Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore sostiene la mia vita. A te con gioia offrirò sacrifici e loderò il tuo nome, o Signore, perché tu sei buono. (Cf. Sal 53,6.8)
Sii propizio a noi tuoi fedeli, o Signore, e donaci in abbondanza i tesori della tua grazia, perché, ardenti di speranza, fede e carità, restiamo sempre vigilanti nel custodire i tuoi comandamenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo
O Padre, nella casa di Betania tuo Figlio Gesù ha conosciuto il premuroso servizio di Marta e l’adorante silenzio di Maria: fa’ che nulla anteponiamo all’ascolto della sua parola. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Signore, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Dal libro della Gènesi Gn 18,1-10a
In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto». Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono. Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 14 (15) R. Chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda. Colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore, non sparge calunnie con la sua lingua. R.
Non fa danno al suo prossimo e non lancia insulti al suo vicino. Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore. R.
Non presta il suo denaro a usura e non accetta doni contro l’innocente. Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre. R.
Seconda Lettura Il mistero nascosto da secoli, ora è manifestato ai santi. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési Col 1,24-28
Fratelli, sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono, e producono frutto con perseveranza. (Cf. Lc 8,15)
Alleluia.
Vangelo Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore. Dal Vangelo secondo Luca Lc 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
PAPA FRANCESCO – ANGELUS - Piazza San Pietro - Domenica, 21 luglio 2019 Nel brano di questa domenica, l’evangelista Luca narra la visita di Gesù a casa di MARTA e di MARIA, le sorelle di Lazzaro (cfr Lc 10,38-42). Esse lo accolgono, e MARIA si siede ai suoi piedi ad ASCOLTARLO; lascia quello che stava facendo per stare vicina a Gesù: non vuole perdere nessuna delle sue parole. Tutto va messo da parte perché, quando Lui viene a visitarci nella nostra vita, la sua presenza e la sua PAROLA vengono prima di ogni cosa. Il Signore ci sorprende sempre: quando ci mettiamo ad ASCOLTARLO veramente, le nubi svaniscono, i dubbi cedono il posto alla verità, le paure alla serenità, e le diverse situazioni della vita trovano la giusta collocazione. Il Signore sempre, quando viene, sistema le cose, anche a noi. In questa scena di MARIA di Betania ai piedi di Gesù, san Luca mostra l’atteggiamento orante del credente, che sa stare alla presenza del Maestro per ASCOLTARLO e mettersi in sintonia con Lui. Si tratta di fare una sosta durante la giornata, di raccogliersi in silenzio, qualche minuto, per fare spazio al Signore che “passa” e trovare il coraggio di rimanere un po’ “in disparte” con Lui, per ritornare poi, con serenità ed efficacia, alle cose di tutti i giorni. Lodando il comportamento di MARIA, che «ha scelto la parte migliore» (v. 42), Gesù sembra ripetere a ciascuno di noi: “Non lasciarti travolgere dalle cose da fare, ma ASCOLTA prima di tutto la voce del Signore, per svolgere bene i compiti che la vita ti assegna”. C’è poi l’altra sorella, MARTA. San Luca dice che fu lei a ospitare Gesù (cfr v. 38). Forse MARTA era la più grande delle due sorelle, non sappiamo, ma certamente questa donna aveva il carisma dell’OSPITALITÀ. Infatti, mentre MARIA sta ad ASCOLTARE Gesù, lei è tutta presa dai molti servizi. Perciò Gesù le dice: «MARTA, MARTA, tu ti affanni e ti agiti per molte cose» (v. 41). Con queste parole Egli non intende certo condannare l’atteggiamento del servizio, ma piuttosto l’affanno con cui a volte lo si vive. Anche noi condividiamo la preoccupazione di Santa MARTA e, sul suo esempio, ci proponiamo di far sì che, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità, si viva il senso dell’ACCOGLIENZA, della fraternità, perché ciascuno possa sentirsi “a casa”, specialmente i piccoli e i poveri quando bussano alla porta. Dunque, il Vangelo di oggi ci ricorda che la sapienza del cuore sta proprio nel saper coniugare questi due elementi: la CONTEMPLAZIONE e l’azione. MARTA e MARIA ci indicano la strada. Se vogliamo assaporare la vita con gioia, dobbiamo associare questi due atteggiamenti: da una parte, lo “stare ai piedi” di Gesù, per ASCOLTARLO mentre ci svela il segreto di ogni cosa; dall’altra, essere premurosi e pronti nell’OSPITALITÀ, quando Lui passa e bussa alla nostra porta, con il volto dell’amico che ha bisogno di un momento di ristoro e di fraternità. Ci vuole questa OSPITALITÀ.
