Antifona Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!». Il tuo volto, o Signore, io cerco, non nascondermi il tuo volto. (Sal 26,8-9)
Ricordati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore che è da sempre. Non trionfino su di noi i nemici. Da ogni angoscia salvaci, Dio d’Israele. (Cf. Sal 24, 6.2.22)
O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, guidaci con la tua parola, perché purificati interiormente, possiamo godere la visione della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
O Padre, che hai fatto risplendere la tua gloria sul volto del tuo Figlio in preghiera, donaci un cuore docile alla sua parola perché possiamo seguirlo sulla via della croce ed essere trasfigurati a immagine del suo corpo glorioso. Egli è Dio, e vive e regna con te.
Prima Lettura Dio stipula l'alleanza con Abram fedele. Dal libro della Gènesi Gen 15,5-12.17-18
In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo». Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò. Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono. Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram: «Alla tua discendenza io do questa terra, dal fiume d’Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 26 (27) R. Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura? R.
Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi! Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!». Il tuo volto, Signore, io cerco. R.
Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. R.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. R.
Seconda Lettura Cristo ci trasfigurerà nel suo corpo glorioso. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési Fil 3,17-4,1
Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra. La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose. Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!
Acclamazione al Vangelo Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre: «Questi è il mio Figlio, l'amato: ascoltatelo!». (Cf. Mc 9,7)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto. Dal Vangelo secondo Luca Lc 9,28b-36
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE Mostrando così la sua gloria, Gesù ci assicura che la croce, le prove, le difficoltà nelle quali ci dibattiamo hanno la loro soluzione e il loro superamento nella Pasqua. Perciò, in questa Quaresima, saliamo anche noi sul monte con Gesù! Ma in che modo? Con la preghiera. Saliamo al monte con la preghiera; la preghiera silenziosa, la preghiera del cuore, la preghiera … Sempre cercando il Signore. Rimaniamo qualche momento in raccoglimento, ogni giorno un pochettino, fissiamo lo sguardo interiore sul suo volto e lasciamo che la sua luce ci pervada e si irradi nella nostra vita. (Angelus, 17 marzo 2019)
FAUSTI - Si svela il cuore del mistero di Gesù. Ai discepoli è concesso entrare nella conoscenza Padre/Figlio. L'obbedienza al “Gesù solo”, che il Padre ordina - “Ascoltate Lui” è l'apice del racconto.E' l'ottavo giorno, la Domenica, l'oggi eterno del cielo aperto sull'oggi terreno del presepio e del Battesimo, di Cafarnao e del Calvario : è il Regno spalancato all'uomo dalla vita di Gesù che inizia sul legno della mangiatoia e finisce sul legno della Croce. E' il giorno del Signore,la “dies dominica” in cui banchettiamo con Lui nella Coena Domini. Esso è insieme fine e inizio, con un dinamismo continuo che cresce all'infinito, trasfigurandoci di Gloria in Gloria (2Cor 3,18). Già ora siamo ciò che poi apparirà (1 Gv 3,2) : figli di Dio! Tutta la creazione partecipa alla generazione di questo uomo nuovo. Il destino del creato non è la sfigurazione e la morte, ma la trasfigurazione e la Gloria di Dio. Anche se ancora in esilio, siamo figli del Re, che stanno tornando alla casa del Padre. Come prima di spezzare il Pane Gesù prese con Sé gli Apostoli, così ora prende con Sè Pietro, Giovanni e Giacomo. Gesù li unisce a Sè per Sua iniziativa : li prende e li traspone in una situazione particolare di rivelazione : li porta con Sè nello spazio segreto della Sua Comunione col Padre. Salgono sul monte, noto ai discepoli, monte per eccellenza, monte della preghiera e dell'elezione,monte della rivelazione; i discepoli sono gravati dal sonno e la discesa dal monte avverrà il giorno dopo. Il sonno e la notte possono essere illuminati solo dalla Comunione col Padre. Il pregare di Gesù diventa un