giovedì 31 marzo 2022

C - 5 DOMENICA DI QUARESIMA





 

 

5 commenti:

  1. Antifona
    Fammi giustizia, o Dio,
    difendi la mia causa contro gente spietata;
    liberami dall’uomo perfido e perverso.
    Tu sei il Dio della mia difesa. (Sal 42,1-2)


    Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso,
    perché con la tua grazia possiamo camminare sempre
    in quella carità che spinse il tuo Figlio
    a consegnarsi alla morte per la vita del mondo.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.



    Dio di misericordia,
    che hai mandato il tuo Figlio unigenito
    non per condannare ma per salvare il mondo,
    perdona ogni nostra colpa,
    perché rifiorisca nel cuore
    il canto della gratitudine e della gioia.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.



    Prima Lettura
    Ecco, io faccio una cosa nuova e darò acqua per dissetare il mio popolo.
    Dal libro del profeta Isaìa
    Is 43,16-21

    Così dice il Signore,
    che aprì una strada nel mare
    e un sentiero in mezzo ad acque possenti,
    che fece uscire carri e cavalli,
    esercito ed eroi a un tempo;
    essi giacciono morti, mai più si rialzeranno,
    si spensero come un lucignolo, sono estinti:
    «Non ricordate più le cose passate,
    non pensate più alle cose antiche!
    Ecco, io faccio una cosa nuova:
    proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
    Aprirò anche nel deserto una strada,
    immetterò fiumi nella steppa.
    Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
    sciacalli e struzzi,
    perché avrò fornito acqua al deserto,
    fiumi alla steppa,
    per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
    Il popolo che io ho plasmato per me
    celebrerà le mie lodi».

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 125 (126)
    R. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
    Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
    ci sembrava di sognare.
    Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
    la nostra lingua di gioia. R.

    Allora si diceva tra le genti:
    «Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
    Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
    eravamo pieni di gioia. R.

    Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
    come i torrenti del Negheb.
    Chi semina nelle lacrime
    mieterà nella gioia. R.

    Nell’andare, se ne va piangendo,
    portando la semente da gettare,
    ma nel tornare, viene con gioia,
    portando i suoi covoni. R.


    Seconda Lettura
    A motivo di Cristo, ritengo che tutto sia una perdita, facendomi conforme alla sua morte.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
    Fil 3,8-14

    Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
    Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

    Parola di Dio.

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  2. Acclamazione al Vangelo
    Lode e onore a te, Signore Gesù!

    Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
    perché io sono misericordioso e pietoso. (Cf. Gl 2, 12-13)

    Lode e onore a te, Signore Gesù!

    Vangelo
    Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 8,1-11

    In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
    Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
    Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
    Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

    Parola del Signore.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Rimasero lì solo la donna e Gesù: la miseria e la misericordia, una di fronte all’altra. E questo, quante volte accade a noi quando ci fermiamo davanti al confessionale, con vergogna, per far vedere la nostra miseria e chiedere il perdono! «Donna, dove sono?», le dice Gesù. E basta questa constatazione, e il suo sguardo pieno di misericordia, pieno di amore, per far sentire a quella persona – forse per la prima volta – che ha una dignità, che lei non è il suo peccato, lei ha una dignità di persona; che può uscire dalle sue schiavitù e camminare in una strada nuova. (Angelus, 13 marzo 2016)