-->MARIA Santissima, Madre della Chiesa, ci doni la grazia di amare e servire Dio e i fratelli con le mani di MARTA e il cuore di MARIA, perché rimanendo sempre in ASCOLTO di Cristo possiamo essere artigiani di pace e di speranza. E questo è interessante: con questi due atteggiamenti saremo artigiani di pace e di speranza.
BENEDETTO XVI - ANGELUS - Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo - Domenica, 18 luglio 2010 Siamo ormai nel cuore dell’estate … un momento favorevole per dare il primo posto a ciò che effettivamente è più importante nella vita … l’ASCOLTO della PAROLA del Signore. Ce lo ricorda anche il Vangelo di questa domenica, con il celebre episodio della visita di Gesù a casa di MARTA e MARIA, narrato da san Luca (10,38-42). MARTA e MARIA sono due sorelle; hanno anche un fratello, Lazzaro, che però in questo caso non compare. Gesù passa per il loro villaggio e – dice il testo – MARTA lo ospitò (cfr 10,38). Questo particolare lascia intendere che, delle due, MARTA è la più anziana, quella che governa la casa. Infatti, dopo che Gesù si è accomodato, MARIA si mette a sedere ai suoi piedi e lo ASCOLTA, mentre MARTA è tutta presa dai molti servizi, dovuti certamente all’Ospite eccezionale. Ci sembra di vedere la scena: una sorella che si muove indaffarata, e l’altra come rapita dalla presenza del Maestro e dalle sue parole. Dopo un po’ MARTA, evidentemente risentita, non resiste più e protesta, sentendosi anche in diritto di criticare Gesù: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. MARTA vorrebbe addirittura insegnare al Maestro! Invece Gesù, con grande calma, risponde: “MARTA, MARTA – e questo nome ripetuto esprime l’affetto –, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. MARIA ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (10,41-42). La PAROLA di Cristo è chiarissima: nessun disprezzo per la vita attiva, né tanto meno per la generosa OSPITALITÀ; ma un richiamo netto al fatto che l’unica cosa veramente necessaria è un’altra: ASCOLTARE la PAROLA del Signore; e il Signore in quel momento è lì, presente nella Persona di Gesù! Tutto il resto passerà e ci sarà tolto, ma la PAROLA DI DIO è eterna e dà senso al nostro agire quotidiano. Cari amici, come dicevo, questa pagina di Vangelo … richiama il fatto che la persona umana deve sì lavorare, impegnarsi nelle occupazioni domestiche e professionali, ma ha bisogno prima di tutto di Dio, che è luce interiore di Amore e di Verità. Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato. E chi ci dà l’Amore e la Verità, se non Gesù Cristo? Impariamo dunque, fratelli, ad aiutarci gli uni gli altri, a collaborare, ma prima ancora a scegliere insieme la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande.
