S. FAUSTI – Il luogo teologico da cui ha inizio il cammino verso Gerusalemme , la sua sorgente è “l'essere in preghiera”.Come dopo il Battesimo così anche qui Lo vediamo in preghiera, prima di “battezzarsi” e immergersi nella volontà del Padre.La preghiera ci viene presentata come principio dell'azione di Gesù in favore degli uomini ; come sorgente da cui scaturisce la Chiesa, ora come fonte della sua stessa vita in ascolto del Padre. Questa Sua Comunione con il Padre è principio e fine di tutta la sua attività ed è ciò che ci rivela e di cui ci rende partecipi . Finora era l'uomo che si interrogava su Gesù e lo interrogava. Ora è Lui stesso che prende l'iniziativa. Qui cessa la nostra domanda per ascoltare la Sua. Egli esige la nostra risposta. Solo se gli rispondiamo, inizia il dialogo e Lui risponde. Gesù fa esplicitamente due domande , per avvertire i discepoli sull'ambiguità della risposta e sul pericolo costante di regredire alla risposta della folla. “Chi dicono le folle che io sia ?” La risposta della gente è ripresa e sintetizzata : Gesù è un “profeta” “risorto”...L'errore consiste nell'identificare Gesù con una figura del passato. L'aspetto positivo è che questo passato contiene la promessa di Dio e la sua Parola di resurrezione. “Ma voi, chi dite che io sia?” Gesù domanda e il discepolo risponde! Fino a quando siamo noi a porre le nostre domande , non avremo mai risposte circa la sua novità : risponderemo secondo la nostra ovvietà. La domanda infatti precontiene la risposta . Deve alfine tacere la nostra domanda , per ascoltare la Sua. All'interrogarsi e all'interrogare, succede il lasciarsi interrogare. I discepoli sono chiamati “voi” , in netta distinzione dalla folla. Il loro dire su Gesù non sarà risposta a una loro domanda , ma alla Sua, diretta a loro comunitariamente. Il “voi” è ecclesiale : la risposta a questa domanda fa la Chiesa. Pietro risponde, esprimendo la fede della Chiesa. La sua risposta riconosce in Gesù Cristo il Messia atteso, Colui che deve venire secondo la promessa di Dio. Anche se dice “di Dio” la sua attesa in realtà è ancora più secondo i desideri dell'uomo che secondo la promessa di Dio. Ma Dio compie le sue promesse, non i nostri desideri! Per questo Gesù, come Cristo “di Dio” deluderà le attese messianiche dell'uomo. Egli infatti non è l'atteso dall'uomo. E' il “ma” di Dio a ogni sua attesa , che non può che essere falsa e negativa , perchè dettata dalla paura. E' il Cristo che viene da Dio e torna a Dio e porta con sé noi a Lui.Per questo la Sua opera è salvezza , e compie ciò che non osavamo sperare in un modo che non sapevamo pensare. La risposta di Pietro è vera,anche se lui la prende in modo opposto a quello vero : infatti ignora chi è il Cristo di Dio, perchè ancora ignora il Dio di Cristo. Il mistero della croce come via alla vita è lo specifico della sua messianicità, il “pensiero di Dio” contrapposto al “pensiero dell'uomo”. I discepoli lo capiranno lentamente e solo dopo la Pasqua! Le tentazioni che Gesù ha già affrontato per sé nel deserto e vincerà sulla croce, ora sono nel cuore dei discepoli e della Chiesa, nel tempo che va dal battesimo alla gloria. Per questo la parola della croce deve sempre esorcizzare la Chiesa da ogni falso messianismo. Il discepolo, incorporato col battesimo al Corpo di Cristo di cui nell'Eucaristia vive, incontra la stessa lotta e le stesse tentazioni del deserto e della croce di Colui che segue : salvare la propria vita, guadagnare il mondo, giungere alla gloria senza passare attraverso la croce. Chi mangia e vive del pane spezzato è, come Gesù, martire dell'amore del Padre. Però, nella misura in cui è associato allo scandalo della croce, lo è anche alla visione beata del Suo regno. E' più difficile vivere per Cristo e come Cristo che pretendere di morire per Lui o come Lui! La salvezza è legata al presente in obbedienza alla Sua Parola.
CANTO AL VANGELO (Rm 8,15) Alleluia, alleluia. Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Alleluia.
VANGELO (Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così. + Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore.
