giovedì 29 settembre 2016

C - 27 DOM.T.O.


1 commento:

  1. S. FAUSTI – Questa parte, che comincia dalla richiesta degli Apostoli di un aumento di fede e culmina nell'illuminazione (18,43), mostra la fede come possibilità dell'impossibile, amore e gratuità, cammino di purificazione, che ci fa conoscere come e quando viene il Regno, vive di fiducia e di umiltà, ci rende figli, capaci di deciderci per il Figlio che va a Gerusalemme a dare la vita e ci fa venire alla luce come uomini nuovi.
    Gli Apostoli sono i discepoli che , avendo imparato dal maestro, ricevono il Suo stesso incarico : sono inviati a portare la misericordia del Signore oltre la cerchia della comunità, fino agli estremi confini della terra. Gli Apostoli si sentono inadeguati al loro compito, perchè di poca fede.
    La fede è l'esperienza personale della misericordia del Padre, origine della missione ai fratelli.
    Va chiesta come il pane quotidiano e il perdono. Dopo la preghiera :”Insegnaci a pregare” (11,1),
    questa è la preghiera tipica del credente , soprattutto dell'Apostolo:”Aggiungici fede!”.
    Con essa si ottiene tutto. Tutto infatti è possibile per chi crede , perchè nulla è impossibile a Dio (1,37).
    La fede è come un seme piccolo,ma con forza vitale . Per essa S. Paolo dice : “Tutto posso in Colui che mi dà forza” (Fil 4,13) perchè la mia impotenza si riempie della potenza stessa di Dio.
    Credere è smettere di confidare in sé e lasciare che sia Lui ad agire.
    Per questo “quando sono debole, è allora che son forte” (S. Paolo 2 Cor.12,10).
    Si passa ora dalla fede personale dell'Apostolo al suo lavoro apostolico di annuncio agli altri.
    Egli è paragonato al servo, o meglio, allo schiavo, perchè non appartiene a sé.
    Questa sua schiavitù è la realizzazione più alta della libertà di amare : lo rende simile al suo Signore,tutto del Padre e dei fratelli.Come lo schiavo appartiene al suo padrone che lo schiavizza, così l'Apostolo al suo Signore che gli dà la libertà di essere come Lui, suo collaboratore, associato al suo ministero.Questa schiavitù per amore è la liberazione totale dall'egoismo :
    “Voi , infatti, fratelli, siete chiamati a libertà” e questa non consiste nel vivere secondo l'egoismo, ma nell'essere, mediante la carità, schiavi gli uni degli altri.
    Le due azioni tipiche dell'Apostolo sono : l'annuncio (semina) e la cura dei fratelli (pastore).
    Chi “ara o pascola” non lo fa per turpe motivo di lucro, ma perchè spinto dall'amore del suo Signore morto per tutti .
    Per Paolo la ricompensa più alta è predicare gratuitamente il Vangelo.
    L'Apostolo è associato al ministero di grazia e di misericordia del suo Signore per il mondo.
    Origine del suo servizio è la fede, come esperienza personale di Colui che lo ha amato e ha dato se stesso per lui. Per questo non è più nella logica del dare/avere , ma in quella del dono gratuito.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.