giovedì 23 giugno 2016

C - 13 DOM.T.O.


1 commento:

  1. S. FAUSTI - Gesù è la tenda definitiva di Dio tra gli uomini , è la Parola da ascoltare, è la bellezza da contemplare. Luca chiama noi, suoi lettori, a contemplarlo a “viso scoperto” , Egli cammina in mezzo a noi e ci apre il ritorno al Padre. Seguendolo, torniamo ad essere ciò che siamo : suoi figli.
    Ma, come nessuno ha ascoltato la Parola del Padre, nessuno ora accoglie il volto del Figlio.
    Non trova ospitalità, perchè è il più piccolo di tutti e l'escluso da tutti.
    Rifiutato dai lontani, i samaritani, non è compreso dai vicini, i discepoli. E' escluso dagli esclusi e non accolto dai piccoli! Infatti è indurito nella Parola del Padre, che è amore e tenerezza.
    Il volto del samaritano è diverso da quello di ogni Adamo , in discesa da Gerusalemme a Gerico.
    Egli, icona visibile del Dio invisibile, si è fatto pellegrino per tutte le strade del mondo, per restituire ai fratelli il loro volto di figli. Il suo viaggio verso il Padre e la Sua venuta tra gli uomini coincidono in un'unica missione storica , compimento del mistero di salvezza.
    Rifiutato dai fratelli per la loro disobbedienza, egli si consegna loro per obbedienza al Padre , e li salva attraverso la misericordia e la croce. Qui si manifesta la diversità tra lo spirito dell'uomo e quello di Dio
    Davanti al suo volto siamo chiamati a discernere di che spirito siamo : siamo induriti come Lui nell'amore , oppure siamo chiusi nella durezza del nostro cuore?
    Siamo veramente battezzati nel Suo Spirito o in quello opposto?
    Discepolo è colui che riconosce questo volto povero, umiliato e umile, e opera secondo il Suo spirito di misericordia.
    Egli si battezza e si immerge nella povertà, nell'umiliazione e nell'umiltà ;
    noi facciamo tutto per emergere mediante l'avere, il potere e l'apparire.
    Il volto di Gesù verso Gerusalemme ci fa vedere che la nostra intelligenza è disturbata.
    Ignorando la Parola del Figlio dell'uomo, manchiamo di discernimento e militiamo sotto la bandiera del nemico, ovviamente a fin di bene. Ingannata dall'intelligenza, anche la nostra volontà ha i suoi desideri e le sue priorità che si oppongono alla sequela di Gesù. E' una volontà divisa tra il desiderio di seguire Lui e quello di tenere le proprie sicurezze materiali, affettive e personali.
    C'è una circolarità tra intelligenza e volontà : uno agisce secondo quanto capisce. Ma poi, per abitudine buona o cattiva, capisce secondo quanto agisce. Dopo il battesimo, in cui operò la scelta fondamentale nello Spirito, Gesù affrontò e vinse in se stesso le tentazioni.
    Anche il discepolo, dopo il battesimo nello stesso Spirito, è chiamato a decidersi e superare le ambiguità interne alla sua volontà. Il discepolo, come non conosce, così neanche vuole il cammino del Figlio dell'uomo. Per questo, oltre che nell'intelligenza, deve essere guarito anche nella volontà. Essa in realtà non vuole : vorrebbe il fine, senza però mettere in atto i mezzi.
    In questo brano emergono le resistenze che il discepolo oppone al Suo Signore.
    Sono le stesse che egli per primo ha incontrato. Riguardano i mezzi adeguati al fine.
    E' necessaria una decisione che rompa con l'immagine della madre (il mondo dei bisogni e delle sicurezze materiali) , con quella del padre ( il mondo degli affetti, dei doveri e dei rapporti) e con i condizionamenti dell'io (sicurezza del solco e della propria identità da conservare) : sono la povertà , la castità e l'obbedienza necessarie alla sequela , il superamento della tentazione dell'avere, del potere e dell'apparire.
    Più che le tre esigenze che il maestro ha verso chi vuol seguirlo, sono i tre doni che Gesù fa al discepolo : la li bertà dalle cose, dalle persone e dall'io, per amare Lui con tutto il cuore.
    Come ogni dono , è solo per chi lo desidera. Per questo giova chiederli con insistenza al Signore , nonostante le resistenze contrarie.

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