martedì 1 dicembre 2015

C - 2 DOM. AVVENTO


2 commenti:

  1. D.D. Parola di Dio quanto mai interessante ed attuale. Possiamo subito porci una domanda : la gente ai tempi di Gesù a chi guardava ?Da chi era interessata e, non poche volte, di chi era preoccupata?
    La gente ai tempi di Gesù era preoccupata di Tiberio Cesare, l'imperatore. Poteva decidere qualsiasi cosa, teneva in mano il potere. Guardava con preoccupazione a Ponzio Pilato, suo luogotenente. A Erode e ai suoi degni compari : Filippo e Lisania che governavano il paese. E poi c'erano Anna e Caifa che presidiavano il tempio di Gerusalemme
    che era diventato la grande banca del medio Oriente. Tutto ruotava in qualche modo intorno a questi personaggi che il
    Vangelo elencava. Ne andava di mezzo la tranquillità, la pace, il lavoro. Ne andava di mezzo la vita nel suo sviluppo concreto. La storia sembrava essere tutta qui e non c'era da stare allegri.
    Amici miei, non è così anche adesso ? Cos'è che guarda la gente intorno a noi? A chi noi guardiamo in questi tempi?
    A un'Europa più che mai incerta. A un'Italia confusa più che mai. Ai consumi che diminuiscono. Allo spread che continua a salire . A un impiego che tante volte non si trova. E poi ci sono le nostre fatiche e prove personali che nessuno guarda se non noi. Dobbiamo ammetterlo, in questi tempi, chi più chi meno, siamo tutti molto smarriti. E' inutile contarcela.
    I profeti, molto prima di Gesù, parlavano di una fitta nebbia che copriva le nazioni.
    Ed ecco allora l'invito a guardare su un altro versante della storia, non per evadere, non per alienarci, ma per stare dentro a questa nostra storia con speranza.
    Il profeta Baruc, che non sappiamo bene quando sia vissuto, ricorda Gerusalemme rasa al suolo e quindi ha presente anche i suoi tempi con tutte le speranze infrante. Baruc non ha paura, non ha timore di dire quelle parole che abbiamo udite nella prima lettura : “Deponi, Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione. Rivestiti dello splendore della gloria che viene da Dio per sempre. Metti sul tuo capo il diadema di gloria dell'Eterno”.
    Ma in che mondo vivi, Baruc? Ma l'invito resta,in questi tempi che stiamo vivendo “deponi le vesti del lutto e dell'afflizione, rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre.
    Paolo dice in modo più conciso . “ Rivestiti di Cristo” perchè questa è la gloria che ti viene da Dio per sempre.
    Nessuno ci può togliere questo vestito. Nessuno! Né Tiberio cesare, né Pilato, né Erode e i suoi compari, né Anna, né Caifa. Nessuno ci può togliere questo vestito che si chiama Cristo Gesù.

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  2. ->Però capite che la speranza vera, la speranza prima e ultima, non arriva né da Tiberio cesare, né da Pilato, né da Erode, né da Anna, né da Caifa, arriva da un'altra parte e da un altro luogo. Il Vangelo è molto chiaro in proposito.
    Mentre la storia cammina in mano ai potenti qui elencati, e anche con i nostri contemporanei, non facciamo nomi, dice Luca :” La Parola di Dio venne su Giovanni Battista nel deserto”.
    Guardate che è fortissima questa espressione . La Parola di Dio cade su Giovanni, la Parola di Dio fu su Giovanni, la Parola di Dio avvenne su Giovanni. E riveste Giovanni Battista dello splendore della gloria di Dio per sempre, anche quando sarà decapitato dal potere, Giovanni Battista investito dalla Parola di Dio diventa voce umile, una voce forte di speranza e di verità. Grida nel deserto. Non c'è altro luogo per parlare e sentire.
    Meno male che noi possiamo ritrovarci un'oretta in questo deserto teologico, bello. Siamo nel deserto. E ci stiamo pure bene. Uno si deve ritirare nella propria intimità e, insieme e non da soli, udire ciò che da altre parti non si può né udire né sentire.
    Giovanni Battista, investito dalla Parola di Dio, diventa una voce che parla e dice cose semplici :
    “E' necessario accogliere la visita di Dio”. E lo dico anche a te, Tiberio Cesare, anche a te Pilato, anche a te, Erode, e anche a voi Lisania, Filippo, Anna e Caifa. Lo dico forte e lo dico a tutti.
    E' necessario accogliere la visita di Dio e pertanto, dice Giovanni Battista, i burroni, le valli delle depressioni, dei nostri scoraggiamenti, devono essere riempiti dalle promesse , dal desiderio di Dio. E poi i monti e i colli della nostra superbia, del nostro orgoglio, devono essere abbassati perchè Dio per queste strade non passa.
    Ecco la speranza che ci aiuta a vivere, che ancora una volta raggiunge adesso ognuno di noi. La Parola di Dio che abbiamo udita, che io ho cercato di commentare a modo mio, come sapevo e potevo, è venuta su di noi, è caduta su di noi, è avvenuta su di noi. Capite? Proprio adesso.
    Questa Parola di Dio ci riveste della gloria che viene da Dio per sempre. Ci riveste di Gesù.
    Noi in questa storia confusa, incerta, smarrita, possiamo diventare voce di speranza per noi e per tutti quelli che incontriamo. Abbiamo bisogno di cristiani così. Per ciò, lo abbiamo udito nella seconda lettura, Paolo dice . “ Io prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento perchè possiate distinguere ciò che è meglio, ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo”.
    Ma intanto noi in questa Eucaristia ringraziamo perchè il Signore ci rivestirà di speranza, anche se non abbiamo tutti i soldi per comprare tutto quello che vorremmo, anche se siamo chiamati tutti ad un clima di maggiore sobrietà...Ancora una volta Gesù con la sua potenza ci riveste, e noi possiamo donare speranza a noi per primi, e poi a quelli che incontriamo da stasera in avanti

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