Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria! Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla. Canterellano al suono dell’arpa, come Davide improvvisano su strumenti musicali; bevono il vino in larghe coppe e si ungono con gli unguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano. Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati e cesserà l’orgia dei dissoluti.
Seconda Lettura Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 1 Tm 6,11-16
Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio, il beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile: nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo. A lui onore e potenza per sempre. Amen.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Luca Lc 16,19-31
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
PAROLE DEL SANTO PADRE Chiediamo al Signore, mentre pensiamo questo, no, sulla nostra vita, la grazia di vedere sempre i Lazzari che sono alla nostra porta, i Lazzari che bussano al cuore, e uscire da noi stessi con generosità, con atteggiamento di misericordia, perché la misericordia di Dio possa entrare nel nostro cuore! (Santa Marta, 25 febbraio 2016)
.FAUSTI – A differenza di Lazzaro, l'uomo ricco è senza nome, sua identità è il lusso del vestito e del cibo.Ma Dio conosce gli umili e ignora i superbi. Il ricco nella Bibbia è l'ateo pratico . Ha fatto di sé il centro di tutto, si è messo al posto di Dio. Richiama per certi aspetti Erode, vestito splendidamente, che banchetta (Mc 6,21) e si gonfia facendosi acclamare come dio. E' il contrario di Gesù , che da ricco che era, si fece povero, si svuotò di sé e si fece tapino. Anche il Padre invita al banchetto per il figlio perduto e ritrovato, morto e risorto. (Lc 15,23...). ma è una festa aperta ai poveri e agli esclusi. Lui stesso esce a consolare chi resta fuori. Il povero, che non ha nulla, ha bisogno di Dio . È il suo unico aiuto. Lazzaro è figura di Gesù, ultimo dei poveri, che ha posto tutta la sua fiducia nel Padre, unico principio della propria vita. Dio getta se stesso davanti alla porta del ricco per salvarlo. Il povero infatti è il Signore.”Il più piccolo tra voi, questi è grande” e “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli minimi, l'avete fatto a me”.(Mt 25,40...). Dando al povero, il ricco riceve la sua vera ricchezza ed è accolto nelle tende eterne. Chi dona al povero, fa un prestito a Dio, che si sdebiterà a suo tempo da par suo. Il povero è lo stesso “Dio - che – aiuta” ciascuno di noi a diventare suoi figli, nel riconoscere Lazzaro come nostro fratello. Il povero non resta preda della morte. E' portato dai servi di Dio in seno ad Abramo, padre dei credenti. Sta con lui, perchè è come lui . La povertà l'ha reso simile al padre della fede, che ha posto in Dio la sua sicurezza di vita. La morte rivela la dignità del povero, gettato alla porta, affamato e piagato. “Morì anche il ricco e fu sepolto”. Mentre Lazzaro è portato in alto, chi ha fatto della terra la sua sicurezza, trova in essa la sua tomba. Tutta la sua vita ebbe come pastore la morte; ora gli inferi sono sua dimora per sempre. La tomba è il seno della morte, l'opposto del seno di Abramo, grembo della vita.E' un luogo sotterraneo, come la tana delle volpi. E' la dimora di chi è stato astuto secondo il mondo, e non si è procurato le tende eterne con il disonesto mammona. Da lì leva gli occhi in alto, verso chi non aveva mai degnato di uno sguardo. Non si dice che il ricco disprezzò Dio o il povero. Solo non li aveva mai guardati , perchè occupato a guardare il proprio interesse. Finalmente gli si aprono gli occhi. Vede quella grande distanza che prima non aveva percepito. Questo abisso è comunque attraversato sei volte dalla Parola che chiede e risponde, per far sapere che fare ora. Questo abisso è stato scavato non certo da Abramo, che lo chiama “figlio”. L'ha scavato lui stesso , non riconoscendo in Lazzaro suo fratello. “Tu hai avuto i tuoi beni nella tua vita”, gli dice Abramo. Lazzaro invece ha avuto solo dei mali, e per di più non suoi!. Ora la situazione si ribalta, e in modo definitivo. Bisogna “ricordarsi” di questo, perchè siam portati a dimenticarlo. La vita terrena è il tempo concesso non per fissare, ma per valicare l'abisso tra ricchi e poveri. Da questo dipende la salvezza dei ricchi. Il povero, già salvato da Dio che sta di casa con lui, salva chi lo accoglie, ospitandolo a sua volta con sé nelle tende eterne. L'arco della vita terrena è un ponte effimero tra la perdizione e la salvezza. La misericordia verso il povero è il passaggio. Finita la vita è finito il tempo. Discernere i segni del tempo è capire che il presente ci è dato per questo. Tutta la scrittura, Mosè, i Profeti e i Salmi parlano del Povero mandato a noi per guarirci con le Sue ferite. Il vero problema quindi è credere alla parola di Dio. Essa ci dona la Misericordia del Padre e invita tutti a partecipare alla Sua gioia per il Figlio morto e risorto. Fin che siam vivi siam chiamati ad ascoltarlo e non deriderlo. Anche quando pone l'alternativa tra Dio e mammona. Chi crede in Lui , accoglie l'amore del Padre e ama i fratelli.
