mercoledì 24 agosto 2022

C - 22 DOMENICA T.O.




 

5 commenti:

  1. Pietà di me, o Signore, a te grido tutto il giorno:
    tu sei buono, o Signore, e perdoni,
    sei pieno di misericordia con chi ti invoca. (Sal 85,3.5)
    Dio onnipotente,
    unica fonte di ogni dono perfetto,
    infondi nei nostri cuori l’amore per il tuo nome,
    accresci la nostra dedizione a te,
    fa’ maturare ogni germe di bene
    e custodiscilo con vigile cura.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.



    O Dio, che chiami i poveri e i peccatori
    alla festosa assemblea della nuova alleanza,
    concedi a noi di onorare la presenza del Signore
    negli umili e nei sofferenti,
    per essere accolti alla mensa del tuo regno.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.
    Dal libro del Siràcide
    Sir 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]

    Figlio, compi le tue opere con mitezza,
    e sarai amato più di un uomo generoso.
    Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
    e troverai grazia davanti al Signore.
    Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
    ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
    Perché grande è la potenza del Signore,
    e dagli umili egli è glorificato.
    Per la misera condizione del superbo non c'è rimedio,
    perché in lui è radicata la pianta del male.
    Il cuore sapiente medita le parabole,
    un orecchio attento è quanto desidera il saggio.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 67 (68)
    R. Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.
    I giusti si rallegrano,
    esultano davanti a Dio
    e cantano di gioia.
    Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
    Signore è il suo nome. R.

    Padre degli orfani e difensore delle vedove
    è Dio nella sua santa dimora.
    A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
    fa uscire con gioia i prigionieri. R.

    Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
    la tua esausta eredità tu hai consolidato
    e in essa ha abitato il tuo popolo,
    in quella che, nella tua bontà,
    hai reso sicura per il povero, o Dio. R.


    Seconda Lettura
    Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.
    Dalla lettera agli Ebrei
    Eb 12,18-19.22-24a

    Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
    Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.

    Parola di Dio.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
    e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. (Mt 11,29ab)

    Alleluia.


    Vangelo
    Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 14,1.7-14

    Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
    Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
    Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

    Parola del Signore.