complemento di tempo e di luogo, quasi lo spazio che contiene la Trasfigurazione, Rivelazione del Padre e Gloria del Figlio. E' il luogo in cui scopriamo Dio come Abbà, nostra sorgente e veniamo generati nella Gloria del Figlio. Luca si ferma a contemplare il Volto di Gesù, ne sottolinea l'immagine visibile, in quanto altra, diversa, santa!Di questo Volto ci dà il vero aspetto, invisibile e ora rivelato, attraverso un solo tratto, la Gloria, Dio nel Suo splendore di bellezza. E' una luminosità che viene dal di dentro eliminando ogni ombra, fa vedere sul volto la realtà nascosta, dà visibilità all'invisibile. Di questa gloria descrive il vestito . Esso è bianco e emana folgori. Se così è il vestito, che cosa sarà il Corpo? Ma il Corpo stesso è il vestito della persona e l'umanità di Gesù, a sua volta, è il vestito della Sua persona Divina , da cui emena appieno la “dynamis” della gloria di Dio. La folgore, espressione di Dio, è l'attributo della veste! Gesù nella Trasfigurazione, si rivela come il centro di tutto, di Dio e dell'uomo, uniti in un'unica storia, incredibile se non fosse testimoniata da Mosè ed Elia. Mosè, la legge, e Elia, padre dei profeti, sono in dialogo con Gesù. Lui risponde loro perchè è Colui che la legge e la profezia hanno promesso ed atteso .La Gloria della Legge e della profezia è il Figlio ubbidiente, la Parola stessa, uditore perfetto del Padre. E' la Gloria del Dio della legge e della profezia, che adempie la promessa e colma l'attesa. La Trasfigurazione è quell'esperienza anticipata della Resurrezione , apertura dell'occhio del discepolo sulla Comunione di Gesù col Padre, il suo stare sveglio con Gesù che prega. “Guardate a Lui e sarete raggianti” (Sl 34,6). I discepoli desiderano arrestare la Gloria visibile del Signore . L'esperienza fatta da Pietro e compagni è quella della bellezza , la bellezza originaria del Volto del Figlio che ha alzato un lembo del velo che la ricopre. L'ottavo giorno, nella luce del suo fulgore, squarcia il sonno e la notte dei discepoli. La nube è segno della Gloria di Dio, essi entrano in essa, cioè nella potenza di Dio che avvolge : questo è obbedire alla “Voce” che esce , questa voce è Gesù stesso, Parola Eterna di Dio, Figlio obbediente, che va ascoltato
-->“Questo è il Figlio mio, l'Eletto, ascoltate Lui!” E' il centro della Trasfigurazione, dove si lega la visione all'ascolto.Quel Dio che non ha volto, ha voce : voce che cerca un volto. Gesù, Volto perfetto del Padre, Figlio obbediente, Parola compiuta, piena d'Amore. L'obbedienza a Gesù che si rivolge a tutti, indica il cammino attraverso il quale tutti possiamo essere tra quei tre che giungono alla visione del mistero del Figlio. L'ascolto di Lui è la tenda che contiene la Gloria . Chi ascolta, vede il Volto del Padre nel Figlio ormai rispecchiato nel proprio.
S.GIOVANNI PAOLO II - OMELIA 15-3-92 In questa seconda domenica di Quaresima la liturgia ci presenta l’episodio della TRASFIGURAZIONE del Signore sul monte Tabor, la quale tocca il suo vertice nelle parole del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!” (Lc 9, 35). Contempliamo questo evento emozionante, nel quale Gesù manifestò la sua gloria, per predisporre i discepoli prediletti al duro passaggio della sua passione. Scrive Luca: “Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare” (Lc 9, 28). È una caratteristica di Luca quella di mettere in evidenza la consuetudine di Gesù con la preghiera, come momento di solitudine, di contemplazione e di intimità col Padre. L’Evangelista ci riferisce che era in preghiera al Giordano, quando la voce del Padre si rivelò per la prima volta (Lc 3, 21); prima di scegliere i Dodici, allorché passò la notte in orazione (Lc 6, 21); nei suoi frequenti ritiri in luoghi solitari (Lc 5, 5-16) e, soprattutto, nel Getsemani, dove “inginocchiatosi, pregava: Padre, se vuoi, allontana da me questo calice” (Lc 22, 39-46). Questi esempi e le frequenti esortazioni da lui rivolte ai discepoli ci dicono che la preghiera deve avere il primo posto nella vita cristiana, specialmente in questo tempo di Quaresima, che è tempo privilegiato di comunione con Dio. Sul Tabor, mentre appunto Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto, la sua veste divenne candida e sfolgorante, e apparvero accanto a lui due uomini, Elia e Mosè, i quali parlavano “della sua