venerdì 14 dicembre 2018

C - 3 DOMENICA AVVENTO


3 commenti:

  1. FAUSTI - "Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco". la promessa di Dio non va decurtata. Sta sopra ogni attesa dell'uomo. Questa deve continuamente diventare più grande, per essere "attesa di Dio".
    La funzione del Battista è quella di mantenerla sempre aperta , per non ridurre il dono e la gloria di Dio a livello di una semplice speranza umana, sia pure di solidarietà e di giustizia. Quanti falsi messianismi in tutti i tempi!.
    Come è difficile quella fede che tiene l'uomo disponibile alla sorpresa del Dio semper maior ! Giovanni spiega che lui non innalza l'uomo a Dio.
    Semplicemente lo immerge nella sua verità , nell'acqua del suo limite e della sua morte, nella sua creaturalità, in attesa che venga "il più forte".
    Costui lo immergerà nello "Spirito Santo ", nella vita stessa di Dio. Questa e non altra è la salvezza dell'uomo : partecipare alla vita di Dio, al fuoco della sua luce.
    "Non sono in grado di sciogliere il laccio dei suoi sandali", ci dice Giovanni di Gesù. I due non sono sullo stesso piano. Gesù dirà : " Io vi dico: nessuno è più grande di lui". Si sottolinea la differenza tra A T e N T, che è quella tra promessa e compimento.

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  2. DOMINUM ET VIVIFICANTEM – S. G.PAOLO 2 ^ - 5 - La Chiesa professa la sua fede nello Spirito Santo come in colui «che è Signore e dà la vita»... Anche se nella sua patria di Nazareth Gesù non è accolto come Messia, tuttavia, all'inizio dell'attività pubblica la sua missione messianica nello Spirito Santo viene rivelata al popolo da Giovanni Battista. Questi, figlio di Zaccaria e di Elisabetta, annuncia presso il Giordano la venuta del Messia ed amministra il battesimo di penitenza. Egli dice: «Io vi battezzo con acqua, ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Giovanni Battista annuncia il Messia-Cristo non solo come colui che «viene» nello Spirito Santo, ma anche come colui che «porta» lo Spirito Santo, come rivelerà meglio Gesù nel Cenacolo. Giovanni è qui l'eco fedele delle parole di Isaia, le quali nell'antico Profeta riguardavano il futuro, mentre nel suo proprio insegnamento lungo le rive del Giordano costituiscono l'introduzione immediata alla nuova realtà messianica. Giovanni è non solo un profeta, ma anche un messaggero: è il precursore di Cristo. Ciò che egli annuncia si realizza davanti agli occhi di tutti. Gesù di Nazareth viene al Giordano per ricevere anch'egli il battesimo di penitenza. Alla vista di colui che arriva, Giovanni proclama: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo». Ciò dice per ispirazione dello Spirito Santo, rendendo testimonianza al compimento della profezia di Isaia. Al tempo stesso, egli confessa la fede nella missione redentrice di Gesù di Nazareth. Sulle labbra di Giovanni Battista «Agnello di Dio» è un'affermazione della verità intorno al Redentore, non meno significativa di quella usata da Isaia: «Servo del Signore». Così, con la testimonianza di Giovanni al Giordano, Gesù di Nazareth, rifiutato dai propri concittadini, viene elevato agli occhi di Israele come Messia, cioè «Unto» con lo Spirito Santo. E tale testimonianza viene corroborata da un'altra testimonianza di ordine superiore, menzionata dai tre Sinottici. Infatti, quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, «il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come una colomba» e, contemporaneamente, «vi fu una voce dal cielo, che disse: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto». E una teofania trinitaria, che rende testimonianza all'esaltazione di Cristo in occasione del battesimo al Giordano. Essa non solo conferma la testimonianza di Giovanni Battista, ma svela una dimensione ancora più profonda della verità su Gesù di Nazareth come Messia. Ecco: il Messia è il Figlio prediletto del Padre. La sua solenne esaltazione non si riduce alla missione messianica del «Servo del Signore». Alla luce della teofania del Giordano, questa esaltazione raggiunge il mistero della stessa persona del Messia

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  3. IGNAZIO DI LATAKIA (Dis. 3 Ass, mondiale Chiese)
    Senza lo Spirito Santo
    Dio è lontano,
    il Cristo resta nel passato,
    il Vangelo è lettera morta,
    la Chiesa una semplice organizzazione,
    l'autorità una dominazione,
    la missione una propaganda,
    il culto un'evocazione,
    l'agire cristiano una morale da schiavi.

    Ma con lo Spirito Santo :
    il cosmo è sollevato e geme nel parto del Regno,
    l'uomo lotta contro la carne,
    il Cristo è presente,
    il Vangelo è potenza di Vita,
    la Chiesa segno di Comunione trinitaria,
    l'autorità servizio liberatore,
    la missione una Pentecoste,
    la Liturgia memoriale e anticipazione,
    l'agire umano divinizzato.

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