venerdì 3 dicembre 2021

C - 2 DOMENICA DI AVVENTO


 

7 commenti:

  1. Prima Lettura
    Dio mostrerà il suo splendore a ogni creatura.
    Dal libro del profeta Baruc
    Bar 5,1-9

    Deponi, o Gerusalemme,
    la veste del lutto e dell'afflizione,
    rivèstiti dello splendore della gloria
    che ti viene da Dio per sempre.
    Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
    metti sul tuo capo il diadema di gloria dell'Eterno,
    perché Dio mostrerà il tuo splendore
    a ogni creatura sotto il cielo.
    Sarai chiamata da Dio per sempre:
    «Pace di giustizia» e «Gloria di pietà».
    Sorgi, o Gerusalemme, sta' in piedi sull'altura
    e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti,
    dal tramonto del sole fino al suo sorgere,
    alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
    Si sono allontanati da te a piedi,
    incalzati dai nemici;
    ora Dio te li riconduce
    in trionfo come sopra un trono regale.
    Poiché Dio ha deciso di spianare
    ogni alta montagna e le rupi perenni,
    di colmare le valli livellando il terreno,
    perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
    Anche le selve e ogni albero odoroso
    hanno fatto ombra a Israele per comando di Dio.
    Perché Dio ricondurrà Israele con gioia
    alla luce della sua gloria,
    con la misericordia e la giustizia
    che vengono da lui.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 125 (126)
    R. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
    Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
    ci sembrava di sognare.
    Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
    la nostra lingua di gioia. R.

    Allora si diceva tra le genti:
    «Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
    Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
    eravamo pieni di gioia. R.

    Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
    come i torrenti del Negheb.
    Chi semina nelle lacrime
    mieterà nella gioia. R.

    Nell'andare, se ne va piangendo,
    portando la semente da gettare,
    ma nel tornare, viene con gioia,
    portando i suoi covoni. R.

    Seconda Lettura
    Siate integri e irreprensibili per il giorno di Cristo.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
    Fil 1,4-6.8-11

    Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
    Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell'amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

    Parola di Dio.
    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Preparate la via del Signore,
    raddrizzate i suoi sentieri!
    Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! (Lc 3,4.6)

    Alleluia.

    Vangelo
    Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 3,1-6

    Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
    Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
    «Voce di uno che grida nel deserto:
    Preparate la via del Signore,
    raddrizzate i suoi sentieri!
    Ogni burrone sarà riempito,
    ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
    le vie tortuose diverranno diritte
    e quelle impervie, spianate.
    Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

    Parola del Signore.

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  2. Prima Lettura
    Dio mostrerà il suo splendore a ogni creatura.
    Dal libro del profeta Baruc
    Bar 5,1-9

    Deponi, o Gerusalemme,
    la veste del lutto e dell'afflizione,
    rivèstiti dello splendore della gloria
    che ti viene da Dio per sempre.
    Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
    metti sul tuo capo il diadema di gloria dell'Eterno,
    perché Dio mostrerà il tuo splendore
    a ogni creatura sotto il cielo.
    Sarai chiamata da Dio per sempre:
    «Pace di giustizia» e «Gloria di pietà».
    Sorgi, o Gerusalemme, sta' in piedi sull'altura
    e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti,
    dal tramonto del sole fino al suo sorgere,
    alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
    Si sono allontanati da te a piedi,
    incalzati dai nemici;
    ora Dio te li riconduce
    in trionfo come sopra un trono regale.
    Poiché Dio ha deciso di spianare
    ogni alta montagna e le rupi perenni,
    di colmare le valli livellando il terreno,
    perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
    Anche le selve e ogni albero odoroso
    hanno fatto ombra a Israele per comando di Dio.
    Perché Dio ricondurrà Israele con gioia
    alla luce della sua gloria,
    con la misericordia e la giustizia
    che vengono da lui.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 125 (126)
    R. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
    Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
    ci sembrava di sognare.
    Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
    la nostra lingua di gioia. R.

    Allora si diceva tra le genti:
    «Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
    Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
    eravamo pieni di gioia. R.

    Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
    come i torrenti del Negheb.
    Chi semina nelle lacrime
    mieterà nella gioia. R.

    Nell'andare, se ne va piangendo,
    portando la semente da gettare,
    ma nel tornare, viene con gioia,
    portando i suoi covoni. R.

    Seconda Lettura
    Siate integri e irreprensibili per il giorno di Cristo.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
    Fil 1,4-6.8-11

    Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
    Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell'amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

    Parola di Dio.
    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Preparate la via del Signore,
    raddrizzate i suoi sentieri!
    Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! (Lc 3,4.6)

    Alleluia.

    Vangelo
    Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 3,1-6

    Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
    Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
    «Voce di uno che grida nel deserto:
    Preparate la via del Signore,
    raddrizzate i suoi sentieri!
    Ogni burrone sarà riempito,
    ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
    le vie tortuose diverranno diritte
    e quelle impervie, spianate.
    Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

    Parola del Signore.

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  3. PAROLE DEL SANTO PADRE
    In questo tempo di Avvento, lasciamoci guidare dall’esortazione del Battista: «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!», ci dice. Noi prepariamo la via del Signore e raddrizziamo i suoi sentieri, quando esaminiamo la nostra coscienza, quando scrutiamo i nostri atteggiamenti, per cacciare via questi atteggiamenti peccaminosi che ho menzionato, che non sono da Dio: il successo a tutti i costi; il potere a scapito dei più deboli; la sete di ricchezze; il piacere a qualsiasi prezzo. Ci aiuti la Vergine Maria a prepararci all’incontro con questo Amore-sempre-più-grande, che è quello che porta Gesù, e che nella notte di Natale si è fatto piccolo piccolo, come un seme caduto nella terra. E Gesù è questo seme: il seme del Regno di Dio (Angelus, 4 dicembre 2016)

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  4. FAUSTI – Giovanni è il prototipo dell'uomo che Dio si è preparato per stare davanti al Suo volto, che è Gesù, e per aprirne agli altri la via di accesso.
    E' la persona pronta ad accogliere il Signore che viene.
    Sintesi vivente dell'Antico Testamento, in lui vediamo la caratteristica fondamentale di tutta la storia d'Israele: l'attesa.
    Frutto di una fede assoluta nella promessa, è la condizione indispensabile per il compimento. Dio ha tanto tardato a compiere la Sua promessa, perchè aspettava di essere atteso da qualcuno che Lo accogliesse.
    Se non è accolto, anche se viene, è come se non fosse venuto.
    Chi attende “tende a” ciò che ancora non c'è.
    Giovanni è tutto proteso verso il futuro di Dio e chiama gli uomini a rompere i loro equilibri per volgersi ad esso.
    La Parola di Dio è rivolta a tutti, religiosi o meno; ogni carne è chiamata a conversione per vedere la salvezza.
    Il luogo in cui tale Parola giunge è il deserto. E' il luogo vuoto e inabitabile dove l'uomo trova la verità propria e di Dio.
    Solo il suo silenzio è terreno adatto per accogliere la Sua Parola.
    Il deserto richiama l'esperienza fondamentale dell'esodo, l'uscita dalla non identità e dalla schiavitù verso la libertà e il servizio di Dio.
    Giovanni abita nel deserto per indicare che la situazione permanente dell'uomo è quella dell'esodo . Deve uscire costantemente da ogni schiavitù e camminare verso la promessa di Dio, senza alcun'altra garanzia che la Sua fedeltà.
    Nel deserto cielo e terra sono egualmente vuoti, tesi di silenzio. Nulla distrae.
    In questo nulla di ciò che c'è, può risuonare ed essere udita la parola nuova e creatrice. Il deserto è in sintesi la vita di Dio, il contrario di quella dell'uomo che da esso rifugge. Preferisce infatti i sepolcri d'Egitto,la fuga dalla libertà.
    Giovanni percorre la regione del Giordano , soglia della terra promessa.Questo dato geografico è anche teologico . Lo qualifica come ultimo profeta prima del compimento. Egli predica un Battesimo. Essere battezzati significa immergersi, andare a fondo. All'accettazione della propria morte simbolica , espressa nell'immersione nell'acqua, si aggiunge il desiderio di una rinascita, raffigurata dall'emersione. Giovanni chiama ad un battesimo di conversione . Non è semplicemente un rito. Implica davvero un cambiamento di mentalità e di vita.
    Questa conversione è ordinata alla remissione dei peccati. Il male non va espiato : è perdonato da Colui che ci ama. Dio è Amore, quindi dono.
    Il male è vinto dal perdono, super-dono eminente del Suo Amore per noi, in modo che là, dove abbondò il peccato , sovrabbondi la Grazia.
    L'importante è riconoscere davanti a Lui il proprio peccato.
    Il peccato è oggettivo, ed è nei confronti di Dio. Se ne esce col Suo perdono.
    La colpa invece è soggettiva : è un senso di fallimento nei propri confronti, che induce ad un'espiazione che non redime mai. Se ne può uscire solo con un corretto senso del peccato, in una esperienza di Dio come Amore che perdona.



