S. FAUSTI - Gli invitati al banchetto sono i poveri e gli esclusi. A loro spetta il Regno, perchè sono come Gesù. Ora si dice al discepolo di vedere bene se si trova tra quelli, perchè, per stare con Lui, è necessario scegliere il Suo stesso posto. Per questo a chi non lascia tutto, ripete per ben tre volte il ritornello “ non può essere mio discepolo”. Il Regno è offerto gratis. Ci sono però delle condizioni per accoiglierlo. La porta è stretta (13,24). Tutti siamo troppo gonfi per entrarci! Davanti alle richieste di Gesù nessuno è in grado di farcela. Luca vuole renderci coscienti della nostra incapacità , in modo che, disperando di noi, speriamo in Lui. Queste parole sono una puntura che ci trafigge : sgonfiandoci di ogni presunzione , ci rende umili, poveri e mendicanti, perchè gridiamo verso di Lui, come il cieco di Gerico (18,35-43). La nostra unica possibilità di essere discepoli è la confessata impossibilità : “Quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,10) : forte della forza di Colui che mi conforta e mi rende tutto possibile (Fil 4,13). Nessuna pretesa è in grado di farci discepoli. E' solo un dono di grazia che Dio concede all'umile e al povero. Però se tutto è azione di Dio, tutto è anche libertà dell'uomo, che può accoglierla o meno. Il sazio e ricco è rimandato a mani vuote (1,53) ; ma la bocca aperta e vuota viene riempita. La povertà, che Gesù richiede, non è stoica, è motivata dall'amore per Lui. Tocca tutti i livelli ed è l'unica virtù che, quanto più è materiale, tanto più è spirituale. Ma solo se è dettata dall'amore e non indurisce verso gli altri. La povertà comporta umiliazione e porta all'umiltà. Pur essendo in sé maledizione e privazione,diventa scelta cordiale e necessaria per il discepolo che vyol stare col suo Signore. Le esigenze del discepolato sono . Odio verso ciò che è caro e amore verso ciò che è odioso al mondo, per andare dietro a Gesù ; prudente valutazione di chi non vuol restare a metà dell'impresa o venire sconfitto e saggia follia di uno che trova la sua forza nel perdere tutto. Diversamente si è come sale sciocco, inservibile . Irrecuperabile e da buttare. Siamo al cuore della catechesi lucana , che si snoda nel viaggio dalla Samaria a Gerusalemme. Se le cose stanno così, chi salirà il monte di Dio? Chi deciderà evangelicamente di abbandoare tutto per scegliere il Regno? La forza di tale decisione èl'amore di chi è stato conquistato da Lui,
---->Egli diviene l'unico, il solo , il resto non ha più sapore. La vita cosidetta “religiosa” propone a tutti il nocciolo della fede crstiana. Chi riconosce nel suo Signore il suo tutto, si fa profezia per tutta la Chiesa, ricordandole l'essenziale. Se essa trascura la povertà, l'umiltà e la castità, (ci son tanti adulteri!) , anche come mezzi apostolici, diventa sale insipido.Perde la luce di cui è testimone, abbandona il suo Signore povero, umile e libero. Oggi la Chiesa è particolarmente tentata di usare, “a fin di bene”, strumenti di potere, entrando in concorrenza con il mondo. Cerca una rilevanza fasulla, senza sapere che la sua identità col Crocifisso è l'unica sua forza. I vecchi ordini religiosi sono nati, sempre ,per testimoniare nella Chiesa e al mondo la Croce del Signore, proprio nei momenti in cui era più pericolosamente dimenticata.Anche se è naturale degenerare verso la ricchezza, il potere e l'onore, anche se è “ovvio” cadere in ciò che Gesù ha scartato come tentazione , (4,1-12), tuttavia questo riguarda la venuta del Regno più di ogni altro male. Si dice che la povertà è “muro e difesa” della vita religiosa . Quando si sfalda e crolla , cade nelle mani del nemico e perde la sua essenza : non testimonia più la sua fiducia nel Padre. Se il miraggio del mondo è diventare ricco, quello del discepolo è diventare povero. Il Regno è dei poveri, perché il Re stesso si è rivelato povero.
