martedì 1 marzo 2022

LE CENERI


 

7 commenti:

  1. Antifona
    Tu ami tutte le creature, o Signore,
    e nulla disprezzi di ciò che hai creato;
    tu chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento,
    e li perdoni, perché tu sei il Signore nostro Dio. (Cf. Sap 11,24.23.26)
    Si omette l'atto penitenziale, perché è sostituito dal rito di imposizione delle ceneri.
    Benedizione e imposizione delle ceneri.

    Il sacerdote, stando in piedi, dice a mani giunte:

    Fratelli e sorelle, supplichiamo Dio nostro Padre
    perché con l’abbondanza della sua grazia
    benedica queste ceneri, che poniamo sul nostro capo
    in segno di penitenza.

    Dopo un breve momento di preghiera silenziosa, prosegue con le braccia allargate:

    O Dio, che hai pietà di chi si pente
    e doni la tua pace a chi si converte,
    ascolta con paterna bontà
    le preghiere del tuo popolo
    e benedici questi tuoi figli
    che riceveranno l’austero simbolo delle ceneri,
    perché, attraverso l’itinerario spirituale della Quaresima,
    giungano completamente rinnovati
    a celebrare la Pasqua del tuo Figlio.
    Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
    R. Amen.



    O Dio, che non vuoi la morte dei peccatori
    ma la conversione,
    ascolta benigno la nostra preghiera
    e benedici queste ceneri,
    che stiamo per imporre sul nostro capo
    riconoscendo che noi siamo polvere
    e in polvere ritorneremo;
    l’esercizio della penitenza quaresimale
    ci ottenga il perdono dei peccati
    e una vita rinnovata a immagine del tuo Figlio risorto.
    Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
    R. Amen.

    E, senza nulla dire, asperge le ceneri con l’acqua benedetta.
    I fedeli si presentano al sacerdote ed egli impone a ciascuno le ceneri, dicendo:

    Convertitevi e credete nel Vangelo.



    Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai.


    O Dio, nostro Padre,
    concedi al popolo cristiano
    di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione,
    per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza
    il combattimento contro lo spirito del male.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Laceratevi il cuore e non le vesti.
    Dal libro del profeta Gioele
    Gl 2,12-18

    Così dice il Signore:
    «Ritornate a me con tutto il cuore,
    con digiuni, con pianti e lamenti.
    Laceratevi il cuore e non le vesti,
    ritornate al Signore, vostro Dio,
    perché egli è misericordioso e pietoso,
    lento all'ira, di grande amore,
    pronto a ravvedersi riguardo al male».
    Chi sa che non cambi e si ravveda
    e lasci dietro a sé una benedizione?
    Offerta e libazione per il Signore, vostro Dio.
    Suonate il corno in Sion,
    proclamate un solenne digiuno,
    convocate una riunione sacra.
    Radunate il popolo,
    indite un'assemblea solenne,
    chiamate i vecchi,
    riunite i fanciulli, i bambini lattanti;
    esca lo sposo dalla sua camera
    e la sposa dal suo talamo.
    Tra il vestibolo e l'altare piangano
    i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano:
    «Perdona, Signore, al tuo popolo
    e non esporre la tua eredità al ludibrio
    e alla derisione delle genti».
    Perché si dovrebbe dire fra i popoli:
    «Dov'è il loro Dio?».
    Il Signore si mostra geloso per la sua terra
    e si muove a compassione del suo popolo.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 50 (51)
    R. Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.
    Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
    nella tua grande misericordia
    cancella la mia iniquità.
    Lavami tutto dalla mia colpa,
    dal mio peccato rendimi puro. R.

    Sì, le mie iniquità io le riconosco,
    il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
    Contro di te, contro te solo ho peccato,
    quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto. R.

    Crea in me, o Dio, un cuore puro,
    rinnova in me uno spirito saldo.
    Non scacciarmi dalla tua presenza
    e non privarmi del tuo santo spirito. R.

    Rendimi la gioia della tua salvezza,
    sostienimi con uno spirito generoso.
    Signore, apri le mia labbra
    e la mia bocca proclami la tua lode. R.