S. FAUSTI – Il luogo teologico da cui ha inizio il cammino verso Gerusalemme , la sua sorgente è “l'essere in preghiera”.Come dopo il Battesimo così anche qui Lo vediamo in preghiera, prima di “battezzarsi” e immergersi nella volontà del Padre.La preghiera ci viene presentata come principio dell'azione di Gesù in favore degli uomini ; come sorgente da cui scaturisce la Chiesa, ora come fonte della sua stessa vita in ascolto del Padre. Questa Sua Comunione con il Padre è principio e fine di tutta la sua attività ed è ciò che ci rivela e di cui ci rende partecipi .
RispondiEliminaFinora era l'uomo che si interrogava su Gesù e lo interrogava. Ora è Lui stesso che prende l'iniziativa. Qui cessa la nostra domanda per ascoltare la Sua.
Egli esige la nostra risposta. Solo se gli rispondiamo, inizia il dialogo e Lui risponde.
Gesù fa esplicitamente due domande , per avvertire i discepoli sull'ambiguità della risposta e sul pericolo costante di regredire alla risposta della folla.
“Chi dicono le folle che io sia ?”
La risposta della gente è ripresa e sintetizzata : Gesù è un “profeta” “risorto”...L'errore consiste nell'identificare Gesù con una figura del passato. L'aspetto positivo è che questo passato contiene la promessa di Dio e la sua Parola di resurrezione.
“Ma voi, chi dite che io sia?”
Gesù domanda e il discepolo risponde! Fino a quando siamo noi a porre le nostre domande , non avremo mai risposte circa la sua novità : risponderemo secondo la nostra ovvietà. La domanda infatti precontiene la risposta . Deve alfine tacere la nostra domanda , per ascoltare la Sua.
All'interrogarsi e all'interrogare, succede il lasciarsi interrogare. I discepoli sono chiamati “voi” , in netta distinzione dalla folla. Il loro dire su Gesù non sarà risposta a una loro domanda , ma alla Sua, diretta a loro comunitariamente. Il “voi” è ecclesiale : la risposta a questa domanda fa la Chiesa.
Pietro risponde, esprimendo la fede della Chiesa.
La sua risposta riconosce in Gesù Cristo il Messia atteso, Colui che deve venire secondo la promessa di Dio. Anche se dice “di Dio” la sua attesa in realtà è ancora più secondo i desideri dell'uomo che secondo la promessa di Dio. Ma Dio compie le sue promesse, non i nostri desideri!
Per questo Gesù, come Cristo “di Dio” deluderà le attese messianiche dell'uomo.
Egli infatti non è l'atteso dall'uomo. E' il “ma” di Dio a ogni sua attesa , che non può che essere falsa e negativa , perchè dettata dalla paura. E' il Cristo che viene da Dio e torna a Dio e porta con sé noi a Lui.Per questo la Sua opera è salvezza , e compie ciò che non osavamo sperare in un modo che non sapevamo pensare. La risposta di Pietro è vera,anche se lui la prende in modo opposto a quello vero : infatti ignora chi è il Cristo di Dio, perchè ancora ignora il Dio di Cristo.
Il mistero della croce come via alla vita è lo specifico della sua messianicità, il “pensiero di Dio”
contrapposto al “pensiero dell'uomo”.
I discepoli lo capiranno lentamente e solo dopo la Pasqua! Le tentazioni che Gesù ha già affrontato per sé nel deserto e vincerà sulla croce, ora sono nel cuore dei discepoli e della Chiesa, nel tempo che va dal battesimo alla gloria. Per questo la parola della croce deve sempre esorcizzare la Chiesa da ogni falso messianismo.
Il discepolo, incorporato col battesimo al Corpo di Cristo di cui nell'Eucaristia vive, incontra la stessa lotta e le stesse tentazioni del deserto e della croce di Colui che segue : salvare la propria vita, guadagnare il mondo, giungere alla gloria senza passare attraverso la croce. Chi mangia e vive del pane spezzato è, come Gesù, martire dell'amore del Padre. Però, nella misura in cui è associato allo scandalo della croce, lo è anche alla visione beata del Suo regno. E' più difficile vivere per Cristo e come Cristo che pretendere di morire per Lui o come Lui! La salvezza è legata al presente in obbedienza alla Sua Parola.
CANTO AL VANGELO (Rm 8,15)
RispondiEliminaAlleluia, alleluia.
Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi,
per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Alleluia.
VANGELO (Mt 6,7-15)
Voi dunque pregate così.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Parola del Signore.