S. FAUSTI - Gli invitati al banchetto sono i poveri e gli esclusi. A loro spetta il Regno, perchè sono come Gesù. Ora si dice al discepolo di vedere bene se si trova tra quelli, perchè, per stare con Lui, è necessario scegliere il Suo stesso posto.
RispondiEliminaPer questo a chi non lascia tutto, ripete per ben tre volte il ritornello “ non può essere mio discepolo”. Il Regno è offerto gratis. Ci sono però delle condizioni per accoiglierlo.
La porta è stretta (13,24). Tutti siamo troppo gonfi per entrarci!
Davanti alle richieste di Gesù nessuno è in grado di farcela.
Luca vuole renderci coscienti della nostra incapacità , in modo che, disperando di noi, speriamo in Lui. Queste parole sono una puntura che ci trafigge : sgonfiandoci di ogni presunzione , ci rende umili, poveri e mendicanti, perchè gridiamo verso di Lui, come il cieco di Gerico (18,35-43).
La nostra unica possibilità di essere discepoli è la confessata impossibilità :
“Quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,10) :
forte della forza di Colui che mi conforta e mi rende tutto possibile (Fil 4,13).
Nessuna pretesa è in grado di farci discepoli. E' solo un dono di grazia che Dio concede all'umile e al povero. Però se tutto è azione di Dio, tutto è anche libertà dell'uomo, che può accoglierla o meno.
Il sazio e ricco è rimandato a mani vuote (1,53) ; ma la bocca aperta e vuota viene riempita.
La povertà, che Gesù richiede, non è stoica, è motivata dall'amore per Lui. Tocca tutti i livelli ed è l'unica virtù che, quanto più è materiale, tanto più è spirituale.
Ma solo se è dettata dall'amore e non indurisce verso gli altri.
La povertà comporta umiliazione e porta all'umiltà.
Pur essendo in sé maledizione e privazione,diventa scelta cordiale e necessaria per il discepolo che vyol stare col suo Signore.
Le esigenze del discepolato sono . Odio verso ciò che è caro e amore verso ciò che è odioso al mondo, per andare dietro a Gesù ; prudente valutazione di chi non vuol restare a metà dell'impresa o venire sconfitto e saggia follia di uno che trova la sua forza nel perdere tutto.
Diversamente si è come sale sciocco, inservibile . Irrecuperabile e da buttare. Siamo al cuore della catechesi lucana , che si snoda nel viaggio dalla Samaria a Gerusalemme.
Se le cose stanno così, chi salirà il monte di Dio? Chi deciderà evangelicamente di abbandoare tutto per scegliere il Regno? La forza di tale decisione èl'amore di chi è stato conquistato da Lui,
---->Egli diviene l'unico, il solo , il resto non ha più sapore.
RispondiEliminaLa vita cosidetta “religiosa” propone a tutti il nocciolo della fede crstiana.
Chi riconosce nel suo Signore il suo tutto, si fa profezia per tutta la Chiesa, ricordandole l'essenziale. Se essa trascura la povertà, l'umiltà e la castità, (ci son tanti adulteri!) , anche come mezzi apostolici, diventa sale insipido.Perde la luce di cui è testimone, abbandona il suo Signore povero, umile e libero.
Oggi la Chiesa è particolarmente tentata di usare, “a fin di bene”, strumenti di potere, entrando in concorrenza con il mondo. Cerca una rilevanza fasulla, senza sapere che la sua identità col Crocifisso è l'unica sua forza. I vecchi ordini religiosi sono nati, sempre ,per testimoniare nella Chiesa e al mondo la Croce del Signore, proprio nei momenti in cui era più pericolosamente dimenticata.Anche se è naturale degenerare verso la ricchezza, il potere e l'onore, anche se è “ovvio” cadere in ciò che Gesù ha scartato come tentazione , (4,1-12), tuttavia questo riguarda la venuta del Regno più di ogni altro male. Si dice che la povertà è “muro e difesa” della vita religiosa . Quando si sfalda e crolla , cade nelle mani del nemico e perde la sua essenza : non testimonia più la sua fiducia nel Padre. Se il miraggio del mondo è diventare ricco, quello del discepolo è diventare povero. Il Regno è dei poveri, perché il Re stesso si è rivelato povero.