dipartita, che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme” (Lc 9, 31), cioè della sua prossima passione e morte. Mosè ed Elia sono personaggi celebri dell’Antico Testamento: uno il condottiero e il legislatore del popolo, l’altro il profeta del fuoco che distrugge l’iniquità; due prefigurazioni del Messia, nuovo liberatore e portatore sulla terra del nuovo fuoco della salvezza. La bellezza della visione affascina i tre Apostoli. Pietro desidera prolungare il più possibile quella esperienza beatificante ed esclama: “Maestro... facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia” (Lc 9, 33). Ma mentre così parlava, venne una nube e li avvolse. Non vedendo più nulla, provarono paura, ma furono riconfortati dalla voce del Padre. Il Tabor è mistero di gloria e di passione. Infatti San Luca prima di descrivere la TRASFIGURAZIONE riporta l’annuncio che Gesù fa della sua morte: “Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, essere messo a morte e risorgere il terzo giorno” (Lc 9, 33). Anche nella scena della TRASFIGURAZIONE la morte del Cristo appare come il tema della conversazione fra Mosè ed Elia. Questa morte è detta “esodo”, cioè dipartita: Gesù “partirà” passando dalla passione alla gloria, dal pellegrinaggio terreno al trionfo celeste. ... L’episodio della TRASFIGURAZIONE di Gesù è anche sorgente di FEDE particolarmente significativa, una tappa di quell’itinerario di FEDE, lungo il quale con tanta pazienza il Signore guidò i suoi discepoli. La FEDE è la scelta di Dio al di sopra delle cose visibili. La FEDE è l’adesione a Lui con tutta l’anima. La FEDE permette di vedere tutto ciò che esiste con lo sguardo di Dio. Senza FEDE non si può piacere a Dio. Gesù ha chiesto apertamente di credere in Lui. E gli Apostoli, dopo tante esitazioni, hanno finalmente abbracciato la FEDE in modo totale e irreversibile, fino alla testimonianza suprema del sangue. La liturgia della Parola insiste sulla FEDE, insiste anche riportando sia l’esempio di ABRAMO, il quale “credette al Signore che glielo accreditò come giustizia” (Gen 15, 6), e insiste anche l’esortazione di San Paolo ai Filippesi, ai quali l’Apostolo dice che solo per FEDE si può rimanere saldi nel Signore e raggiungere la patria celeste, dove il nostro misero corpo sarà TRASFIGURATO, cioè reso conforme al suo corpo glorioso (cf. Fil 3, 18-19).
BENEDETTO XVI - ANGELUS - Piazza San Pietro - Domenica, 24 febbraio 2013 Oggi, seconda domenica di Quaresima, abbiamo un Vangelo particolarmente bello, quello della TRASFIGURAZIONE del Signore. L’evangelista Luca pone in particolare risalto il fatto che Gesù si TRASFIGURÒ mentre pregava: la sua è un’esperienza profonda di rapporto con il Padre durante una sorta di ritiro spirituale che Gesù vive su un alto monte in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre discepoli sempre presenti nei momenti della manifestazione divina del Maestro (Lc 5,10; 8,51; 9,28). Il Signore, che poco prima aveva preannunciato la sua morte e risurrezione (9,22), offre ai discepoli un anticipo della sua gloria. E anche nella TRASFIGURAZIONE, come nel battesimo, risuona la voce del Padre celeste: «Questi è il figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!» (9,35). La presenza poi di Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti dell’antica ALLEANZA, è quanto mai significativa: tutta la storia dell’ALLEANZA è orientata a Lui, il Cristo, che compie un nuovo «esodo» (9,31), non verso la terra promessa come al tempo di Mosè, ma verso il Cielo. L’intervento di Pietro: «Maestro, è bello per noi essere qui» (9,33) rappresenta il tentativo impossibile di fermare tale esperienza mistica. Commenta sant’Agostino: «[Pietro]…sul monte…aveva Cristo come cibo dell’anima. Perché avrebbe dovuto scendere per tornare alle fatiche e ai dolori, mentre lassù era pieno di sentimenti di santo amore verso Dio e che gli ispiravano perciò una santa condotta?» (Discorso 78,3: PL 38,491). Meditando questo brano del Vangelo, possiamo trarne un insegnamento molto importante. Innanzitutto, il primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo. Nella Quaresima impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale. Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all’azione. «L’esistenza cristiana – ho scritto nel Messaggio per questa Quaresima – consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio» (n. 3). Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Grazie! Il Signore mi chiama a “salire sul monte”, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria: lei ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa
