venerdì 4 ottobre 2019

C - 27 DOMENICA T.O.


2 commenti:

  1. LETTURA DEL GIORNO
    Prima lettura

    Dal libro del profeta Abacuc
    Ab 1,2-3;2,2-4

    Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
    e non ascolti,
    a te alzerò il grido: «Violenza!»
    e non salvi?
    Perché mi fai vedere l’iniquità
    e resti spettatore dell’oppressione?
    Ho davanti a me rapina e violenza
    e ci sono liti e si muovono contese.

    Il Signore rispose e mi disse:
    «Scrivi la visione
    e incidila bene sulle tavolette,
    perché la si legga speditamente.
    È una visione che attesta un termine,
    parla di una scadenza e non mentisce;
    se indugia, attendila,
    perché certo verrà e non tarderà.
    Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
    mentre il giusto vivrà per la sua fede».



    Seconda lettura

    Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
    2 Tm 1,6-8.13-14

    Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.

    Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.

    Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 17,5-10

    In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».

    Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.

    Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?

    Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Mi pare che tutti noi possiamo fare nostra questa invocazione. Anche noi come gli Apostoli diciamo al Signore Gesù: “Accresci in noi la fede!”. E il Signore che cosa ci risponde? Risponde: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe» (v. 6). Il seme della senape è piccolissimo, però Gesù dice che basta avere una fede così piccola, ma vera, sincera, per fare cose umanamente impossibili, impensabili. Ed è vero! Tutti conosciamo persone semplici, umili, ma con una fede fortissima, che davvero spostano le montagne! Pensiamo, per esempio, a certe mamme e papà che affrontano situazioni molto pesanti; o a certi malati, anche gravissimi, che trasmettono serenità a chi li va a trovare. E come attingiamo questa forza? La attingiamo da Dio nella preghiera. La preghiera è il respiro della fede: in un rapporto di fiducia, in un rapporto di amore, non può mancare il dialogo, e la preghiera è il dialogo dell’anima con Dio. (ANGELUS, 6 ottobre 2013)

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  2. FAUSTI – Tutto il viaggio a Gerusalemme contiene una catechesi che sviluppa le richieste del Padre Nostro :
    “Sia santificato il Tuo Nome “ (cap. 11)
    “Venga il Tuo Regno” (cc.12/13)
    “Dacci il pane” (c 14)
    “Perdonaci” (c.15)
    “Perché perdoniamo” (c 16)
    “Fa' che non cediamo, che non perdiamo la fede” (qs c.17).
    Luca non contiene la domanda “Sia fatta la Tua Volontà” :Gesù è l'unico a compierla (c 22, 42) soddisfacendo tutte le altre richieste, anche a nome nostro.
    Questa parte, che comincia dalla richiesta degli Apostoli di un aumento di fede e culmina nell'illuminazione (18,43), mostra la fede come possibilità dell'impossibile, amore e gratuità, cammino di purificazione, che ci fa conoscere come e quando viene il Regno, vive di fiducia e di umiltà, ci rende figli, capaci di deciderci per il Figlio che va a Gerusalemme a dare la vita e ci fa venire alla luce come uomini nuovi.
    Gli Apostoli sono i discepoli che , avendo imparato dal maestro, ricevono il Suo stesso incarico : sono inviati a portare la Misericordia del Signore oltre la cerchia della comunità, fino agli estremi confini della terra. Gli Apostoli si sentono inadeguati al loro compito, perchè di poca fede.
    La fede è l'esperienza personale della Misericordia del Padre, origine della missione ai fratelli.
    Va chiesta come il pane quotidiano e il perdono. Dopo la preghiera :”Insegnaci a pregare” (11,1),
    questa è la preghiera tipica del credente , soprattutto dell'Apostolo:”Aggiungici fede!”.
    Con essa si ottiene tutto. Tutto infatti è possibile per chi crede , perchè nulla è impossibile a Dio (1,37).
    Il Signore spiega che la fede è come un seme piccolo,ma con forza vitale e tale da spostare un albero nel mare.
    Per essa S. Paolo dice : “Tutto posso in Colui che mi dà forza” (Fil 4,13) perchè la mia impotenza si riempie della potenza stessa di Dio.
    Credere è smettere di confidare in sé e lasciare che sia Lui ad agire.
    Per questo “quando sono debole, è allora che son forte” (S. Paolo 2 Cor.12,10).
    Si passa ora dalla fede personale dell'Apostolo al suo lavoro apostolico di annuncio agli altri.
    Egli è paragonato al servo, o meglio, allo schiavo, perchè non appartiene a sé.
    Questa sua schiavitù è la realizzazione più alta della libertà di amare : lo rende simile al suo Signore,tutto del Padre e dei fratelli.
    Come lo schiavo appartiene al suo padrone che lo schiavizza, così l'Apostolo al suo Signore che gli dà la libertà di essere come Lui, suo collaboratore, associato al suo ministero.
    Questa schiavitù per amore è la liberazione totale dall'egoismo :
    “Voi , infatti, fratelli, siete chiamati a libertà” e questa non consiste nel vivere secondo l'egoismo, ma nell'essere, mediante la carità, schiavi gli uni degli altri.
    Le due azioni tipiche dell'Apostolo sono : l'annuncio (semina) e la cura dei fratelli (pastore).
    Chi “ara o pascola” non lo fa per turpe motivo di lucro, ma perchè spinto dall'amore del suo Signore morto per tutti .
    Per Paolo la ricompensa più alta è predicare gratuitamente il Vangelo.
    L'Apostolo è associato al ministero di Grazia e di Misericordia del suo Signore per il mondo.
    Origine del suo servizio è la fede, come esperienza personale di Colui che lo ha amato e ha dato se stesso per lui (Gal 2,20)..
    Per questo non è più nella logica del dare/avere , ma in quella del dono gratuito.
    L'amore sperimentato lo rende libero di servire come il suo Signore.

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