LETTURA DEL GIORNO
RispondiEliminaPrima Lettura
Dal libro del profeta Amos
Am 6,1a.4-7
Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l’orgia dei dissoluti.
Seconda Lettura
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
1 Tm 6,11-16
Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,19-31
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Chiediamo al Signore, mentre pensiamo questo, no, sulla nostra vita, la grazia di vedere sempre i Lazzari che sono alla nostra porta, i Lazzari che bussano al cuore, e uscire da noi stessi con generosità, con atteggiamento di misericordia, perché la misericordia di Dio possa entrare nel nostro cuore! (Santa Marta, 25 febbraio 2016)
.FAUSTI – A differenza di Lazzaro, l'uomo ricco è senza nome, sua identità è il lusso del vestito e del cibo.Ma Dio conosce gli umili e ignora i superbi. Il ricco nella Bibbia è l'ateo pratico . Ha fatto di sé il centro di tutto, si è messo al posto di Dio. Richiama per certi aspetti Erode, vestito splendidamente, che banchetta (Mc 6,21) e si gonfia facendosi acclamare come dio.
RispondiEliminaE' il contrario di Gesù , che da ricco che era, si fece povero, si svuotò di sé e si fece tapino.
Anche il Padre invita al banchetto per il figlio perduto e ritrovato, morto e risorto. (Lc 15,23...).
ma è una festa aperta ai poveri e agli esclusi. Lui stesso esce a consolare chi resta fuori.
Il povero, che non ha nulla, ha bisogno di Dio . È il suo unico aiuto.
Lazzaro è figura di Gesù, ultimo dei poveri, che ha posto tutta la sua fiducia nel Padre, unico principio della propria vita.
Dio getta se stesso davanti alla porta del ricco per salvarlo.
Il povero infatti è il Signore.”Il più piccolo tra voi, questi è grande” e “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli minimi, l'avete fatto a me”.(Mt 25,40...).
Dando al povero, il ricco riceve la sua vera ricchezza ed è accolto nelle tende eterne.
Chi dona al povero, fa un prestito a Dio, che si sdebiterà a suo tempo da par suo. Il povero è lo stesso “Dio - che – aiuta” ciascuno di noi a diventare suoi figli, nel riconoscere Lazzaro come nostro fratello.
Il povero non resta preda della morte. E' portato dai servi di Dio in seno ad Abramo, padre dei credenti. Sta con lui, perchè è come lui . La povertà l'ha reso simile al padre della fede, che ha posto in Dio la sua sicurezza di vita.
La morte rivela la dignità del povero, gettato alla porta, affamato e piagato.
“Morì anche il ricco e fu sepolto”. Mentre Lazzaro è portato in alto, chi ha fatto della terra la sua sicurezza, trova in essa la sua tomba. Tutta la sua vita ebbe come pastore la morte; ora gli inferi sono sua dimora per sempre.
La tomba è il seno della morte, l'opposto del seno di Abramo, grembo della vita.E' un luogo sotterraneo, come la tana delle volpi. E' la dimora di chi è stato astuto secondo il mondo, e non si è procurato le tende eterne con il disonesto mammona. Da lì leva gli occhi in alto, verso chi non aveva mai degnato di uno sguardo. Non si dice che il ricco disprezzò Dio o il povero.
Solo non li aveva mai guardati , perchè occupato a guardare il proprio interesse.
Finalmente gli si aprono gli occhi. Vede quella grande distanza che prima non aveva percepito. Questo abisso è comunque attraversato sei volte dalla Parola che chiede e risponde, per far sapere che fare ora. Questo abisso è stato scavato non certo da Abramo, che lo chiama “figlio”. L'ha scavato lui stesso , non riconoscendo in Lazzaro suo fratello.
“Tu hai avuto i tuoi beni nella tua vita”, gli dice Abramo. Lazzaro invece ha avuto solo dei mali, e per di più non suoi!. Ora la situazione si ribalta, e in modo definitivo.
Bisogna “ricordarsi” di questo, perchè siam portati a dimenticarlo.
La vita terrena è il tempo concesso non per fissare, ma per valicare l'abisso tra ricchi e poveri.
Da questo dipende la salvezza dei ricchi.
Il povero, già salvato da Dio che sta di casa con lui, salva chi lo accoglie, ospitandolo a sua volta con sé nelle tende eterne. L'arco della vita terrena è un ponte effimero tra la perdizione e la salvezza. La misericordia verso il povero è il passaggio.
Finita la vita è finito il tempo. Discernere i segni del tempo è capire che il presente ci è dato per questo. Tutta la scrittura, Mosè, i Profeti e i Salmi parlano del Povero mandato a noi per guarirci con le Sue ferite.
Il vero problema quindi è credere alla parola di Dio. Essa ci dona la Misericordia del Padre e invita tutti a partecipare alla Sua gioia per il Figlio morto e risorto.
Fin che siam vivi siam chiamati ad ascoltarlo e non deriderlo.
Anche quando pone l'alternativa tra Dio e mammona.
Chi crede in Lui , accoglie l'amore del Padre e ama i fratelli.