mercoledì 1 giugno 2022

C - PENTECOSTE


 

7 commenti:


  1. Lo Spirito del Signore riempie l’universo;
    egli, che tutto abbraccia,
    conosce ogni linguaggio. Alleluia. (Sap 1.7)

    Prima Lettura
    Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.
    Dagli Atti degli Apostoli
    At 2,1-11

    Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
    Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

    Parola di Dio.


    Dal Salmo 103 (104)
    R. Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.


    Benedici il Signore, anima mia!
    Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
    Quante sono le tue opere, Signore!
    Le hai fatte tutte con saggezza;
    la terra è piena delle tue creature. R.

    Togli loro il respiro: muoiono,
    e ritornano nella loro polvere.
    Mandi il tuo spirito, sono creati,
    e rinnovi la faccia della terra. R.

    Sia per sempre la gloria del Signore;
    gioisca il Signore delle sue opere.
    A lui sia gradito il mio canto,
    io gioirò nel Signore. R.

    Seconda Lettura
    Quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.

    Rm 8,8-17

    Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
    Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
    Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.
    E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

    Parola di Dio.

    SEQUENZA
    Vieni, Santo Spirito,
    manda a noi dal cielo
    un raggio della tua luce.

    Vieni, padre dei poveri,
    vieni, datore dei doni,
    vieni, luce dei cuori.

    Consolatore perfetto,
    ospite dolce dell’anima,
    dolcissimo sollievo.

    Nella fatica, riposo,
    nella calura, riparo,
    nel pianto, conforto.

    O luce beatissima,
    invadi nell’intimo
    il cuore dei tuoi fedeli.

    Senza la tua forza,
    nulla è nell'uomo,
    nulla senza colpa.

    Lava ciò che è sórdido,
    bagna ciò che è árido,
    sana ciò che sánguina.

    Piega ciò che è rigido,
    scalda ciò che è gelido,
    drizza ciò che è sviato.

    Dona ai tuoi fedeli,
    che solo in te confidano,
    i tuoi santi doni.

    Dona virtù e premio,
    dona morte santa,
    dona gioia eterna.


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  2. Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 14, 15-16.23b-26

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

    «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.

    Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

    Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Insegnare e ricordare. Questo è l’ufficio dello Spirito Santo. Ci insegna: ci insegna il mistero della fede, ci insegna a entrare nel mistero, a capire un po’ più il mistero, ci insegna la dottrina di Gesù e ci insegna come sviluppare la nostra fede senza sbagliare. E lo Spirito ci aiuta a crescere nella comprensione della fede. (Omelia da Casa Santa Marta, 11 maggio 2020)

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  3. SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DI PENTECOSTE - OMELIA DEL SANTO PADRE – FRANCESCO - PIAZZA SAN PIETRO - DOMENICA, 9 GIUGNO 2019