PAPA FRANCESCO – ANGELUS - Piazza San Pietro - II Domenica di Quaresima, 17 marzo 2019 In questa seconda domenica di Quaresima, la liturgia ci fa contemplare l’evento della TRASFIGURAZIONE, nel quale Gesù concede ai discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni di pregustare la gloria della Risurrezione: uno squarcio di cielo sulla terra. L’evangelista Luca (cfr 9,28-36) ci mostra Gesù TRASFIGURATO sul monte, che è il luogo della luce, simbolo affascinante della singolare esperienza riservata ai tre discepoli. Essi salgono col Maestro sulla montagna, lo vedono immergersi in preghiera, e a un certo punto «il suo volto cambiò d’aspetto» (v. 29). Abituati a vederlo quotidianamente nella semplice sembianza della sua umanità, di fronte a quel nuovo splendore, che avvolge anche tutta la sua persona, rimangono stupiti. E accanto a Gesù appaiono Mosè ed Elia, che parlano con Lui del suo prossimo “esodo”, cioè della sua Pasqua di morte e risurrezione. È un anticipo della Pasqua. Allora Pietro esclama: «Maestro, è bello per noi essere qui» (v. 33). Vorrebbe che quel momento di grazia non finisse più! La TRASFIGURAZIONE si compie in un momento ben preciso della missione di Cristo, cioè dopo che Lui ha confidato ai discepoli di dover «soffrire molto, […] venire ucciso e risuscitare il terzo giorno» (v. 21). Gesù sa che loro non accettano questa realtà – la realtà della croce, la realtà della morte di Gesù –, e allora vuole prepararli a sopportare lo scandalo della passione e della morte di croce, perché sappiano che questa è la via attraverso la quale il Padre celeste farà giungere alla gloria il suo Figlio, risuscitandolo dai morti. E questa sarà anche la via dei discepoli: nessuno arriva alla vita eterna se non seguendo Gesù, portando la propria croce nella vita terrena. Ognuno di noi, ha la propria croce. Il Signore ci fa vedere la fine di questo percorso che è la Risurrezione, la bellezza, portando la propria croce. Dunque, la TRASFIGURAZIONE di Cristo ci mostra la prospettiva cristiana della sofferenza. Non è un sadomasochismo la sofferenza: essa è un passaggio necessario ma transitorio. Il punto di arrivo a cui siamo chiamati è luminoso come il volto di Cristo TRASFIGURATO: in Lui è la salvezza, la beatitudine, la luce, l’amore di Dio senza limiti. Mostrando così la sua gloria, Gesù ci assicura che la croce, le prove, le difficoltà nelle quali ci dibattiamo hanno la loro soluzione e il loro superamento nella Pasqua. Perciò, in questa Quaresima, saliamo anche noi sul monte con Gesù! Ma in che modo? Con la preghiera. Saliamo al monte con la preghiera: la preghiera silenziosa, la preghiera del cuore, la preghiera sempre cercando il Signore. Rimaniamo qualche momento in raccoglimento, ogni giorno un pochettino, fissiamo lo sguardo interiore sul suo volto e lasciamo che la sua luce ci pervada e si irradi nella nostra vita. Infatti l’Evangelista Luca insiste sul fatto che Gesù si TRASFIGURÒ «mentre pregava» (v. 29). Si era immerso in un colloquio intimo con il Padre, in cui risuonavano anche la Legge e i Profeti – Mosè ed Elia – e mentre aderiva con tutto Sé stesso alla volontà di salvezza del Padre, compresa la croce, la gloria di Dio lo invase trasparendo anche all’esterno. È così, fratelli e sorelle: la preghiera in Cristo e nello Spirito Santo TRASFORMA la persona dall’interno e può illuminare gli altri e il mondo circostante. Quante volte abbiamo trovato persone che illuminano, che emanano luce dagli occhi, che hanno quello sguardo luminoso! Pregano, e la preghiera fa questo: ci fa luminosi con la luce dello Spirito Santo. Proseguiamo con gioia il nostro itinerario quaresimale. Diamo spazio alla preghiera e alla Parola di Dio, che abbondantemente la liturgia ci propone in questi giorni. La Vergine Maria ci insegni a rimanere con Gesù anche quando non lo capiamo e non lo comprendiamo. Perché solo rimanendo con Lui vedremo la sua gloria
Antifona
RispondiEliminaIl mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, o Signore, io cerco, non nascondermi il tuo volto. (Sal 26,8-9)
Ricordati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore che è da sempre.
