D.D. Siamo sempre a Nazaret, come domenica scorsa. Gesù ha letto Isaia e l'ha commentato . “Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione”. E poi dice . “Oggi si è compiuta la Parola che avete ascoltato. Gesù dichiara la sua identità. Si tratta di entrare nella sua umanità e aprire il cuore a Dio che in Gesù parla. E' Dio Carità che parla. Vedete, finchè questa parola non disturba la quiete personale alla quale teniamo così tanto, tutto può andare bene. Ma appena questa parola intende entrare nelle tenebre del nostro cuore e porre chiareza in quel guazzabuglio piccolo o grande in cui tante volte ci troviamo tutti, ebbene, quando tutto questo accade, tutto si può complicare e la parola di Dio può anche diventare inaccettabile. Abbiamo udito nella seconda lettura (1 Cor. 13)il famoso inno alla carità di Paolo . Per capire questo inno, uno dei grandi teologi del secolo scorso ha detto : basta sostituire alla parola carità la parola Gesù. Non confondere la carità con la semplice elemosina, con quelle cose piccole o grandi che possiamo fare. Non confondere la carità con qualche vago sentimento che qualche volta possiamo provare.La carità è Gesù. Dio è carità , e Gesù incarna Dio. E' il Figlio Unigenito . Ed è proprio Gesù che parla a Nazareth. Paolo per un attimo non fa altro che riportare ciò che Gesù gli ha suggerito nel cuore. Risentiamo queste parole : “Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come un bronzo che rimbomba o come un cembalo che strepita”. Fuori metafora Se fossi anche capace di parlare le lingue degli angeli”. Se fossi capace quando parlo di incantare la gente e farla sognare. Sono i grandi affabulatori.. Ebbene, se non ho Gesù, se non ho il suo Vangelo nel cuore, se non ho nei modi più diversi il suo amare Dio e servire il prossimo, sono come un grande imbonitore vestito di niente. Il re è nudo. Accendiamo il televisore, leggiamo un giornale. Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che rimbomba, come un cembalo che strepita. Imbonitore nudo. Ancora. “ Se avessi il dono della profezia”. Togliamo questa parola profezia dall'ambito esclusivamente religioso. Chi è un profeta? Non chi dice il futuro, questo lo lasciamo agli ingenui, lo lasciamo agli oroscopi. Chi ci crede. Non questiono su queste cose. Il profeta è uno che dice nel nostro oggi una parola vera, capace di dare speranza nel futuro. I profeti biblici sono stati tutti così. Tutti oggi sembrano offrire speranza per illuminare il futuro. Accendi la televisione, leggi i giornali, ti incontri con i profeti. E se avessi tutta la conoscenza , tutta la scienza di questo mondo, ebbene, se non avessi nel cuore i valori del vangelo, se non avessi nel cuore fame e sete di giustizia, se non avessi nel cuore misericordia , attenzione ai poveri, Paolo è lapidario , dice : “ non sarei nulla “. Questo vallo a dire a qualcuno. Ancora ,”E se dessi in cibo tutto quello che ho e consegnassi il mio corpo” attenti “per averne vanto”, per specchiarmi nella mia gloria, guarda come sono stato bravo, ebbene, se non avessi la carità, il disinteresse che in me Gesù crea al servizio degli altri, “Nulla mi gioverebbe”. Nulla. Ce n'è per me, ce n'è per tutti. Questi se, se, se, ci inchiodano. E queste parole possono essere capite come insopportabili.
D.D,,,,I Nazaretani . “ Ma chi credi di essere?” Ti abbiam conosciuto fin da bambino, “ Tu sei figlio di Giuseppe” . Tua madre e i tuoi parenti abitano qui. Li conosciamo tutti. Se proprio vuoi convincerci, guarda, i miracoli che hai fatto a Cafarnao, falli anche qui..Poi vedremo se darti credito o meno. Poichè Gesù non fa i miracoli per convincere i cuori, allora c'è una cosa sola da fare : eliminiamolo! I suoi compaesani cercano di farlo e poi lo faranno con altri. “ Ma Egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino” verso Gerusalemme. Amici, è rischioso il Vangelo. Noi siamo qui per convincercene. Non è un discorso pacifico, tutti corriamo dei rischi. Qualche volta sarà l'indifferenza, addirittura a casa nostra. Altre volte sarà la derisione. Tutto questo per accompagnare chi parla e cerca di vivere Gesù. A volte la reazione è violenta. Cito a caso due esempi, ma ce ne sarebbero facilmente a migliaia. Il vescovo Romero, in San Salvador, viene ucciso mentre celebrava la Messa semplicemente perchè voleva difendere i poveri dagli squadroni della morte. Non puoi permettertelo e ti facciamo fuori. Se non è oggi, sarà domani. E gli sparano mentre dice Messa. Don Puglisi a Palermo viene ucciso semplicemente perchè voleva strappare i bambini dalla mafia... Poi ci sono tutti gli uomini, le donne di buona volontà, di qualsiasi estrazione, anche di religioni diverse, che intendono vivere da miti, da forti, da veri, rischiando tutto in proprio, e non poche volte rischiano la vita.Vivere da miti, da forti, da vivi, rischiando in proprio. Questa sera lo chiediamo per tutti noi. Anche se gli applausi non li riceveremo mai. Ma gli applausi, a mio avviso, sono abbastanza inconciliabili con la vita di fede, di speranza, di carità. Gli applausi, se li riceveremo, li riceveremo in Paradiso.