    PENTECOSTE arrivò, per i DISCEPOLI, dopo CINQUANTA GIORNI incerti. Da un lato Gesù era RISORTO, pieni di GIOIA lo avevano visto e ascoltato, e avevano pure mangiato con Lui. Dall’altro lato, non avevano ancora superato dubbi e paure: stavano a porte chiuse (cfr Gv 20,19.26), con poche prospettive, incapaci di annunciare il Vivente. Poi arriva lo SPIRITO SANTO e le preoccupazioni svaniscono: ora gli APOSTOLI non hanno timore nemmeno davanti a chi li arresta; prima preoccupati di salvarsi la vita, ora non hanno più paura di morire; prima rinchiusi nel CENACOLO, ora annunciano a tutte le genti. Fino all’ASCENSIONE di Gesù attendevano un Regno di Dio per loro (cfr At 1,6), ora sono impazienti di raggiungere confini ignoti. Prima non avevano quasi mai parlato in pubblico e quando l’avevano fatto avevano spesso combinato guai, come Pietro rinnegando Gesù; ora parlano con parresia a tutti. La vicenda dei DISCEPOLI, che sembrava al capolinea, viene insomma rinnovata dalla giovinezza dello SPIRITO: quei giovani, che in preda all’incertezza si sentivano arrivati, sono stati trasformati da una GIOIA che li ha fatti rinascere. Lo SPIRITO SANTO ha fatto questo. Lo SPIRITO non è, come potrebbe sembrare, una cosa astratta; è la Persona più concreta, più vicina, quella che ci cambia la vita. Come fa? Guardiamo agli APOSTOLI. Lo SPIRITO non ha reso loro le cose più facili, non ha fatto miracoli spettacolari, non ha tolto di mezzo problemi e oppositori, ma lo SPIRITO ha portato nelle vite dei DISCEPOLI un’armonia che mancava, la sua, perché Egli è armonia.
    Armonia dentro l’UOMO. Dentro, nel CUORE i DISCEPOLI avevano bisogno di essere cambiati. La loro storia ci dice che persino vedere il RISORTO non basta, se non Lo si accoglie nel CUORE. Non serve sapere che il RISORTO è vivo se non si vive da Risorti. Ed è lo SPIRITO che fa vivere e rivivere Gesù in noi, che ci risuscita dentro. Per questo Gesù, incontrando i suoi, ripete: «Pace a voi!» (Gv 20,19.21) e dona lo SPIRITO. La pace non consiste nel sistemare i problemi di fuori – Dio non toglie ai suoi tribolazioni e persecuzioni – ma nel ricevere lo SPIRITO SANTO. In questo consiste la pace, quella pace data agli APOSTOLI, quella pace che non libera dai problemi ma nei problemi, è offerta a ciascuno di noi. È una pace che rende il CUORE simile al mare profondo, che è sempre tranquillo anche quando in superficie le onde si agitano. È un’armonia così profonda che può trasformare persino le persecuzioni in beatitudini. Quante volte, invece, rimaniamo in superficie! Anziché cercare lo SPIRITO tentiamo di rimanere a galla, pensando che tutto andrà meglio se passerà quel guaio, se non vedrò più quella persona, se migliorerà quella situazione. Ma questo è rimanere in superficie: passato un problema ne arriverà un altro e l’inquietudine ritornerà. Non è prendendo le distanze da chi non la pensa come noi che saremo sereni, non è risolvendo il guaio del momento che staremo in pace. La svolta è la pace di Gesù, è l’armonia dello SPIRITO.