Non trionfino su di noi i nemici.
Da ogni angoscia salvaci, Dio d’Israele. (Cf. Sal 24, 6.2.22)
O Padre,
che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio,
guidaci con la tua parola,
perché purificati interiormente,
possiamo godere la visione della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
O Padre,
che hai fatto risplendere la tua gloria
sul volto del tuo Figlio in preghiera,
donaci un cuore docile alla sua parola
perché possiamo seguirlo sulla via della croce
ed essere trasfigurati a immagine del suo corpo glorioso.
Egli è Dio, e vive e regna con te.
Prima Lettura
Dio stipula l'alleanza con Abram fedele.
Dal libro della Gènesi
Gen 15,5-12.17-18
In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».
Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.
Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.
Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram:
«Alla tua discendenza
io do questa terra,
dal fiume d’Egitto
al grande fiume, il fiume Eufrate».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 26 (27)
R. Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura? R.
Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco. R.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. R.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. R.
Seconda Lettura
Cristo ci trasfigurerà nel suo corpo glorioso.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fil 3,17-4,1
Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
RispondiEliminaLode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l'amato: ascoltatelo!». (Cf. Mc 9,7)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo
Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,28b-36
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Mostrando così la sua gloria, Gesù ci assicura che la croce, le prove, le difficoltà nelle quali ci dibattiamo hanno la loro soluzione e il loro superamento nella Pasqua. Perciò, in questa Quaresima, saliamo anche noi sul monte con Gesù! Ma in che modo? Con la preghiera. Saliamo al monte con la preghiera; la preghiera silenziosa, la preghiera del cuore, la preghiera … Sempre cercando il Signore. Rimaniamo qualche momento in raccoglimento, ogni giorno un pochettino, fissiamo lo sguardo interiore sul suo volto e lasciamo che la sua luce ci pervada e si irradi nella nostra vita. (Angelus, 17 marzo 2019)
FAUSTI - Si svela il cuore del mistero di Gesù. Ai discepoli è concesso entrare nella conoscenza Padre/Figlio. L'obbedienza al “Gesù solo”, che il Padre ordina - “Ascoltate Lui” è l'apice del racconto.E' l'ottavo giorno, la Domenica, l'oggi eterno del cielo aperto sull'oggi terreno del presepio e del Battesimo, di Cafarnao e del Calvario : è il Regno spalancato all'uomo dalla vita di Gesù che inizia sul legno della mangiatoia e finisce sul legno della Croce. E' il giorno del Signore,la “dies dominica” in cui banchettiamo con Lui nella Coena Domini. Esso è insieme fine e inizio, con un dinamismo continuo che cresce all'infinito, trasfigurandoci di Gloria in Gloria (2Cor 3,18).
RispondiEliminaGià ora siamo ciò che poi apparirà (1 Gv 3,2) : figli di Dio!
Tutta la creazione partecipa alla generazione di questo uomo nuovo.
Il destino del creato non è la sfigurazione e la morte, ma la trasfigurazione e la Gloria di Dio.
Anche se ancora in esilio, siamo figli del Re, che stanno tornando alla casa del Padre.
Come prima di spezzare il Pane Gesù prese con Sé gli Apostoli, così ora prende con Sè Pietro, Giovanni e Giacomo. Gesù li unisce a Sè per Sua iniziativa : li prende e li traspone in una situazione particolare di rivelazione : li porta con Sè nello spazio segreto della Sua Comunione col Padre. Salgono sul monte, noto ai discepoli, monte per eccellenza, monte della preghiera e dell'elezione,monte della rivelazione; i discepoli sono gravati dal sonno e la discesa dal monte avverrà il giorno dopo. Il sonno e la notte possono essere illuminati solo dalla Comunione col Padre. Il pregare di Gesù diventa un complemento di tempo e di luogo, quasi lo spazio che contiene la Trasfigurazione, Rivelazione del Padre e Gloria del Figlio.
E' il luogo in cui scopriamo Dio come Abbà, nostra sorgente e veniamo generati nella Gloria del Figlio.
Luca si ferma a contemplare il Volto di Gesù, ne sottolinea l'immagine visibile, in quanto altra, diversa, santa!Di questo Volto ci dà il vero aspetto, invisibile e ora rivelato, attraverso un solo tratto, la Gloria, Dio nel Suo splendore di bellezza.