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  2. PAPA FRANCESCO – ANGELUS - Domenica, 28 agosto 2016
    L’episodio del Vangelo di oggi ci mostra GESÙ nella casa di uno dei capi dei farisei, intento ad osservare
    come gli INVITATI a pranzo si affannano per scegliere i primi posti. È una scena che abbiamo visto tante
    volte: cercare il POSTO migliore anche “con i gomiti”. Nel vedere questa scena, egli narra due brevi
    PARABOLE con le quali offre due indicazioni: una riguarda il POSTO, l’altra riguarda la RICOMPENSA.
    LA PRIMA SIMILITUDINE è ambientata in un banchetto nuziale. GESÙ dice: «Quando sei INVITATO a nozze
    da qualcuno, non metterti al primo POSTO, perché non ci sia un altro INVITATO più degno di te, e colui che
    ha INVITATO te e lui venga a dirti: “Cedigli il POSTO!”…Invece, quando sei INVITATO, va’ a metterti
    all’ultimo POSTO» (Lc 14,8-9). Con questa raccomandazione, GESÙ non intende dare norme di
    comportamento sociale, ma una lezione sul valore dell’UMILTÀ. La storia insegna che l’orgoglio, l’arrivismo,
    la vanità, l’ostentazione sono la causa di molti mali. E GESÙ ci fa capire la necessità di scegliere l’ultimo
    POSTO, cioè di cercare la piccolezza e il nascondimento: l’UMILTÀ. Quando ci poniamo davanti a Dio in questa dimensione di UMILTÀ, allora Dio ci esalta, si china verso di noi per elevarci a sé; «perché chiunque
    si esalta sarà UMILIATO, e chi si UMILIA sarà esaltato» .
    Le parole di GESÙ sottolineano atteggiamenti completamente diversi e opposti: l’atteggiamento di chi si
    sceglie il proprio POSTO e l’atteggiamento di chi se lo lascia assegnare da Dio e aspetta da Lui la
    RICOMPENSA. Non dimentichiamolo: Dio paga molto di più degli uomini! Lui ci dà un POSTO molto più bello
    di quello che ci danno gli uomini! Il POSTO che ci dà Dio è vicino al suo cuore e la sua RICOMPENSA è la vita
    eterna. «Sarai beato – dice GESÙ – … Riceverai la tua RICOMPENSA alla risurrezione dei giusti» .
    È quanto viene descritto nella SECONDA PARABOLA, nella quale GESÙ indica l’atteggiamento di
    disinteresse che deve caratterizzare l’ospitalità, e dice così: «Quando offri un banchetto, INVITA poveri,
    storpi, zoppi e ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti» (vv. 13-14). Si tratta di scegliere la
    gratuità invece del calcolo opportunistico che cerca di ottenere una RICOMPENSA, che cerca l’interesse e
    che cerca di arricchirsi di più. Infatti i poveri, i semplici, quelli che non contano, non potranno mai
    ricambiare un INVITO a mensa. Così GESÙ dimostra la sua preferenza per i poveri e gli esclusi, che sono i privilegiati del Regno di Dio, e lancia il messaggio fondamentale del Vangelo che è servire il prossimo per amore di Dio. Oggi, GESÙ si fa voce di chi non ha voce e rivolge a ciascuno di noi un accorato appello ad
    aprire il cuore e fare nostre le sofferenze e le ansie dei poveri, degli affamati, degli emarginati, dei profughi,
    degli sconfitti dalla vita, di quanti sono scartati dalla società e dalla prepotenza dei più forti. E questi
    scartati rappresentano in realtà la stragrande maggioranza della popolazione […] penso con gratitudine alle
    mense dove tanti volontari offrono il loro servizio, dando da mangiare a persone sole, disagiate, senza
    lavoro o senza fissa dimora. Queste mense e altre opere di misericordia – come visitare gli ammalati, i
    carcerati… – sono palestre di CARITÀ che diffondono la cultura della gratuità, perché quanti vi operano
    sono mossi dall’amore di Dio e illuminati dalla sapienza del Vangelo. Così il servizio ai fratelli diventa
    testimonianza d’amore, che rende credibile e visibile l’amore di CRISTO.
    Chiediamo alla VERGINE MARIA di condurci ogni giorno sulla via dell’UMILTÀ, Lei che è stata UMILE tutta la
    vita, e di renderci capaci di gesti gratuiti di accoglienza e di solidarietà verso gli emarginati, per diventare
    degni della RICOMPENSA DIVINA.

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  3. BENEDETTO XVI - ANGELUS - 29 agosto 2010
    Nel Vangelo di questa domenica (Lc 14,1.7-14), incontriamo GESÙ commensale nella casa di un capo dei
    farisei. Notando che gli INVITATI sceglievano i primi posti a tavola, Egli raccontò una PARABOLA, ambientata
    in un banchetto nuziale.
    Quando sei INVITATO a nozze da qualcuno, non metterti al primo POSTO, perché
    non ci sia un altro INVITATO più degno di te, e colui che ha INVITATO te e lui venga a dirti: «Cèdigli il POSTO!» ... Invece, quando sei INVITATO, va’ a metterti all’ultimo POSTO(Lc 14,8-10). Il Signore non
    intende dare una lezione sul galateo, né sulla gerarchia tra le diverse autorità. Egli insiste piuttosto su un
    punto decisivo, che è quello dell’UMILTÀ: chiunque si esalta sarà UMILIATO, e chi si UMILIA sarà esaltato (Lc 14,11). Questa PARABOLA, in un significato più profondo, fa anche pensare alla posizione dell’uomo in
    rapporto a Dio. L’ultimo POSTO può infatti rappresentare la condizione dell’umanità degradata dal
    peccato, condizione dalla quale solo l’incarnazione del Figlio Unigenito può risollevarla. Per questo CRISTO
    stesso ha preso l’ultimo POSTO nel mondo - la croce - e proprio con questa UMILTÀ radicale ci ha redenti e
    costantemente ci aiuta.
    Al termine della PARABOLA, GESÙ suggerisce al capo dei farisei di INVITARE alla sua mensa non gli amici, i
    parenti o i ricchi vicini, ma le persone più povere ed emarginate, che non hanno modo di ricambiare (cfr Lc 14,13-14), perché il dono sia gratuito. La VERA RICOMPENSA, infatti, alla fine, la darà Dio, che governa il
    mondo ... Noi gli prestiamo il nostro servizio solo per quello che possiamo e finché Egli ce ne dà la forza. Ancora una volta, dunque, guardiamo a CRISTO come modello di UMILTÀ e di
    gratuità: da Lui apprendiamo la pazienza nelle tentazioni, la mitezza nelle offese, l’obbedienza a Dio nel dolore, in attesa che Colui che ci ha INVITATO ci dica Amico, vieni più avanti! il vero bene,
    infatti, è stare vicino a Lui. Se il
    Signore ti darà qualche prosperità, non solo lo dovrai UMILMENTE ringraziare, ma bada bene a non diventare peggiore per vanagloria o in qualunque altro modo, bada cioè a non entrare in contrasto con Dio
    o offenderlo con i suoi doni stessi.
    Cari amici, oggi ricordiamo anche il martirio di SAN GIOVANNI BATTISTA, il più GRANDE tra i profeti di CRISTO, che ha saputo rinnegare se stesso per fare spazio al Salvatore, e ha sofferto ed è morto per la
    VERITÀ. Chiediamo a lui e alla VERGINE MARIA di guidarci sulla via dell’UMILTÀ, per diventare degni della RICOMPENSA DIVINA.