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  3. FAUSTI - Questo splendido racconto ci porta al cuore del messaggio di Gesù, il Figlio che non giudica nessuno e che per questo sarà giudicato. E' uno dei pezzi più affascinanti del Vangelo, che mostra come Gesù dona lo Spirito che fa nuove tutte le cose : Lui stesso, dal suo fianco trafitto sarà la sorgente zampillante che lava ogni peccato e impurità
    Quest'acqua, purificatrice e purificante, promessa dal profeta Ezechiele (47,1) e da Zaccaria ( (13,1) è il suo amore , che si manifesta pienamente nel perdono .
    In esso conosciamo chi è il Signore : è Colui che apre le nostre tombe , ci risuscita dai nostri sepolcri e ci dona il Suo Spirito.
    .Gli uomini della legge interrogano Gesù non per sapere se sia favorevole alla lapidazione...Chiedono il suo parere per tendergli una trappola, come subito l'evangelista annota. La lapidazione è una forma di assassinio collettivo, del quale nessuno si sente responsabile. Il risultato dell'eliminazione del malvagio, è quello di sentirsi uniti, rappacificati e ripuliti dal male, permettendo alla società di andare avanti . E' da notare che Gesù non scrive sulla sabbia, ma sulla pietra del lastricato ; la scena infatti si svolge nel tempio.
    Se non teniamo presente “il dito “ di Colui che scrive e non entriamo in comunione con Lui, la stessa Scrittura diventa un feticcio che ci impedisce di entrare nel pensiero di Dio. La Scrittura è l'autocomunicazione del Dio amante della vita, che non disprezza nessuna delle sue creature ; ha compassione di tutti e non guarda al peccato in vista del pentimento.
    I profeti hanno promesso che verranno giorni in cui Dio ci toglierà il cuore di pietra e ci darà un cuore di carne , inciderà la sua legge non con il dito sulla pietra, ma con lo Spirito sul nostro cuore, che finalmente sarà un cuore nuovo, capace di vivere in pienezza il dono di Dio (Ger.31 – Ez. 36). Il gesto di Gesù può alludere a questi testi , che si compiranno quando Lui ci darà il suo Spirito.
    Proprio sulla croce, dove sarà 'scritto' il titolo della sua condanna – in ebraico, latino e greco (Gv 19,19) comprenderemo ciò che Gesù ora scrive . il Signore non condanna, ma giustifica e salva per grazia.
    ..La donna era stata posta nel mezzo dagli zelanti della legge che condanna.
    Ora essa rimane sola con il solo Gesù, nel mezzo della sconfinata misericordia di Dio.
    Il peccato è il luogo dove si manifesta la sovrabbondanza della sua grazia.
    Dice Agostino : “Sono rimasti due : la misera e la misericordia” . Alla fine ciò che rimane di ogni uomo è l'incontro della propria miseria con la misericordia di Dio . Maggiore è l'abisso del peccato, maggiore è la l'amore che si riceve e la conoscenza di Dio e di sé che si ottiene. E maggiore sarà la capacità d'amare .
    Gesù, l'unico senza peccato, non se ne va.
    Rimane con la peccatrice : è il Figlio misericordioso come il Padre.
    Le chiede se sia rimasto un giusto che possa condannarla.
    Nessuno è rimasto che la possa condannare.
    Uno però è rimasto : l'unico giusto, che la giustifica! Scomparsi i nemici, è rimasto Colui che la ama di amore eterno (Ger 31,3), nel quale riconosce il suo Signore, perché la perdona e la fa uscire dalla morte .Si stabilisce tra i due una nuova alleanza, scritta ormai non più sulla pietra, ma nel cuore.