E' una luminosità che viene dal di dentro eliminando ogni ombra, fa vedere sul volto la realtà nascosta, dà visibilità all'invisibile. Di questa gloria descrive il vestito . Esso è bianco e emana folgori. Se così è il vestito, che cosa sarà il Corpo?
Ma il Corpo stesso è il vestito della persona e l'umanità di Gesù, a sua volta, è il vestito della Sua persona Divina , da cui emena appieno la “dynamis” della gloria di Dio.
La folgore, espressione di Dio, è l'attributo della veste!
Gesù nella Trasfigurazione, si rivela come il centro di tutto, di Dio e dell'uomo, uniti in un'unica storia, incredibile se non fosse testimoniata da Mosè ed Elia.
Mosè, la legge, e Elia, padre dei profeti, sono in dialogo con Gesù. Lui risponde loro perchè è Colui che la legge e la profezia hanno promesso ed atteso
.La Gloria della Legge e della profezia è il Figlio ubbidiente, la Parola stessa, uditore perfetto del Padre. E' la Gloria del Dio della legge e della profezia, che adempie la promessa e colma l'attesa.
La Trasfigurazione è quell'esperienza anticipata della Resurrezione , apertura dell'occhio del discepolo sulla Comunione di Gesù col Padre, il suo stare sveglio con Gesù che prega.
“Guardate a Lui e sarete raggianti” (Sl 34,6).
I discepoli desiderano arrestare la Gloria visibile del Signore . L'esperienza fatta da Pietro e compagni è quella della bellezza , la bellezza originaria del Volto del Figlio che ha alzato un lembo del velo che la ricopre. L'ottavo giorno, nella luce del suo fulgore, squarcia il sonno e la notte dei discepoli. La nube è segno della Gloria di Dio, essi entrano in essa, cioè nella potenza di Dio che avvolge : questo è obbedire alla “Voce” che esce , questa voce è Gesù stesso, Parola Eterna di Dio, Figlio obbediente, che va ascoltato
-->“Questo è il Figlio mio, l'Eletto, ascoltate Lui!” E' il centro della Trasfigurazione, dove si lega la visione all'ascolto.Quel Dio che non ha volto, ha voce : voce che cerca un volto. Gesù, Volto perfetto del Padre, Figlio obbediente, Parola compiuta, piena d'Amore.
RispondiEliminaL'obbedienza a Gesù che si rivolge a tutti, indica il cammino attraverso il quale tutti possiamo essere tra quei tre che giungono alla visione del mistero del Figlio.
L'ascolto di Lui è la tenda che contiene la Gloria . Chi ascolta, vede il Volto del Padre nel Figlio ormai rispecchiato nel proprio.
S.GIOVANNI PAOLO II - OMELIA 15-3-92
RispondiEliminaIn questa seconda domenica di Quaresima la liturgia ci presenta l’episodio della TRASFIGURAZIONE del Signore sul monte Tabor, la quale tocca il suo vertice nelle parole del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!” (Lc 9, 35). Contempliamo questo evento emozionante, nel quale Gesù manifestò la sua gloria, per predisporre i discepoli prediletti al duro passaggio della sua passione. Scrive Luca: “Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare” (Lc 9, 28). È una caratteristica di Luca quella di mettere in evidenza la consuetudine di Gesù con la preghiera, come momento di solitudine, di contemplazione e di intimità col Padre. L’Evangelista ci riferisce che era in preghiera al Giordano, quando la voce del Padre si rivelò per la prima volta (Lc 3, 21); prima di scegliere i Dodici, allorché passò la notte in orazione (Lc 6, 21); nei suoi frequenti ritiri in luoghi solitari (Lc 5, 5-16) e, soprattutto, nel Getsemani, dove “inginocchiatosi, pregava: Padre, se vuoi, allontana da me questo calice” (Lc 22, 39-46). Questi esempi e le frequenti esortazioni da lui rivolte ai discepoli ci dicono che la preghiera deve avere il primo posto nella vita cristiana, specialmente in questo tempo di Quaresima, che è tempo privilegiato di comunione con Dio.