FAUSTI - Il Samaritano ora può fermarsi nel Suo cammino verso Gerusalemme : 'è una casa che lo accoglie. Ma ci sono due modi per accoglierlo : Marta e Maria. La prima probabilmente è figura di un certo Israele . tutta occupata nel fare molte cose per Colui che per tre volte è chiamato il Signore , osserva i 613 precetti per prepararsi all'incontro con Lui. Ma non si è accorta che è giunto. Maria, la minore, è l'Israele che conosce la visita del suo Signore. Come Maria di Nazareth , dice :”Eccomi” e ne accoglie la Parola. Per questo blocca tutti gli altri servizi e gioisce della presenza dello Sposo , la cui gioia è che la sposa gioisca. Si siede ai Suoi piedi e ne ascolta la voce. Sono giunte le nozze : da discepola della legge diventa discepola del Signore. La casa di Marta – in quanto casa di Maria! - è quella locanda sospesa tra Gerico e Gerusalemme dove il Samaritano si ferma col suo peso e si riposa. Accolto, è Lui stesso che accoglie e insegna il mistero dell'accoglienza del Padre nei fratelli. Qui Egli rivela il mistero del Padre e del Figlio a chi lo ascolta : lo guarisce con il balsamo della Sua presenza , lo inebria con il vino della Sua Parola, perchè possa seguirlo nel Suo cammino. Questa Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, è la stessa che compie l'unzione di Betania(Mt 26,6-13). Potrebbe essere colei che irrora di lacrime e asciuga con i capelli, profuma e bacia i piedi di colui che ha tanto camminato per farsi vicino a lei. (Gv 7,36...). Ora, riconciliata, ha una casa dove accoglierlo ; lei stessa, i cui occhi si beano nel Suo volto e i cui orecchi ne accolgono la Parola. Con libertà sovrana gode del Suo Amore , senza badare al disappunto della brava Marta, come prima non badò a quello di Simone, fariseo o lebbroso che sia. E Gesù l'approva senza riserve. La sua presenza è gioia per Maria, e fatica per la sorella Marta. Le due non sono in semplice opposizione, : sono sorelle! La contrapposizione è vista solo da una che vuole richiamare l'altra al suo dovere. Gesù invece richiamerà Marta a trasformarsi in Maria! L'attesa si apra al suo compimento e in esso si plachi! Non è esatto contrapporre Marta e Maria come azione e contemplazione . Luca vuole semplicemente purificare l'azione nella contemplazione. Sorgente dell'azione di Maria è l'ascolto e la gioia dello sposo. La sua azione scaturirà dalla contemplazione , e non se ne staccherà mai : resterà sempre contemplativa anche nell'azione. In lei si vede il capovolgimento operato dal Vangelo ; può finalmente amare e accogliere , perchè Lui per primo l'ha amata e accolta. Il silenzio assoluto di Maria, che non fa e no dice niente, è il perfetto “rinnegare” il proprio io che si affanna ad affermarsi , col bene o col male poco importa, pur di essere protagonista. Dimentica di sé , si realizza nella forma più alta di vita, è per l'altro e dall'altro, tutta intenta in Colui che ascolta, tutta accolta nell'Altro che accoglie. In Maria che vede e ascolta il Samaritano, c'è la consumazione della beatitudine del discepolo :vedere e ascoltare il Signore. Il brano ci richiama il fondamento del nostro discepolato. Non consiste nelle cose che si fanno – pur necessarie e importantissime! - ma nell'ascoltare Gesù. Da questo ascoltare nasce il “fare” che costruisce la casa sulla roccia. La Sua Parola è la prima opera di Misericordia del Padre verso tutti i Suoi figli. Per questo i discepoli dicono : “Non è giusto che noi trascuriamo la Parola di Dio per il servizio delle mense” (At 6,2). Infatti “non di solo pane vive l'uomo,ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio (4,4 = Dt 8,3). Questa Parola è un seme che , accolto, fruttifica nel pane che ci dà la Vita del Figlio. Partecipiamo così alla Sua Compassione e agiamo come Lui, che fa ciò che vede fare dal Padre (G 5,19).
