a trasformarsi in Maria! L'attesa si apra al suo compimento e in esso si plachi! Non è esatto contrapporre Marta e Maria come azione e contemplazione . Luca vuole semplicemente purificare l'azione nella contemplazione. Sorgente dell'azione di Maria è l'ascolto e la gioia dello sposo. La sua azione scaturirà dalla contemplazione , e non se ne staccherà mai : resterà sempre contemplativa anche nell'azione. In lei si vede il capovolgimento operato dal Vangelo ; può finalmente amare e accogliere , perchè Lui per primo l'ha amata e accolta. Il silenzio assoluto di Maria, che non fa e no dice niente, è il perfetto “rinnegare” il proprio io che si affanna ad affermarsi , col bene o col male poco importa, pur di essere protagonista. Dimentica di sé , si realizza nella forma più alta di vita, è per l'altro e dall'altro, tutta intenta in Colui che ascolta, tutta accolta nell'Altro che accoglie. In Maria che vede e ascolta il Samaritano, c'è la consumazione della beatitudine del discepolo :vedere e ascoltare il Signore. Il brano ci richiama il fondamento del nostro discepolato. Non consiste nelle cose che si fanno – pur necessarie e importantissime! - ma nell'ascoltare Gesù. Da questo ascoltare nasce il “fare” che costruisce la casa sulla roccia. La Sua Parola è la prima opera di Misericordia del Padre verso tutti i Suoi figli. Per questo i discepoli dicono : “Non è giusto che noi trascuriamo la Parola di Dio per il servizio delle mense” (At 6,2). Infatti “non di solo pane vive l'uomo,ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio (4,4 = Dt 8,3). Questa Parola è un seme che , accolto, fruttifica nel pane che ci dà la Vita del Figlio. Partecipiamo così alla Sua Compassione e agiamo come Lui, che fa ciò che vede fare dal Padre (G 5,19).
In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.
Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési Col 1,24-28
Fratelli, io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Luca Lc 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». PAROLE DEL SANTO PADRE Nel suo affaccendarsi e darsi da fare, Marta rischia di dimenticare - e questo è il problema - la cosa più importante, cioè la presenza dell’ospite, che era Gesù in questo caso. Si dimentica della presenza dell’ospite. E l’ospite non va semplicemente servito, nutrito, accudito in ogni maniera. Occorre soprattutto che sia ascoltato. Ricordate bene questa parola: ascoltare! (Angelus, 17 luglio 2016)
FAUSTI - Il Samaritano ora può fermarsi nel Suo cammino verso Gerusalemme : 'è una casa che lo accoglie. Ma ci sono due modi per accoglierlo : Marta e Maria.
RispondiEliminaLa prima probabilmente è figura di un certo Israele . tutta occupata nel fare molte cose per Colui che per tre volte è chiamato il Signore , osserva i 613 precetti per prepararsi all'incontro con Lui.
Ma non si è accorta che è giunto.
Maria,la minore, è l'Israele che conosce la visita del suo Signore. Come Maria di Nazaret , dice :”Eccomi” e ne accoglie la Parola. Per questo blocca tutti gli altri servizi e gioisce della presenza dello Sposo , la cui gioia è che la sposa gioisca.
Si siede ai Suoi piedi e ne ascolta la voce.Sono giunte le nozze : da discepola della legge diventa discepola del Signore.
La casa di Marta – in quanto casa di Maria! - è quella locanda sospesa tra Gerico e Gerusalemme dove il Samaritano si ferma col suo peso e si riposa.
Accolto, è Lui stesso che accoglie e insegna il mistero dell'accoglienza del Padre nei fratelli.
Qui Egli rivela il mistero del Padre e del Figlio a chi lo ascolta : lo guarisce con il balsamo della Sua presenza , lo inebria con il vino della Sua Parola, perchè possa seguirlo nel Suo cammino.
Questa Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, è la stessa che compie l'unzione di Betania(Mt 26,6-13). Potrebbe essere colei che irrora di lacrime e asciuga con i capelli, profuma e bacia i piedi di colui che ha tanto camminato per farsi vicino a lei. (Gv 7,36...).
Ora, riconciliata, ha una casa dove accoglierlo ; lei stessa, i cui occhi si beano nel Suo volto e i cui orecchi ne accolgono la Parola. Con libertà sovrana gode del Suo Amore , senza badare al disappunto della brava Marta, come prima non badò a quello di Simone, fariseo o lebbroso che sia.
E Gesù l'approva senza riserve.
La sua presenza è gioia per Maria, e fatica per la sorella Marta.
Le due non sono in semplice opposizione, : sono sorelle!
La contrapposizione è vista solo da una che vuole richiamare l'altra al suo dovere.
Gesù invece richiamerà Marta a trasformarsi in Maria!
L'attesa si apra al suo compimento e in esso si plachi!
Non è esatto contrapporre Marta e Maria come azione e contemplazione .
Luca vuole semplicemente purificare l'azione nella contemplazione.
Sorgente dell'azione di Maria è l'ascolto e la gioia dello sposo.
La sua azione scaturirà dalla contemplazione , e non se ne staccherà mai : resterà sempre contemplativa anche nell'azione. In lei si vede il capovolgimento operato dal Vangelo ; può finalmente amare e accogliere , perchè Lui per primo l'ha amata e accolta.
Il silenzio assoluto di Maria, che non fa e no dice niente, è il perfetto “rinnegare” il proprio io che si affanna ad affermarsi , col bene o col male poco importa, pur di essere protagonista.
Dimentica di sé , si realizza nella forma più alta di vita, è per l'altro e dall'altro, tutta intenta in Colui che ascolta, tutta accolta nell'Altro che accoglie.
In Maria che vede e ascolta il Samaritano, c'è la consumazione della beatitudine del discepolo :vedere e ascoltare il Signore. Il brano ci richiama il fondamento del nostro discepolato. Non consiste nelle cose che si fanno – pur necessarie e importantissime! - ma nell'ascoltare Gesù.
Da questo ascoltare nasce il “fare” che costruisce la casa sulla roccia.
La Sua Parola è la prima opera di Misericordia del Padre verso tutti i Suoi figli. Per questo i discepoli dicono : “Non è giusto che noi trascuriamo la Parola di Dio per il servizio delle mense” (At 6,2). Infatti “non di solo pane vive l'uomo,ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio (4,4 = Dt 8,3).
Questa Parola è un seme che , accolto, fruttifica nel pane che ci dà la Vita del Figlio. Partecipiamo così alla Sua Compassione e agiamo come Lui, che fa ciò che vede fare dal Padre (G 5,19).
LETTURA DEL GIORNO
RispondiEliminaPrima Lettura
Dal libro della Gènesi
Gn 18,1-10a
In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.
Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 1,24-28
Fratelli, io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Nel suo affaccendarsi e darsi da fare, Marta rischia di dimenticare - e questo è il problema - la cosa più importante, cioè la presenza dell’ospite, che era Gesù in questo caso. Si dimentica della presenza dell’ospite. E l’ospite non va semplicemente servito, nutrito, accudito in ogni maniera. Occorre soprattutto che sia ascoltato. Ricordate bene questa parola: ascoltare! (Angelus, 17 luglio 2016)