«Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria.
Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti.
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore.
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore».
Seconda Lettura
Dalla lettera agli Ebrei Eb 12,5-7.11-13
Fratelli, avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli: «Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio».
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati. Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Luca Lc 13,22-30
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
PAROLE DEL SANTO PADRE Ma perché questa porta è stretta, si può domandare? Perché dice che è stretta? È una porta stretta non perché sia oppressiva, ma perché ci chiede di restringere e contenere il nostro orgoglio e la nostra paura, per aprirci con cuore umile e fiducioso a Lui, riconoscendoci peccatori, bisognosi del suo perdono. Per questo è stretta: per contenere il nostro orgoglio, che ci gonfia. La porta della misericordia di Dio è stretta ma sempre spalancata per tutti! Dio non fa preferenze, ma accoglie sempre tutti, senza distinzioni. (Angelus, 21 agosto 2016)
FAUSTI – In Luca il cap. 11 ci ha rivelato la nostra figliolanza di Dio, già sicura in cielo, presso il Padre. Ma noi siamo qui, in terra, nella densità dello spazio e nel fluire del tempo. La figliolanza (cap 12) si vive dapprima in rapporto alle cose : sono un dono del Padre ai figli e dei fratelli tra di loro. Ora il cap. 13 ci insegna a viverla nel tempo : come il dono è il senso di tutto ciò che occupa lo spazio, così la conversione è il senso di ogni frazione di tempo. Il presente,unico tempo che ancora c'è e già non è scomparso, è l'occasione per convertirci. Ciò non significa “diventare più bravi”, ma volgerci dalla nostra miseria alla sua misericordia , dal male che facciamo al bene che Lui ci vuole. Dall'autogiustificazione all'accettazione della sua grazia, come fonte nuova di vita. Così viviamo in continua gioia e in rendimento di grazie . siamo entrati nel sabato! Questo è già all'opera nel mondo e si celebra nell'Eucaristia, il banchetto di gioia dei salvati.
Il problema è come entrare nella sala dove si mangia il pane del Regno. Questo brano parla della lotta per entrarci. Richiama per vari termini il bussare della notte per ottenere il pane e la richiesta insistente per ricevere lo Spirito.(11,9-!8,1).
La porta è Gesù : attraverso di Lui tutti gli uomoni sono salvati, perchè il Suo cammino verso Gerusalemme va incontro a ogni fuggiasco. Ognuno può entrare, anche il disperato, l'immondo e l'incurabile. Unico biglietto d'ingresso è il bisogno. Resta fuori solo chi “sta bene”. La falsa sicurezza e la presunta giustizia sono l'unico impedimento. Per entrarvi bisogna riconoscersi peccatori davanti al perdono di Dio : nessuno si salva per i propri meriti , ma tutti siamo salvati. Il tempo presente è l'anno di grazia che ci è concesso per convertirci dalla nostra (in)giustizia alla sua grazia. La porta è dichiarata stretta perchè l'io e le sue presunzioni non vi passano. Devono morire fuori. Inizia qui la seconda parte del viaggio di Gesù , tutta centrata sulla Sua misericordia. Noi siamo invitati a identificarci con le varie persone che Lui incontra e salva. La porta , stretta come la cruna di un ago per chi presume dei suoi beni, sarà aperta per chi riconosce la propria cecità.
Da: E poi, soltanto un uomo – P. Gianfranco Testa Missionario della Consolata Avere la fede in Gesù o avere la fede di Gesù? Certamente non si annullano tra di loro, ma la prima è sempre stata predicata, la seconda è stata a volte dimenticata. Che cosa credeva Gesù? Quali erano i suoi atteggiamenti? Le sue opzioni? I suoi progetti? Come esprimeva la sua fede, la sua fedeltà al Padre? Forse oggi, la fede di Gesù affascina anche chi non crede, apre orizzonti e non alza steccati. La missione oggi, forse, è soprattutto annunciare Gesù attraverso la sua prassi. E' sconvolgere mediante la forza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell'umanità, che sono in contrasto con la Parola di Dio e col disegno della salvezza, come diceva la Evangelii Nuntiandi ,19. Non è tanto l'imitazione quanto la sequela di Gesù. Non siamo chiamati a fare quello che Lui faceva, ma ad agire come Lui agiva. Come accettare, allora, la preferenza per i potenti? Come giustificare la scelta della ricchezza e del potere, dello sfarzo e della pomposità? Gesù non é mai andato da Erode a chiedere qualche sussidio per la sua scuola apostolica. Neppure ha chiesto a Pilato qualche squadra per dargli sicurezza in certe missioni difficili, magari tra i samaritani.
He cometido el peor de los pecados que un hombre puede cometer : No he sido feliz. Jorge Luis Borges Ho commesso il peggior peccato che un uomo possa commettere : Non sono stato felice.
E' una frase, ma esprime, chissà, la profonda angoscia di tanti. A volte, nelle prediche ricordavo che la pianta, come insegna Aristotele, cerca la luce, l'animale cerca l'alimento, la persona cerca la felicità. Il progetto di Dio, che non è mai un piano architettonico da realizzare, ma un cammino che si costruisce insieme, é proprio questo : Lui ci vuole felici. In quel mito meraviglioso e vero, nel suo contenuto, si racconta delle passeggiate pomeridiane di Dio con l'uomo “alla brezza del giorno” (Genesi 3,8). A lui piace stare con noi , é comunicativo per natura, ci vuole contenti, così come un papà o una mamma vogliono la felicità per i propri figli.
LETTURA DEL GIORNO
RispondiEliminaPrima Lettura
Dal libro del profeta Isaìa
Is 66,18b-21
Così dice il Signore:
«Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria.
Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti.
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore.
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore».
Seconda Lettura
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,5-7.11-13
Fratelli, avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:
«Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui;
perché il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlio».
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,22-30
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Ma perché questa porta è stretta, si può domandare? Perché dice che è stretta? È una porta stretta non perché sia oppressiva, ma perché ci chiede di restringere e contenere il nostro orgoglio e la nostra paura, per aprirci con cuore umile e fiducioso a Lui, riconoscendoci peccatori, bisognosi del suo perdono. Per questo è stretta: per contenere il nostro orgoglio, che ci gonfia. La porta della misericordia di Dio è stretta ma sempre spalancata per tutti! Dio non fa preferenze, ma accoglie sempre tutti, senza distinzioni. (Angelus, 21 agosto 2016)
FAUSTI – In Luca il cap. 11 ci ha rivelato la nostra figliolanza di Dio, già sicura in cielo, presso il Padre.
RispondiEliminaMa noi siamo qui, in terra, nella densità dello spazio e nel fluire del tempo.
La figliolanza (cap 12) si vive dapprima in rapporto alle cose : sono un dono del Padre ai figli e dei fratelli tra di loro.
Ora il cap. 13 ci insegna a viverla nel tempo : come il dono è il senso di tutto ciò che occupa lo spazio, così la conversione è il senso di ogni frazione di tempo.
Il presente,unico tempo che ancora c'è e già non è scomparso, è l'occasione per convertirci.
Ciò non significa “diventare più bravi”, ma volgerci dalla nostra miseria alla sua misericordia , dal male che facciamo al bene che Lui ci vuole.
Dall'autogiustificazione all'accettazione della sua grazia, come fonte nuova di vita.
Così viviamo in continua gioia e in rendimento di grazie . siamo entrati nel sabato!
Questo è già all'opera nel mondo e si celebra nell'Eucaristia, il banchetto di gioia dei salvati.
Il problema è come entrare nella sala dove si mangia il pane del Regno.
Questo brano parla della lotta per entrarci.
Richiama per vari termini il bussare della notte per ottenere il pane e la richiesta insistente per ricevere lo Spirito.(11,9-!8,1).
La porta è Gesù : attraverso di Lui tutti gli uomoni sono salvati, perchè il Suo cammino verso Gerusalemme va incontro a ogni fuggiasco. Ognuno può entrare, anche il disperato, l'immondo e l'incurabile. Unico biglietto d'ingresso è il bisogno. Resta fuori solo chi “sta bene”.
La falsa sicurezza e la presunta giustizia sono l'unico impedimento.
Per entrarvi bisogna riconoscersi peccatori davanti al perdono di Dio : nessuno si salva per i propri meriti , ma tutti siamo salvati.
Il tempo presente è l'anno di grazia che ci è concesso per convertirci dalla nostra (in)giustizia alla sua grazia.
La porta è dichiarata stretta perchè l'io e le sue presunzioni non vi passano. Devono morire fuori.
Inizia qui la seconda parte del viaggio di Gesù , tutta centrata sulla Sua misericordia.
Noi siamo invitati a identificarci con le varie persone che Lui incontra e salva.
La porta , stretta come la cruna di un ago per chi presume dei suoi beni, sarà aperta per chi riconosce la propria cecità.
Da: E poi, soltanto un uomo – P. Gianfranco Testa
RispondiEliminaMissionario della Consolata
Avere la fede in Gesù o avere la fede di Gesù?
Certamente non si annullano tra di loro, ma la prima è sempre stata predicata,
la seconda è stata a volte dimenticata.
Che cosa credeva Gesù? Quali erano i suoi atteggiamenti? Le sue opzioni? I suoi progetti?
Come esprimeva la sua fede, la sua fedeltà al Padre?
Forse oggi, la fede di Gesù affascina anche chi non crede, apre orizzonti e non alza steccati.
La missione oggi, forse, è soprattutto annunciare Gesù attraverso la sua prassi.
E' sconvolgere mediante la forza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell'umanità, che sono in contrasto con la Parola di Dio e col disegno della salvezza, come diceva la Evangelii Nuntiandi ,19.
Non è tanto l'imitazione quanto la sequela di Gesù.
Non siamo chiamati a fare quello che Lui faceva, ma ad agire come Lui agiva.
Come accettare, allora, la preferenza per i potenti?
Come giustificare la scelta della ricchezza e del potere, dello sfarzo e della pomposità?
Gesù non é mai andato da Erode a chiedere qualche sussidio per la sua scuola apostolica.
Neppure ha chiesto a Pilato qualche squadra per dargli sicurezza in certe missioni difficili, magari tra i samaritani.
He cometido el peor de los pecados
que un hombre puede cometer :
No he sido feliz. Jorge Luis Borges
Ho commesso il peggior peccato
che un uomo possa commettere :
Non sono stato felice.
E' una frase, ma esprime, chissà, la profonda angoscia di tanti.
A volte, nelle prediche ricordavo che la pianta, come insegna Aristotele, cerca la luce, l'animale cerca l'alimento, la persona cerca la felicità.
Il progetto di Dio, che non è mai un piano architettonico da realizzare, ma un cammino che si costruisce insieme, é proprio questo : Lui ci vuole felici.
In quel mito meraviglioso e vero, nel suo contenuto, si racconta delle passeggiate pomeridiane di Dio con l'uomo “alla brezza del giorno” (Genesi 3,8).
A lui piace stare con noi , é comunicativo per natura, ci vuole contenti, così come un papà o una mamma vogliono la felicità per i propri figli.