Marta, figura del popolo sotto la legge, fa molti servizi in attesa dello Sposo. Maria, figura della Chiesa, è la Sposa . Accetta ciò che Lui fa per lei, gusta l'olio e il vino della Sua vicinanza. Al tentativo impossibile di piacere al Signore, sostituisce il piacere di stargli vicino, perchè le si è fatto prossimo. La contemplazione e l'ascolto ai piedi del Signore è l'azione somma dell'uomo : lo genera figlio di Dio e lo associa alla missione di Gesù. Ogni missione parte dai Suoi piedi , perchè a essi porta. Solo questa donna, a differenza degli altri che solo dopo diventeranno discepoli,è già discepola di Gesù. Marta è presa, agitata e smembrata da tutte le cose che si devono fare, secondo la legge e la convenienza. Conosce il suo dovere! Sua sorella seduta, e lei tutta indaffarata! Quando capirà che la vera accoglienza è l'ascolto? Ciò che Dio ama è il compiacersi di Lui, non il tentativo di soffocarlo per piacergli. La contrapposizione tra Marta e Maria, schematica e calcata, c'è, ma non è definitiva. Marta è espressamente invitata a diventare come Maria. Questa, a sua volta, assumerà in modo nuovo il servizio di Marta,perchè ascolta la Parola che dice . “Va', e fa' lo stesso” la tensione Legge/Vangelo si risolve proprio perché l'Evangelo solo permette di compiere la Legge. Maria e Gesù sono seduti. Marta , in piedi, incombe, in posizione di superiorità e di giudizio. In ciascuno di noi c'è una Marta, un super-io religioso, che opprime Maria. Deve convertirsi in Maria, come il fratello maggiore, per essere figlio, deve riconoscere il minore come fratello. Forse è anche adombrata una una certa tensione costante che si crea nella comunità tra azione e preghiera e che va superata ponendo in questa il principio e il fine di quella. Giova di più farsi lavare i piedi che sforzarsi di essere tutti lindi. Marta deve capire che bisogna diventare Maria. Marta non pretende – cosa impossibile – che la sorella l'aiuti sempre, ma almeno una volta, questa volta! E' chiaro che a Marta interessa l'approvazione implicita di quanto fa lei nella disapprovazione esplicita di sua sorella. “Marta, Marta!”: è chiamata due volte, come Mosè e come Samuele , è chiamata e richiamata in modo solenne. E' segno di una grande vocazione , è quella di Israele e del legista, chiamati a riconoscere e leggere nel Samaritano il compimento di ciò che” è scritto nella legge”. Gesù non rimprovera Marta, la esorta a diventare come Maria. Si può osservare la legge dell'amore solo perché Lui per primo “ mi ha amato e ha dato Se Stesso per me” (Gal 2, 20). L'unica cosa necessaria all'uomo per vivere è l'essere amato senza condizioni. Chi ascolta il Samaritano, se ne accorge. Scopre che tutto il creato è dono di Dio alla Sua creatura.. Tutto è per l'uomo e l'uomo è per Dio che è tutto per Lui in tutte le creature. Convertirsi è abbandonarsi al Suo Amore per noi, che “vediamo” e “ascoltiamo” stando ai piedi di Gesù. Egli ci rivela la tenerezza del Padre : l'unica cosa necessaria. Siamo fatti per amare Dio con tutto il cuore. Il resto è tutto e solo a questo fine , e siamo inquieti fino a quando non riposiamo in Lui. Maria è una Marta convertita alla compassione del Signore, diventa la casa che accoglie tutti nel Samaritano che tutti accoglie. Questa casa prelude ciò che sarà alla fine, quando tutti, insieme accolti e accoglienti, riceveranno e daranno amore. Allora sarà finita la fatica del Samaritano. Non resterà che la parte di Maria, l'ottima, perché è Dio stesso accolto nell'uomo. Seduta ai Suoi piedi, già ora si nutre della Parola di Vita. Il seme germina e si fa pane per il lungo cammino che ancora resta. Ma la dolcezza della voce dello Sposo già l'accompagna. Maria ha l'anticipo di ciò che Dio vuol donare a tutti. Per questo non le verrà mai tolto. Il suo”bene è stare vicino a Dio” (Salmo 73,28) FAUSTI
Ecco, Dio è il mio aiuto,
RispondiEliminail Signore sostiene la mia vita.