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  4. BENEDETTO XVI - ANGELUS - 29 agosto 2010
    Nel Vangelo di questa domenica , incontriamo GESÙ commensale nella casa di un capo dei
    farisei. Notando che gli INVITATI sceglievano i primi posti a tavola, Egli raccontò una PARABOLA, ambientata
    in un banchetto nuziale.
    Quando sei INVITATO a nozze da qualcuno, non metterti al primo POSTO, perché
    non ci sia un altro INVITATO più degno di te, e colui che ha INVITATO te e lui venga a dirti: «Cèdigli il POSTO!» ... Invece, quando sei INVITATO, va’ a metterti all’ultimo POSTO. Il Signore non
    intende dare una lezione sul galateo, né sulla gerarchia tra le diverse autorità. Egli insiste piuttosto su un
    punto decisivo, che è quello dell’UMILTÀ: chiunque si esalta sarà UMILIATO, e chi si UMILIA sarà esaltato . Questa PARABOLA, in un significato più profondo, fa anche pensare alla posizione dell’uomo in
    rapporto a Dio. L’ultimo POSTO può infatti rappresentare la condizione dell’umanità degradata dal
    peccato, condizione dalla quale solo l’incarnazione del Figlio Unigenito può risollevarla. Per questo CRISTO
    stesso ha preso l’ultimo POSTO nel mondo - la croce - e proprio con questa UMILTÀ radicale ci ha redenti e
    costantemente ci aiuta.
    Al termine della PARABOLA, GESÙ suggerisce al capo dei farisei di INVITARE alla sua mensa non gli amici, i
    parenti o i ricchi vicini, ma le persone più povere ed emarginate, che non hanno modo di ricambiare , perché il dono sia gratuito. La VERA RICOMPENSA, infatti, alla fine, la darà Dio, che governa il
    mondo ... Noi gli prestiamo il nostro servizio solo per quello che possiamo e finché Egli ce ne dà la forza. Ancora una volta, dunque, guardiamo a CRISTO come modello di UMILTÀ e di
    gratuità: da Lui apprendiamo la pazienza nelle tentazioni, la mitezza nelle offese, l’obbedienza a Dio nel dolore, in attesa che Colui che ci ha INVITATO ci dica Amico, vieni più avanti! il vero bene,
    infatti, è stare vicino a Lui. Se il
    Signore ti darà qualche prosperità, non solo lo dovrai UMILMENTE ringraziare, ma bada bene a non diventare peggiore per vanagloria o in qualunque altro modo, bada cioè a non entrare in contrasto con Dio
    o offenderlo con i suoi doni stessi.
    Cari amici, oggi ricordiamo anche il martirio di SAN GIOVANNI BATTISTA, il più GRANDE tra i profeti di CRISTO, che ha saputo rinnegare se stesso per fare spazio al Salvatore, e ha sofferto ed è morto per la
    VERITÀ. Chiediamo a lui e alla VERGINE MARIA di guidarci sulla via dell’UMILTÀ, per diventare degni della RICOMPENSA DIVINA.