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  5. --> Giovanni, conformemente al suo nome, predica la Grazia e la Consolazione di Dio E' grido che si alza in quel luogo di verità dell'uomo che è il deserto. E' un grido umano, una voce, ma non ancora una parola : “ Io sono voce di uno che grida nel deserto : preparate la strada del Signore, raddrizzate i Suoi sentieri”
    (Ib 40,3). Noi percepiamo la voce prima della parola. Giovanni poi indica Cristo, così come la Parola è significata dalla voce. La voce dà corpo alla Parola, la Parola dà senso alla voce.
    Così ciascuno di noi , come il Battista, deve essere voce la cui Parola è Cristo.
    Tutta la storia umana è un vociare e un gridare senza senso, che trova in Gesù, Parola Eterna di Dio, il proprio senso e la propria vita.
    Questo grido invita anche a fare diritti i Suoi sentieri, cioè i sentieri di Dio. L'uomo non li conosce , li perde, e va storto su questa via.
    I burroni riempiti sono le ineguaglianze e le ingiustizie appianate.
    L'abisso di ingiustizia sia colmato dalla misericordia dell'uomo e l'abisso della disperazione dalla Misericordia di Dio.
    La fede, primo dono della Misericordia di Dio, colma il burrone della sfiducia. L'umiltà è la verità dell'uomo, che è terra, e in questa sua verità l'uomo incontra Dio che solo in essa gli viene incontro per salvarlo.
    A ognuno che sperimenta la precarietà del suo essere uomo e la peccaminosità del suo non esserlo, è data la salvezza di Dio.