A te con gioia offrirò sacrifici
e loderò il tuo nome, o Signore, perché tu sei buono. (Cf. Sal 53,6.8)
Sii propizio a noi tuoi fedeli, o Signore,
e donaci in abbondanza i tesori della tua grazia,
perché, ardenti di speranza, fede e carità,
restiamo sempre vigilanti nel custodire i tuoi comandamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo
O Padre,
nella casa di Betania tuo Figlio Gesù
ha conosciuto il premuroso servizio di Marta
e l’adorante silenzio di Maria:
fa’ che nulla anteponiamo all’ascolto della sua parola.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Signore, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo.
Dal libro della Gènesi
Gn 18,1-10a
In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.
Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 14 (15)
R. Chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda.
Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua. R.
Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore. R.
Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre. R.
Seconda Lettura
Il mistero nascosto da secoli, ora è manifestato ai santi.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 1,24-28
Fratelli, sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti:
Cristo in voi, speranza della gloria.
È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
RispondiEliminaAlleluia, alleluia.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono,
e producono frutto con perseveranza. (Cf. Lc 8,15)
Alleluia.
Vangelo
Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
PAPA FRANCESCO – ANGELUS - Piazza San Pietro - Domenica, 21 luglio 2019
Nel brano di questa domenica, l’evangelista Luca narra la visita di Gesù a casa di MARTA e di MARIA, le sorelle di Lazzaro (cfr Lc 10,38-42). Esse lo accolgono, e MARIA si siede ai suoi piedi ad ASCOLTARLO; lascia quello che stava facendo per stare vicina a Gesù: non vuole perdere nessuna delle sue parole. Tutto va messo da parte perché, quando Lui viene a visitarci nella nostra vita, la sua presenza e la sua PAROLA vengono prima di ogni cosa. Il Signore ci sorprende sempre: quando ci mettiamo ad ASCOLTARLO veramente, le nubi svaniscono, i dubbi cedono il posto alla verità, le paure alla serenità, e le diverse situazioni della vita trovano la giusta collocazione. Il Signore sempre, quando viene, sistema le cose, anche a noi.
In questa scena di MARIA di Betania ai piedi di Gesù, san Luca mostra l’atteggiamento orante del credente, che sa stare alla presenza del Maestro per ASCOLTARLO e mettersi in sintonia con Lui. Si tratta di fare una sosta durante la giornata, di raccogliersi in silenzio, qualche minuto, per fare spazio al Signore che “passa” e trovare il coraggio di rimanere un po’ “in disparte” con Lui, per ritornare poi, con serenità ed efficacia, alle cose di tutti i giorni. Lodando il comportamento di MARIA, che «ha scelto la parte migliore» (v. 42), Gesù sembra ripetere a ciascuno di noi: “Non lasciarti travolgere dalle cose da fare, ma ASCOLTA prima di tutto la voce del Signore, per svolgere bene i compiti che la vita ti assegna”.
C’è poi l’altra sorella, MARTA. San Luca dice che fu lei a ospitare Gesù (cfr v. 38). Forse MARTA era la più grande delle due sorelle, non sappiamo, ma certamente questa donna aveva il carisma dell’OSPITALITÀ. Infatti, mentre MARIA sta ad ASCOLTARE Gesù, lei è tutta presa dai molti servizi. Perciò Gesù le dice: «MARTA, MARTA, tu ti affanni e ti agiti per molte cose» (v. 41). Con queste parole Egli non intende certo condannare l’atteggiamento del servizio, ma piuttosto l’affanno con cui a volte lo si vive. Anche noi condividiamo la preoccupazione di Santa MARTA e, sul suo esempio, ci proponiamo di far sì che, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità, si viva il senso dell’ACCOGLIENZA, della fraternità, perché ciascuno possa sentirsi “a casa”, specialmente i piccoli e i poveri quando bussano alla porta.
