giovedì 10 marzo 2016

C - 5 DOM. QUARESIMA


2 commenti:

  1. S. FAUSTI - “Neppure io ti condanno” dice Gesù alla donna sorpresa in adulterio.Questo splendido racconto ci porta al cuore del messaggio di Gesù, il Figlio che non giudica nessuno e che per questo sarà giudicato. E' uno dei pezzi più affascinanti del Vangelo, che mostra come Gesù dona lo Spirito che fa nuove tutte le cose : Lui stesso, dal suo fianco trafitto sarà la sorgente zampillante che lava ogni peccato e impurità. Questo racconto ci fa entrare in modo semplice e immediato, nel mistero di un Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito, perché chiunque ha sete venga a Lui e ottenga l'acqua viva.
    Quest'acqua, purificatrice e purificante, promessa dal profeta Ezechiele (47,1) e da Zaccaria ( (13,1) è il suo amore , che si manifesta pienamente nel perdono – neppure nominato nel testo, tanto è ovvio e discreto. In esso conosciamo chi è il Signore : è Colui che apre le nostre tombe , ci risuscita dai nostri sepolcri e ci dona il Suo Spirito.
    La peccatrice, chiusa dagli zelanti della legge in un cerchio di morte, vedrà alla fine dileguarsi i suoi accusatori e resterà nel mezzo, sola con Gesù, che le aprirà l'orizzonte della libertà e dell'amore.
    L'insegnamento è Gesù stesso, con ciò che è e ciò che fa.
    Infatti è Lui la “Parola” , il nuovo santuario, la presenza di Dio, di quel Dio che si manifesta pienamente nel perdono.
    Gesù non affronta né provoca la folla, sfidandola a viso aperto.
    L'avrebbe inferocita ancora di più. Si rende invece come assente e si china su se stesso, come in una pausa riflessiva, per non farsi travolgere dalla violenza collettiva.
    E' quanto invita a fare anche agli altri , presentando loro un altro modello da imitare, diverso da quello della violenza dei capi che li sta trascinando.

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  2. (continua) Sono corsi fiumi d'inchiostro su cosa Gesù abbia scritto, dimenticando però che l'evangelista non spreca una sola parola in proposito. Nella spiegazione bisogna , attenendosi al testo, interpretare solo il gesto dello scrivere , senza dire ciò che è scritto. Scrivere è l'atto con cui uno vuol comunicare qualcosa a un altro che legge. Tutta la Scrittura è comunicazione di Dio all'uomo , a sua volta la Legge fu scritta dal dito di Dio su tavole di pietra. E' da notare che Gesù non scrive sulla sabbia, ma sulla pietra del lastricato , la scena infatti si svolge nel Tempio.
    Se non teniamo presente il “dito” di Colui che scrive e non entriamo in comunione con Lui, la stessa Scrittura diventa un feticcio che ci impedisce di entrare nel pensiero di Dio.
    La Scrittura è l'autocomunicazione del Dio amante della vita, che non disprezza nessuna delle sue creature . Ha compassione di tutti e non guarda ai peccati degli uomini , in vista del pentimento.
    Se la Scrittura denuncia il peccato, non è per condannare il peccatore . L'intenzione di chi scrive è quella di salvarlo.La Legge data per la vita e non per la morte, per la conversione e non per la disperazione, per il perdono e non per la condanna. Siccome però, sin dall'inizio, abbiam trasgredito la legge, tutti la percepiamo come condanna di noi e delle nostre azioni. Ma i profeti hanno promesso che verranno giorni in cui Dio ci toglierà il cuore di pietra e ci darà un cuore di carne : inciderà la sua legge, non con il dito sulla pietra, ma con lo Spirito sul nostro cuore, che finalmente sarà un cuore nuovo, capace di vivere in pienezza il dono di Dio.
    Proprio sulla croce, dove sarà scritto il titolo della sua condanna,
    in ebraico, latino, greco - comprenderemo ciò che Gesù ora scrive : il Signore non condanna, ma giustifica e salva per grazia.
    Questo è il senso di tutta la Scrittura.
    Allora saremo noi stessi la lettera di Dio, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito di Dio, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei nostri cuori.

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