D.D. Siamo sempre a Nazaret, come domenica scorsa. Gesù ha letto Isaia e l'ha commentato . “Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione”. E poi dice . “Oggi si è compiuta la Parola che avete ascoltato. Gesù dichiara la sua identità.
RispondiEliminaSi tratta di entrare nella sua umanità e aprire il cuore a Dio che in Gesù parla. E' Dio Carità che parla.
Vedete, finchè questa parola non disturba la quiete personale alla quale teniamo così tanto, tutto può andare bene. Ma appena questa parola intende entrare nelle tenebre del nostro cuore e porre chiareza in quel guazzabuglio piccolo o grande in cui tante volte ci troviamo tutti, ebbene, quando tutto questo accade, tutto si può complicare e la parola di Dio può anche diventare inaccettabile.
Abbiamo udito nella seconda lettura (1 Cor. 13)il famoso inno alla carità di Paolo . Per capire questo inno, uno dei grandi teologi del secolo scorso ha detto : basta sostituire alla parola carità la parola Gesù.
Non confondere la carità con la semplice elemosina, con quelle cose piccole o grandi che possiamo fare. Non confondere la carità con qualche vago sentimento che qualche volta possiamo provare.La carità è Gesù. Dio è carità , e Gesù incarna Dio. E' il Figlio Unigenito .
Ed è proprio Gesù che parla a Nazareth. Paolo per un attimo non fa altro che riportare ciò che Gesù gli ha suggerito nel cuore.
Risentiamo queste parole : “Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come un bronzo che rimbomba o come un cembalo che strepita”. Fuori metafora
Se fossi anche capace di parlare le lingue degli angeli”. Se fossi capace quando parlo di incantare la gente e farla sognare. Sono i grandi affabulatori..
Ebbene, se non ho Gesù, se non ho il suo Vangelo nel cuore, se non ho nei modi più diversi il suo amare Dio e servire il prossimo, sono come un grande imbonitore vestito di niente. Il re è nudo. Accendiamo il televisore, leggiamo un giornale. Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che rimbomba, come un cembalo che strepita. Imbonitore nudo.
Ancora. “ Se avessi il dono della profezia”. Togliamo questa parola profezia dall'ambito esclusivamente religioso. Chi è un profeta? Non chi dice il futuro, questo lo lasciamo agli ingenui, lo lasciamo agli oroscopi. Chi ci crede. Non questiono su queste cose.
Il profeta è uno che dice nel nostro oggi una parola vera, capace di dare speranza nel futuro. I profeti biblici sono stati tutti così.
Tutti oggi sembrano offrire speranza per illuminare il futuro. Accendi la televisione, leggi i giornali, ti incontri con i profeti.
E se avessi tutta la conoscenza , tutta la scienza di questo mondo, ebbene, se non avessi nel cuore i valori del vangelo, se non avessi nel cuore fame e sete di giustizia, se non avessi nel cuore misericordia , attenzione ai poveri, Paolo è lapidario , dice : “ non sarei nulla “. Questo vallo a dire a qualcuno.
Ancora ,”E se dessi in cibo tutto quello che ho e consegnassi il mio corpo” attenti “per averne vanto”, per specchiarmi nella mia gloria, guarda come sono stato bravo, ebbene, se non avessi la carità, il disinteresse che in me Gesù crea al servizio degli altri, “Nulla mi gioverebbe”. Nulla.
Ce n'è per me, ce n'è per tutti. Questi se, se, se, ci inchiodano. E queste parole possono essere capite come insopportabili.
D.D,,,,I Nazaretani . “ Ma chi credi di essere?” Ti abbiam conosciuto fin da bambino, “ Tu sei figlio di Giuseppe” . Tua madre e i tuoi parenti abitano qui. Li conosciamo tutti. Se proprio vuoi convincerci, guarda, i miracoli che hai fatto a Cafarnao, falli anche qui..Poi vedremo se darti credito o meno. Poichè Gesù non fa i miracoli per convincere i cuori, allora c'è una cosa sola da fare : eliminiamolo! I suoi compaesani cercano di farlo e poi lo faranno con altri.
RispondiElimina“ Ma Egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino” verso Gerusalemme.
Amici, è rischioso il Vangelo. Noi siamo qui per convincercene. Non è un discorso pacifico, tutti corriamo dei rischi. Qualche volta sarà l'indifferenza, addirittura a casa nostra. Altre volte sarà la derisione. Tutto questo per accompagnare chi parla e cerca di vivere Gesù. A volte la reazione è violenta.
Cito a caso due esempi, ma ce ne sarebbero facilmente a migliaia. Il vescovo Romero, in San Salvador, viene ucciso mentre celebrava la Messa semplicemente perchè voleva difendere i poveri dagli squadroni della morte. Non puoi permettertelo e ti facciamo fuori. Se non è oggi, sarà domani. E gli sparano mentre dice Messa.
Don Puglisi a Palermo viene ucciso semplicemente perchè voleva strappare i bambini dalla mafia... Poi ci sono tutti gli uomini, le donne di buona volontà, di qualsiasi estrazione, anche di religioni diverse, che intendono vivere da miti, da forti, da veri, rischiando tutto in proprio, e non poche volte rischiano la vita.Vivere da miti, da forti, da vivi, rischiando in proprio. Questa sera lo chiediamo per tutti noi. Anche se gli applausi non li riceveremo mai.
Ma gli applausi, a mio avviso, sono abbastanza inconciliabili con la vita di fede, di speranza, di carità.
Gli applausi, se li riceveremo, li riceveremo in Paradiso.