Dunque, il Vangelo di oggi ci ricorda che la sapienza del cuore sta proprio nel saper coniugare questi due elementi: la CONTEMPLAZIONE e l’azione. MARTA e MARIA ci indicano la strada. Se vogliamo assaporare la vita con gioia, dobbiamo associare questi due atteggiamenti: da una parte, lo “stare ai piedi” di Gesù, per ASCOLTARLO mentre ci svela il segreto di ogni cosa; dall’altra, essere premurosi e pronti nell’OSPITALITÀ, quando Lui passa e bussa alla nostra porta, con il volto dell’amico che ha bisogno di un momento di ristoro e di fraternità. Ci vuole questa OSPITALITÀ.
-->MARIA Santissima, Madre della Chiesa, ci doni la grazia di amare e servire Dio e i fratelli con le mani di MARTA e il cuore di MARIA, perché rimanendo sempre in ASCOLTO di Cristo possiamo essere artigiani di pace e di speranza. E questo è interessante: con questi due atteggiamenti saremo artigiani di pace e di speranza.
RispondiEliminaBENEDETTO XVI - ANGELUS - Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo - Domenica, 18 luglio 2010
Siamo ormai nel cuore dell’estate … un momento favorevole per dare il primo posto a ciò che effettivamente è più importante nella vita … l’ASCOLTO della PAROLA del Signore. Ce lo ricorda anche il Vangelo di questa domenica, con il celebre episodio della visita di Gesù a casa di MARTA e MARIA, narrato da san Luca (10,38-42).
MARTA e MARIA sono due sorelle; hanno anche un fratello, Lazzaro, che però in questo caso non compare. Gesù passa per il loro villaggio e – dice il testo – MARTA lo ospitò (cfr 10,38). Questo particolare lascia intendere che, delle due, MARTA è la più anziana, quella che governa la casa. Infatti, dopo che Gesù si è accomodato, MARIA si mette a sedere ai suoi piedi e lo ASCOLTA, mentre MARTA è tutta presa dai molti servizi, dovuti certamente all’Ospite eccezionale. Ci sembra di vedere la scena: una sorella che si muove indaffarata, e l’altra come rapita dalla presenza del Maestro e dalle sue parole. Dopo un po’ MARTA, evidentemente risentita, non resiste più e protesta, sentendosi anche in diritto di criticare Gesù: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. MARTA vorrebbe addirittura insegnare al Maestro! Invece Gesù, con grande calma, risponde: “MARTA, MARTA – e questo nome ripetuto esprime l’affetto –, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. MARIA ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (10,41-42). La PAROLA di Cristo è chiarissima: nessun disprezzo per la vita attiva, né tanto meno per la generosa OSPITALITÀ; ma un richiamo netto al fatto che l’unica cosa veramente necessaria è un’altra: ASCOLTARE la PAROLA del Signore; e il Signore in quel momento è lì, presente nella Persona di Gesù! Tutto il resto passerà e ci sarà tolto, ma la PAROLA DI DIO è eterna e dà senso al nostro agire quotidiano.
Cari amici, come dicevo, questa pagina di Vangelo … richiama il fatto che la persona umana deve sì lavorare, impegnarsi nelle occupazioni domestiche e professionali, ma ha bisogno prima di tutto di Dio, che è luce interiore di Amore e di Verità. Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato. E chi ci dà l’Amore e la Verità, se non Gesù Cristo? Impariamo dunque, fratelli, ad aiutarci gli uni gli altri, a collaborare, ma prima ancora a scegliere insieme la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande.
FAUSTI - Il Samaritano ora può fermarsi nel Suo cammino verso Gerusalemme : 'è una casa che lo accoglie. Ma ci sono due modi per accoglierlo : Marta e Maria.
RispondiEliminaLa prima probabilmente è figura di un certo Israele . tutta occupata nel fare molte cose per Colui che per tre volte è chiamato il Signore , osserva i 613 precetti per prepararsi all'incontro con Lui.
Ma non si è accorta che è giunto.