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  6. D. Fredo - Quando leggiamo il Vangelo, per gustarne la ricchezza dobbiamo metterci nei panni dei primi lettori o dei primi ascoltatori che non sapevano come andava a finire. E vedremo nel brano di questa domenica, seconda di Avvento ,come l’evangelista crea la sorpresa.Scrive l’evangelista con pomposità: “Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare..”. l’inizio di questo brano è solenne, perché poi l’evangelista vuole destare la sorpresa. Inizia con Tiberio Cesare. A quel tempo i potenti si consideravano degli dei, quindi l’evangelista inizia con la persona che è più alta ,per loro più vicina a Dio, ed è un Dio lui stesso, l’imperatore. Mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, vediamo come è solenne questo inizio, l’evangelista va a pescare anche un certo Lisània, personaggio semi sconosciuto, tetràrca dell'Abilène, cioè dell’anti Libano, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa. Perché “sommi sacerdoti”? Il sommo sacerdote era uno. Ma l’evangelista ne pone due, Anna e Caifa. Perché tutto questo? L’evangelista vuole raggiungere il numero sette. Il numero sette, nel linguaggio della Bibbia, rappresenta quello che è pieno, quello che è completo, quello che è totale. Potremmo dire con un linguaggio comprensibile a noi oggi “era il G7 del tempo”, i massimi potenti della terra.
    Ebbene ecco la sorpresa: la parola di Dio venne su … Su chi scenderà la parola di Dio? Qui abbiamo Tiberio Cesare, l’imperatore, Dio lui stesso, abbiamo anche i sommi sacerdoti che erano i rappresentanti di Dio sulla terra. A chi si rivolgerà Dio per manifestare la sua parola? Ebbene, quando Dio deve intervenire nella storia – questa è la sopresa – evita accuramente luoghi e persone sacri e religiosi perché sa che notoriamente sono refrattari al suo messaggio.
    Infatti ecco la sorpresa, la parola di Dio venne su … nessuno dei potenti, ma su un certo Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Ma che ci fa Giovanni nel deserto? Giovanni, in quanto figlio di un sacerdote, all’età di diciotto anni doveva presentarsi al tempio per essere esaminato per verificare che non avesse nessuno dei difetti che impedivano l’esercizio del sacerdozio e poi continuare, perpetuare il sacerdozio del padre. Giovanni no. Giovanni è il bambino che fin dal seno della madre è stato ripieno di Spirito Santo, lui è l’uomo dello Spirito, non l’uomo del rito.Per cui rompe con la società e va nel deserto, lontano da Gerusalemme e lontano dal tempio. La parola di Dio scende proprio su di lui.Egli percorse tutta la regione del Giordano, il Giordano ci ricorda il fiume che il popolo ebraico ha dovuto attraversare per entrare nella terra promessa; ora la terra promessa è diventata una terra di schiavitù dalla quale il popolo deve uscire. Predicando un battesimo … il termine “battesimo” non ha il nostro significato liturgico, era un rito nel quale – il termine significa immersione – ci si immergeva completamente nell’acqua, si moriva simbolicamente a quello che si era stato, e si usciva come una persona nuova,con un’altra visione dei valori.
    Quindi Giovanni predica questo segno come immagine di un cambiamento di conversione. Nella lingua greca la conversione si esprime in due maniere: una è la conversione religiosa, il ritorno a Dio, il ritorno alla religione e gli evangelisti evitano accuratamente questo termine. L’altro, adoperato dall’evangelista, è il cambiamento di comportamento, un cambiamento radicale nella propria esistenza.Ecco perché questo messaggio di cambiamento non poteva essere rivolto alla casta sacerdotale al potere, che non ama i cambiamenti.

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  7. --> Ma Giovanni dice: “Cambiate vita”. Cosa significa conversione? Se fino ad ora hai vissuto per te, da adesso vivi per gli altri. Ebbene questo avviene per il perdono dei peccati. Quello che fa Giovanni è inaudito, è una sfida tremenda, perché i peccati venivano perdonati andando al tempio di Gerusalemme, portando delle offerte a Dio. Giovanni non è d’accordo. Lui, l’uomo dello Spirito, dice che il perdono dei peccati non avviene attraverso un rito liturgico, offrendo dei doni al Signore, ma attraverso un cambiamento radicale di vita – vivendo per gli altri, e questo ottiene la cancellazione dei peccati. Com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa, e qui l’evangelista cita quello che si chiama “il libro della consolazione”, la seconda parte del profeta Isaia ed è stata scritta da un profeta anonimo, alla fine dell’esilio, ed è un invito a lasciare la terra della schiavitù. «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
    Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!». Il testo del profeta Isaia diceva: “Ogni uomo vedrà la gloria di Dio”. L’evangelista lo modifica: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”. La gloria di Dio si manifesta nella salvezza di ogni uomo. E’ importante quest’accezione “ogni uomo”. Non ci sono persone escluse dall’amore di Dio. Non ci sono persone escluse da quest’invito alla conversione per realizzare il regno di Dio. Ogni uomo è destinato a sperimentare la gloria del Signore, l’amore del Signore:questo è un messaggio offerto a tutta l’umanità.
    Nessuno se ne può sentire escluso.La salvezza è un regalo per tutti e non si merita con nulla.

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