giovedì 13 dicembre 2018

SANTA LUCIA


2 commenti:

  1. LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura 2 Cor 10, 17-11,2
    Vi ho promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo.

    Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
    Fratelli, chi si vanta, si vanti nel Signore; perché non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda.
    Oh se poteste sopportare un po' di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate.
    Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina, avendovi promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 33
    Sei tu, Signore, il nostro rifugio.

    Benedirò il Signore in ogni tempo,
    sulla mia bocca sempre la sua lode.
    Io mi glorio nel Signore,
    ascoltino gli umili e si rallegrino.

    Celebrate con me il Signore,
    esaltiamo insieme il suo nome.
    Ho cercato il Signore e mi ha risposto
    e da ogni timore mi ha liberato.

    Guardate a lui e sarete raggianti,
    non saranno confusi i vostri volti.
    Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
    lo libera da tutte le sue angosce.

    L'angelo del Signore si accampa
    attorno a quelli che lo temono e li salva.
    Gustate e vedete quanto è buono il Signore;
    beato l'uomo che in lui si rifugia.

    Canto al Vangelo Fil 1,29
    Alleluia, alleluia.
    A voi è stata data la grazia
    non solo di credere in Cristo, ma anche di soffrire per lui.
    Alleluia.





    Vangelo Mt 10, 28-33
    Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.

    Dal vangelo secondo Matteo
    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.
    Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
    Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!
    Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

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  2. FAUSTI – I lupi possono uccidere il corpo. Ma il corpo non è la vita . Viene dalla terra e torna ad essa. La vita che non può essere uccisa è lo Spirito, amore che sa dare anche la vita. Il problema non è salvare il corpo, ma vivere in esso l'amore filiale e fraterno, che è vita eterna. Un passero vale ben poco. E' ciò che l'uomo pensa di se stesso. La sua vita passa come un soffio (Sl 90), sempre minacciata dal nulla, conscia dell'” infinita vanità del tutto”. Anche la vita e la morte di un passero non sono trascurabili per Dio. Eppure non è Padre loro, ma “vostro” dice Gesù. Noi, Suoi figli, ci consideriamo meno di un uccello, se riteniamo che Dio non si occupi di noi! Siamo nelle Sue mani, ben riposti. “Anche i capelli del capo son tutti contati! “ Il capello è parte del corpo abbondante, caduca e cedua, insensibile al dolore. La persona stessa non sa quanti ne ha, né avverte di perderli. Eppure, Colui che chiama le stelle per nome (Sl 147) ha contato anche i capelli del nostro capo! Se si prende cura dei dettagli minimi dei Suoi figli, come non si prenderà cura di loro stessi? Il Suo vedere è ordinato al provvedere : la Sua Sapienza è Provvidenza. “Non temete” Gesù ribadisce alla fine : “Non temete”. Se non altro, perchè pesate più di due passeri : il vostro peso è la gloria stessa dei figli del Padre. Non siete passeri, ma ben più che aquile! Normalmente si dimentica la propria dignità, e si cerca autostima in motivi fasulli, che tengono meno di un capello : se ti attacchi, si rompono subito.
    “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini” Il giudizio di Dio lo compio io stesso qui in terra : se, nella quotidianità delle azioni e nella straordinarietà delle persecuzioni, riconosco il Figlio come fratello, sono riconosciuto dal Padre. Lo riconosco per riconoscenza d'amore. Lui per primo mi ha amato e ha dato Se stesso per me (Gal5,20) ; e io,nel fratello più piccolo, riconosco Lui, che, per riconoscere tutti, si è fatto ultimo e servo di tutti (Mc 9, 35). Il mio futuro eterno davanti al Padre dipende dal mio riconoscere ora davanti agli uomini il Figlio, che, nella carne dell'ultimo, sara' presente fino alla fine del mondo per salvarci. Riconoscere non è solo un fatto di labbra : è appartenere a Lui con il cuore e con la vita. “Chi mi rinnegherà...” Rinnegare è dire di non conoscere, come Pietro (26,70...) Chi rinnega il Figlio non è Suo fratello e rinnega di essere figlio, perde se stesso! “Certa è questa parola : se moriamo con Lui, vivremo anche con Lui , se con Lui perseveriamo, con Lui anche regneremo . Se Lo rinneghiamo, anch'Egli ci rinnegherà” (2Tim. 2,11). Grazie a Dio, Chi ci rinnega è Colui che ha dato la vita per noi peccatori, dal cui Amore nulla può separarci (Rom 8,38). Infatti “se noi manchiamo di fede, Egli però rimane fedele, perchè non può rinnegare Se stesso” (2Tim2,13). La Sua fedeltà senza fine è il motivo pe cui sale a Dio il nostro Amen (2Cor 1,20). Anche se lo rinneghiamo, come Pietro possiamo sempre contare sulla Sua fedeltà a noi, che mai vien meno. Questa è la nostra fede, certa e sicura.

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