Maria, la minore, è l'Israele che conosce la visita del suo Signore. Come Maria di Nazareth , dice :”Eccomi” e ne accoglie la Parola. Per questo blocca tutti gli altri servizi e gioisce della presenza dello Sposo , la cui gioia è che la sposa gioisca.
Si siede ai Suoi piedi e ne ascolta la voce.
Sono giunte le nozze : da discepola della legge diventa discepola del Signore.
La casa di Marta – in quanto casa di Maria! - è quella locanda sospesa tra Gerico e Gerusalemme dove il Samaritano si ferma col suo peso e si riposa.
Accolto, è Lui stesso che accoglie e insegna il mistero dell'accoglienza del Padre nei fratelli.
Qui Egli rivela il mistero del Padre e del Figlio a chi lo ascolta : lo guarisce con il balsamo della Sua presenza , lo inebria con il vino della Sua Parola, perchè possa seguirlo nel Suo cammino.
Questa Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, è la stessa che compie l'unzione di Betania(Mt 26,6-13). Potrebbe essere colei che irrora di lacrime e asciuga con i capelli, profuma e bacia i piedi di colui che ha tanto camminato per farsi vicino a lei. (Gv 7,36...).
Ora, riconciliata, ha una casa dove accoglierlo ; lei stessa, i cui occhi si beano nel Suo volto e i cui orecchi ne accolgono la Parola. Con libertà sovrana gode del Suo Amore , senza badare al disappunto della brava Marta, come prima non badò a quello di Simone, fariseo o lebbroso che sia.
E Gesù l'approva senza riserve.
La sua presenza è gioia per Maria, e fatica per la sorella Marta.
Le due non sono in semplice opposizione, : sono sorelle!
La contrapposizione è vista solo da una che vuole richiamare l'altra al suo dovere.
Gesù invece richiamerà Marta a trasformarsi in Maria!
L'attesa si apra al suo compimento e in esso si plachi!
Non è esatto contrapporre Marta e Maria come azione e contemplazione .
Luca vuole semplicemente purificare l'azione nella contemplazione.
Sorgente dell'azione di Maria è l'ascolto e la gioia dello sposo.
La sua azione scaturirà dalla contemplazione , e non se ne staccherà mai : resterà sempre contemplativa anche nell'azione. In lei si vede il capovolgimento operato dal Vangelo ; può finalmente amare e accogliere , perchè Lui per primo l'ha amata e accolta.
Il silenzio assoluto di Maria, che non fa e no dice niente, è il perfetto “rinnegare” il proprio io che si affanna ad affermarsi , col bene o col male poco importa, pur di essere protagonista.
Dimentica di sé , si realizza nella forma più alta di vita, è per l'altro e dall'altro, tutta intenta in Colui che ascolta, tutta accolta nell'Altro che accoglie.
In Maria che vede e ascolta il Samaritano, c'è la consumazione della beatitudine del discepolo :vedere e ascoltare il Signore. Il brano ci richiama il fondamento del nostro discepolato. Non consiste nelle cose che si fanno – pur necessarie e importantissime! - ma nell'ascoltare Gesù.
Da questo ascoltare nasce il “fare” che costruisce la casa sulla roccia.
La Sua Parola è la prima opera di Misericordia del Padre verso tutti i Suoi figli. Per questo i discepoli dicono : “Non è giusto che noi trascuriamo la Parola di Dio per il servizio delle mense” (At 6,2). Infatti “non di solo pane vive l'uomo,ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio (4,4 = Dt 8,3).
Questa Parola è un seme che , accolto, fruttifica nel pane che ci dà la Vita del Figlio. Partecipiamo così alla Sua Compassione e agiamo come Lui, che fa ciò che vede fare dal Padre (G 5,19).
RispondiEliminaMarta, figura del popolo sotto la legge, fa molti servizi in attesa dello Sposo.
Maria, figura della Chiesa, è la Sposa . Accetta ciò che Lui fa per lei, gusta l'olio e il vino della Sua vicinanza.
Al tentativo impossibile di piacere al Signore, sostituisce il piacere di stargli vicino, perchè le si è fatto prossimo.