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  2. Seconda Lettura
    Riconciliatevi con Dio... Ecco ora il momento favorevole.
    Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnz
    2Cor 5,20 -6,2

    Fratelli, noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta . Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
    Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti:
    «Al momento favorevole ti ho esaudito
    e nel giorno della salvezza ti ho soccorso».
    Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

    Parola di Dio.
    Acclamazione al Vangelo
    Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

    Oggi non indurite il vostro cuore,
    ma ascoltate la voce del Signore. (Cf. Sal 94,8ab)

    Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

    Vangelo
    Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 6,1-6.16-18

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
    Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
    E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
    E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

    Parola del Signore.

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  3. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Iniziamo la Quaresima ricevendo le ceneri: “Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai” (cfr Gen 3,19). La polvere sul capo ci riporta a terra, ci ricorda che veniamo dalla terra e che in terra torneremo. Siamo cioè deboli, fragili, mortali. Ma siamo la polvere amata da Dio. Il Signore ha amato raccogliere la nostra polvere tra le mani e soffiarvi il suo alito di vita (cfr Gen 2,7). Cari fratelli e sorelle, all’inizio della Quaresima rendiamoci conto di questo. Perché la Quaresima non è il tempo per riversare sulla gente inutili moralismi, ma per riconoscere che le nostre misere ceneri sono amate da Dio. È tempo di grazia, per accogliere lo sguardo d’amore di Dio su di noi e, così guardati, cambiare vita. (Omelia Messa delle Ceneri, 26 febbraio 2020)

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  4. FAUSTI - “Attenti a non fare la vostra giustizia davanti agli uomini” La giustizia è la volontà di Dio. Essa si concretizza nell'elemosina, preghiera e digiuno, in un corretto rapporto con i fratelli, con il Padre, con le cose. Noi facciamo grande attenzione al contrario : agiamo solo se visti e approvati. Anche chi si nasconde, è per farsi notare. L'uomo è sempre “davanti agli occhi”, “di faccia” a qualcuno.
    A noi scegliere davanti a che occhi stare : se a quelli degli altri, o a quelli di Dio.
    L'uomo è immagine e somiglianza di Dio. La sua ricompensa presso il Padre è la propria verità di figlio.
    “Quando dunque fai l'elemosina” fare l'elemosina, dare del proprio a chi non ha, non è un'opera super-erogatoria di bontà, ma dovere di giustizia : chi è figlio, è anche fratello.
    Nessuno può dire di amare Dio che non vede, se non ama il fratello che vede (1Gv 4,20).
    Il Figlio ci riconoscerà davanti al Padre se noi L'avremo riconosciuto nei fratelli più piccoli.
    La solidariewtà col povero, sia quello vicino ( l'emarginato, l'anziano, l'extracomunitario) sia quello lontano ( il sud del mondo), è da vedere in termini di giustizia.
    Chi dà a un povero, fà un prestito a Dio.
    “Non suonare la tromba davanti a te” il “far bella figura” non è il principio delle nostre azioni?
    “Come fanno gli ipocriti” la vita è una sceneggiata, dove ognuno litiga con l'altro per primeggiare.
    L'apparire tende a essere l'anima di tutto: esiste solo ciò che appare, e ciò che appare non esiste affatto! Si ha spesso l'impressione di una fiera delle vanità.
    I complessi di superiorità/inferiorità, le angosce e le prepotenze – su di sé o sugli altri – derivano dal non sentirsi accettati, per cui si fa di tutto per dare una buona immagine di sé, pur di essere accettati.
    “La tua elemosina sia segreta, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti restituirà” Il segreto, la parte più intima che nessuno vede, è il tuo cuore, dove tu sempre sei davanti a Dio, e Dio è davanti a te.
    Lì il Suo vederti e amarti è il tuo essere te stesso, e il tuo vederti lì ti fa diventare ciò che sei.
    Nel segreto il Padre ti restituisce alla tua realtà di figlio.
    nti a non fare la vostra giustizia davanti agli uomini” La giustizia è la volontà di Dio. Essa si concretizza nell'elemosina, preghiera e digiuno, in un corretto rapporto con i fratelli, con il Padre, con le cose. Noi facciamo grande attenzione al contrario : agiamo solo se visti e approvati. Anche chi si nasconde, è per farsi notare. L'uomo è sempre “davanti agli occhi”, “di faccia” a qualcuno.
    A noi scegliere davanti a che occhi stare : se a quelli degli altri, o a quelli di Dio.
    L'uomo è immagine e somiglianza di Dio. La sua ricompensa presso il Padre è la propria verità di figlio.
    “Quando dunque fai l'elemosina” fare l'elemosina, dare del proprio a chi non ha, non è un'opera super-erogatoria di bontà, ma dovere di giustizia : chi è figlio, è anche fratello.
    Nessuno può dire di amare Dio che non vede, se non ama il fratello che vede (1Gv 4,20).
    Il Figlio ci riconoscerà davanti al Padre se noi L'avremo riconosciuto nei fratelli più piccoli.
    La solidariewtà col povero, sia quello vicino ( l'emarginato, l'anziano, l'extracomunitario) sia quello lontano ( il sud del mondo), è da vedere in termini di giustizia.
    Chi dà a un povero, fà un prestito a Dio.
    “Non suonare la tromba davanti a te” il “far bella figura” non è il principio delle nostre azioni?
    “Come fanno gli ipocriti” la vita è una sceneggiata, dove ognuno litiga con l'altro per primeggiare.
    L'apparire tende a essere l'anima di tutto: esiste solo ciò che appare, e ciò che appare non esiste affatto! Si ha spesso l'impressione di una fiera delle vanità.
    I complessi di superiorità/inferiorità, le angosce e le prepotenze – su di sé o sugli altri – derivano dal non sentirsi accettati, per cui si fa di tutto per dare una buona immagine di sé, pur di essere accettati.