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  4. GESUITI - Questo racconto tocca il centro del messaggio evangelico: il perdono. Il c. 8° comincia con la donna che deve essere lapidata e termina con Gesù che vorranno lapidare.
    Il brano precedente parlava di Gesù che dà lo Spirito, l’acqua viva che purifica, che perdona... Il dono dello Spirito cosa fa? Ci cambia esattamente - come dice Osea - da prostituta in sposa fedele e il passaggio avviene in questa donna.
    Nel perdono conosciamo chi è il Signore: è Uno che ci ama senza condizioni. Così conosciamo per la prima volta chi siamo noi nel perdono: siamo persone amate infinitamente da Dio, senza condizioni, questa è la nostra verità.
    Ecco, è Dio che si converte, si volta verso di noi, ma siamo noi che ci siamo voltati lontani da lui; assume su di sé, però, questo carico, questa colpa. Mentre Gesù è lì ad insegnare, i farisei e gli scribi - i farisei sono quelli che osservano la legge e gli scribi quelli che la conoscono - portano una donna sorpresa in adulterio e la mettono in mezzo.
    E domandano a Gesù cosa bisogna fare: Tu che ne dici?
    Se diceva che bisognava lapidarla smentiva tutto il suo messaggio; se diceva che non bisognava lapidarla si metteva contro la legge e avevano il pretesto per condannarlo. Quindi, in realtà, in questa scena l’imputato è Gesù, non la donna.
    Gesù non risponde, si china, scrive col dito per terra e invece di lasciarsi travolgere dalla violenza, fa come una pausa, s’arresta e non risponde, si china, invitando tutti a chinarsi e a guardare in se stessi e poi si dice che scrive col dito per terra e siamo nel tempio, c’è il lastricato del tempio, le pietre del pavimento; il dito che scrive sulle pietre richiama agli ebrei che Dio ha scritto la sua legge col dito sulle tavole di pietra.
    Quindi Gesù vuol dire che è oltre la legge che è scritta, che c’è uno che la scrive.
    Gesù si richiama al dito di Dio che è all’origine di tutta la Scrittura e cosa rivela Dio nella Scrittura? Che lui è misericordia, perdono, che al centro non ha messo l’albero della morte, ha messo l’albero della vita! Siamo noi a mettere la morte con le nostre trasgressioni e con la croce rimetterà di nuovo al centro l’albero della vita.
    La legge è stata data a vantaggio del peccatore, non per uccidere il peccatore, ma perché si converta e viva.
    Quindi Gesù richiama alla responsabilità personale che mette fine al sistema vittimario di trovare il colpevole fuori, combatterlo fuori perché il male è sempre l’altro!
    Che ognuno si assuma la responsabilità. Tra l’altro la coscienza del proprio male è il più grande dono che l’uomo possa avere!
    Quindi Gesù non nega la legge, dice: Applicatela a voi stessi.
    Tra l’altro gli anziani sono quelli che devono giudicare, hanno il potere del giudizio e paradossalmente sono proprio loro che si scoprono più peccatori e cominciano per primi ad andarsene. E Gesù rimase solo e la donna nel mezzo. Prima la donna era nel mezzo di chi voleva lapidare, ora è sola nel mezzo con Gesù.
    Agostino commenta: Sono rimasti in due, la misera e la misericordia.
    E la misericordia colma la miseria in proporzione alla miseria che c’è, quindi più è grande la miseria, più è grande il peccato più è grande la misericordia, più è grande l’amore. Quindi chi amerà di più?

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  5. -->:Romani,5,20: Dove abbonda il peccato, sovrabbonda la misericordia.
    E l’unica conoscenza che possiamo avere di Dio è proprio quella di colui che perdona, dato che siamo peccatori tutti e bisogna sapere che il peccato non è una cosa da nascondere .
    Fin dall’inizio Adamo si è nascosto per paura. Il peccato è il primo titolo che ho per la misericordia,
    Di fatti noi ci abbattiamo per i nostri peccati semplicemente perché abbiamo un altro peccato: l’orgoglio, che è il vero peccato. Il perdono, invece, ti rende libero. Puoi dire: ma guarda che bello! Sono accettato, son voluto bene e quando uno si sente accettato e voluto bene e perdonato è un uomo nuovo, ha il cuore nuovo, ha lo Spirito nuovo, ha la legge di Dio scritta non più col dito sulla pietra, ma scritta sul cuore di carne, che conosce chi è il Signore: è uno che ama e perdona.
    E conosce anche chi è lui: è uno amato e perdonato e, quindi, l’uomo nuovo.
    E tenete presente che il principale accusatore nostro che ci vuol lapidare è sempre la nostra coscienza. Neanche la mia coscienza mi condanna, perché Dio è più grande della mia coscienza e perdona; non devo porre il mio io al posto di Dio, il mio super-io che mi condanna e mi lapida per il mio male. Dio è uno che perdona e mi rifà nuovo.

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