La contemplazione e l'ascolto ai piedi del Signore è l'azione somma dell'uomo : lo genera figlio di Dio e lo associa alla missione di Gesù.
Ogni missione parte dai Suoi piedi , perchè a essi porta.
Solo questa donna, a differenza degli altri che solo dopo diventeranno discepoli,è già discepola di Gesù.
Marta è presa, agitata e smembrata da tutte le cose che si devono fare, secondo la legge e la convenienza.
Conosce il suo dovere! Sua sorella seduta, e lei tutta indaffarata!
Quando capirà che la vera accoglienza è l'ascolto?
Ciò che Dio ama è il compiacersi di Lui, non il tentativo di soffocarlo per piacergli.
La contrapposizione tra Marta e Maria, schematica e calcata, c'è, ma non è definitiva.
Marta è espressamente invitata a diventare come Maria.
Questa, a sua volta, assumerà in modo nuovo il servizio di Marta,perchè ascolta la Parola che dice . “Va', e fa' lo stesso” la tensione Legge/Vangelo si risolve proprio perché l'Evangelo solo permette di compiere la Legge.
Maria e Gesù sono seduti.
Marta , in piedi, incombe, in posizione di superiorità e di giudizio.
In ciascuno di noi c'è una Marta, un super-io religioso, che opprime Maria.
Deve convertirsi in Maria, come il fratello maggiore, per essere figlio, deve riconoscere il minore come fratello. Forse è anche adombrata una una certa tensione costante che si crea nella comunità tra azione e preghiera e che va superata ponendo in questa il principio e il fine di quella.
Giova di più farsi lavare i piedi che sforzarsi di essere tutti lindi.
Marta deve capire che bisogna diventare Maria.
Marta non pretende – cosa impossibile – che la sorella l'aiuti sempre, ma almeno una volta, questa volta! E' chiaro che a Marta interessa l'approvazione implicita di quanto fa lei nella disapprovazione esplicita di sua sorella.
“Marta, Marta!”: è chiamata due volte, come Mosè e come Samuele , è chiamata e richiamata in modo solenne. E' segno di una grande vocazione , è quella di Israele e del legista, chiamati a riconoscere e leggere nel Samaritano il compimento di ciò che” è scritto nella legge”. Gesù non rimprovera Marta, la esorta a diventare come Maria.
Si può osservare la legge dell'amore solo perché Lui per primo “ mi ha amato e ha dato Se Stesso per me” (Gal 2, 20).
L'unica cosa necessaria all'uomo per vivere è l'essere amato senza condizioni.
Chi ascolta il Samaritano, se ne accorge.
Scopre che tutto il creato è dono di Dio alla Sua creatura.. Tutto è per l'uomo e l'uomo è per Dio che è tutto per Lui in tutte le creature. Convertirsi è abbandonarsi al Suo Amore per noi, che “vediamo” e “ascoltiamo” stando ai piedi di Gesù.
Egli ci rivela la tenerezza del Padre : l'unica cosa necessaria.
Siamo fatti per amare Dio con tutto il cuore. Il resto è tutto e solo a questo fine , e siamo inquieti fino a quando non riposiamo in Lui.
Maria è una Marta convertita alla compassione del Signore, diventa la casa che accoglie tutti nel Samaritano che tutti accoglie.
Questa casa prelude ciò che sarà alla fine, quando tutti, insieme accolti e accoglienti, riceveranno e daranno amore. Allora sarà finita la fatica del Samaritano.
Non resterà che la parte di Maria, l'ottima, perché è Dio stesso accolto nell'uomo.
Seduta ai Suoi piedi, già ora si nutre della Parola di Vita.
Il seme germina e si fa pane per il lungo cammino che ancora resta. Ma la dolcezza della voce dello Sposo già l'accompagna.
Maria ha l'anticipo di ciò che Dio vuol donare a tutti.
Per questo non le verrà mai tolto.
Il suo”bene è stare vicino a Dio” (Salmo 73,28) FAUSTI