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  5. --->“La tua elemosina sia segreta, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti restituirà” Il segreto, la parte più intima che nessuno vede, è il tuo cuore, dove tu sempre sei davanti a Dio, e Dio è davanti a te.
    Lì il Suo vederti e amarti è il tuo essere te stesso, e il tuo vederti lì ti fa diventare ciò che sei.
    Nel segreto il Padre ti restituisce alla tua realtà di figlio.
    “Quando preghi”, volgiti al Padre tuo nel segreto, dice Gesù.
    Ma cos'è la preghiera, da Gesù ritenuta ovvia e naturale? E' l'atto fondamentale in cui riconosco il mio principio come mio fine : è l'atto razionale più alto, con il quale, esplorati i miei confini, conosco me e l'Altro da cui vengo, accetto me come dono dell'Altro e l'Altro come amore per me.
    Pregare è essere me stesso, finito aperto all'infinito. Nessun animale mai s'inginocchia per pregare ...E' un atto umano, e solo umano. Può quindi anche essere disumano, maldestro e falsificato, e quindi giustamente rifiutato, anche se con sofferenza e nostalgia.
    Pregare è stare davanti a Dio, di cui sono immagine e somiglianza.
    Davanti a Lui sono ciò che sono; lontano da Lui non sono ciò che sono . Sono lontano da me.
    Non è un optional per anime devote . È la salvezza dell'uomo come uomo, che riceve la propria identità. Pregare non è parlare di Dio, ma parlare con Lui...
    Senza preghiera la fede è ideologia vuota, l'azione distrazione dell'uomo e distruzione della realtà.
    Pregare è dialogare, rispondo “Tu” a Colui che per primo dice il mio nome;
    esco dal mio guscio per realizzarmi nel dono all'Altro ;
    dimentico me per ri-cordare , avere-nel-cuore Lui.
    Pregare è gioire di Dio che mi ama e che amo.
    Lui diventa la mia vita .
    Vivo, in pienezza sempre più grande, di Lui, che è presenza, dialogo, amore, dono, perdono.
    La preghiera non autentica, fatta per apparire davanti agli uomini o a Dio, falsifica l'esistenza.
    La preghiera autentica è il respiro della vita.
    Per questo è necessario pregare sempre, in ogni tempo, e in ogni luogo, perché sempre e ovunque si esprima a livello di coscienza e libertà ciò che siamo nella realtà.
    La preghiera va fatta con insistenza, con fede, nel Nome di Gesù, con familiarità filiale.