Sul Tabor, mentre appunto Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto, la sua veste divenne candida e sfolgorante, e apparvero accanto a lui due uomini, Elia e Mosè, i quali parlavano “della sua dipartita, che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme” (Lc 9, 31), cioè della sua prossima passione e morte. Mosè ed Elia sono personaggi celebri dell’Antico Testamento: uno il condottiero e il legislatore del popolo, l’altro il profeta del fuoco che distrugge l’iniquità; due prefigurazioni del Messia, nuovo liberatore e portatore sulla terra del nuovo fuoco della salvezza. La bellezza della visione affascina i tre Apostoli. Pietro desidera prolungare il più possibile quella esperienza beatificante ed esclama: “Maestro... facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia” (Lc 9, 33). Ma mentre così parlava, venne una nube e li avvolse. Non vedendo più nulla, provarono paura, ma furono riconfortati dalla voce del Padre. Il Tabor è mistero di gloria e di passione. Infatti San Luca prima di descrivere la TRASFIGURAZIONE riporta l’annuncio che Gesù fa della sua morte: “Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, essere messo a morte e risorgere il terzo giorno” (Lc 9, 33). Anche nella scena della TRASFIGURAZIONE la morte del Cristo appare come il tema della conversazione fra Mosè ed Elia. Questa morte è detta “esodo”, cioè dipartita: Gesù “partirà” passando dalla passione alla gloria, dal pellegrinaggio terreno al trionfo celeste. ...
L’episodio della TRASFIGURAZIONE di Gesù è anche sorgente di FEDE particolarmente significativa, una tappa di quell’itinerario di FEDE, lungo il quale con tanta pazienza il Signore guidò i suoi discepoli. La FEDE è la scelta di Dio al di sopra delle cose visibili. La FEDE è l’adesione a Lui con tutta l’anima. La FEDE permette di vedere tutto ciò che esiste con lo sguardo di Dio. Senza FEDE non si può piacere a Dio. Gesù ha chiesto apertamente di credere in Lui. E gli Apostoli, dopo tante esitazioni, hanno finalmente abbracciato la FEDE in modo totale e irreversibile, fino alla testimonianza suprema del sangue. La liturgia della Parola insiste sulla FEDE, insiste anche riportando sia l’esempio di ABRAMO, il quale “credette al Signore che glielo accreditò come giustizia” (Gen 15, 6), e insiste anche l’esortazione di San Paolo ai Filippesi, ai quali l’Apostolo dice che solo per FEDE si può rimanere saldi nel Signore e raggiungere la patria celeste, dove il nostro misero corpo sarà TRASFIGURATO, cioè reso conforme al suo corpo glorioso (cf. Fil 3, 18-19).
BENEDETTO XVI - ANGELUS - Piazza San Pietro - Domenica, 24 febbraio 2013
RispondiEliminaOggi, seconda domenica di Quaresima, abbiamo un Vangelo particolarmente bello, quello della TRASFIGURAZIONE del Signore. L’evangelista Luca pone in particolare risalto il fatto che Gesù si TRASFIGURÒ mentre pregava: la sua è un’esperienza profonda di rapporto con il Padre durante una sorta di ritiro spirituale che Gesù vive su un alto monte in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre discepoli sempre presenti nei momenti della manifestazione divina del Maestro (Lc 5,10; 8,51; 9,28). Il Signore, che poco prima aveva preannunciato la sua morte e risurrezione (9,22), offre ai discepoli un anticipo della sua gloria. E anche nella TRASFIGURAZIONE, come nel battesimo, risuona la voce del Padre celeste: «Questi è il figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!» (9,35). La presenza poi di Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti dell’antica ALLEANZA, è quanto mai significativa: tutta la storia dell’ALLEANZA è orientata a Lui, il Cristo, che compie un nuovo «esodo» (9,31), non verso la terra promessa come al tempo di Mosè, ma verso il Cielo. L’intervento di Pietro: «Maestro, è bello per noi essere qui» (9,33) rappresenta il tentativo impossibile di fermare tale esperienza mistica. Commenta sant’Agostino: «[Pietro]…sul monte…aveva Cristo come cibo dell’anima. Perché avrebbe dovuto scendere per tornare alle fatiche e ai dolori, mentre lassù era pieno di sentimenti di santo amore verso Dio e che gli ispiravano perciò una santa condotta?» (Discorso 78,3: PL 38,491).
Meditando questo brano del Vangelo, possiamo trarne un insegnamento molto importante. Innanzitutto, il primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo. Nella Quaresima impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale. Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all’azione. «L’esistenza cristiana – ho scritto nel Messaggio per questa Quaresima – consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio» (n. 3).
Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Grazie! Il Signore mi chiama a “salire sul monte”, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria: lei ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa
PAPA FRANCESCO – ANGELUS - Piazza San Pietro - II Domenica di Quaresima, 17 marzo 2019
RispondiEliminaIn questa seconda domenica di Quaresima, la liturgia ci fa contemplare l’evento della TRASFIGURAZIONE, nel quale Gesù concede ai discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni di pregustare la gloria della Risurrezione: uno squarcio di cielo sulla terra. L’evangelista Luca (cfr 9,28-36) ci mostra Gesù TRASFIGURATO sul monte, che è il luogo della luce, simbolo affascinante della singolare esperienza riservata ai tre discepoli. Essi salgono col Maestro sulla montagna, lo vedono immergersi in preghiera, e a un certo punto «il suo volto cambiò d’aspetto» (v. 29). Abituati a vederlo quotidianamente nella semplice sembianza della sua umanità, di fronte a quel nuovo splendore, che avvolge anche tutta la sua persona, rimangono stupiti. E accanto a Gesù appaiono Mosè ed Elia, che parlano con Lui del suo prossimo “esodo”, cioè della sua Pasqua di morte e risurrezione. È un anticipo della Pasqua. Allora Pietro esclama: «Maestro, è bello per noi essere qui» (v. 33). Vorrebbe che quel momento di grazia non finisse più!
La TRASFIGURAZIONE si compie in un momento ben preciso della missione di Cristo, cioè dopo che Lui ha confidato ai discepoli di dover «soffrire molto, […] venire ucciso e risuscitare il terzo giorno» (v. 21). Gesù sa che loro non accettano questa realtà – la realtà della croce, la realtà della morte di Gesù –, e allora vuole prepararli a sopportare lo scandalo della passione e della morte di croce, perché sappiano che questa è la via attraverso la quale il Padre celeste farà giungere alla gloria il suo Figlio, risuscitandolo dai morti. E questa sarà anche la via dei discepoli: nessuno arriva alla vita eterna se non seguendo Gesù, portando la propria croce nella vita terrena. Ognuno di noi, ha la propria croce. Il Signore ci fa vedere la fine di questo percorso che è la Risurrezione, la bellezza, portando la propria croce.
Dunque, la TRASFIGURAZIONE di Cristo ci mostra la prospettiva cristiana della sofferenza. Non è un sadomasochismo la sofferenza: essa è un passaggio necessario ma transitorio. Il punto di arrivo a cui siamo chiamati è luminoso come il volto di Cristo TRASFIGURATO: in Lui è la salvezza, la beatitudine, la luce, l’amore di Dio senza limiti. Mostrando così la sua gloria, Gesù ci assicura che la croce, le prove, le difficoltà nelle quali ci dibattiamo hanno la loro soluzione e il loro superamento nella Pasqua. Perciò, in questa Quaresima, saliamo anche noi sul monte con Gesù! Ma in che modo? Con la preghiera. Saliamo al monte con la preghiera: la preghiera silenziosa, la preghiera del cuore, la preghiera sempre cercando il Signore. Rimaniamo qualche momento in raccoglimento, ogni giorno un pochettino, fissiamo lo sguardo interiore sul suo volto e lasciamo che la sua luce ci pervada e si irradi nella nostra vita.
Infatti l’Evangelista Luca insiste sul fatto che Gesù si TRASFIGURÒ «mentre pregava» (v. 29). Si era immerso in un colloquio intimo con il Padre, in cui risuonavano anche la Legge e i Profeti – Mosè ed Elia – e mentre aderiva con tutto Sé stesso alla volontà di salvezza del Padre, compresa la croce, la gloria di Dio lo invase trasparendo anche all’esterno. È così, fratelli e sorelle: la preghiera in Cristo e nello Spirito Santo TRASFORMA la persona dall’interno e può illuminare gli altri e il mondo circostante. Quante volte abbiamo trovato persone che illuminano, che emanano luce dagli occhi, che hanno quello sguardo luminoso! Pregano, e la preghiera fa questo: ci fa luminosi con la luce dello Spirito Santo.
Proseguiamo con gioia il nostro itinerario quaresimale. Diamo spazio alla preghiera e alla Parola di Dio, che abbondantemente la liturgia ci propone in questi giorni. La Vergine Maria ci insegni a rimanere con Gesù anche quando non lo capiamo e non lo comprendiamo. Perché solo rimanendo con Lui vedremo la sua gloria