venerdì 11 ottobre 2019

C -28 DOM.T.O.


2 commenti:

  1. LETTURA DEL GIORNO
    Prima Lettura

    Dal secondo libro dei Re
    2 Re 5,14-17

    In quei giorni, Naamàn [, il comandante dell'esercito del re di Aram,] scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisèo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato [dalla sua lebbra].

    Tornò con tutto il seguito da [Elisèo,] l’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L’altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò.

    Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore».



    Seconda Lettura

    Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
    2 Tm 2,8-13

    Figlio mio, ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore.
    Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.

    Questa parola è degna di fede:
    Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
    se perseveriamo, con lui anche regneremo;
    se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
    se siamo infedeli, lui rimane fedele,
    perché non può rinnegare se stesso.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 17.11-19

    Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea.

    Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
    Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
    Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Saper ringraziare, saper lodare per quanto il Signore fa per noi, quanto è importante! E allora possiamo domandarci: siamo capaci di dire grazie? Quante volte ci diciamo grazie in famiglia, in comunità, nella Chiesa? Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, a chi ci è vicino, a chi ci accompagna nella vita? Spesso diamo tutto per scontato! E questo avviene anche con Dio. È facile andare dal Signore a chiedere qualcosa, ma tornare a ringraziarlo… Per questo, Gesù sottolinea con forza la mancanza dei nove lebbrosi ingrati: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?» (Lc 17,17-18). (GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA, OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO, 9 ottobre 2016)

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  2. FAUSTI – Il viaggio di Gesù a Gerusalemme delinea l'itinerario spirituale del discepolo.
    Ora inizia la terza e ultima tappa, che introduce a Gerico, porta della terra promessa.
    Ma chi ha mani innocenti e cuore puro per salire il monte del Signore ?(Sl 24,3).
    Solo il Giusto ha la forza di compiere il santo viaggio. (Sl 84,6). Per noi è impercorribile!
    Ma la Sua misericordia ordina a noi, peccatori e fuggitivi, di andare a Gerusalemme ; la Sua parola ci invia a compiere ciò che ci è vietato.
    Lui, l'unico pellegrino che vi sale, ce lo rende possibile: è il samaritano che viene incontro a noi, esuli dal Volto ed esclusi dalla Gloria, per farsi carico della nostra lebbra.Escluso dalla comunità degli uomini, ci portò tutti in comunione con Dio.
    La Sua Misericordia ha piagato Lui della nostra lebbra e guarito noi con le Sue piaghe (Is 53,5).
    Tutti gli uomini hanno peccato e sono divorati dalla morte, immondi ed esclusi.
    II lebbroso è un contaminato che contamina.. Solo Dio può guarirlo, con un prodigio simile alla risurrezione . E' uno che vive visibilmente la morte.
    L'invocazione . “Gesù, abbi pietà!” , è il punto al quale Luca vuole portare il suo lettore: è la preghiera del Nome che ci associa a Lui, nel Suo stesso viaggio, all'interno del quale veniamo mondati
    Al nostro desiderio di Lui risponde subito l'incontro con Colui il cui Nome è Gesù =“Dio salva”, perché “salverà il Suo popolo dai suoi peccati.
    A lui si volge con piena fiducia la nostra invocazione “Gesù, Signore, abbi pietà di noi!”nota come la “preghiera del cuore”.
    Questo racconto, che cambia di continuo scena ad ogni versetto e contiene una decina di verbi di moto, parla non della possibilità, ma della realtà dell'impossibile.
    La salvezza, che nessuno può raggiungere, è già stata donata a tutti e dieci gli uomini : si trovano di fatto nello stesso cammino di Colui che è venuto per cercare tutti.
    Ma uno solo per ora ha la fede e incontra il Salvatore.
    Questi è responsabile degli altri nove , perché anch'essi si scoprano guariti e tornino al Signore facendo Eucaristia.
    La salvezza infatti non è guarire dalla lebbra, ma incontrare chi ci ha guariti.
    La sete non si placa con un bicchier d'acqua, bisogna trovare la sorgente.
    Al dono deve corrispondere il nostro grazie al donatore. Solo il rapporto con lui ci salva : i suoi doni sono semplici mezzi per metterci in comunione con lui ; solo l'amore riconosciuto e accolto ci guarisce dalla morte interiore, che è la vera lebbra.
    Per questo la salvezza è tra il “già” e il “non ancora” .
    Già offerta a tutti, non ancora tutti l'hanno accolta. Ancora nove su dieci non sanno che la loro vita è stata condonata della morte, vivono e muoiono ancora da lebbrosi.
    Sono come un uccello in gabbia che non sa che è aperta la porta.
    L'uno solo che torna a far eucaristia è inviato per dare a tutti la buona notizia . Si aprano gli occhi dei ciechi e vedano la luce!.L'annuncio porta a scoprire e accettare il dono.
    Questo è tale solo quando trova mani per prenderlo e cuore per gioirne.
    E' la prima volta che Gesù è chiamato per nome . “In nessun altro c'è salvezza , non vi è infatti nessun altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati”
    (At 4,12). L'invocazione ci unisce a Lui, via che conduce al Padre.
    La salvezza è il nostro rapporto Eucaristico con Gesù. Chi l'ha scoperto, è responsabile davanti a Lui di tutti i fratelli. Diventa annunciatore.

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