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  6. -->-Noi non sappiamo cosa chiedere : lo Spirito prega in noi.
    La preghiera, unione con il Padre nel Figlio, è anche solidarietà con i fratelli, intercessione dell'Unico Giusto che salva tutti, è lotta in cui si vince il male (Col 4,12) , si riceve il proprio nome, e Dio stesso riceve il Suo vero nome “Abbà” .
    Dio è Padre e sa. In quanto Dio vede e può; in quanto Padre provvede.
    Sono io a non sapere ciò di cui ho bisogno.
    Me lo insegnerà Gesù con la preghiera del Padre Nostro.
    “Quando digiuni, profumati il capo”, dice Gesù. L'elemosina e la preghiera, scaturite dal cuore del Figlio davanti al Padre, compiono la “giustizia eccessiva” nei confronti dell'altro e dell'Altro. Il digiuno a sua volta la compie nei propri confronti : fa accettare se stessi come figli e il proprio limite come principio di vita.
    Digiunare è il contrario di mangiare, vivere. E' segno sia di lutto che di conversione.
    Il digiuno è obbligatorio il giorno dell'espiazione...Oltre al digiuno pubblico, prescritto, ci son quelli privati, di devozione. Il fariseo al tempio, di cui parla Gesù nella parabola, digiuna ben due volte la settimana (Lc 18,12). le opere super-erogatorie procurano fama di persona pia. L'apparire davanti agli uomini è il DNA di ogni male,che ha la sua radice nel non sapere chi siamo agli occhi di Dio.
    A Gesù chiederanno perché i Suoi discepoli non digiunano (9,14). Risponderà che è il tempo delle nozze, del banchetto messianico, della pienezza di vita che Dio ha promesso.
    Come in tutte le opere, Gesù guarda l'intenzione. Il cuore del Figlio è puro, e vede Dio, perché Lui solo cerca.
    L'ipocrita cerca la propria reputazione, e in tutto trova il proprio io.

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  7. -->Il digiuno , come ogni opera buona, può essere esibizione davanti agli uomini, persino davanti a Dio : imbiancatura di un cuore orgoglioso, possessivo e padronale, pieno di morte. E' quanto dicevano i profeti, proponendo un altro digiuno , gradito a Dio : operare con giustizia e dividere i propri beni con i poveri (Is 58,1).
    Gesù ha digiunato nel deserto. Anche per Lui la fame è stata luogo di tentazione.
    La Chiesa occidentale ora ha attenuato la pratica del digiuno. In una società ridotta a bocca che tutto divora, a tubo digerente che tutto assimila, il digiuno riacquista la sua attualità.
    E c'è anche un digiuno della mente e del cuore, dell'orecchio e dell'occhio.
    “Quando digiuni, profumati il capo”, dice Gesù. L'elemosina e la preghiera, scaturite dal cuore del Figlio davanti al Padre, compiono la “giustizia eccessiva” nei confronti dell'altro e dell'Altro. Il digiuno a sua volta la compie nei propri confronti : fa accettare se stessi come figli e il proprio limite come principio di vita.
    Digiunare è il contrario di mangiare, vivere. E' segno sia di lutto che di conversione.
    Il digiuno è obbligatorio il giorno dell'espiazione...Oltre al digiuno pubblico, prescritto, ci son quelli privati, di devozione. Il fariseo al tempio, di cui parla Gesù nella parabola, digiuna ben due volte la settimana (Lc 18,12). le opere super-erogatorie procurano fama di persona pia. L'apparire davanti agli uomini è il DNA di ogni male,che ha la sua radice nel non sapere chi siamo agli occhi di Dio.
    A Gesù chiederanno perché i Suoi discepoli non digiunano (9,14). Risponderà che è il tempo delle nozze, del banchetto messianico, della pienezza di vita che Dio ha promesso.
    Come in tutte le opere, Gesù guarda l'intenzione. Il cuore del Figlio è puro, e vede Dio, perché Lui solo cerca.
    L'ipocrita cerca la propria reputazione, e in tutto trova il proprio io.

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