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  4. -->Oggi, nella fretta che il nostro tempo ci impone, sembra che l’armonia sia emarginata: tirati da mille parti rischiamo di scoppiare, sollecitati da un nervosismo continuo che fa reagire male a ogni cosa. E si cerca la soluzione rapida, una pastiglia dietro l’altra per andare avanti, un’emozione dietro l’altra per sentirsi vivi. Ma abbiamo soprattutto bisogno dello SPIRITO: è Lui che mette ordine nella frenesia. Egli è pace nell’inquietudine, fiducia nello scoraggiamento, GIOIA nella tristezza, gioventù nella vecchiaia, coraggio nella prova. È Colui che, tra le correnti tempestose della vita, fissa l’ancora della speranza. È lo SPIRITO che, come dice oggi San Paolo, ci impedisce di ricadere nella paura perché ci fa sentire figli amati (cfr Rm 8,15). È il Consolatore, che ci trasmette la tenerezza di Dio. Senza lo SPIRITO la vita cristiana è sfilacciata, priva dell’AMORE che tutto unisce. Senza lo SPIRITO Gesù rimane un personaggio del passato, con lo SPIRITO è persona viva oggi; senza lo SPIRITO la Scrittura è lettera morta, con lo SPIRITO è Parola di vita. Un cristianesimo senza lo SPIRITO è un moralismo senza GIOIA; con lo SPIRITO è vita.
    Lo SPIRITO SANTO non porta solo armonia dentro, ma anche fuori, tra gli UOMINI. Ci fa CHIESA, compone parti diverse in un unico edificio armonico. Lo spiega bene San Paolo che, parlando della CHIESA, ripete spesso una parola, “diversi”: «diversi CARISMI, diverse attività, diversi MINISTERI» (1 Cor 12,4-6). Siamo diversi, nella varietà delle qualità e dei doni. Lo SPIRITO li distribuisce con fantasia, senza appiattire, senza omologare. E, a partire da queste DIVERSITÀ, costruisce l’UNITÀ. Fa così, fin dalla CREAZIONE, perché è specialista nel trasformare il caos in cosmo, nel mettere armonia. È specialista nel creare le DIVERSITÀ, le ricchezze; ognuno la sua, diversa. Lui è il CREATORE di questa DIVERSITÀ e, allo stesso tempo, è Colui che armonizza, che dà l’armonia e dà UNITÀ alla DIVERSITÀ. Soltanto Lui può fare queste due cose.
    Oggi nel mondo le disarmonie sono diventate vere e proprie divisioni: c’è chi ha troppo e c’è chi nulla, c’è chi cerca di vivere cent’anni e chi non può venire alla luce. Nell’era dei computer si sta a distanza: più “social” ma meno sociali. Abbiamo bisogno dello SPIRITO di UNITÀ, che ci rigeneri come CHIESA, come Popolo di Dio, e come UMANITA’ intera. Che ci rigeneri. Sempre c’è la tentazione di costruire “nidi”: di raccogliersi attorno al proprio gruppo, alle proprie preferenze, il simile col simile, allergici a ogni contaminazione. E dal nido alla setta il passo è breve, anche dentro la CHIESA. Quante volte si definisce la propria identità contro qualcuno o contro qualcosa! Lo SPIRITO SANTO, invece, congiunge i distanti, unisce i lontani, riconduce i dispersi. Fonde tonalità diverse in un’unica armonia, perché vede anzitutto il bene, guarda all’UOMO prima che ai suoi errori, alle persone prima che alle loro azioni. Lo SPIRITO plasma la CHIESA, plasma il mondo come luoghi di figli e di fratelli. Figli e fratelli: sostantivi che vengono prima di ogni altro aggettivo. Va di moda aggettivare, purtroppo anche insultare. Possiamo dire che noi viviamo una cultura dell’aggettivo che dimentica il sostantivo delle cose; e anche in una cultura dell’insulto, che è la prima risposta ad un’opinione che io non condivido. Poi ci rendiamo conto che fa male, a chi è insultato ma anche a chi insulta. Rendendo male per male, passando da vittime a carnefici, non si vive bene. Chi vive secondo lo SPIRITO, invece, porta pace dov’è discordia, concordia dov’è conflitto. Gli UOMINI spirituali rendono bene per male, rispondono all’arroganza con mitezza, alla cattiveria con bontà, al frastuono col silenzio, alle chiacchiere con la PREGHIERA, al disfattismo col sorriso.
    Per essere spirituali, per gustare l’armonia dello SPIRITO, occorre mettere il suo sguardo davanti al nostro.

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  5. --> Allora le cose cambiano: con lo SPIRITO la CHIESA è il Popolo santo di Dio, la MISSIONE il contagio della GIOIA, non il proselitismo, gli altri fratelli e sorelle amati dallo stesso Padre. Ma senza lo SPIRITO la CHIESA è un’organizzazione, la MISSIONE propaganda, la COMUNIONE uno sforzo. E tante CHIESE fanno azioni programmatiche in questo senso di piani pastorali, di discussioni su tutte le cose. Sembra che sia quella strada ad unirci, ma questa non è la strada dello SPIRITO, è la strada della divisione. Lo SPIRITO è il bisogno primo e ultimo della CHIESA (cfr S. Paolo VI, Udienza generale, 29 novembre 1972). Egli «viene dov’è amato, dov’è invitato, dov’è atteso» (S. Bonaventura, Sermone per la IV Domenica dopo PASQUA). Fratelli e sorelle, preghiamolo ogni giorno. SPIRITO SANTO, armonia di Dio, Tu che trasformi la paura in fiducia e la chiusura in dono, VIENI in noi. Dacci la GIOIA della RISURREZIONE, la perenne giovinezza del CUORE. SPIRITO SANTO, armonia nostra, Tu che fai di noi un corpo solo, infondi la tua pace nella CHIESA e nel mondo. SPIRITO SANTO, rendici artigiani di concordia, seminatori di bene, APOSTOLI di speranza.

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  6. https://www.youtube.com/watch?v=8Je6-0bMLlY&list=RDMM&index=7

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