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  5. FAUSTI - Questa scena si svolge a tavola, con il fariseo e l'idropico sullo sfondo.Il lievito dei farisei porta all' ”avere di più” , riempie l'uomo di possesso e di rapina, e lo riduce a un idropico, che trasforma in acqua morta tutto ciò che mangia, e cresce tanto da non passare per la porta stretta. E' la situazione di ogni uomo .
    Nessuno può salvarsi , e tutti veniamo salvati.
    Tutti, tranne l'orgoglioso che rifiuta la mano tesa , perchè pretende di farcela da solo.
    Qui Gesù illustra lo spirito nuovo di chi è guarito dall'idropisia .
    È l'umiltà, il contrario di quel protagonismo di cui fan mostra i tanti piccoli idropici che vede scegliere i primi posti al banchetto della vita!
    Al lievito dei farisei ,Gesù contrappone il lievito del Regno.
    Non si tratta di norme di galateo o di tatticismi : è invece la Rivelazione del giudizio di Dio , che valuta in modo opposto al nostro.
    E' quanto Gesù ci ha manifestato e ciascuno di noi è chiamato a vivere.
    Egli ha scelto l'ultimo posto , si è fatto servo di tutti e si è umiliato.
    Suoi amici sono quanti fanno altrettanto! In questa parabola siamo esortati a occupare l'ultimo posto , perchè è quello del Figlio.
    E' il motivo per cui Dio ama gli ultimi e anche noi dobbiamo amarli.
    Solo questi partecipano al banchetto del Regno , che la Misericordia del Padre imbandisce per il figlio perduto e ritrovato.
    Questa parabola ribadisce la lezione del Magnificat.
    Ci guarisce dall'enfiagione dell'io per vivere di Dio , ci snebbia dai deliri di potenza e ci ripulisce gli occhi. Così vediamo come Dio agisce nella storia.
    La chiamata degli esclusi è insieme la salvezza messianica e l'anticipo della realtà definitiva : è il nostro vero essere come Dio in questo mondo.
    La scelta, l'impegno e il servizio cristiano per i poveri non sono strumento di dominio a buon mercato, che crea una schiavitù più sottile.
    Non è neanche sgravarsi la coscienza dai giusti sensi di colpa.
    Scaturisce invece dalla conoscenza di Dio , che ha scelto i poveri e si è identificato con loro.
    Da qui nasce un diverso modo di valutare e di agire.
    Agli invitati Gesù dice di scegliere l'ultimo posto, a chi invita, dice di scegliere gli ultimi.
    L'ultimo è il posto da scegliere e da cui scegliere , Dio fa lo stesso.
    Il nostro rapporto con i fratelli deve rispecchiare quello di Gesù che ci chiama a comortarci con gli altri come Lui si è comportato con noi.L'istruzione sulla gratuità del banchetto tocca il centro della vita cristiana , che trova nel dono dell'Eucaristia il suo alimento.
    Chi la osserva è veramente beato, è passato per la porta stretta e appartiene al mondo dei risorti,insieme al Figlio.
    La chiamata degli esclusi è insieme la salvezza messianica e l'anticipo della realtà definitiva.La scelta, l'impegno e il servizio cristiano per i poveri non sono strumento di dominio a buon mercato, che crea una schiavitù più sottile. Non è neanche sgravarsi dai sensi di colpa.
    Scaturisce invece dalla conoscenza di Dio, che ha scelto i poveri e si è identificato con loro.
    Il povero è il “luogo teologico” per eccellenza.
    In lui incontro il mio Salvatore che si è fatto ultimo di tutti.
    La Sua Presenza mi rivela sempre inadempiente e mi richiama alla stima e al rispetto per Lui.
    E' la presenza del Crocifisso.
    Per questo S. Francesco baciò il lebbroso.
    Più che ciò che faccio per Lui – spesso solo umiliarlo con un po' di soldi – è importante ciò che Lui fa per me : mi giudica e mi salva! .

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